Pandemonio GDR - Urban Fantasy -

Posts written by Qwerty10

  1. .
    - Eh si, tutti i lavori, a loro modo, sono complicati. Se così non fosse che bisogno ci sarebbe di farli? -

    Sorrisi alle strane parole dell’uomo, mentre lo osservavo raccogliere l’urna per spostarla dalla poco decorosa posizione in cui l’aveva lasciata.
    Improvvisamente l’inserviente iniziò a svestirsi dalla sua tuta da lavoro. In poche mosse se ne sbarazzò, rivelando un abbigliamento composto da dei jeans e una camicia bianca, il tutto corredato da un giacca di pelle.
    Successivamente l’uomo fece qualcosa di inaspettato. Prese a camminare verso l’uscita del vicolo, lasciando per terra la sua tuta.

    - Io sono a piedi, quindi, se lo sei anche tu, dovremmo farci una passeggiatina, se per te non è un problema, intanto puoi raccontarmi qualcosa di te. -

    - Sì, anch’io sono a piedi…Ma lasci lì la tua tuta…?? -

    Ghunter sembrò non troppo preoccupato del mio commento o del fatto di essersi dimenticato la sua tuta. Tutto quello, però, stava assumendo un ruolo secondario visto che il ragazzo si era già incamminato e se non mi fossi sbrigato mi avrebbe lasciato indietro. Feci un piccolo scatto per raggiungerlo, per poi camminare al suo fianco.
    Usciti dalla penombra del vicolo, la luce del sole colpì il mio volto, privandomi per pochi secondi della vista. Quando i miei occhi si abituarono al cambio di luce tornai ad osservare la strada. Sembrava che tutto fosse come al solito. Nonostante il funerale dei miei, la scazzottata tra me e Ghunter e la chiacchierata in quel vicolo, niente era cambiato.
    Una strana sensazione tornò ad attanagliarmi il cuore, ma non volevo cadere ancora una volta in quello sconforto. Per evitare di pensarci troppo presi a tornare a prestare attenzione all’inserviente.

    - Tu sei di queste parti? Io sono nato qua, ma ho vissuto per diversi anni a Londra, sono tornato…bhe, per i miei… -
  2. .
    Quando dichiarai di non sapere niente, la ragazza sospirò lasciando trasparire la sua frustrazione.

    - Aaah... Fa niente. -

    Alla mia domanda di spiegazioni, la donna si rivolse a me cercando di coinvolgermi nel suo ragionamento.

    - Beh... è strano, no? -

    Ci guardammo per un istante negli occhi, come se quelle poche parole avrebbero potuto convincermi che ci fosse veramente qualcosa di strano. La musicista riprese a parlare.

    - Insomma, Neolock è quasi tutta nuova e hanno sfasciato negli anni palazzi come questo per farlo un quartiere quasi ricco. E' difficile trovare una schifezza del genere ancora in piedi aqui. Comprendes? -

    Spostai nuovamente lo sguardo per un istante verso l’edificio. Sì, in confronto agli altri che lo circondavano sembrava stonare in quella strada, ma la mia analisi si fermava lì. Annui in segno di assenso, anche se non riuscivo a comprendere le preoccupazioni della donna.
    Quella ragazza sembrava buffa. Nonostante parlasse correttamente, era solita inserire nelle sue frasi termini di origine ispanica. Chissà quali erano le sue origine? Ma forse era troppo presto per chiederlo.

    - Dai, non vedi che è praticamente tutto moderno? Cioè, perché lasciare quel coso là nel mezzo, non ha senso, ehehe. -

    - Sì, forse hai ragione… -

    La ragazza aveva una bella parlantina. I suoi discorsi si stavano insinuando nel mio cervello, e mi stava realmente convincendo che tutto quello fosse realmente molto strano.
    Questo, però, mi spaventava un pochino. Come faceva quella sconosciuta ad avere tanto ascendente su di me? Era riuscita a farmi cambiare idea nel giro di pochi minuti.

    - Non mi sembra una casa storica, o come diavolo si chiamano. Sai che c'è?
    Perché non andiamo a vedre se c'è una targa o qualcosa del genere? -


    A quella proposta rimasi un po’ basito. Fino a quel momento pensavo che quelle fossero solo quattro chiacchiere, forse fatte in segno di ringraziamento per la donazione appena fatta. Ora, però, la musicista mi stava chiedendo di entrare in azione.

    - Guarda, non so se è il caso… -

    Guardai l’orologio come se avessi avuto un impegno da un momento all’altro, anche se effettivamente la mia agenda era vuota. Spostavo velocemente gli occhi dall’orologio da polso alla donna, come per perdere tempo e lasciare che quella proposta si perdesse nell’aria.

