Pandemonio GDR - Urban Fantasy -

Posts written by Elikin

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    - Se lo sai la prossima volta non fare l’orgogliosa.- aveva sbuffato Alphard nei confronti della “Regina” che ora aveva pure un nome: Alexa, Lex. Era una abbreviazione come quella che Irène aveva usato su di lei, “Al” invece di Alphard e che lei usava sulla sua Master chiamandola “Iri” quando era di buon umore. Qualcuno si sarebbe domandato da cosa o chi derivasse quel nome, ma alla Licantropa non sembrava importare molto. Si era limitata ad annuire e continuare la propria razzia, limitandosi ad alzare un sopracciglio quando aveva sentito parlare di yoga da Franz.
    - …Youga?- aveva domandato confusa, praticamente in contemporanea alla tizia tutta rigida. Evidentemente neanche lei sapeva di cosa ingrata della sua cagna stesse dicendo. Cosa era lo yoga? Un tipo di concentrazione particolare? Un potere? Un addestramento? Non lo sapeva, ma sicuramente l’avrebbe infilato tra le cose da chiedere una volta tornata a casa. Aveva ancora flash fastidiosi della licantropa e della vampira che si baciavano in testa, del resto. Abominevole. Aveva represso un brivido che le era corso lungo la schiena e poi aveva mossole orecchie in direzione di Franz quando l’aveva sentita iniziare ad allontanarsi. Aveva alzato pure il capo, per controllarne la direzione e non aveva avuto dubbi sul fatto che stesse tornando a casa. Aveva sospirato, guardando da sopra la spalla la tizia con la quale l’aveva lasciata e si era rimessa dritta. Quella Lex non riusciva neanche a piegare il braccio senza farlo sembrare una tortura dell’Inquisizione.
    - Proprio umanissima.- aveva commentato con una mezza risata e gli occhi che brillavano di sfida, come se volesse in qualche modo che l’altra provasse ad attaccare briga per smentire la verità che si palesava di fronte agli occhi di entrambe. – Sinceramente non ho idea di come funzioni tu. Di sicuro non aiuta il fatto che quella non sia la tua vera forma.- non che fosse sicura che in effetti non lo fosse, ma ormai aveva deciso che Lex fingeva di essere umana e quindi probabilmente era quello che la metteva in difficoltà con le sue trasformazioni. Tipo doppie o qualcosa del genere, come quando lei usava la forma ibrida. Ne aveva una anche lei? Non si sapeva visto che neanche quella fantomatica regina sembrava averne idea. Aveva aggrottato le sopracciglia confusa osservando la tizia come se si aspettasse una smentita da un momento all’altro. Quel plurale però non le piaceva molto. Ce ne erano altri come lei? Erano una roba che prendeva possesso degli umani e li rendeva tutti rigidi?
    - Beh, ricorda allo Sciame di essere in debito con Alphard Al Na’ir e soprattutto di temerla.- le aveva comunicato con fare distratto guardando in direzione della città – Spero per te che imparerai ad essere meno rigida.- aveva concluso, dandole le spalle ed iniziato a curvarsi in avanti. Il dolore era stato acuto ma brevissimo, in breve si era ritrovata sulle quattro zampe, la lingua a penzoloni e il vento fresco ad accarezzarle il pelo, pronta a correre lontano da quel luogo puzzolente con la roba che aveva raccolto.

  2. .

    Come sempre, in quei casi, Alphard aveva voluto osservare il tutto da vicino. Non era che non si fidasse di Irène, ma si sentiva più a proprio agio guardando le manovre che avevano a che fare con il proprio corpo. Che fosse guarire una ferita, una pacca amichevole o qualcosa di molto più intimo. Probabilmente questa cosa era dovuta alla sua parte animale, però non vi si era soffermata più di tanto a pensarci visto che le sembrava una cosa piuttosto normale. Aveva guardato con curiosità Irène che le afferrava il polso ed ispezionava il buco. Non le aveva trapassato la mano per fortuna, altrimenti gli spifferi d’aria le avrebbero dato fastidio, tuttavia il proiettile aveva lacerato la pelle e distrutto le ossa, effettivamente quasi bucandola. Non era successo solo perché nella sua forma ibrida era molto più massiccia.
    Aveva potuto sentire e vedere tremare la mano di Iri alle proprie dure parole, che evidentemente avevano colpito nel segno. Non riusciva neanche a concentrarsi, e quella era la prova di quanto effettivamente tutta quella situazione avesse davvero turbato la sua Master. Quando aveva sentito la mano di Irène poggiarsi sul suo palmo si era un attimo bloccata, cosa che l’aveva portata a fissare prima quella scena e poi la ragazza. L’aveva squadrata per qualche secondo prima di rilassarsi ed aprire meglio la mano in modo che potesse tastare i bordi della ferita come più le aggradava. Le sue dita erano piccole e delicate, fin troppo bianche in confronto alla sua pelle scura, consumata e callosa. Non riusciva neanche a capire se fosse lei ad averle da ragazzina o fossero le proprie troppo enormi. Le misure delle persone in quel secolo erano cambiate, del resto. Aveva usato le proprie dita enormi per stringere leggermente la mano della ragazza, più il principio di polso che altro, ora intenta a curarla. Voleva catturare la sua attenzione e visto che aveva la brutta abitudine di non fissarla voleva assicurarsi che il messaggio fosse chiaro.
    - Lo so.- aveva risposto con tono serio. Sentendo quasi il pelo gonfiarsi sul petto con orgoglio. Le dispiaceva quasi non poter usare la sua forma animale in quel momento, si sarebbe sporcata tutto il pelo e probabilmente Iri si sarebbe fatta distrarre. Inoltre tendeva ad essere più… “permissiva” quando si trasformava in lupa, per quei momenti quasi si scordava di essere un’umana e si lasciava andare ad istinti propri da animale.
    Aveva ritirato la mano e l’aveva osservata con interesse quando quella aveva finito di curarla. Era davvero tornata come prima! Aveva fatto un sorriso trionfante mentre l’apriva e chiudeva senza problemi, per poi allungare il braccio squarciato fino all’osso. Fino a qualche minuto prima la ferita era molto più larga, ora per fortuna era diventata molto più stretta e quindi gestibile. L’aveva lasciato a lei, pronta ad osservare incuriosita anche questa volta il processo di guarigione. Il tono poco rigoroso di Irène ne faceva trasparire la stanchezza sia mentale che fisica, cosa che l’aveva portata a cercare di non farla stancare ulteriormente. Come invece voleva fare lei, a quanto pareva.
    - Avrai abbastanza energia magica?- le aveva domandato aggrottando le sopracciglia e guardandosi intorno. Insomma, anche volevo lei non avrebbe potuto fare molto per dare una ripulita in quel posto. – Potrei leccare via il mio sangue.- aveva considerato con tono riflessivo, quasi come se avesse espresso un pensiero ad alta voce. Ci aveva pensato un po’ su e poi aveva fatto spallucce, tornando a fissare la propria Master. Era già la seconda volta quella sera che le stava così vicina al volto senza che all’altra desse problemi. Ne aveva approfittato per studiarlo bene, passando lo sguardo dal proprio braccio agli occhi dell’altra, o ai suoi zigomi. Era effettivamente bella, non poteva farci nulla. Non aveva prestato molta attenzione a controllare i propri pensieri o sentimenti in quel frangente, li conosceva già fin troppo bene, quindi non le sembrava il caso di comportarsi da bambina.
    - Vuoi riposare o vuoi andare via subito?- le aveva domandato con tono calmo e a tratti premuroso. Quella ragazza stava pur sempre sprecando un sacco di energie per curarla. Certo, non ce ne sarebbe stato bisogno se si fosse svegliata prima, ma aveva già deciso di non biasimarla troppo per quella volta. Era pur sempre riuscita a riscuotersi e farsi valere.

