Per proteggere e servire (parte 2)

Quest - Sussurri nel Vento

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  1. GameMaster2
     
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    Continua da qui


    A causa di un percorso non esattamente adatto al passaggio pedonale, a Lawrence occorse più di mezz'ora per raggiungere l'indirizzo indicatogli da DeAngeli. Nel cammino, il non morto poté posare gli occhi su un gran numero di uffici, attività commerciali e anche (più distanti dalla strada) dei bei gruppi di appartamenti, riservati alla quella media borghesia di Dilagon che sarebbe stata in grado di permetterseli. C'era un gran viavai di veicoli, nonostante quella non fosse un ora di punta.
    Il quartiere di Kensington Road, invece, pareva più costruito con l'intenzione di essere un semplice snodo. Ampie strade andavano diramandosi in tutte le direzioni, permettendo al traffico da e per i Quartieri Alti di smistarsi in tutte le altre parti di Dilagon. Le case erano rare e sparse, e quella che stava cercando non faceva eccezione.
    Si trattava di una palazzina che doveva essere multifamiliare, a tre piani. Era divisa in sezioni: ad ogni numero civico corrispondeva un elemento abitativo di tre piani, un appartamento per piano, con annesso un piccolo fazzoletto di terra che avrebbe potuto essere detto giardino. Era un edificio di nuova costruzione, recintato da un muretto poco più alto di un metro e mezzo. La facciata era colorata con un pesca abbastanza anonimo ma che dava al complesso un aspetto relativamente dignitoso. Stretti balconcini abbellivano il fronte del palazzo a tutti e tre i livelli, dando però l'idea che lo spazio all'interno fosse ridotto esattamente come la loro superficie. La struttura doveva essere, anche internamente, abbastanza semplice: dall'ingresso anteriore, costituito da un portone chiuso, andava salendo una scalinata accanto ad un ascensore, che conduceva ai vari piani.
    Leggendo dai campanelli del civico 4, Lawrence poté intuire che l'uomo che stava cercando abitasse al secondo piano. Le serrande delle sue finestre erano chiuse, e dal davanti della casa non parevano esserci modi per entrare se non dalla porta. Anche il cancelletto della recinzione e il portone principale parevano serrati. I civici proseguivano fino all'8, dopodiché le recinzioni seguivano in contorno della costruzione perdendosi lontano dal suo campo visivo.
    Nei dintorni della casa, nel cortile ed alle finestre non pareva esserci nessuno.


     
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  2. LoreElite
     
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    15.50... Pomeriggio... Se ho fortuna sta dormendo.
    Questo fu il pensiero del non morto non appena giunse davanti a casa del testimone.
    Si era sbagliato invece per quanto rigurdava il fatto della sorveglianza della polizia. Sembrava che nessuno si interessasse a quel complesso, e che il quartiere fosse immerso in un innaturale silenzio, interrotto solamente dal rumore delle macchine che passavano.
    Bella roba.... E adesso? L' unico modo è passare dalla porta, ma se devo ucciderlo devo fare in modo che sia un' incidente, quindi mi converrebbe passare dalla finestra, che però è chiusa. Forzandola rischierei solamente di fare del casino inutile.... e non posso suonare al campanello. Non senza sembrare un imbecille almeno.
    Cercò di osservare meglio l' appartamento, cercando di vedere se al numero 4 ci fossero delle finestre le cui serrande non erano state chiuse.
    Se così fosse stato, avrebbe proceduto con il suo piano.
     
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  3. GameMaster2
     
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    Sia al numero 4 che al numero 6 le finestre dei balconcini del primo piano (le cui superfici calpestabili si trovavano a poco meno che due metri sopra il livello del terreno) presentavano le serrande alzate a mezza altezza. I vetri delle portefinestre, tuttavia, parevano chiusi in entrambi i casi dall'interno. Delle tende, poste nella parte interna del vetro, impedirono a Lawrence di gettare uno sguardo all'interno degli appartamenti.

