Pandemonio GDR - Urban Fantasy -

Posts written by Ghunter Ross

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    Ghunter sorrise, afferrò la mano di Andrew e si lasciò aiutare nel rialzarsi. Subito dopo si chinò verso l'urna per raccoglierla, per poi rialzarsi e mettersela sotto braccio.

    Eh si, tutti i lavori, a loro modo, sono complicati. Se così non fosse che bisogno ci sarebbe di farli?

    Ok, non aveva molto senso quello che aveva detto. Ghunter voleva solo provare a dire qualcosa di abbastanza frivolo, mentre, lentamente, si sbottonava la parte superiore della tuta da inserviente, e si lasciava sfilare i pantaloni larghi sotto le scarpe, lasciando giacca e pantaloni per terra e rivelando sotto di essi i suoi comuni abiti civili, un paio di jeans e una camicia bianca, con una sottile giacca di pelle scura. Si aggiustò appena il colletto della camicia e della giacca, che erano rimasti schiacciati sotto la tuta, e come nulla fosse iniziò ad incamminarsi verso la strada su cui si affacciava il vicolo.

    Io sono a piedi, quindi, se lo sei anche tu, dovremmo farci una passeggiatina, se per te non è un problema, intanto puoi raccontarmi qualcosa di te.

    Sorrise, ignorando completamente ciò che aveva lasciato dietro di sé, e cercando di non curarsi della reazione di Andrew alle sue azioni. Meglio rinviare quanto più possibile l'ammissione che si era solo finto un inserviente del cimitero e che, di fatto, aveva rubato un'urna. Se non ci fossero stati imprevisti, avrebbe atteso Andrew per incamminarsi con lui lungo le strade di Dilagon City.
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    Avevano raggiungo il quartiere in poco tempo, tirando dritto ed evitando spiacevoli incontri. Chissà se era stata la compagnia della vampira a far andare tutto liscio. Ogni tanto Ghunter si girava a guardarla, cercando di non farsi vedere, ma aveva sempre come la sensazione che, anche se lei non si girava, sapesse sempre ogni dannata volta che lui aveva gli occhi su di lei. La cosa lo rendeva irrequieto, così cercava semplicemente di pensare al fatto che, almeno per il momento, stavano dalla stessa parte.
    Per quanto riguardava l'altra compagna c'era poco da dire. Una figura enigmatica, dall'aspetto sicuramente poco raccomandabile, e sicuramente anche un tipo particolare, da girare a notte fonda con una maschera come quella. Lui probabilmente doveva sembrare il più normale del gruppo. Già, normale... era tanto che non rifletteva su alcune questioni personali. Ma quello non era il momento per farlo.
    Dopo aver camminato per i marciapiedi più in vista, il ragazzo le aveva guidate in una stradina meno illuminata, ma comunque circondata di abitazioni e qualche locale dalla serranda sbarrata. Un paio di vecchie auto erano parcheggiate lungo la strada, e nessuna luce filtrava dalle finestre più basse dei palazzi. Nessuno sul loro cammino, eppure era probabile che qualcuno li stesse tenendo d'occhio. Quei posti erano pericolosi, e non tanto per dire. Arrivarono infine dinanzi ad un portone, apparteneva ad un palazzo che non sembrava diverso dagli altri. Vecchio, sporco, nessun segno particolare, a differenziarlo dai vicini solo il diverso numero civico, parzialmente cancellato.
    Erano infine giunti, quasi in religioso silenzio. Nessuno sembrava avere nulla da dire, e lui non si era lanciato in conversazioni inutili. Arrivati al citofono, Ghunter scorse con gli occhi la lista di pulsanti e di nomi più o meno leggibili, fino a premere un interruttore. Accanto comunque, non vi era scritto alcun nome, l'etichetta era bianca. Ben presto qualcuno avrebbe risposto, ed il ragazzo si sarebbe presentato soltanto come "un amico", dicendo di dover incontrare il padrone. Dopo un leggero sibilo elettrico, il portone si sarebbe aperto, ed i tre avrebbero potuto percorrere l'angusto atrio ed iniziare a salire la scalinata fino al terzo piano, dove avrebbero incontrato la porta in cui trovare il loro prossimo datore di lavoro.
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    Ghunter sorrise quando finalmente anche Andrew si presentò, e man mano che l'attenzione del ragazzo scemava da ciò che era accaduto e iniziava a fare mente locale, finì per accorgersi anche dell'urna accanto a lui. Ghunter quindi voltò lo sguardo, senza altre preoccupazioni, osservando il punto indicato da Andrew.