  3. .

    La licantropa era morta. Le sue sofferenze erano finite. Eppure Alphard continuava ad avere una strana sensazione, come una specie di senso di colpa. Continuavano a passarle davanti al volto le immagini ripugnanti di quelle due DONNE che si baciavano. Di quella vampira che accarezzava una lupa. Era così incredibile ed impensabile. Si permettevano di fare quelle cose solo perché erano dei demoni proprio come lei? Però arrivare a concedere il proprio orgoglio ad una creatura succhia sangue era davvero… non riusciva a concepirlo. Aveva lanciato un’ultima occhiata a Doris bruciacchiata prima di rivolgersi al proprio cane impertinente. Non era ancora riuscita a capire se fosse solo molto divertente o estremamente stupida ed irritante.
    - Non sfidare la mia pazienza e la mia benevolenza. Ti ho già detto che non possouccidere come voglio.- non le aveva neanche detto di andare a controllare che la vampira fosse del tutto morta se proprio ci teneva, perché a giudicare dai modi di Franz era già nelle sue intenzioni farlo. Alla fine era anche giusto, quello schifo le stava dando la caccia, era normale volersi liberare dei predatori. Il commento riguardo lei e l’altra creatura presente le aveva fatto alzare un sopracciglio, per poi voltarsi proprio verso quest’ultima. Sembrava che effettivamente le proprie parole avessero sortito un qualche effetto nei suoi confronti. Si era stupita che fosse in grado di tradurre i suoi nomi, cosa che l’aveva portata ad assottigliare gli occhi in uno sguardo a metà tra il curioso ed il cauto.
    - Vuol dire “Nessuno lo Spirito Maligno”.- le aveva risposto. Certe volte ricordarsi che per un periodo della propria vita era sempre e solo stata chiamata “Nessuno” la infastidiva, ma bastava ricordare di essere riuscita a darsi un nome da sola per calmarsi. Solo Tahira aveva continuato a chiamarla in quel modo dopo la sua fuga da i padroni, per lei era sempre rimasta quella cucciola di licantropo troppo stupida per capire in anticipo i suoi piani e quindi raggirabile. Aveva ringraziato che Irène non fosse nelle vicinanze o probabilmente avrebbe sentito qualche ricordo che non le andava ancora di condividere. Aveva scrollato le spalle e puntato gli occhi ambrati sulla tipa non troppo dritta che effettivamente sembrava in difficoltà. Si era spaventata per via del suo nome altisonante?
    Era rimasta a fissarla con sguardo apparentemente non impressionato mentre spiegava di essere un certo Sciame e praticamente si spaccava la schiena pur di stare dritta. Il fatto che volesse proteggere così tanto delle creature in quanto regina, per un momento le aveva di nuovo riportato alla memoria Tahira. Non si somigliavano, però per un solo istante le era sembrato che avessero lo stesso volto fiero ed appassionato. Alphard l’aveva fissata per qualche altro secondo prima di fare un sospiro e grattarsi un orecchio con fare pensoso.
    - Una come te dovrebbe essere più cauta. Una Regina morta, pur avendo mantenuto il proprio orgoglio, è una Regina incapace di proteggere chi deve.- le aveva detto con un tono stanco – Non hai bisogno di piegarti a me, Sciame. Ma ti consiglio di farlo nel caso la tua vita dipendesse da questo.- aveva concluso così il proprio saggio discorso. Aveva già visto un capo cadere per quel motivo e dei popoli essere sterminati, non provava nessun piacere nel sapere che molte vite sarebbero andate perdute per nulla. Uno dei motivi per cui si era sempre rifiutata di fare da capo era proprio quello, sapeva di non esserne capace. Non avrebbe mai pensato agli altri prima di se stessa. Almeno non più dopo aver perso Marìe.
    Non aveva dato segno di voler chiamare Franz per raccogliere le cose della licantropa, anzi si era chinata lei stessa per capire cosa poter portare via. L’odore le dava fastidio, ma sfortunatamente era fin troppo abituata alla carne bruciata. Non aveva intenzione di sottrarre una preda al suo legittimo uccisore e sembrava che almeno su quel punto di vista si fossero trovare in perfetto accordo. Si era voltata verso la creatura solo quando questa aveva chiesto come facessero a mutare senza apparenti problemi. A quel punto Alphard si era messa dritta e si era avvicinata senza intenti particolarmente bellicosi, si intuiva da come teneva rilassati i muscoli.
    - Sono venti anni che mi alleno. Basta accettare il dolore. Più la trasformazione è veloce meno tempo si deve sopportare.- aveva risposto scrollando le spalle e scrutandola per bene. Le aveva dato un’altra annusata, questa volta con più interesse. – Tu cosa saresti? Non ricordo di aver mai sentito un odore come il tuo.-

  4. .

    Fortunatamente le manovre di salvataggio erano andate bene, sia per i mezzi angeli che per il demone. C’erano solo stati degli effettivi colpi di scena, tutti provenienti da Irène. Era stato molto interessante per Alphard osservarla in quei frangenti. Prima aveva come cercato di fermare quelle creature come se volesse chiedere scusa o forse farsi firmare un pezzo di carta, come aveva visto fare molte volte sulla scatola magica dalle ragazze della sua età quando incontravano persone famose. Non aveva ben capito il significato di quel gesto in effetti, ma per sicurezza aveva iniziato ad allenarsi anche lei a scrivere il proprio nome, in modo da poter essere pronta. Chissà però se i mezzi angeli sapevano scrivere. Non l’aveva potuto scoprire perché se ne erano andati prima che la sua Master avesse il tempo di fare quello che voleva. Il vago eco che arrivava fino alla propria mente le diceva che probabilmente voleva scusarsi però aveva cercato di no impicciarsi più di tanto.
    Molto più attiva ed interessante era stata la sua reazione alle parole del demone. Addirittura una palla di luce che gli aveva graffiato l’orecchio, aumentando la sua voglia di allontanarsi da quel posto. In un’altra situazione probabilmente Alphard l’avrebbe preso in giro ulteriormente e si sarebbe complimentata con Irène, ma sapeva che se un tipo rigido come lei era giunta a fare un gesto del genere la situazione doveva essere grave. Le aveva dunque lasciato il suo spazio, permettendole di sedersi e di tenersi il volto tra le mani. Sembrava confusa ed amareggiata ed i suoi pensieri e sentimenti erano un groviglio di dubbi e paura. Aveva avvicinato la mano ferita dal proiettile e aveva leccato un po’ il sangue che le era colato lungo il polso mentre le si avvicinava silenziosa e si chiudeva la porta alle spalle usando una gamba. In quel modo il cubicolo era di nuovo stato isolato dai rumori, cosa che aveva dato sollievo a lei e sperava anche alla sua Master.
    Aveva sgranato gli occhi quando questa le aveva risposto di non essere stata abbastanza coraggiosa. Era davvero strano per una come lei e questo aveva fatto diventare il volto di Alphard più serio. Senza particolari storie si era seduta accanto a lei, come le era stato intimato di fare e poi aveva avvicinato lentamente le proprie braccia all’altra, intuendo immediatamente cosa avesse intenzione di fare. Probabilmente voleva utilizzare quel tipo di magia per sfogarsi un po’ e rilassarsi. Non poteva biasimarla viste le condizioni pietose in cui le sembrava che stesse e poi non le dispiaceva l’idea di avere finalmente le proprie membra tutte intere. Stavano già cominciando a rimarginarsi ma odiava il fatto che le rimanessero quasi sempre le cicatrici. Odiava avere delle prove della propria disattenzione sul corpo.
    - Se non lo fossi stata abbastanza ti avrei rimproverato per essere rimasta praticamente a guardare mentre mi colpivano e per aver abbandonato tre vite per via del tuo credo.- aveva detto con tono abbastanza duro. Non era arrabbiata con lei, non più, ma voleva che capisse il suo punto di vista e che la smettesse di piangersi addosso. – Sei riuscita ad affrontare i tuoi dubbi e le tue paure. Hai risolto la questione in modo “pacifico”come piace a te. Inoltre mi hai salvato la vita. Quindi accetta il tuo coraggio, ragazzina. Non tutti possono essere infallibili la prima volta, hai esitato, ma non hai fallito.- aveva chiuso così la sua mezza ramanzina fissandola con una certa serietà che poi si era aperta in un mezzo sorrisetto incoraggiante. Vedeva ancora quei colpi così potenti e fighi che si abbattevano contro il mezzo angelo e il demone. Non riusciva a fare a meno di essere entusiasta per i miglioramenti in campo magico della sua alleata. Continuando così sarebbe davvero diventata imbattibile.