    Ancora, nessun movimento o suono poté intuirsi dalla sua posizione, tranne quelli originati dal moto del traffico alle sue spalle.
     
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  4. LoreElite
     
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    Ebbe la conferma che sperava.
    Primaditutto, si guardò meglio intorno, per saggiare se ci fossero altri possibili osservatori. Inutile dire che non si sarebbe mosso se avesse scorto un possibile spettatore. Aspettò che anche la strada fosse sgombra da macchine per iniziare la sua infiltrazione.
    Cominciò quindi ad arrampicarsi su quel muricciolo aiutandosi con gli appoggi di fortuna che creava il cancello di ferro posto all' entrata del numero 4. Il suo piano era quello di arrivare il più vicino possibile al balconcino del primo piano.
    Una volta arrivato nel punto in cui il muricciolo si univa con il complesso, con una mano sulla facciata di esso e l' altra libera guardò verso l' alto, per puntare il balconcino. Il suo piano era quello di spiccare un salto tale da riuscire ad aggrapparsi ad uno dei balconi e salire. Si sarebbe potuto dare anche una spinta creando un' onda d' urto verso il terreno una volta in salto, ora che ci pensava.
    Fissò ancora il balconcino, e dopo pochi secondi spiccò il salto.
    Devo solo arrivarci... poi la parte difficile è finita...
    Un salto in alto da fermo, teso a raggiungere la massima elevazione possibile. Una volta raggiunta, avrebbe dovuto solo creare un' onda d' urto per darsi una generosa spinta in avanti tale da farlo arrivare almeno ad aggrapparsi a quel balcone. Se il suo salto non fosse stato dell' altezza giusta, allora avrebbe creato un' onda d' urto prima verso il terreno per cercare di darsi più spinta possibile, poi avrebbe proceduto come nel primo caso.
    In tutto questo, c' era solo da sperare che non ci fosse nessuno nei dintorni...
     
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  5. GameMaster2
     
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    La strada era deserta proprio come l'edificio, almeno in apparenza. A quanto sembrava, a quell'ora del giorno quel quartiere non doveva esattamente pullulare di vita.
    I gesti compiuti da Lawrence non furono particolarmente silenziosi, ma servirono al loro scopo. La spinta dal terreno non fu necessaria, in quanto riuscì con facilità ad issarsi fino all'altezza corretta con l'ausilio delle sue sole forze. Per colmare il divario fra il muro e la ringhiera metallica del balcone, invece, fu costretto a convertire la quantità di moto imposta da un'onda d'urto creata ad hoc: con il rumore come di uno schiaffo, l'aria si contorse su se stessa esplodendo come in una bolla invisibile contro il muro, mentre forniva al non morto lo slancio sufficiente per raggiungere il metallo dipinto, un paio di metri più in là.
    Il suo arrivo contro la ringhiera non fu del tutto confortevole, in quanto ad esso seguì un urto piuttosto violento del suo busto contro le strisce di ferro zincato che si ergevano parallele davanti a lui. Ciononostante la sua presa si strinse ferrea sulle grate, permettendogli di restarvi attaccato senza cadere di sotto. In modo non del tutto fluente ma non senza una certa ricercatezza, il mercenario riuscì ad issarsi verso l'alto, ad aggrapparsi al balcone e a reggersi in piedi su quest'ultimo.
    I vetri della portafinestra parevano essere doppi, apparentemente sufficienti per attutire i rumori che aveva creato poco prima. Analogamente, però, non gli davano modo di sentire alcun suono proveniente dall'interno della casa.
    Le tende che impedivano ad occhi estranei di osservare l'interno della casa erano piuttosto sottili, e forse da più vicino sarebbe stato possibile gettare uno sguardo oltre quell'ostacolo.
     