    Quello? Probabilmente è un tizio che ha fatto qualcosa di sbagliato a qualcuno, ed ha avuto la sagacia di tirare le cuoia prima di finire nella sua vendetta. Ma anche la morte, a quanto pare, non è bastata, e adesso qualcuno pagherà una discreta ricompensa per ottenere queste ceneri.

    La spiegò facile, senza troppi giri di parole. Chissà se l'altro avrebbe iniziato a mettere in dubbio mentalmente tutto ciò che aveva visto fino a quel momento, per dedurne che probabilmente Ghunter non era un vero e proprio inserviente del cimitero. D'altronde, lui non si era mai presentato come tale, era la divisa che indossava a lasciarlo intuire, e se Andrew ci aveva creduto, era servita al suo scopo.

    Non mi resta altro da fare che consegnarla, se vuoi puoi accompagnarmi.

    Aggiunse alla fine, piegando per un attimo le labbra verso il basso, come a voler esprimere che tutto sommato, se lo voleva, non c'erano problemi a seguirlo nel posto in cui avrebbe probabilmente riscattato una qualche ricompensa per quel lavoro. Non si aspettava una qualche reazione particolare a quelle ammissioni, i due avevano appena fatto pace e si erano parlati abbastanza apertamente. Se poi Andrew avesse tirato fuori una qualche remora morale, allora semplicemente Ghunter avrebbe proseguito, da solo, per la sua strada.
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    Ok, si era definitivamente calmato. Anche lui desolato per quel che era successo, pace fatta. Nonostante questo però non gli aveva detto il suo nome, probabilmente non ci aveva pensato, doveva ancora essere scosso. Accennò al suo lavoro, al fatto che aveva avuto una brutta giornata, e che Ghunter, facendo quel lavoro, doveva aver avuto a che fare parecchio con la morte, e probabilmente poteva capirlo. Nonostante le apparenze lo stessero ingannando, in realtà tutte quelle parole calzavano comunque a pennello con il vero "lavoro" e la storia passata di Ghunter. Anche lui aveva subito un lutto, sapeva bene cosa significasse ritrovarsi da solo da un giorno all'altro. Aveva spesso a che fare con la morte, era dovuto sfuggire alla fame e alla strada per molto tempo, e guadagnarsi da vivere facendo lavoretti del genere non era sempre uno scherzo. Negli ultimi tempi poi, ritrovandosi ad avere a che fare con vampiri e cose simili, aveva sviluppato una vera e propria paura della notte e di tutto ciò che nascondeva.

    Beh, anche se non è proprio come puoi pensare, in un certo senso si, posso capire, ma ognuno reagisce a proprio modo.

    Distolse lo sguardo, riportando la mente a ciò che era accaduto anni prima.

    Anche i miei genitori morirono per un... incidente... e mi ritrovai da solo, senza nessuno, cioé anche adesso lo sono, ma le cose vanno meglio.

    Era per un attimo ricaduto in vecchi ricordi, poi alla fine forzò un sorriso. Era vero, ora le cose andavano meglio, ma forse meglio non era la parola corretta. Semplicemente le cose erano, di nuovo, diverse, e altri mali e altri problemi si erano sostituiti ai dolori e ai problemi del passato. Ora però era cresciuto, si era temprato vivendo per strada, era fiducioso di poter affrontare tutto ciò, con un po' di coraggio. Solo in quel momento pensò che era stato un bene che l'altro non avesse notato più di tanto il vaso funebre accanto a lui.