    - Dai. Così poi dopo ti canto qualcosa di serio, a richiesta. -

    La bocca della ragazza si allargo in un grande sorriso, in quel momento mi sentii sciogliere. Era come il canto delle sirene, mi stava attirando nella sua trappola, ma come ogni buon marinaio non potevo sottrarmi.
    Feci un sospiro per poi sorridere a mia volta alla donna.

    - Ok, mi hai convinto! Andiamo a vedere!! -
  3. .

    ~ R ivalità ~


    Le mie dita battevano sulla tastiera. Tasto dopo tasto sul grosso monitor del computer andava a formarsi un lungo testo ricco di parole chiave e altri strani simboli. Ogni tanto mi fermavo per controllare sul libro che avevo di fronte a me, se tutto era corretto.
    Era da diversi giorni che dedicava almeno un’ora della mia giornata lavorativa ad esercitarmi su dei volumi che mi erano stati forniti da Eddy. Anche per il mio capo, il signor Smith, quella soluzione andava bene. Infondo era stato proprio lui, nel momento della mia assunzione, ad assicurarmi che avrei avuto opportunità per ampliare e migliorare le mie conoscenze tecniche.
    Se da una parte la dirigenza era d’accordo, dall’altra i miei colleghi iniziavano a guardarmi in modo strano. Secondo loro era un privilegiato, uno che era stato assunto nonostante non avesse la minima istruzione informatica e che avevo ottenuto il posto di lavoro solo per le mie conoscenze con il proprietario dell’azienda. Beh, infondo era così, ma non sopportavo il fatto che fossi identificato come il pivellino. Ogni volta che passavano davanti la mia scrivania potevo sentirli ridere sotto i baffi, lanciandomi ogni volta nuove frecciatine. Uno in particolare si divertiva in questo: Lucas. Lucas si credeva un genio e non perdeva occasione di ribadirlo a tutti quanti. In realtà, però, dietro a quell’aria da intelligentone si nascondevano grandi lacune su tutto quello che non riguardasse il suo lavoro.
    Era per questo che avevo spostato le mie esercitazione alla fine della giornata lavorativa, rimanendo un po’ di più in ufficio e approfittando del fatto che gli altri fossero già usciti dall’edificio. Guardai fuori dalla finestra, il buio oscurava le strade interrotto solo dalla fioca luce dei lampioni.
    In quel momento nella stanza c’eravamo solo io e la donna delle pulizie.

    - Anche oggi fino a tardi?! -

    - Sì, Consuelo! Purtroppo il lavoro è tanto. -

    Ogni tanto, mentre ogn’uno dei due era intendo nei suoi compiti, eravamo consoni scambiare due chiacchiere. Era un modo come un altro per sentirci meno soli nell’oscurità di quelle serate.
    Senza aggiungere altro la donna annuì, per poi riprendere nelle sue solite mansioni.
    In realtà c’era un altro motivo per cui mi dilungavo da solo in ufficio. Avevo scoperto una grossa falla nella parte del progetto assegnata a Lucas, che sembrava nessuno avesse notato prima. Tutto quel tempo passato da solo in ufficio serviva per documentarmi e trovare una soluzione al problema senza che nessuno lo sapesse. Presto avrei avuto la mia rivincita.


    Il giorno dopo...

    Nonostante mancasse qualche minuti prima che l’orario di lavoro giungesse al termine, c’era già chi stava abbandonando le sua scrivania per dirigersi fuori dall’ufficio.
    Mi guardai intorno. Tutte le postazioni più vicine alla mia erano già state sgomberate. Questo mi dava la possibilità di iniziare a lavorare su i miei esercizi.
    Chiusi tutti i programmi che stava usando e tirai fuori dal cassetto il grosso volume. Avevo abbandonato da tempo il primo libro regalatomi da Eddy, "Le Basi della Programmazione”, per dedicarmi al più avanzato “Algoritmi e programmazione”. I due libri erano della stessa collana, presentavano quindi copertina e colorazione simile, tuttavia il secondo aveva un volume decisamente superiore.
    Non appena posai il testo sulla scrivania, fui disturbato da una voce stridula.

    - Anche oggi fai i tuoi compitini! Ma che bravo bambino!! -

    Alzai lo sguardo, per osservare impassibile Lucas che rideva da solo. Sembrava che anche lui fosse pronto per andare. Indossava il suo lungo giubbotto scuro e in mano reggeva una ventiquattrore.