  5. .

    La prima cosa che aveva notato Alphard era che non era morta. Riusciva ancora a respirare. Riusciva a sentire il proprio cuore battere. Ma soprattutto riusciva ancora ad essere incazzata nera. Okay, si sentiva parecchio viva in effetti. Non aveva neanche dovuto fare la fatica di chiedersi come, era bastato osservare quel tizio venire scaraventato via contro il muro da un’onda magica. Istintivamente un ghigno si soddisfazione si era dipinto sulle sue fauci e quasi le era uscito un ululato gioioso dalla gola. Amava terribilmente il modo in cui Irène riusciva a mettere k.o. chiunque senza sforzarsi, era una soddisfazione tremenda, quasi quanto schiacciare quegli esseri irrispettosi con le proprie stesse mani. Era soddisfatta e tutto il suo corpo aveva risposto a quella sensazione. Finalmente la sua Master aveva deciso di entrare in campo e i risultati si erano subito visti. Il dolore delle ferite era definitivamente scomparso ed il suo sguardo si era fatto terribilmente spaventoso mentre fissava il mezzo angelo rimasto in piedi. Oh sì, non vedeva l’ora che attaccasse e che provasse ad ucciderla. Voleva bagnarsi del suo sangue e rispondere all’affronto subito.
    I suoi piani di gloria erano però stati scombinati dallo sguardo di quella creatura. Non stava fissando lei con odio, come si sarebbe aspettata, ma continuava a guardare in direzione del suo compagno attualmente svenuto. Anche se non fosse stata in grado di sentirne il cuore pulsare, Alphard non avrebbe mai avuto dubbi in proposito. Aveva detto qualcosa in una lingua che non conosceva ma che le ricordava vagamente l’aramaico e poi si era mosso verso di lui, andandolo a scuotere incredulo. A quel punto la licantropa aveva sbuffato ed era piano piano tornata ad essere nella sua forma umana. Aveva scosso la testa per riprendersi e poi aveva fissato quella scena pietosa con aria di superiorità.
    - Portatelo via e non provare mai più ad incrociare il nostro cammino o la prossima volta lei non sarà così clemente da risparmiarlo.- aveva detto con un tono profondo che non ammetteva repliche. Questo, unito allo charme di prima l’aveva portato ad annuire tremante e a cercare di caricarsi il corpo incosciente del fratello sulle spalle. Alphard si era dunque spostata in modo che le creature si potessero allontanare. Li aveva guardati increduli anche il demone puzzolente che si era addirittura sporto dalla ringhiera del corridoio per scorgerli al meglio mentre si spingevano in mezzo alla folla.
    - Miseriaccia. Non credevo ci fosse qualcuno capace di tenere testa a quelle creature abominevoli.- aveva detto incredulo, tornando a fissare le sue salvatrici.
    - Ah! Proprio tu definisci qualcuno abominevole? Stai uccidendo il mio naso con al tua puzza d’inferno.- si era lamentata Alphard quasi ringhiando, con uno sguardo piuttosto irritato. Aveva osservato con la coda dell’occhio la reazione d’Irène a quelle parole, realmente incuriosita, per poi tornare sul loro cliente. – Ora dacci quello per cui ti ha contattato Angelus, la nostra pazienza ha un limite.- l’aveva minacciato, pronta ad usare lo Charme nel caso l’ometto avesse deciso di non collaborare. Per fortuna lo spettacolo di prima doveva aver sortito il giusto effetto perché quello si era subito prodigato a cercare qualcosa nelle tasche e poi porgere una lettera nella loro direzione. La licantropa si era mossa come per prenderla ma si era bloccata: un braccio era pieno di sangue a causa del taglio e l’altra mano era bucata a causa del proiettile, ora caduto, che aveva fermato prima. Aveva emesse un grugnito infastidito e poi fissato Irène. Beh era chiaro che lei non avrebbe potuto prenderlo al momento.
    - Okay. Dite a quel maledetto che non ho più intenzione di collaborare con lui! Rischio solo la vita rischio!- aveva sbottato il demone iniziando ad allontanarsi dalle ragazze.
    - Devo condire il messaggio con un “vaffanculo”?- aveva chiesto Alphard quasi illuminandosi a quel pensiero.
    - Sei pazza?! Mi ucciderebbe!- aveva strillato quello, allontanandosi in fretta e furia, guardandosi intorno preoccupato con i suoi occhietti demoniaci. Una volta assicuratasi che avesse lasciato il posto, la donna si era permessa di sospirare e di appoggiare il corpo stanco contro un muro. Si sentiva sfinita, quasi completamente svuotata di ogni energia. Aveva toccato con la mano buona il collare, per assicurarsi che fosse ancora lì. L'aveva macchiato di sangue e questo l'aveva fatta ringhiare d'irritazione. Aveva stiracchiato il collo e poi aveva guardato la sua Master per qualche secondo, senza parlare.
    - Sei stata coraggiosa.- le aveva infine detto senza un tono particolare, ma fissandola con intensità.

  6. .