    Conserva le tue energie, ne avrai bisogno per affrontare ciò che ti aspetta...

    Disse infine. Qualunque fosse stata la sua situazione di vita, continuare da solo per chi non era abituato poteva essere destabilizzante. Ma chissà, forse il ragazzo era solo stato colto di sorpresa da quel lutto, e magari aveva una vita sua con cui andare avanti, una volta superata la perdita.
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    Il suo bicchiere oramai era vuoto, e senza indugi, dopo aver lasciato qualche dollaro sul bancone, si alzò dallo sgabello pronto a prendere la porta. Fece quindi un cenno del capo alle due in segno di assenso, sarebbero andati subito dal tizio di cui aveva sentito parlare, sempre ammesso che l'avessero trovato subito. Ghunter iniziò quindi ad avviarsi verso l'uscita, e solo una volta fuori, dopo essersi un attimo stretto nel cappotto a causa delll'impatto con l'ambiente esterno, ritornò a parlare.

    La notte è ancora lunga, non dovremmo metterci molto.

    Si voltò a guardare Funetsumi, soffermandosi sul suo aspetto, soprattutto su quella maschera, e sperando tra sé che non avrebbe destato troppi problemi agli occhi delle persone che sarebbero andati a trovare. Se non ci fossero stati altri indugi, si sarebbero definitivamente avviati verso Everbad.

    Bene, allora appena riesco apro ad Everbad e qui chiudo, vi contatto tramite mp, se volete aggiungere qualcosa fate pure, intanto lascio aperto
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    A quanto sembrava, lo sconosciuto aveva scaricato un po' di qualunque cosa si stesse tenendo dentro, quasi certamente per il lutto subito. Si era forse liberato un po' di qualche peso, per qualche minuto. Aveva accettato la sigaretta, e rimase in silenzio, a fumarla. Ghunter fece lo stesso, ma con lo sguardo che di tanto in tanto tornava su di lui.
    Quando ebbe finito la sua, la lanciò via con un colpo con le dita, dopodiché appoggiò le braccia sulle ginocchia rivolte verso l'alto, e lasciò le mani penzoloni davanti a sé. Non sapeva se riprendere il discorso partendo subito dal tasto dolente, o far completamente finta di nulla e lasciare all'altro la decisione dell'affrontare o meno l'argomento. Ma cosa poteva dire? Se ripensava al motivo per cui aveva attaccato bottone con quel tizio non poteva fare a meno di sentire un profondo senso di vergogna. Lui aveva solo un lavoretto da svolgere e tutto ciò a cui mirava era allontanare quel poveretto, ancora preda del dolore, dal posto che lui doveva derubare... Quanto era caduto in basso!? Non si era mai visto in quel senso. Talmente abituato a sguazzare tra la sua stessa feccia, non si era mai chiesto come sarebbe stato se il sé stesso adolescente l'avesse visto, o addirittura la sua famiglia... cosa avrebbero pensato di lui? Ma che razza di pensieri?!
    Ghunter scosse la testa, allontanando tutte quelle congetture, e finalmente parlò.


    Io sono Ghunter, mi spiace per...

    Accennò, indicando sommariamente lo stato fisico dell'altro. Da quello che aveva imparato, quando due persone si azzuffavano, la colpa non stava mai da una parte soltanto, anche se così poteva sembrare agli occhi dello sconosciuto, che di certo ancora non conosceva le motivazioni di Ghunter.
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    Non appena notò che il ragazzo iniziava a riprendere i sensi, Ghunter smise di lanciargli gocce d'acqua ed attese. Sembrava ancora abbastanza intontito, poi iniziò a guardarsi intorno. Strinse gli occhi, probabilmente per mettere a fuoco ciò che lo circondava, poi rimase con lo sguardo su di lui. Probabilmente la botta gli aveva causato una temporanea amnesia, vista la domanda.

    Hai dato di matto e sei svenuto.