    - Tu, invece, hai finito presto… -

    - Ricordati che non è la quantità del lavoro che fa la differenza, ma la qualità! -

    Il ragazzo si diresse verso l’ascensore, sghignazzando ancora fra sé e sé. Potevo sentirlo ancora che farfugliava qualcosa, ma la lontananza non mi permetteva di capire appieno quello che stava dicendo. Dal suo tono di voce, però, sicuramente era qualche battutina nei miei confronti.
    Lo osservai fino a che le porte metalliche dell’ascensore lo nascosero dal mio raggio visivo.

    - Fottiti! -
  4. .
    Il mio proiettile aveva centrato il suo bersaglio. Certo, la mira non era stata delle più precise, ma è il risultato quello che conta. Lo sparo, infatti, non aveva raggiunto l'animale all'altezza del petto, ma aveva colpito la sua spalla. Questo, però, mi aveva permesso di scampare dai grossi artigli della belva che fu costretta a ritirare la sua zampa.
    Inoltre a darmi man forte c'era Jason. Anche lui aveva nuovamente alzato la canna della sua pistola verso il nemico e aveva fatto fuoco. Tuttavia, questa volta il lupo era risultato più veloce e con un balzo felino era riuscito a salvarsi la pelle.
    Finalmente non avevo più il suo fiato sul collo, ma quella sensazione di serenità durò per poco. Non appena riuscii a rivolgere lo sguardo sulla bestia, questa ringhiò ferocemente. Insomma, era ovvio che i guai non erano finito, o forse sì?
    Inaspettatamente, quello strano essere prese a correre nella direzione opposta rispetto a noi.

    - !!! -

    Le sue zampa battevano sull'asfalto in una corsa frenetica verso il corpo inerme di Chris. Prima che la mie mente potesse fare qualsiasi tipo di collegamento, riuscii a vedere il lupo superare la sua vecchia preda per dirigersi verso l'oscurità di quel vicolo.
    Ancora disteso sull'asfalto, alzai leggermente il busto e tesi le braccia. Chiusi l'occhio sinistro cercando sfruttare al massimo le diottrie di quello destro e centrare nel mirino la grossa sagoma di quell'animale che stava fuggendo.
    Trattenni il respiro per un secondo e poi premetti il grilletto. Un altro sparo rimbombò nel vicolo, ma la fioca luce mi impedì di capire se avevo fatto centro.

    - ... -

    Mi lasciai cadere sul freddo manto stradale. Ora potevo finalmente tirare un sospiro di sollievo. Quella specie di avventura poteva dirsi conclusa, ma i fatti intorno a me non finivano di susseguirsi.
    La strana donna, che ci aveva condotto in quel posto, si stava avvicinando ancora una volta verso di noi.

    - Presto, prendi il tuo amico e leviamoci di torno! -

    Sembrava sorreggere qualcosa, anzi qualcuno. Quella che sembrava una...ragazza. Di certo, dopo tutto quel casino, ora niente mi poteva sorprendere.
    Seguii le istruzioni della donna e, dopo essermi alzato in piedi, corsi verso Chris. Il poveretto si trovava in un lago di sangue e sembrava che le sue condizioni fossero critiche. Il suo petto si alzava e abbassava, in un respiro lento e difficoltoso, tuttavia almeno questo voleva dire che era vivo.
    Con tutta la forza che avevo cercai di sollevarlo e reggerlo come meglio potevo. Le mie energie stavano scemando, quindi anche quel gesto risultava essere una grande sforzo per il mio fisico.

    Punti Vita: 40
    Punti Difesa: 25

    Colpo armi da fuoco: sparare verso la schiena del nemico
    Danno: 8
    Punti difesa necessari a schivare: 5
  5. .
    - Gracias, molto gentile. -

    - Non c'è di che... -

    Una ragazza, uno dei componenti del gruppo musicale, si rivolse a me con fare gentile. Le sorrisi per ricambiare al suo gesto.
    Era una ragazza di circa la mia età, dai capelli corvini coperti da un cappellino dai colori sgargianti. Aveva un look molto stravagante, almeno per quello che riguardava i miei standard.
    Avevamo infatti due stili completamente diversi. Lei vestita con dei jeans e un giubbotto di pelle, io con il lungo cappotto sotto il quale si poteva notare una camicia azzurra e una giacca grigia, la mia solita divisa da lavoro.
    Prima che potessi allontanarmi per dirigermi verso casa, la ragazza mi rivolse nuovamente la parola.

    - Scusami, per caso sei di questa zona?
    Oppure sai dirmi che palazzo è quello? Quello là poverino tutto vecchio. -


    Con l'indice indicava una costruzione poco lontana, dall'altro lato della strada. Si trattava di un vecchio casolare posizionato in mezzo a due grandi palazzi, decisamente molto più moderni. L'intonaco di un colore giallastro sembrava essersi rovinato a causa del tempo e dell'elevato smog presente in città.