    La reazione di Franz era stata quasi divertente. Sembrava un cucciolo inesperto durante una delle sue prime uscite. Se fosse stata in un altro stato mentale, probabilmente Alphard avrebbe anche fatto qualche battuta in proposito o l’avrebbe presa per la collottola e fatta girare un po’ sghignazzando. Tuttavia quella non era una situazione nella quale si sentiva in vena di scherzare. Aveva ignorato anche le urla della creatura, che si era aggrappata alla sua schiena nel tentativo di staccare il machete. Al momento non aveva intenzione di aiutarla, aveva ancora una faccenda da portare a termine e il lieve bruciore che proveniva dalla ferita la aiutava a stare in quello stato ferale che le era permesso di controllare grazie al mantello. Si era limitata a scrollare un po’ le spalle, come avvertimento, quando l’aveva sentita farsi ardita. Poi tutta la sua attenzione era stata per la sua simile e la tipa dritta-ma-non-troppo-dritta.
    Era rimasta piuttosto compiaciuta dagli sguardi che le avevano rivolto entrambe. Non avevano tremato di paura e chinato il capo, no l’avevano sfidata! Avevano sfidato lei, il Grande e Temibile Lupo Cattivo! Avesse avuto delle mascelle adatte avrebbe riso fino allo sfinimento, invece in questo caso si era limitata a fare un verso piuttosto basso e roco. La sua espressione si era fatta eccitata e gli occhi gialli si erano assottigliati. Sì, amava le sfide e già bramava il sangue di quella licantropa. Magari poi avrebbe potuto mangiare anche l’altra, vederla tramutare quello sguardo fiero in uno carico di paura e dolore. Non era per quello che era venuta al mondo?
    Proprio mentre la sua avversaria le balzava addosso con disperazione, però, qualcosa dentro di lei l’aveva di nuovo bloccata. Aveva scosso la testa, scansando semplicemente la carica e guardandola mentre veniva afferrata dalla tipa. Doveva aver deciso che quella doveva essere la sua preda. Aveva potuto vedere da vicino gli occhi della sua simile ed era stato in quel momento che si era di nuovo ricordata perché si era sentita in quel modo. Non era l’influenza della promessa fatta ad Irène, quanto la consapevolezza che si somigliassero. Lo avevano confermato anche le parole che aveva sentito dire prima. Quella licantropa aveva sbagliato tutto nella sua vita ed era finita per diventare il giocattolo di quella vampira. Proprio come era successo a lei. O forse… forse quello sguardo le sembrava familiare perché era davvero affezionata a quel mostro? Non era la prima volta che quel pensiero le passava per la testa e questo la stordiva ancora di più. Cosa diavolo stava succedendo in quel secolo e cosa diavolo stava succedendo a lei.
    In ogni caso era rimasta a fissarla mentre veniva fulminata, forse a morte, forse quasi. Nel caso che fosse sopravvissuta avrebbe fatto cenno alla creatura che non era neanche stata capace di finirla e di non farla soffrire troppo, di allontanarsi in modo che lei potesse reclamare la sua vita. Le avrebbe dunque inferto una morte veloce squarciandole la gola con gli artigli, rimanendo a fissarla morire dissanguata o eventualmente fulminata.
    Risolta quella situazione era potuta tornare normale, facendo finalmente cadere con un tonfo il machete del suo cane a terra. L’aveva guardato con aria annoiata e poi si era allontanata dal cadavere. Aveva fatto una bella strage lì, dubitava che Irène le avrebbe perdonato una cosa del genere. Tuttavia non si pentiva di nulla: si era difesa da una vampira, aveva restituito un demone al suo luogo d’origine e aveva cercato di dare una via d’uscita ad una licantropa che sarebbe morta comunque. Al massimo si sarebbe trasformata in lupo e le avrebbe fatto qualche moina, di solito quella tecnica funzionava quando voleva più carne a pranzo.
    - Credo che tu abbia dei problemi, è già la seconda volta che ti salvo la vita e mi ritrovo ad uccidere per te.- aveva constato con logica sorprendente Alphard, reggendosi il capo. Se lo sentiva pensante come ogni volta che tornava ad essere umana dopo la trasformazione ibrida, non riusciva neanche a fare ragionamenti lucidi come al solito. Aveva preso due profondi sospiri e poi si era di nuovo messa dritta e con un’espressione sicura sul volto. Okay, era tornata quasi la solita di sempre. – E poi sempre vampiri. Mai un unicorno assassino o una sirena ammaliante! Almeno potrei mangiare con gusto o accoppiarmi!- aveva scosso il capo in modo teatrale, come se la cosa le desse davvero fastidio. In realtà non sapeva se essere arrabbiata o contenta. Da un lato le dava fastidio rischiare di essere picchiata da Irène per colpa sua, venendo tra l’altro praticamente meno alla promessa che le aveva fatto. Dall’altro si divertiva a poter mettere in pratica la propria forza e vedere le reazioni di quel bel cagnolino.
    - Continuando così dovrò metterti un guinzaglio.- aveva concluso con un ghigno abbastanza divertito da essere preoccupante. L’espressione sul suo volto era però cambiata quando si era rivolta a quell’essere che l’aveva sfidata. L’aveva osservata con uno sguardo penetrante per qualche secondo prima di parlare. – Io sono Alphard Al’Nair, le Grand Méchant Loup, La adh al-Jinni, El Lobo Negro de Bilbao. Per secoli ho spaventato questo mondo e sono state tramandate le mie gesta fin oltre l'oceano. Chi sei tu, che non ti pieghi sotto il mio sguardo?-

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    I due mezzi angeli si erano scambiati velocemente un’occhiata. Non sembravano tanto sicuri come prima, tuttavia avevano ancora un vantaggio che non sembravano voler sprecare: la ragazza albina non li aveva ancora attaccati e probabilmente questa era la prova ultima che il loro status di mezzi esseri divini era una sorta di protezione. Sembrava inoltre che volesse far desistere anche a sua infernale compagna da quell’azione, ma soprattutto, quest’ultima era rimasta ferita dalla loro spada. Sebbene non fosse un taglio profondo stava senza dubbio sanguinando. Inoltre, ultimo ma non per importanza, lo scudo era andato in frantumi sotto i loro colpi. Sebbene ci fossero ancora dubbi sulla loro possibilità di vittoria c’erano ancora troppe variante a loro favore per arrendersi. Si erano dunque scambiati un cenno d’intesa ed avevano puntato lo sguardo sulle loro avversarie.
    Alphard aveva mosso il capo all’improvviso, come se avesse intuito qualcosa. Negli occhi di quei due c’era una risolutezza pericolosa che li avrebbe di sicuro portati ad attaccare di nuovo. Aveva assottigliato lo sguardo e scoperto le zanne, inclinandosi appena in avanti, come se fosse pronta a balzare verso di loro. si Probabilmente dovevano sentirsi dei gran fortunati per aver trovato come avversaria una cristiana convinta. Chissà se Irène si era resa conto di come quello fosse un handicap più che una virtù. Aveva evitato però di concentrarsi troppo sul doverla biasimare, quei tipi non erano forti, ma erano pur sempre due e lei non amava sottovalutare il nemico. Quando però aveva sentito lo scudo cedere e l’ennesimo approccio pacifico della sua Master si era ritrovata a digrignare i denti. Era quasi stata tentata di girarsi verso di lei, ma non ne aveva avuto l’occasione.
    I mezzi angeli avevano deciso di sfruttare quel momento per attaccare in contemporanea. Quello armato di pistola aveva velocemente sparato un colpo in direzione della testa di Irène, che era stato intercettato da Alphard con un gesto repentino. Aveva piazzato la propria mano sulla traiettoria del proiettile e l’aveva fermato così. Quasi non si era accorta che nello stesso momento la sua Master avesse messo un’aura particolare intorno a lei. Un grugnito di dolore era uscito dalle sue fauci, ma non aveva avuto il tempo di lamentarsi perché anche quello con la spada era partito all’attacco e sembrava intenzionato a colpire la clericale al fianco. Allarmata l’aveva istintivamente cercato di spingere via con il braccio ferito, con l’intenzione di fargli fare un bel volo all’indietro contro la parete. Doveva esserselo aspettato però, perché aveva schivato il colpo all’ultimo e aveva potuto menare un fendente ai danni di Irène, puntando direttamente al suo collo. Era un colpo di chi aveva intenzione di uccidere.
    Alphard aveva fatto per voltarsi in modo da bloccarlo, però il suo corpo era troppo grosso e non le permetteva la stessa agilità che aveva da umana. Non sarebbe riuscita a deviare il colpo, solamente Irène o il demone avrebbero potuto fare qualcosa. Si era ritrovata a chiudere gli occhi e voltarsi di nuovo verso quello che aveva sparato. Non le restava che fidarsi di lei ed era inutile rimanere a fissarla come un’ebete. Aveva le capacità per contrastare quel tizio, nel caso non l’avesse voluto sarebbero semplicemente morte entrambe. Peccato, le iniziava a piacere quella vita e quell’aura era calda e piacevole.