    Fu la risposta secca e anche un po' divertita di Ghunter, che subito dopo tirò fuori da una tasca frontale sul petto, di quella camicia da inserviente che ancora indossava, un pacchetto di sigarette, estraendone una e accendendola subito con un accendino tirato fuori dal medesimo posto. Porse poi il pacchetto al ragazzo per offrirgliene una, stringendo gli occhi mentre tirava la prima boccata. Visto il trauma non pensava che lo sconosciuto sarebbe subito ripartito alla carica, o almeno sperava che le sue rotelle non fossero così fuori posto.
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    Meno male. Per un attimo Ghunter aveva temuto che quel tipo stesse per rialzarsi e ripartire. Doveva ammetterlo, aveva una buona tempra e tanta tenacia, quanto ancora avrebbe resistito? Sarebbe stato meglio battere in ritirata? Poi tutte quelle domande caddero nel silenzio. Il ragazzo sembrava abbastanza tramortito, e dopo qualche altro secondo, cadde a terra privo di sensi. Buon per lui e buon per me, pensò Ghunter. Si guardò di nuovo intorno, ancora nessuno in vista. Rapidamente spostò il corpo dello sconosciuto dietro la panca su cui l'aveva trovato seduto, in modo da occultarlo ad una prima occhiata di un qualsivoglia passante lontano. Ora era il momento di pensare ai propri affari. Sempre rapidamente corse verso la cripta oggetto della sua visita. Tutto durò poco meno di un minuto. Con la pala ruppe uno dei quadranti di vetro che adornavano la porta. Con il braccio si allungò verso l'interno, aprendo la serratura. Probabilmente con una buona spallata avrebbe ottenuto lo stesso effetto, ma così facendo sperava di non aver fatto troppo rumore.
    Si trattava di una piccola stanza, con delle scale che scendevano un paio di metri sotto il livello del parco. Ai lati, varie nicchie bianche e squadrate, un paio erano occupate da bare rivestite di fiori, molti dei quali secchi, altre invece ancora vuote in attesa di essere riempite chissà quando. Al centro c'era un piccolo altare, e su di esso un'urna. Eccolo lo scopo della visita. Una foto davanti all'urna ne confermava l'identità. Che brutta faccia. Ghunter prese sotto braccio l'urna e rapidamente lasciò quel posto. Si avviò verso il vialetto, non tornando proprio sulla stessa strada che aveva fatto ma cercando di tagliare per raggiungere subito l'uscita. Spostò lo sguardo alla sua sinistra, e vide ancora lì, nascoste dietro la panchina, le gambe dello sconosciuto svenuto. Fece solo un altro passo, poi si maledisse per ciò che stava per fare.

    Ora si trovavano in un vicolo, appena fuori Korus Park. Uscire era stato facile, ma si era anche fatto notare. Aveva portato con sé il corpo di quel ragazzo in spalla, tenendolo con il braccio sinistro, mentro sotto a quello destro portava l'urna. Aveva decisamente dato nell'occhio, considerando lo sguardo di una vecchietta incrociata a pochi passi da lui, proprio all'uscita dai cancelli. Aveva appoggiato lo sconosciuto mettendolo seduto per terra, con la schiena appoggiata alla parete del vicolo, quella di un palazzo alto almeno quattro o cinque piani, poi si era seduto alla parete opposta, distante appena un metro e mezzo, poggiando l'urna accanto a sé ed aspettando. Probabilmente il tizio si sarebbe svegliato di lì a poco, meglio però dargli una mano. Alla sua sinistra vi era una piccola pozzanghera, vi immerse le dita dentro per quel che si poteva e cominciò a spruzzare acqua sul viso dell'altro, aspettando che finalmente riprendesse i sensi.
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    Ok era così che se la voleva giocare? Bene. Ghunter si passò la lingua sul labbro inferiore, ancora sporco di sangue, poco prima di vedere lo sconosciuto caricarlo con rabbia. Un attacco frontale e sfrontato, e sicuramente facile da evitare, ora che teneva meglio la situazione sotto controllo. Attese che il nemico gli fosse a ridosso, per poi scansare agilmente di lato e contemporaneamente alzare la gamba destra per dargli un calcio dritto sul volto. Se lo avesse colpito, magari l'avrebbe addirittura fatto capitolare all'indietro, di sicuro una bella botta. Ghunter sperava davvero di finirla lì, aveva dato una rapida occhiata intorno a sé, dopo aver schivato il colpo. Ancora non si vedeva nessuno, ma sarebbe potuto sbucare chiunque da un momento all'altro, avvisando della rissa e quindi costringendolo ad andare via. E non gli andava proprio di rinviare il lavoro ad un altro giorno, non per colpa di quel tipo! Visto che le parole non servivano a niente, sperò che con i fatti avrebbe presto messo a tacere le ire del ragazzo.