    - No, mi dispiace. Non abito in questo quartiere... -

    Alzai le spalle, quasi dispiaciuto per non essere potuto risultare utile.
    Per tutta Dilagon City, o almeno nelle parti più vecchie, si potevano notare edifici più o meno simili. Sinceramente non riuscivo a capire cosa la ragazza ci trovasse di tanto curioso. Rimasi un attimo in silenzio prima di trovare il coraggio di esporre le mie perplessità.

    - Come mai ti interessa??
  6. .
    - Ciao, Andy! Ci vediamo domani al lavoro!! -

    - Ciao, Eddy! Grazie per il pranzo!! -

    Guardavo Eddy, il mio collega, procedere su quella lunga via. Riuscii a notare che aveva tirato fuori dalla tasca il cellulare e tenendo un occhio sullo schermo e uno sulla strada procedeva a zig zag tra le altre persone. Sorrisi mentre lo osservavo allontanarsi.
    Visto il grande impegno che ci era stato richiesto al lavoro gli scorsi giorni, il signor Smith, il nostro capo, ci aveva concesso un pomeriggio libero. Ovviamente la notizia fu presa da me e da tutto l’ufficio con grande entusiasmo, ma prima che potessi fiondarmi verso casa, Eddy mi aveva proposto di pranzare insieme.
    Accettai senza pensarci troppo. Nel poco tempo in cui avevamo passato insieme, io e Eddy eravamo diventati grandi amici e quella era un’occasione in più per rafforzare il nostro legame. Finito il pranzo era, però, arrivato il tempo di dividerci.
    Sentivo lo stomaco che mi scoppiava. Non avendo la pressione del tempo della pausa pranzo che scorreva, eravamo rimasti in quella tavola calda allungo, mangiando ogni sorta di piatto che il proprietario ci proponeva. Per mia fortuna fu Eddy a pagare il conto. La cosa non mi stupì: oramai mi aveva preso sotto la sua ala protettrice e, visto che aveva qualche anno in più di me, mi considerava come un fratello minore.
    Portai alle labbra la bottiglietta d’acqua, che avevo portato fuori dal locale in cui avevamo pranzato. Riuscii a sentire un’ondata gelata invadere il mio corpo, facendo calare sensibilmente la mia temperatura corporea. Come se non bastasse, nello stesso momento fui colpito da un soffio pungente di vento. Cercai subito riparo nel mio lungo giubbotto, abbandonandomi nel suo caldo abbraccio.
    Fortunatamente ci fu qualcosa che permise di distrarmi. Il mio cellulare aveva vibrato, facendomi notare di aver ricevuto una notifica.


    Una risata mi scappò involontaria, ma forse il mio tono era più alto di quello che avrebbe dovuto, visto che alcune persone si girarono nella mia direzione. Arrossii vistosamente, guardandomi intorno cercando di capire chi avessi disturbato.
    Per mia fortuna, non molto lontano da me, c’era un piccolo gruppo di artisti di strada che stavano intonando una strana melodia. Era probabile che la loro musica avesse in parte coperto il mio verso.
    Subito mi avvicinai ai ragazzi, notando una custodia di chitarra aperta dove erano presenti diversi spiccioli e alcune banconote di piccolo taglio. Quasi come gesto di ringraziamento, presi un paio di dollari dalla tasca, lasciandoli cadere dentro la custodia.
  7. .
    Anche Ghunter si era voltato in direzione di quello strano oggetto metallico. Non ne capivo il motivo, ma quella specie di vaso emanava un non so che di strano, di lugubre.

    - Quello? Probabilmente è un tizio che ha fatto qualcosa di sbagliato a qualcuno, ed ha avuto la sagacia di tirare le cuoia prima di finire nella sua vendetta. Ma anche la morte, a quanto pare, non è bastata, e adesso qualcuno pagherà una discreta ricompensa per ottenere queste ceneri. -

    Finalmente quel piccolo mistero era risolto. L'oggetto custodito dall'uomo non era nient'altro che un'urna.
    Tuttavia quella rilevazione lasciava spazio ad altri molti punti interrogativi. Perchè mai un inserviente avrebbe dovuto consegnare un'urna? Cosa ne avrebbe fatto il destinatario con le ceneri?
    La testa mi girava, forse a causa delle poche forze che mi erano rimaste dopo quella mattinata. Non avevo né voglia né energie per torturarmi con tutte quelle domande. Annuii come per ringraziare l'uomo di avermi risposto.