    Alphard
    Punti Vita: 143 - 11 = 132
    Punti Difesa: 82

    Si prende il proiettile di Raffaelino -?-

    Colpo a mani nude: Alphard cerca di spingere Michelino -?-.
    Danno: 60
    Punti difesa necessari a schivare: 10

    Charme: Alphard intimidisce i due nemici.
    Punti difesa necessari a resistere: 8 (+5 contro gli esseri umani)
    Punti difesa per continuare a resistere: 7
    Bonus ai punti difesa contro soggetti ammaliati: 3

    Michelino -?-
    Punti Vita: 27
    Punti Difesa: 19 - [(7-4) + (10-4)] = 10

    Resiste allo Charme di Alphard
    Schiva il colpo di Alphard
    Colpo con armi bianche: Michelino -?- prova a dare una spadata ad Irène.
    Danno: 17
    Punti difesa necessari a schivare: 9

    Raffaellino -?-
    Punti Vita: 39
    Punti Difesa: 21

    Cede allo Charme di Alphard

    Colpo con armi da fuoco: Raffaellino -?- spara ad Alphard
    Danno: 11
    Punti difesa necessari a schivare: 9
  10. .

    Alphard sentiva ancora un leggero fastidio lì dove il machete era conficcato, ma non sembrava rendersi conto che si trovasse ancora lì. Aveva provato a grattarsi ma il fastidio era rimasto, quindi aveva continuato ad avanzare a testa bassa. Nonostante avesse sconfitto la vampira, l’Oscuro continuava a lottare, doveva essere un patto simile al suo. Solo che i demoni di solito erano richiamati dall’inferno e lei non era sicura di provenire da lì. Franz non sembrava essere messa malissimo e questo l’aveva fatta annuire con il grosso capo peloso. Aveva cercato di calcolare quanto tempo le rimanesse prima di perdere il controllo ed era stata contenta di constatare di averne abbastanza. Non solo era in grado di tenere a bada la sua follia, ma anche si calmarla nonostante gli eventi burrascosi di poco prima. Ottimo.
    Senza pensarci troppo aveva dunque allungato un braccio verso l’Oscuro e l’aveva repentinamente afferrato per la testa. L’aveva guardato per un momento mentre cercava di fargli capire come ormai fosse in suo potere, ed aveva sogghignato scoprendo le zanne appuntite. Aveva iniziato a stringere con forza la testa sul suo capo fino a che non aveva sentito che qualcosa stesse iniziando a cedere.
    - Sei… liber…o.- gli aveva detto con più serietà di quanto ci si sarebbe aspettati da lei. Aveva stretto più forte ed aveva aspettato che morisse o che tornasse semplicemente nella sua dimensione come gli altri demoni del genere che aveva affrontato. Da quello che le avevano raccontato era una bella cosa essere immortali e con una vita lunga migliaia di anni, però ci voleva un bel po’ per riprendersi dalle varie morti che li riportavano a casa. Il dolore mica spariva. Era pur sempre vero che l’unico modo per uccidere in modo definitivo un demone erano i poteri della luce o più in generale determinate armi magiche.
    Una volta liberatasi del demone aveva aperto e chiuso più volte le zampe e guardato un’altra volta Franz senza vederla realmente. Stava pensando a cos’altro mancava da fare. Si era ricordata dopo un paio di secondi di dover recuperare la Licantropa e si era diretta verso il canale dove lei e la tipa sicuramente-umana di prima erano sparite. Aveva giusto fatto un cenno al proprio cane di seguirla, non si poteva mai sapere se avessero un quarto alleato nelle vicinanze. Non sentiva nessun odore o suono, però era meglio non sottovalutare i propri nemici.
    Aveva corso non troppo veloce e quando le aveva raggiunte si era fermata a fissare le due incuriosita. C’era odore di sangue e ora la tizia strana non stava più tanto dritta. Aveva fatto in modo di mettersi perfettamente sulla strada della licantropa e l’aveva guardata negli occhi con freddezza. Non aveva usato il suo Charme, non c’era bisogno. Lei sapeva che se Alphard si trovava lì era perché il demone e la vampira erano stati sconfitti.
    - T…Ti lascio vive…re. Non er…a colpa t…ua.- aveva detto con un sospiro che somigliava più ad un ringhio. Le dava fastidio l’idea di doverlo fare, ma aveva promesso a Irène che avrebbe evitato morti inutili. Voleva evitare che la sua simile facesse una brutta fine per colpa di quel mostro. – Q…quindi, vai vi..a.- aveva aggiunto, alzando un braccio ed indicando la direzione nella quale era scappata prima. Aveva un tono ed uno sguardo che non ammettevano repliche. Aveva lanciato un’occhiata anche a Lex, facendole segno di non intervenire. Aveva notato in lei un certo senso animale, quindi sospettava che avrebbe capito subito chi in quel momento aveva intenzione di comandare.

    Alphard
    Punti Vita: 147
    Punti Difesa: 72

    Colpo a mani nude: Alphard afferra e rompe la testa dell'Oscuro.
    Danno: 54
    Punti difesa necessari a schivare: 9
  11. .