    Colpo a mani nude: Ghunter tenta di colpire con un calcio il volto del nemico piegato in carica.
    Danno: 9
    Punti difesa necessari a schivare: 5

    Punti Vita: 53
    Punti Difesa: 23-4 = 19
    Bonus ai Punti difesa per schivare: +1
    Riduzione del danno: +0
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    Se l'era proprio meritato. Un bel cazzotto allo stomaco per farlo piegare in due e magari approfittare del tempo per ragionare su ciò che stava facendo. Fu questo che pensò Ghunter vedendo il ragazzo piegato a riprendere fiato, mentre lui stesso respirava con un po' di affanno dovuto alla tensione e al colpo ricevuto. Gli sarebbe quasi certamente rimasto un livido per qualche giorno. Lo sentì farneticare, insultarlo ancora, e poi di nuovo si lanciò contro di lui.
    Questa volta però, oltre ad essere lui stesso più allerta, il giovane lo aveva attaccato in maniera un po' sconsiderata. Si era lanciato contro la sua gamba sinistra per... morderla?! Chi diavolo era?! Che fosse incappato, anche in pieno giorno, in qualche terribile rigurgito mostruoso della città?! O forse stava solo dando di matto? Fu questa la speranza, mentre rapidamente fece un passo indietro saltando, e mettendo la pala tra lui e l'aggressore.


    Ehi! Ehi! Adesso calmati! Che diamine ti ho mai detto di sbagliato!? Scusami tanto, allora non mi spiace per il tuo lutto! Contento!? Che cavolo...

    In un altro contesto quasi certamente Ghunter avrebbe proseguito quella scazzottata. Negli ambienti in cui era stato costretto a vivere negli ultimi anni non si poteva mai dare a vedere una minima debolezza in uno scontro. Chi si ritirava dalla lotta appariva come debole, sconfitto, e rischiava di diventare la preda di tutti. Ma lì la situazione era diversa, Ghunter non si stava contendendo un trofeo tra i quartieri più lugubri della città, stava facendo a botte con uno sconosciuto qualsiasi in un cimitero, e per cosa poi? Gli tornò alla mente il motivo del suo approccio, la cripta. Fece un altro paio di passi indietro, piantando la pala per terra e sbuffando, riprendendo fiato, in attesa che magari anche l'altro rinvenisse da quell'impeto di rabbia. Oppure pronto a difendersi da un nuovo attacco, se fosse arrivato.

    Punti Vita: 53
    Punti Difesa: 27-4 = 23
    Bonus ai Punti difesa per schivare: +1
    Riduzione del danno: +0
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    Bene, a quanto sembrava era bastato poco. Ma quella era stata solo la prima impressione. Dopo che lo sconosciuto aveva fatto per alzarsi e andare via, qualcosa dovette frullargli per la testa e fargli cambiare idea. Maledetta sofferenza post-funerale. Era bastato stuzzicarlo quel poco, anche con una frase che tutto sommato poteva anche non celare nessun intento nascosto, che il ragazzo gli era tornato incontro a muso duro. Che tipo, ebbe appena il tempo di pensare Ghunter, e meno male che gli ho fatto solo condoglianze...
    Un pensiero che cadde nel vuoto perché la mossa successiva fu un pugno diretto al volto, il suo volto. Fu colto alla sprovvista, non si aspettava nulla del genere. Un secondo dopo si ritrovò barcollante all'indietro, notevole era stato lo sforzo dei muscoli addominali per non cadere per terra. Si portò una mano al volto, stava sanguinando da un labbro.