    - Non mi resta altro da fare che consegnarla, se vuoi puoi accompagnarmi. -

    Quella proposta mi lasciò di stucco. Nonostante in quella giornata lo avessi attaccato senza un preciso motivo e gli avessi fatto perdere tempo prezioso, Ghunter voleva che lo seguissi in quel lavoro. Si era veramente lasciato tutto alle spalle.
    Mi alzai di scatto, fino a raggiungere una posizione eretta, ed allungai la mano verso l'inserviente in modo da aiutarlo ad alzarsi.

    - Sì, certo! Con piacere!! -

    Sarà stata la situazione confusa o lo stordimento dopo essere svenuto, ma non riuscivo ad afferrare pienamente quello che stava succedendo. Inoltre, in quei pochi minuti, era nata una grande ammirazione nei confronti dell'uomo, tale da oscurare tutto il resto. Forse fu per quello che accettai di seguirlo.

    - Sai, non immaginava proprio che il lavoro da inserviente fosse così complicato! -
  8. .

    ~ Eddy's Project ~


    Fortunatamente per me, Eddy mi aveva coinvolto nel suo progetto. Da quello che avevo capito, gli era stato affidato direttamente dal Signor Smith. Nonostante fosse un neo-assunto, proprio come me, era stato collocato a capo di un progetto davvero molto vasto e complicato. Oltre me, c'erano altre nove persone a lavorarci e tutte venivano gestite da Eddy.
    Nonostante tutto il potere che era concentrato nelle sue mani, Eddy sembrava un tipo tranquillo ed educato. Trattava tutti con il massimo del rispetto e della simpatia, cosa rara da vedere a Dilagon City. Questo però non bastava a fermare le male lingue: più di una volta avevo assistito a commenti pungenti e lo stesso Eddy aveva sorpreso qualche collega a parlar male di lui, ma questo sembrava non scalfirlo minimamente.

    Anche oggi Eddy aveva convocato il solito meeting nella piccola sala riunioni che si trovava al terzo piano del palazzo della S.I.T. Corporation. Era solito organizzare quegli incontri per essere sempre aggiornato anche sul piccolo dettaglio del suo progetto. Questo perchè esso era talmente vasto da essere impossibile da controllare per una sola persona.
    Infatti, un grosso imprenditore aveva deciso di investire in Dilagon City, in particolare comprando uno dei tanti negozietti presenti a Dilagon Square. Però, non soddisfatto del livello tecnologico presente, aveva deciso di rivoluzionare tutto il sistema: nuove apparecchiature, un nuovo software per il magazzino, un nuovo sito, uno store online e perfino un'applicazione per smartphone erano state commissionate alla S.I.T. Corporation. Insomma c'era tanto lavoro da fare.

    - Lucas, per favore, puoi aggiornarmi su come hai risolto l'inconveniente dell'ultima volta... -

    Nella stanza ogni uno aveva qualcosa da dire, ma tutti aspettavano di essere interpellati da Eddy prima di parlare. Nonostante i suoi modi gentili, la figura di Eddy era avvolta da un'aura di timore. Forse perchè nell'ufficio erano incominciate a girare voci che l'uomo fosse un parente del boss e per questo era stato messo a capo di un progetto tanto presto. Solo io ero a conoscenza che quella era una bufala, visto che mi era stata smentita direttamente da lui, ma lo stesso Eddy preferiva che quella voce continuasse a circolare in modo da poter tenere un po' in riga gli altri.
    Mentre i discorsi continuavano a susseguirsi, l'unico ad essere distratto ero io. Tutti gli occhi erano puntati sul telo bianco su cui venivano proiettate le varie slide di presentazione, mentre i miei continuavano a vagare fuori dalla grossa finestra fra le strade di Leman Street. Tra tutti ero l'unico che potevo permetterselo, visto che ero il solo a lavorare a stretto contatto con Eddy. Era una sorta di suo braccio destro, visto la mia scarsa simpatia per i codici e i programmi, mi venivano affidati compiti più operativi.
    Questo non voleva dire che non stessi studiando e aggiornandomi il più possibile sul mondo dell'informatica. Lo stesso Eddy aveva ammesso che avevo fatto passi da gigante da quando aveva iniziato a darmi lezioni. Tuttavia preferiva che fossi veramente pronto prima di affidarmi incarichi complicati. Infondo, io ero contento così. Non avevo grandi pretese, mi bastava racimolare qualche soldo in modo da riuscire a mantenermi nella casa dei miei genitori.

    - Grazie a tutti per il vostro lavoro! Ci rincontreremo qui venerdì mattina! -

    Le persone iniziarono a defluire fuori dalla sala riunioni, lasciando me ed Eddy soli nella stanza. Anche se il mio sguardo continuava a vagare senza meta fuori dalla finestra potevo sentire il rumore dei fogli che l'uomo stava riordinando. Senza scollare lo sguardo dal panorama mi rivolsi ad Eddy.