    Quei due mezzi angeli non le piacevano, decisamente. Se la tiravano troppo per i suoi gusti. L’immensa creatura aveva schioccato la lingua mentre la situazione rimaneva più o meno in stallo. Quello con la spada preferiva rimanerle distante e sparare, forse preoccupato dalla sua mole, mentre l’altro si sentiva particolarmente figo e provava ad attaccare quella apparentemente più debole. Senza dubbio erano piuttosto intelligenti, più di molti umani che conosceva. Aveva fatto qualche passo avanti in direzione del proprio obbiettivo mentre quello guardava la pistola e poi la lanciava in direzione del fratello, che l’aveva presa al volo con un’ottima coordinazione. Quello aveva fatto sorgere il dubbio ad Alphard che fossero in contatto telepatico, ma per ora non aveva voluto esprimere il dubbio ad alta voce, preferendo ringhiare. Sì, picchiare era una scelta molto più interessante.
    Osservandola farsi sempre più vicino, il suo avversario aveva tirato fuori la propria spada, mettendosi in una posizione di guardia che la donna non aveva mai visto in vita sua. L’aveva osservata per qualche istante prima di fregarsene completamente ed avanzare ancora, osservando con la cosa dell’occhio l’altro tizio. Confidava che il suo Charme fosse abbastanza potente da farlo desistere da qualsiasi azione aggressiva ai danni di Irène, però era meglio controllare per sicurezza anche perché… aspetta, perché quella scema si era lanciata in direzione del tipo che dovevano salvare? Ma che diavolo stava facendo! Attaccare da vicino era il proprio compito non il suo. Il mezzo angelo aveva deciso di sfruttare questo momento di distrazione da parte di Alphard per sferrare un colpo con la spada diretto al suo collo. Lei senza quasi guardare, si era limitata a mettere il braccio sinistro in mezzo in modo da fare colpire quello. Aveva poi dato uno strattone forte in modo da non fare incastrare la lama nelle proprie carni e si era diretta verso il fratello del tipo.
    Quel simpaticone aveva ben pensato di sparare di nuovo ad Iri ed al suo scudo sbrilluccicoso. Aveva di nuovo pensato di ucciderla. Evidentemente voleva essere lui quello a morire. Sfruttando anche la rabbia data dal tenue dolore al braccio, Alphard aveva dunque caricato un pugno con il braccio destro in direzione dello stomaco del mezzo angelo che era riuscito a schivare il colpo con enorme fortuna. Doveva averlo intuito anche lui visto che il suo volto pallido era sbiancato ancora di più.
    Alphard aveva ringhiato con forza in direzione di entrambi i mezzi angeli, facendo attenzione a posizionarsi tra loro, Iri ed il demone. Quello era l’ultimo avvertimento che avrebbe potuto dare loro, non si sarebbe trattenuta oltre. Se voleva mangiare aveva bisogno di quel tizio e se voleva vivere aveva bisogno di Irène, quindi non poteva scendere a compromessi.
    - Oh maronne, voi siete due pazze.- aveva intanto commentato il demone accanto ad Iri, intento a guardare con orrore sia lo scudo che i loro avversari. Sembravano così folli da essere più pericolose di quei mezzi angeli apatici. Povero lui che aveva fatto di male! Una cosa era sicura: era sempre colpa di Angelus Grayfox!


    Alphard
    Punti Vita: 160 - 17 = 143
    Punti Difesa: 82

    Si prende la spadata di Michelino -?-

    Charme: Alphard intimidisce i due nemici.
    Punti difesa necessari a resistere: 8 (+5 contro gli esseri umani)
    Punti difesa per continuare a resistere: 7
    Bonus ai punti difesa contro soggetti ammaliati: 3

    Michelino -?-
    Punti Vita: 27
    Punti Difesa: 22 - (7-4) = 19

    Resiste allo Charme di Alphard

    Colpo con armi bianche: Michelino -?- dà una spadata ad Alphard
    Danno: 17
    Punti difesa necessari a schivare: 9

    Raffaellino -?-
    Punti Vita: 39
    Punti Difesa: 27 - (10 - 4) = 21

    Cede allo Charme di Alphard
    Schiva il pugno di Alphard

    Colpo con armi da fuoco: Raffaellino -?- spara ad Irène (al suo scudo)
    Danno: 11
    Punti difesa necessari a schivare: 9
  12. .

    Alphard aveva intuito subito che qualcosa non andava. Non sentiva le stesse familiari emozioni di leggero timore ma risolutezza che di solito provenivano da Irène. Di solito si limitava a scuotere la testa, come se la stesse biasimando, e a lanciarsi nel bel mezzo della mischia ululando. Era davvero divertente quello. Questa volta però era diverso. La sua Master era strana e lo era diventata non appena avevano identificato le persone all’interno della stanzetta. Era sorpresa per via della puzza del demone? No, non poteva sentirla così forte come lei. Forse era dovuto a… la sua frase sconvolta non aveva fatto che confermare i suoi sospetti. Erano i mezzi angeli l’elemento disturbante a quanto pareva.
    - Irène. Non dirmi che…- non era stata in grado di continuare la frase perché aveva preferito passarsi nervosamente una mano tra i capelli. Percepiva benissimo quello che provava, non aveva bisogno che le rispondesse a parole. Era come se fosse ammaliata e sconvolta allo stesso tempo e sicuramente era colpa del fatto che quei due fossero dei mezzi angeli. Era bastato che lo fossero a metà per scatenare quella faccia da pesce lesso? Ottimo. Irritata aveva ringhiato sommessamente, guardando anche solo con la coda dell’occhio Iri. Sì, era proprio lì che li fissava ammirata! Era anche lei come una di quelle persone che nel suo secolo amavano tanto quei tratti e i colori luminosi? Decisamente non le sembrava il tipo, eppure eccola lì a lanciare quei sentimenti così contorti.
    Aveva pure avuto il coraggio di dirle di stare ferma. A quel comando aveva risposto con un ringhio, ma aveva evitato di rispondere. Ringraziava di non essere in forma ibrida o animale, in quel momento, altrimenti il suo stato d’animo sarebbe stato reso chiaro dalla propria coda tesissima. Si era invece premunita di chiudere il più possibile ogni contatto con Irène da parte propria. Cosa era quella delusione? Forse le dava fastidio il fatto che ritenesse solo i demoni pericolosi e meritevoli di avere una lezione, non certo i mezzi angeli. Non era neanche del tutto vero visto che solitamente lei cercava di dialogare anche con le creature notturne, però in quel momento era troppo indispettita per pensare lucidamente.
    Aveva ascoltato le parole di Irène in preda ad un certo nervosismo, non aspettandosi che quei due le rispondessero. Forse lei non voleva che qualcuno si facesse del male, ma a giudicare dallo sguardo che si erano rivolti i due, loro non erano dello stesso parere. Quello armato di spada si era mosso verso di loro a passi cadenzati e poi si era fermato di fronte alla ragazza, facendo un sorriso letteralmente angelico che aveva fatto alzare con violenza un sopracciglio di Alphard. Quell’espressione così pacifica era completamente fuoriposto visto che il mezzo angelo era armato fino ai denti, probabilmente doveva aver intuito l’effetto che avevano avuto su Irène e ne voleva approfittare per convincerla?
    Lo sparo che aveva squarciato l’aria l’aveva però distratta, facendola allarmare. L’altro gemello aveva sparato uno dei suoi proiettili in direzione del muro divino di Irène, chiaramente con l’intenzione di distruggerlo. Aveva pure puntato alla testa. Un moto di rabbia si era impossessato improvvisamente di lei, costringendola a mutare per spendere almeno un po’ di quelle energie negative. La mantellina rossa era come sempre stata inglobata dal suo pelo ed Alphard era diventata più alta ed imponente, nella sua forma ibrida ed arrabbiata. Non aveva attaccato però, si era limitata a farsi avanti, forte della sua notevole altezza.
    - Non lo… fare.- aveva ringhiato con uno sguardo omicida difficilmente fraintendibile. Si stava chiaramente riferendo all’angelo armato di spada, che voleva chiaramente sfruttare il fatto che il suo compagno avesse distrutto o quanto meno indebolito quello scudo, in modo da colpire la ragazza con la propria lama. Aveva già la mano libera poggiata sull’elsa del resto. Aveva reagito in modo magistrale al suo Charme però, non c’era che dire. Rimanendo impassibile, aveva fissato con sfida Alphard e poi aveva fatto un salto indietro, sparando un colpo verso di lei. La ragazza l’aveva evitato facilmente, per fortuna, e poi aveva fatto qualche passo indietro, tenendo d’occhio il loro obbiettivo. In quel momento l’altro gemello era intento a reggersi la testa e pungolare il demone con la propria pistola. Su di lui lo Charme doveva aver fatto effetto, invece.
    - Non faccio TROPPO male... loro vogliono uccidere. Tutti.- aveva detto con tono glaciale verso Iri. Era fin troppo chiaro a cosa si riferisse.