    Ah beh... se può farti stare meglio...

    Si girò di scatto, stringendo la stessa mano che si era passato sul volto, e dirigendo un pugno verso lo stomaco dello sconosciuto. Se non voleva levarsi dai piedi con le buone, lo avrebbe fatto con le cattive. O al massimo sarebbe stata soltanto una scazzottata. E poi chissà, magari quello poteva essere un buon modo per affrontare un lutto, sempre meglio che piangersi addosso. Ghunter cosa aveva fatto quando i suoi di genitori erano stati trucidati? Non ci aveva mai pensato in realtà, aveva avuto appena il tempo di fuggire, di preoccuparsi della sua di vita, e a distanza di anni il pensiero non lo aveva più sfiorato. Tutto ciò che riguardava quella parte della sua vita era triste, non un ricordo in particolare, che fosse la morte dei genitori o altro. Lui il suo lutto lo aveva mai affrontato? Magari ci avrebbe pensato dopo quella scazzottata.

    Colpo a mani nude: Ghunter tenta a sua volta di colpire l'altro con un pugno allo stomaco.
    Danno: 9
    Punti difesa necessari a schivare: 5

    Punti Vita: 60-7 = 53
    Punti Difesa: 27
    Bonus ai Punti difesa per schivare: +1
    Riduzione del danno: +0
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    Metereologicamente parlando la giornata prometteva bene, o forse era solo che a quell'ora del giorno era più facile vedere i raggi del sole. Ghunter non era mai stato a Korus Park, ci era passato tante volte intorno, difficile non farlo se si passava da quelle parti, viste le sue dimensioni, ma ne aveva sempre e solo visto la cancellata perimetrale, o i prati non recintati di alcune sue zone esterne. Adesso però aveva dovuto attraversarlo, in mezzo a tutte quelle lapidi...
    A giudicare dalle cose che aveva visto negli ultimi mesi, non si sarebbe sorpreso troppo se all'improvviso da una delle tombe fosse sbucato fuori qualcosa di terribile a strillargli contro. Ma il fatto che quel sole vegliasse su di lui lo rassicurava un pochino. Che diamine, almeno nella consapevolezza generale e cinematografica, certe cose non succedevano alla luce del giorno! Era per questo che lui si trovava lì a quell'ora. Il lavoro che doveva svolgere non era per niente legale, anzi, era praticamente un furto con tanto di profanazione. Le ore notturne sarebbero state molto più adeguate, ma col cavolo che si sarebbe recato tra quelle lapidi a notte fonda, soprattutto poi con tutta quella nebbia che sbucava una volta tramontato il sole, che sembrava proprio voler dare il la a qualcosa di spaventoso da quelle parti!
    No, si era detto che la luce del giorno poteva andare bene, vestirsi da inserviente del cimitero, con una tuta da giardinaggio comprata per due soldi ad un mercato delle pulci, ed una pala mezza arrugginita, magari riuscivano a mimetizzarlo con l'ambiente, ed in un parco così grande doveva essere davvero sfortunato a beccare qualcuno della sorveglianza a chiedergli chi fosse e cosa stesse facendo. Poteva farcela, al massimo se la sarebbe data a gambe levate.
    Era quasi arrivato al punto. Una serie di lapidi si alzavano su un terreno leggermente in pendenza, sullo sfondo alcune cripte, una delle quali sua meta. Ghunter si guardò un attimo intorno in cerca di sguardi indiscreti, e per sua sfortuna ne trovò uno. Un ragazzo era seduto su una panchina, a guardare proprio in direzione delle cripte, forse verso le tombe del prato antistante. Non sembrava in gran forma, forse aveva appena subito un lutto, fatto stava che con lui lì a fissare proprio in quella direzione rischiava di dare nell'occhio, soprattutto perché per aprire la cripta in cui doveva entrare, avrebbe dovuto sfondare qualche vetro o forzare la porta con la pala. Decisamente poco appropriato nel luogo del riposo eterno, rischiava di far scattare la rabbia degli sconsolati. Meglio allora prendere tempo, ma conoscendo le fasi del lutto, quel ragazzo sarebbe potuto rimanere lì anche tutta la giornata.
    Ghunter arrestò i suoi passi, non sapendo cosa fare. Magari attaccare bottone avrebbe convinto il giovane a cercare un altro posto per "restare solo".