    - Non so proprio dove trovi le energie per lavorare così tanto. -

    Il ragazzo si mise a ridere. Lo faceva spesso, anche quando parlavo seriamente, riusciva sempre a trovare il lato comico delle cose. Tornò a riordinare i vari fogli e documenti che erano sparsi sul lungo tavolo in legno della sala riunioni.

    - Ovviamente per Ambizione!! -

    - ??? -

    Mi girai verso di lui fissandolo con un'aria vuota. Notando l'espressione della mia faccia, l'uomo si fermò e provò a spiegarsi meglio.

    - Bè, un giorno mi piacerebbe aprire un'aziona tutta mia, ma fino ad allora dovrò lavorare sodo per imparare tutto il possibile!!
    Tu non hai un tuo progetto o una Ambizione? -


    Ambizione. Prima d'ora non avevo mai pensato a niente del genere. Il lavoro era solo un modo per ottenere qualche soldo, non un modo per realizzare dei progetti.
    Ambizione. Più sentivo quella parola più mi piaceva.
  9. .
    A seguito del mio colpo, un'ulteriore esplosione si propagò nello stretto spazio di quel vicolo. Questa volta, però, non derivava affatto dalla mia arma. Girai leggermente il capo per osservare la canna fumante della pistola di Jason.

    - Attento! Così colpirai Chris!! -

    Non mi importava niente di quella specie di animale, l'unico mio pensiero era indirizzato verso il mio amico. In qualche modo dovevamo salvarlo. Tuttavia sembrava che la mia strategia non stesse funzionando.
    L'istinto di quel mostro lo aveva portato a compiere movimenti repentini, o almeno abbastanza da permettergli di non essere colpito. Ora, però, non sembrava affatto spaventato, anzi era pronto ad attaccare. Con le sue forti zampe fece leva sul terreno per compiere un grosso balzo ed iniziare la sua rincorsa verso di noi.
    Non appena il lupo si mosse la donna alle mie spalle si fece avanti. In un primo momento pensai che avesse deciso di prendere in mano la situazione, ma ben presto capii che quella era solo un'illusione. Infatti la misteriosa ragazza approfittò di quella situazione per staccarsi dal nostro gruppo ed evitare la furia di quel mostro.

    - !!! -

    Non c'era molto tempo per pensare a lei. Quel grosso bestione stava avanzando verso di noi, anzi verso di me. Potevo leggere nei suoi grossi occhi che il suo bersaglio ero proprio io.
    Tenevo la pistola con le braccia ben tese, mirando proprio in direzione del mostro, ma per un qualche strano motivo non riuscivo a fare fuoco. I respiri profondi scandivano il tempo, facendo assomigliare quella scena ad una pellicola trasmessa al rallentatore.
    Nel frattempo il lupo si avvicinava sempre più, fino a che non fu ad un passo di distanza. Ero lo potevo vedere bene. Non c'era dubbio che fosse un lupo, insomma aveva la pelliccia, il muso, le zanne, ma allo stesso tempo il suo fisico ricordava quello di una persona umana.
    Quei ragionamenti, però, si interruppero lì visto che la bestia aveva sguainato i suoi artigli era pronto a conficcarli nelle mie carni.
    Anche in quel caso l'istinto giocò un ruolo cruciale. Le mie gambe si mossero da sole, lasciando cadere il mio corpo all'indietro. I grandi artigli si avvicinavano sempre di più a me, potevo addirittura percepire lo spostamento d'aria che quel fendente aveva provocato, ma quando il suo braccio fu alla massima possibilità di estensione, un millimetro divideva il mio petto da quelle lame. L'avevo scampata.
    Le mie spalle sbatterono contro il cemento di quella stradina, ero come sdraiato sull'asfalto, ma la mia pistola era ancora puntata verso quella bestia. Questa volta non mi sarei fatto sfuggire l'occasione. Premetti il grilletto.

    Punti Vita: 40
    Punti Difesa: 30-(6-1)= 25
    Bonus ai Punti difesa per schivare: +1
    Riduzione del danno: +0

    Colpo armi da fuoco: sparare in direzione del tronco
    Danno: 8
    Punti difesa necessari a schivare: 5
  10. .
    L'uomo prese la parola per raccontarmi un frammento della sua vita. Era strano come poco prima eravamo stati avversari in quella scazzottata ed ora ci stavamo confidando l'uno con l'altro, quasi fossimo due vecchi amici.