    Alphard
    Punti Vita: 160
    Punti Difesa: 83 - (7-6) = 82

    Schiva il proiettile di Michelino -?-

    Charme: Alphard intimidisce i due nemici.
    Punti difesa necessari a resistere: 8 (+5 contro gli esseri umani)
    Punti difesa per continuare a resistere: 7
    Bonus ai punti difesa contro soggetti ammaliati: 3

    Michelino -?-
    Punti Vita: 27
    Punti Difesa: 25 - (7-4) = 22

    Resiste allo Charme di Alphard

    Colpo con armi da fuoco: Michelino -?- spara ad Alphard
    Danno: 8
    Punti difesa necessari a schivare: 7

    Raffaellino -?-
    Punti Vita: 39
    Punti Difesa: 27

    Cede allo Charme di Alphard

    Colpo con armi da fuoco: Raffaellino -?- spara ad Irène (al suo scudo)
    Danno: 11
    Punti difesa necessari a schivare: 9
  13. .

    Sebbene la situazione fosse in qualche modo degenerata, Alphard non sembrava curarsene più di tanto nello stato in cui si trovava. L’odore del sangue, le urla, i gemiti e l’odore di pelo bruciacchiato le avevano portato alla mente le tante volte che si era ritrovata suo malgrado all’interno di un campo di battaglia, in uno di quei momenti in cui perdere la ragione era tremendamente dolce ed appagante. Da quando era ragazzina non aveva mai perso il controllo in modo particolarmente appariscente se non un paio di volte o poco più, ed ora in quel momento vi si avvicinava abbastanza sebbene mantenesse ancora un barlume di lucida crudeltà. Purtroppo per i suoi avversari la mantellina le permetteva di avere ancora un certo controllo dei propri pensieri, per quanto cattivi potessero essere, quindi i suoi successivi movimenti non sarebbero mai somigliati a quelli di un lupo senza controllo.
    La licantropa era sfuggita al suo colpo, ma quello non era stato un problema. Si era limitata a fare un ringhio divertito, voltandosi osservando quasi ammirata come quella spada fosse letteralmente volata in mano alla vampira. I suoi occhi gialli erano corsi alla figura dell’oscuro per un momento, proprio mentre la forma reale di Franz lo artigliava al petto. Era lei che era ferita? Quella creatura era più pericolosa del previsto se oltre ad avere poteri mentali era pure abbastanza bravo nel corpo a corpo, ma si fidava abbastanza della changeling per lasciarla momentaneamente al suo combattimento, dedicandosi invece a Lona, che aveva ben pensato di piombarle addosso infilzandole il machete sulla spalla ed aggrappandosi ad esso. Non aveva neanche provato a schivare il colpo, si era limitata a fare un sommesso grugnito e stringere gli occhi quando aveva sentito quel dolore sordo e bruciante. Era un colpo ben assestato anche se non troppo forte, ma doveva essere comunque stato in grado di danneggiare leggermente qualche osso oltre che a tagliare la pelle. Fortunatamente i suoi muscoli erano abbastanza resistenti da resistere a quel tipo di colpo o non sarebbe più stata in grado di usare il braccio.
    Le parole che la vampira aveva rivolto alla licantropa l’avevano bloccata con il braccio ferito a mezz’aria proprio mentre si apprestava ad afferrarla per sbatterla per terra. Le aveva davvero ordinato di scappare mettendosi in salvo? Quella Lona sapeva che non sarebbe mai riuscita a batterla, eppure il suo pensiero era andato alla licantropa? Cosa c’era sotto? Perché continuavano a confonderla in quel modo? Perché continuavano a fingere di provare sentimenti le une verso le altre? Non lo sopportava. Le faceva schifo. Non poteva essere amore. Era dipendenza, inganno, ecco quello che era. Probabilmente Lona aveva mandato Doris a cercare aiuto. Certo, doveva essere così, non c’erano altre spiegazioni.
    Aveva completamente ignorato le parole di Lex e neanche notato come fosse corsa alle calcagna della propria simile. In quel momento provava solo disgusto nei confronti di quella vampira che ancora cercava di entrarle nella mente. Dolore fisico, dolore mentale e dolore spirituale, era questo che erano in grado di procurare quelle bestie. Non erano umane. Le faceva male. Voleva che sparisse.
    - Sparisci.- aveva mormorato con fare gutturale, abbassando il braccio ferito ma caricando quello opposto al lato in cui era appesa Lona. Le aveva dunque tirato un pugno in pieno volto, cercando di metterci tutta la sua forza. Sinceramente non le interessava se sarebbe morta o meno, voleva solo che scomparisse come se non fosse mai esistita. Nessuna promessa ad Irène sarebbe stata in grado di fermarla questa volta, aveva già notato come la sua inibizione mentale non funzionasse con i vampiri. Nel caso fosse riuscita a liberarsi dal peso della vampira avrebbe dato un’annusata in giro per poi ululare in modo alquanto teatrale, prima di dirigersi verso l’unica altra creatura nemica ancora in vista, ovvero l’Oscuro.

    Alphard
    Punti Vita: 160 - 13 = 147
    Punti Difesa: 75 - (9 - 6)= 75

    Resiste allo Charme e subisce un colpo

    Charme: Alphard continua a mantenere lo Charme
    Punti difesa per continuare a resistere: 7
    Bonus ai punti difesa contro soggetti ammaliati: 3

    Colpo a mani nude: Alphard cerca di sferrare un pugno alla Vampira.
    Danno: 54
    Punti difesa necessari a schivare: 9
  14. .