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  6. LoreElite
     
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    Perefetto. Aveva già fatto un bel casino. Sperava soltanto che nessuno avesse aperto le imposte proprio durante quel lasso di tempo, anche se vista la desolazione generale sia della strada che dell' area attorno alle abitazioni a quell' ora del giorno dovevano essere tutti al lavoro, o a dormire.
    Oppure a dormire al lavoro.
    Si massaggìò il busto, che aveva appena urtato contro la ringhiera di ferro del balcone dell' appartamento. Non era stato un bell' atterraggio, no. Ma avrebbe dovuto farlo, prima o poi.
    Appunto mentale: Esercitarsi con i salti a propulsione, una volta finito questo casino.
    Era solito darsi appunti mentali per quasi qualsiasi cosa. Aveva un buon rapporto con se stesso, e aveva scoperto che era molto interessante chiacchierae. Con il suo io, in questo caso. A volte però si trovava in disaccordo, e da lì nascevano situazioni abbastanza comiche.
    Adesso all' eretico non rimaneva che cercare di entrare il più silenziosamente possibile nella casa del suo obbiettivo.
    Tende tirate, doppi vetri.... Una persona che non ama molto essere vista, si potrebbe dire... Almeno spero che non mi abbia sentito da dietro a queste cose.
    Saggiò con le mani la porta, come se volesse coglierne la resistenza. Fece attenzione di avvicinarsi ad essa con la maggiore delicatezza possibile, in modo da ridurre al minimo il rumore che faceva.
    Bene. Proviamoci dunque.
    Cercò di concentrarsi al massimo, per vedere se con la sua magia riusciva a "smuovere" o sbloccare il meccanismo che teneva la porta finestra chiusa. Era solo un tentativo. Non aveva mai provato aare cose simili prima d' ora. D' altroncde, era questo che intendeva per "testare i suoi limiti", ed ora che ne aveva la possibilità non si sarebbe certo tirato indietro.
     
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  7. GameMaster2
     
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    La quiete del quartiere pareva essere rimasta imperturbata, nonostante la non esattamente silenziosa acrobazia del nonmorto. Né dal palazzo né dai suoi immediati dintorni si poterono cogliere movimenti di sorta, almeno per il momento.
    Nessuna reazione giunse direttamente, mentre si avvicinava alla finestra. Al tatto la struttura di legno e vetro appariva piuttosto solida, ma probabilmente nulla che potesse resistere indefinitamente ad un tentativo diretto di manomissione.

    Attraverso la semplice forza mentale, Lawrence impose una diffusa vibrazione su tutta la parte centrale della serratura, che andò amplificandosi in modo sempre più preoccupante. Tutti i vetri della portafinestra iniziarono a tintinnare come cristalli ad un passo dalla rottura, mentre violenti tremiti li tendevano al limitare della loro scarsa elasticità.
    Proprio quando sembrava che il materiale trasparente fosse pronto a collassare su se stesso, con un sonoro schiocco il legno attorno alla serratura interna cedette di schianto. Il meccanismo che contornava la maniglia (fino a poco prima inchiodato alla struttura del serramento) era rimasto appeso al legno soltanto grazie ad un tirante metallico: soltanto la parte sinistra restava ferma nella sua posizione, probabilmente ancorata al pavimento ed al soffitto. Il lato destro della portafinestra ora era aperto: le ultime vibrazioni andarono scaricandosi rapidamente, mentre dall'interno dell'appartamento (non più isolato acusticamente) si diffusero alcune note provenienti da un apparecchio sonoro di bassa qualità, forse una radio.
    Mentre Lawrence osservava il soggiorno piuttosto ampio fino a poco prima nascosto dalle tende (nel quale avevano posto due divanetti piuttosto graziosi ed una lunga libreria in legno), il non morto poté udire quelli che sembravano dei passi provenienti da un'altra stanza, sebbene per colpa della musica non gli fu chiaro in che direzione stessero dirigendosi.