    - Beh, anche se non è proprio come puoi pensare, in un certo senso si, posso capire, ma ognuno reagisce a proprio modo.
    Anche i miei genitori morirono per un... incidente... e mi ritrovai da solo, senza nessuno, cioé anche adesso lo sono, ma le cose vanno meglio. -


    I suoi occhi si distolsero da me, come se a prevalere in quel momento fossero i ricordi di una vita passata. Infondo eravamo più simili di quello che pensavo. Due anime sole in una città tanto grande e tanto ostile.
    Le parole dell'uomo, però, erano rassicuranti. Se lui era riuscito a superare la sua perdita, forse anche per me c'era una speranza. Il mio cuore era ora più leggero. La sensazione di sconforto stava lentamente lasciando la presa dal mio cuore per lasciare spazio ad un tiepido calore.

    - Conserva le tue energie, ne avrai bisogno per affrontare ciò che ti aspetta... -

    - Grazie, Ghunter! -

    L'uomo sorrideva, come per tranquillizzarmi, o forse quella era solo la mia impressione, fatto sta che anch'io feci lo stesso per rispondere a quel gesto.
    Improvvisamente un lampo attraversò la mia mente, come se una lampadina mi si fosse accesa in testa: io conoscevo il nome di quell'uomo, ma a mia volta non gli avevo rivelato il mio.

    - Che stupido...Ancora non mi sono presentato...
    Il mio nome è Andy! -


    Forse poteva sembrare una cosa di poco contro, ma in realtà rivelare il proprio nome era molto importante perchè era come un invito per una persona sconosciuto ad entrare nella nostra vita, nella nostra intimità. Ed infondo era contento di aver conosciuto una persona tanto saggia come Ghunter.
    Un secondo lampo mi attraversò gli occhi, ma questa volta arrivava dall'esterno. Più che un lampo era uno scintillio. Infatti un'oggetto metallico era posto affianco all'inserviente. Era una specie di contenitore o di vaso, ma da lì non riuscivo ad osservare pienamente le sue forme.
    Con il dito in direzione dell'oggetto mi rivolsi ancora una volta all'inserviente.

    - Che cos'è quel coso?? -
  11. .
    Da domani fino a sabato non sarò presente...
    Entro oggi però penso comunque di riuscire a rispondere alle role aperte :)
  12. .
    I secondi si susseguivano senza che nessuno dei due accennasse ad aprire la bocca. Solo un forte silenzio rimbombava nella poca distanza che ci divideva.
    A grandi boccate continuavo a buttare giù quel fumo nauseabondo nei miei polmoni. Ci volle poco tempo prima che la nicotina prese ad avere effetto. Riuscivo quasi a sentirla scorrere nelle mie vene fino ad arrivare all'estremità delle mie dita.
    Una volta finita la sigaretta, l'inserviente la lanciò via con un colpo delle dita. Feci lo stesso, più per imitare il suo movimento che per separarmi da quell'oggetto fumante.

    - Io sono Ghunter, mi spiace per... -

    Finalmente il silenzio fu rotto, anche se forse era meglio che lo avessi fatto io al posto suo. Per come si era messa quella situazione, colui che aveva il compito di scusarsi per primo ero io.
    Scossi il capo affermativamente, in modo fargli capire di aver accettato le sue scuse. Bene, era arrivato il mio turno.

    - Sì, scusami per averti coinvolto in tutto questo...Ti ho anche distolto dal tuo lavoro... -

    Con un lieve cenno del capo indicai verso l'uomo, riferendomi alla sua tuta da lavoro. Era probabile che gli inservienti del cimitero ne fedessero di tutti i colori, ma ero quasi sicuro che una cosa così non fosse mai capitata a Ghunter.

    - Sai, oggi è una brutta giornata...Ho da poco perso i miei genitori... -

    Mi fermai alcuni secondi senza sapere bene cosa dire. Tuttavia quella ritrovata lucidità, mi costrinse a continuare il discorso.

    - Forse in un lavoro come il tuo, in cui si ha a che fare con la morte tutti i giorni, tutto questo può sembrare eccessivo, ma questo è stato un duro colpo per me -

    Non ne capivo il motivo, ma confidarmi con l'inserviente mi face sentire leggermente meglio. Forse era questo di cui avevo bisogno, parlare. Per sentirmi un po' meno solo.
  13. .
    Tenevo il passo della donna mentre ci avvicinavamo sempre più alla stradina da cui arrivavano quelle grida. Jason aveva farfugliato qualcosa, ma non riuscii a capire bene che cosa. Ero concentrato solo su quella grida.
    Il vicolo era stretto e buio, tanto da non riuscire a vedere distintamente quello che c'era all'interno, solo una sagoma era visibile. Bastarono pochi passi per identificare quel coso per quello che era, un semplice cassonetto.
    Tuttavia si riusciva a scorgere qualcos'altro. Altre due figure, ma questa volta sembrava che si muovessero. Più i miei occhi si ambientavano all'oscurità, più riuscivo a delineare quelle forme e a distinguere le figure.