    Il fatto che Irène avesse gradito avere Alphard dalla sua parte non era sfuggito alla licantropa, che si era permessa un sorrisetto soddisfatto mentre gonfiava il petto. Era stava brava, aveva capito cosa doveva fare o meno… a metà di quel pensiero però aveva alzato un sopracciglio, continuando a muoversi senza quasi rendersene conto. Non è che stava cominciando ad essere addomesticata? Quella funesta possibilità le aveva fatto rivolgere un’occhiata indagatrice verso Iri, come se volesse comprendere se fosse una sorta di piano o meno, però il fatto che fossero nel bel mezzo di un caso non aiutava. Avrebbe dovuto indagare in seguito, anche perché il fatto che la sua Master avesse un debole per la sua forma animale rispetto a quella umana era un dato preoccupante se affiancato alla possibilità che volesse addomesticarla. Voleva fare di lei il suo cane?!
    - Prego.- aveva mormorato, cercando di riscuotersi, appena in tempo per godersi lo spettacolo di una Irène che si sarebbe finta prostituta. L’aveva fissata con intensità mentre si avvicinava ad un coso attaccato alla parete accanto alla porta. Un coso che somigliava a quello nel palazzo di Kate, era un altro rivelatore di trappole? Quando infine aveva parlato, aveva dovuto cercare – inutilmente – di rimanere impassibile. Sembrava davvero così falsa e fuori posto che era riuscita a trattenere a stento una risata, tuttavia gli angoli della sua bocca si erano tirati fino all’impossibile ed era sicura che anche il suo petto rivelasse le sue condizioni. Beh, era un modo per dimenticarsi delle cose funeste e concentrarsi su cose più irritanti come una porta magica o le Irène pessime attrici.
    Nessuna risposta era giunta dall’interno, nonostante avessero atteso parecchi secondi, per cui aveva rivolto uno sguardo speranzoso nei confronti della ragazza. Fortunatamente le aveva accordato il permesso e questo aveva fatto spuntare sulle sue labbra un ghigno trionfante. Ne aveva fin sopra i capelli di stare calma, aveva ancora l’adrenalina in corpo a causa dell’affronto della chimera di poco prima, era anche ora di potersi sfogare un po’, no?
    - Grazie.- aveva detto stiracchiando il collo e poi osservando l’odiata porta. Meglio pugno, calcio o spallata? Ci aveva riflettuto attentamente su per qualche secondo per poi optare per la seconda. Sarebbe di gran lunga stata un’entrata in scena migliore. Annuendo tra sé e sé, dunque, aveva piegato la gamba destra e poi l’aveva fatta scattare in avanti contro la porta, facendola staccare dalle giunture e volare all’interno della piccola sala. Aveva dato appena un’occhiata fuori e poi aveva fatto cenno ad Irène di seguirla all’interno, dove avrebbero trovato un ometto sulla cinquantina, i capelli radi ed un po’ di pancetta, alle prese con due gemelli dai capelli biondissimi, quasi abbaglianti – in un modo diverso dalla sua Master che li aveva di un colore simile, ma spenti come se quello fosse stato succhiato via – e gli occhi nerissimi. Era rimasta un momento sorpresa, poi aveva messo su un ghignetto quando quei due avevano puntato loro le pistole. Al fianco uno portava anche una spada: quanto esibizionismo.
    - Mezzi Angeli? Non mi capitava di incontrarne da un po’.- aveva detto con tono divertito, rivolgendo poi uno sguardo verso quello che era senza dubbio un demone travestito da umano. Forse era uno di quegli esemplari parassiti? Non lo riusciva a capire, sapeva solo che il suo odore pungente di zolfo e la sfumatura bluastra della pelle suggerivano che non fosse un uomo, ma soprattutto che fosse il loro obbiettivo. – Mi sa che abbiamo fatto un po’ tardi. Angelus voleva che ti evitassimo cattivi incontri del genere, vero?- aveva chiesto alzando appena il capo. Sembrava che quei due non avessero intenzione di attaccare per primi, né di parlare. Probabilmente stavano studiando il loro nemico e questo li rendeva piuttosto pericolosi, come tutti gli avversari che usavano il cervello.
    - Non conosco nessun A-Angelus, stavano chiacchierando tranquillamente qui!- aveva mentito spudoratamente l’omino grasso, iniziando a sudare ed aumentando ancora la puzza di zolfo. Probabilmente l’avrebbe sentita anche Irène ora, per sua sfortuna. Al sentire le sue parole i due ragazzi avevano fissato l’uomo che doveva aver fatto qualcosa di proibito e poi erano tornati su loro due assottigliando i loro sguardi glaciali. Aveva forse distrutto la copertura del tizio? Ups.
    - Dobbiamo solo scambiare due chiacchiere con lui, ce lo lasciate fare o…- aveva continuato a chiedere mantenendo un tono leggero, per tutta risposta quei due avevano tolto la sicura dall’arma in sincrono, facendola sospirare - … mi pare chiaro che dovremo giocare un po’ assieme, eh?- era stata la conclusione di Alphard, voltandosi sconsolata in direzione di Irène, quasi volesse chiedere il permesso, prima di voltarsi di nuovo verso quei due, stavolta con i tratti del volto leggermente mutati. Le pupille erano ora verticali, i suoi denti più appuntiti e anche le sue orecchie.

  15. .

    Alphard non aveva potuto che rispondere con un sorrisetto soddisfatto alla lamentela di Irène nei confronti di Angelus. Era divertente aizzarli uno contro l’altra, soprattutto quando la prima aveva ragione senza ombra di dubbio. Aveva però dovuto rimandare la pregustazione della loro possibile discussione per concentrarsi sulla ricerca di indizi e l’interrogatorio della tizia con gli zoccoli. Aveva avuto una certa fretta nel sbrigare la faccenda visto che aveva avvertito una nota di turbamento da parte della sua Master e anche se non era stata in grado di capire a cosa fosse dovuta e cosa significasse davvero, l’aveva interpretata come un incentivo a congedare quella fumatrice di bastoncini. Non solo Iri sarebbe stata contenta della cosa, ma anche il suo naso.
    Quando aveva riferito le informazioni quella era stata piuttosto pratica; si era rimessa subito in piedi e si era diretta verso la porta. Tutto in lei urlava voglia di concludere il più presto possibile quella missione e poi di tornare a casa. Conoscendola si sarebbe pure fatta una doccia e avrebbe lavato due volte i vestiti. Sarebbe stato interessante spiarla – rigorosamente in forma lupo, altrimenti l’avrebbe presa a colpi di Bibbia o ciabatta benedetta – durante quella sua follia. Aveva mosso leggermente l’orecchio destro nel sentirsi rivolgere quella domanda riguardo le sorti del loro obbiettivo, aveva fissato per un attimo Irène con uno sguardo apparentemente vuoto, per poi scuotere la testa e grattarsi leggermente il mento. Chiaramente ci aveva dovuto pensare un po’ prima di ricordare. Probabilmente qualcuno non era molto attento mentre Angelus parlava, trovando più divertente giocare con un certo scarafaggio.
    - Ha detto che ci avrebbe dato delle informazioni. Quindi ho è un suo amico o lo dobbiamo spr… spaventare abbastanza da farlo parlare.- era stata quella la conclusione della ricerca nella sua memoria – Non lo uccideremo, promesso.- aveva poi aggiunto con più serietà, guardandola. Ultimamente le era capitato di mantenere quella promessa più di una volta da sola ma poterglielo ripetere in faccia era più soddisfacente. Era pur sempre una mezza bestia e come tale amava le lodi, anche se silenziose, rivolte verso di lei.
    Avrebbe lasciato dunque che Irène aprisse la porta prima di precederla nel corridoio, non si poteva mai sapere. Si sarebbe guardata intorno, cercando di escludere allo stesso tempo il suono fastidioso proveniente dal piano inferiore. Una volta assicuratasi della tranquillità del corridoio, avrebbe fatto qualche passo in direzione della porta incriminata provando a poggiare l’orecchio sulla parete ed allo stesso tempo a sentire qualche odore. Era difficile purtroppo, erano davvero “insonorizzate” come diceva Irène. Tuttavia l’odore di prima aleggiava ancora intorno ad essa, quindi non c’erano dubbi che fosse il posto giusto. Con tutta la buona volontà di cui era dotata, dunque, aveva allungato la mano ed aveva bussato con forza.
    - Vi abbiamo mandato un piccolo omaggio dalla casa, potreste aprire?- aveva detto con una voce più femminile di quanto non fosse realmente la sua, chiaramente modulandola per l’evenienza. Aveva rivolto un sorriso trionfale verso Irène e poi aveva atteso qualche secondo. Non ricevendo nessun responso. Aveva alzato un sopracciglio per poi riprendere a bussare. Aveva ripetuto l’operazione diverse volte prima di iniziare a scrocchiare rumorosamente le nocche con un espressione di rabbia mal celata dietro un sorriso a denti stretti.
    - Posso buttare giù la porta?- aveva chiesto del tutto ignara del funzionamento del piccolo citofono accanto alla porta, chiaramente uno dei pochi mezzi per comunicare all’interno.

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