    Con il potere KI non ti posso concedere azioni mentali troppo "di precisione"...se avessi telecinesi sarebbe un altro discorso ;)


     
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  8. LoreElite
     
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    A quanto pare ce l' aveva fatta. Con uno schianto, era riuscito ad aprire malamente quella porta finestra.
    Strano forte!
    Disse, guardandosi le mani come incredulo del suo potenziale.
    Sicuramente quella cosa gli sarebbe stata molto utile in futuro.
    Ora,però il problema era fare il resto del lavoro il più silenziosamente possibile.
    L' interno della casa non era affatto trascurato. Divani, librerie... anche se non potè soffermarsi a lungo a guardare quello che poteva sembrare il salottopotè constatare che anche gli appartamenti più "umili" di quella zona della cittàerano ben tenuti e dovevano di conseguenza costare parecchio. Brutta notizia per le sue aspettative, visto che un giorno gli sarebbe piaciuto andare ad abitare nei Quartieri Alti.
    Un rumore come di una radio sembrò pervadere debolmente l' aria non appena la porta finestra si aprì. Una musica non bene identificabile, anche perchè non ebbe il tempo di prestare attenzione a riconoscere che melodia fosse. Un altro rumore, di sottofondo rispetto alla musica, aveva allertato il non morto.
    Passi? Oh, CAZZO!
    Quando si dice la sfiga.
    Vuoi vedere che ho svegliato il tizio nello sfondare la porta?
    Sentì chiaramente l' aria che si insinuava nel naso farsi terribilmente più fredda e i muscoli del corpo tendersi come corde di violino.
    Un attimo di esitazione, poi dalla sua posizione accucciata sarebbe velocemente scattato verso il bordo del terrazzo con l' intento di aggrapparsi a uno degli spigoli, in modo da nascondersi alla visuale di un qualsiasi osservatore che sarebbe potuto sbucare da quell' entrata.
    Ci sarebbe rimasto pochi minuti, il tempo necessario per capire se qualcuno fosse venuto fino sul terrazzo o meno. Cercava inoltre di controllare se il rumore di passi si avvicinava o si allontanava da quella posizione. Per questo faceva completamente affidamento sul suo udito, che da quando era morto sembrava essersi sviluppato di molto.
     
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  9. GameMaster2
     
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    Il non morto scattò rapido e senza far rumore al di là della ringhiera, aggrappandosi appena fuori vista. Il suono dei passi giunse fino a poco lontano dalla finestra (chiunque si stesse muovendo, si era fermato prima di uscire sul balcone), e subito dopo un "Ma cosa caspita...!" si diffuse fino a dov'era Lawrence. Pareva la voce -piuttosto incerta- di una donna.

    Dopo pochi secondi, il mercenario riuscì a sentire i passi della sconosciuta rientrare nella stanza, afferrare qualcosa e fermarsi là dov'era. Se avesse lanciato un fugace sguardo all'interno della stanza, Law avrebbe potuto osservare alle spalle una donna in apparenza piuttosto giovane. La presenza era voltata verso il muro e impegnata con entrambe le mani a manipolare -non senza una certa apprensione- un oggetto che a causa del corpo della donna non saebbe riuscito a vedere. Dalla sua posizione non poteva esserne certo, ma seppur con difficoltà parve al non morto di udire i suoni: forse, dei tasti di un telefono che vengono premuti in rapida successione...


    Ricorda che il bersaglio di Law vive al secondo piano. Non sono sicuro a cosa ti riferissi con quel "il tizio" :lol:
     
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  10. LoreElite
     
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    Adesso devo solo aspettare che.....
    I passi si fecero sempre più vicini, e sembrarono fermarsi davanti alla porta finestra.
    Bene, adesso vattene.....
    Rabbrividì quando sentì una voce femminile.
    NO! CHE COSA......
    CITAZIONE
    SECONDO piano