    - !!! -

    Una era abominevole, sembrava un animale selvaggio, una sorta di lupo. Si riusciva a intravedere la pelliccia, la fisionomia del muso, ma non poteva essere visto che la sua stazza era sproporzionatamente grande. In tutta la mia vita non avevo mai visto una bestia come quella.
    Sotto quel coso c'era la sua preda, completamente ricoperta di sangue. Il poveretto, però, non aveva ancora esalato il suo ultimo respiro. Con tutte le sue forze provava a svincolarsi e a gridare.
    Anche se i miei occhi avrebbero voluto risparmiarmi quella visione, non potevo. Deglutii mentre mi facevo forza per mettere a fuoco quella scena. Ormai non c'erano più dubbi: la vittima di quel mostro era Chris.

    - CHRIIIS!!!! -

    Di sicuro quella non fu una buona mossa visto che quell'animale si accorse di noi. Con una zampa teneva a terra il ragazzo mentre rivolgeva il muso verso di noi. Ora potevo anche vedere le sue zanne.
    Il mio respiro si fece affannoso mentre il mio cuore prese a galoppare. Come riuscire a fare qualcosa quando l'unica cosa che ti suggerisce il tuo corpo è scappare? No, non potevo lasciarlo lì. Lui non lo avrebbe fatto.
    Con una mano scansai la donna, portandomi alla testa del gruppo. Rapidamente estrassi la pistola rivolgendola verso quella bestia.

    - Lascialo andare subito!! -

    Aspettai solo un secondo e poi il colpo esplose. Il rumore rimbombò per tutto il vicolo, tuttavia nessun proiettile avrebbe raggiunto quel mostro visto che avevo puntato la pistola leggermente più in alto del dovuto. La mia intenzione non era colpirlo, ma spaventarlo al punto tale da farlo scappare.
  14. .
    - Non si preoccupi signorina, sono io l'artefice di quella colonna di fumo. Morivo di freddo, così ho deciso di accendere un fuocherello controllato all'interno di questa casa abbandonata ma poi ho provveduto personalmente alla sua estinzione! -

    La storiella di Jason sembrava credibile, o almeno così doveva essere alle orecchie della donna visto che senza rispondere prese ad avvicinarsi. L'uomo era stato astuto, infondo in un quartiere come quello erano molte le case abbandonate che venivano prese da assalto da chiunque ci passasse vicino.
    Lanciai un'occhiata all'anziano come per avvertirlo di aver preso nota del suo comportamento. Se aveva mentito alla donna come potevo essere sicuro di tutto quello che mi aveva detto in precedenza?
    Dopo pochi attimi tornai a concentrarmi sulla sconosciuta. In una manciata di secondi aveva già raggiunto la nostra posizione, rivelandoci così il suo aspetto completo.
    C'era qualcosa di particolare in lei. I suoi occhi presentavano una strana combinazione di colori: uno era nero e profondo mentre l'altro era azzurro e glaciale. Era come se i suoi occhi lasciassero trasparire una doppia essenza di quella donna.
    Il suo sguardo iniziò ad indagare su di noi e per la seconda volta in quella serata mi trovai ad essere ancora a disagio. Era forse possibile che tutti gli abitanti di quella città fossero così? Abbassai lo sguardo per non incrociare nessuno dei suoi occhi.
    Mentre fissavo il fondo stradale, la donna prese a parlare.

    - Avete per caso incontrato qualcuno? Una donna? Una bambina? -

    Alzai la testa, senza rivolgermi direttamente alla ragazza, ma girandomi in direzione dell'uomo.

    - Io non ho visto nessuno...Tu, Jason? -

    Prima che la conversazione potesse andare avanti, un grido rimbombò per le strade. Era strano perchè era una voce profonda, maschile. I miei occhi si sbarrarono. No, non poteva essere, non volevo crederci.
    Quel suono continuava a ripetersi dentro la mia testa. Che potesse essere...

    - ...Chris?!... -

    Non ebbi il tempo di fare niente che la donna estrasse una pistola puntandola dritto in direzione del vicolo da cui era arrivato l'urlo. La forma aggressiva e spropositata di quell'arma entrava in contrasto con la femminilità della ragazza. Subito la sconosciuta prese ad avvicinarsi verso quella stradina.
    Sentivo le gambe tremare come se fossi stato di fronte ad un mostro, ma non potevo rimanere lì con le mani in mano. Dovevo scoprire se l'autore di quel verso era proprio il mio amico.
    Immediatamente presi a seguire la donna, lasciando che aprisse la strada.
  15. .
    Wow, ma sei bravissima!!
68 replies since 28/5/2011
.