    Mi spiace per il suo lutto...

    Disse quindi, una volta avvicinato. Era arrivato fino a pochi passi dalla panchina, ed aveva piantato la pala per terra appoggiando le mani sulla parte superiore del manico, avvicinando anche il mento ma ancora senza appoggiarsi. Forse recitare la parte del custode ficcanaso sarebbe servita allo scopo.
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    Io ci sarei, e Korus Park di mattina va benissimo;)
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    Le ragazze erano interessate, bene. Ghunter non aveva voglia di vendere un lavoro di qualcun altro, era solo interessato all'eventuale ricompensa. Però non gli piaceva nemmeno fare la parte di chi propone qualcosa ma non è nemmeno tanto informato.

    Per saperne di più dobbiamo andare a parlare con un tizio. Io ho solo sentito del lavoro, probabilmente ci chiederà di recuperare un oggetto o qualcosa del genere -spostò per un attimo lo sguardo verso Eléna- Se la proposta non dovesse piacerci, possiamo sempre tirarci indietro, no?

    Di norma non sarebbe mai andato a trattare per un lavoro con la possibilità di tirarsi indietro, non era una cosa molto saggia da fare, soprattutto se l'interlocutore condivideva delle informazioni che la maggior parte delle volte erano abbastanza "sensibili". Ma lì, con la vampira al suo fianco, Ghunter si sentiva stranamente sicuro di sé.

    Se per voi va bene, possiamo andare anche subito.

    Non c'era altro. Se Eléna e Funetsumi erano pronte, potevano anche andare, e magari avrebbero chiuso tutta la faccenda quella notte stessa.
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    Non c'erano lavori da poter svolgere per il clero, o almeno nulla che Eléna avesse voluto condividere con loro. Intanto però aveva trovato compagnia, e questo non era male, soprattutto con una vampira dalle sue capacità, che finora non aveva dato motivo di preoccuparsi, quindi tanto valeva provare a fidarsi. Certo, avrebbe sempre tenuto gli occhi aperti, era pur sempre una vampira.
    C'erano un paio di lavoretti di cui aveva sentito parlare, ma troppo oltre la sua portata. Adesso però aveva due compagne d'avventura che sapevano il fatto loro, valeva la pena provare o cercare qualcos'altro lì dal Maniscalco?
    Ghunter si guardò rapidamente intorno. C'erano già alcune persone ad affollare il bancone, probabilmente in attesa di una parola o un'occhiata da parte di Fred. Se avesse voluto agire tramite lui, si sarebbe dovuto mettere in fila. Nella sala vi erano vari individui, ma l'approccio con un volto nuovo era sempre qualcosa che non moriva dalla voglia di fare. C'era sempre diffidenza, inganni, e non sapevi mai con chi avevi a che fare.


    Beh, o cerchiamo qualcosa qui, o ci toccherà andare da qualche altra parte. C'è un tipo nell'Everbad che aveva bisogno di un lavoro di ricerca, ma cercava dei professionisti. Adesso, non so bene di cosa si trattasse, ma si diceva fosse disposto a pagare una bella sommetta. Potremmo provare a vedere cosa vuole...

    Così dicendo buttò giù ciò che restava del contenuto del suo bicchiere, osservando con disinvoltura le espressioni delle due donne davanti a lui. Andava bene qualsiasi cosa, lui si sarebbe adattato.
139 replies since 21/2/2011
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