    Questo pensiero gli balenò in testa non appena cercò di capire che stesse succedendo.
    Si trovava al PRIMO piando di una palazzina che ne aveva due, e il suo obbiettivo era proprio al secondo. Ovvero dove NON era lui.
    Si sarebbe stampato il palmo della mano sulla fronte, quando sentì infine un rumore come quello di un numero telefonico che veniva composto.
    Cercò di sbirciare cosa stesse succedendo.
    Una donna, di spalle, stava probabilmente componendo da un telefono fisso un numero telefonico.
    La peggiore delle disgrazie, insomma. Rapido, rapido. Pensa!
    L' azione gli venne praticamente spontanea.
    Cercò di rialzarsi il più velocemente possibile, per cercare di arrivare dove era prima. Una volta raggiunta la posizione che aveva prima di buttarsi dal terrazzo, cercando di fare il minor rumore possibile si sarebbe avvicinato con velocità alla donna, assestandogli un colpo alla nuca, per farla svenire. Sperava solo di non essere scoperto.
     
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  11. GameMaster2
     
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    XD la palazzina è di tre piani (piano terra, primo e secondo). Comunque sì, il tuo uomo vive al secondo *ridacchia*


    Il movimento del non morto fu rapido, e abbastanza silenzioso da non far voltare di scatto la donna. Giungendo trafelato alle sue spalle, riuscì a colpirla alla nuca con forza sufficiente da farla crollare a terra, lasciando andare il cordless che stava utilizzando. L'oggetto si ruppe al suolo, infrangendosi in tutte le sue componenti e senza che l'uomo potesse capire se la chiamata fosse partita, oppure no. Nell'appartamento, dopo quel rumore, non si mosse nulla: sembrava che la donna (che probabilmente era soltanto un'addetta alle pulizie, a giudicare dall'abbigliamento) fosse sola in casa.
    L'impressione che gli fece la stanza dall'interno fu ancora migliore di quella di poco prima: la libreria (che sembrava composta di vero noce) conteneva libri anche di una certa epoca, probabilmente non tutti privi di valore. Sul lato della portafinestra, contro il muro, prendeva posto un televisore non nuovissimo, ma comunque di buona marca. Diversi quadri con paesaggi naturali addobbavano i muri dipinti di un rilassante color crema molto tenue, intervallati di tanto in tanto da qualche portafoto.
     
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  12. LoreElite
     
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    Perfetto... sono entrato... sono entrato....
    Diede un rapido sguardo all' appartamento, che per lui consisteva in un lusso quasi irraggiungibile.
    Da tempo si era abituato a vivere in case abbandonate, e quel caldo appartamento gli faceva venire una gran voglia di accasciarsi sul divano e mettersi a guardare la televisione, oppure provare nuovamente l' ebbrezza di chiudere gli occhi con sotto alla testa qualcosa di comodo.
    Lasciò perdere quelle sue fantasticherie, osservando meglio la scena. Dalla porta finestra rottaspirava una brezza fredda, che Law riusciva ad avvertire grazie ad una certa difficoltà che aveva nel muovere le dita.
    Cristo, devo comprarmi dei vestiti nuovi, un giorno o l' altro.
    Cosa che non sarebbe successa prima di aver acquistato un appartamento con tanto di armadio in cui metterli.
    Ad ogni modo, tirò fuori dalla tasca il portafogli, dal quale estrasse una banconota da cinquanta. La mise con cura accanto al corpo inerme della donna delle pulizie. Cercando poi di fare meno rumore possibile, Cercò la porta d' ingresso dell' appartamento, per uscire da lì e dirigersi al secondo piano, dove era situato il suo obbiettivo. La cosa che forse complicava il tutto era il modo di porsi che avrebbe usato per convincere il tizio a farlo entrare in casa. Successivamente avrebbe agito allo stesso modo nel quale aveva agito con la donna delle pulizie, ma avrebbe dovuto prima cercare di farlo voltare. Insomma, si trovava nuovamente in una situazione apparentemente disperata.
    Ma forse sapeva come avrebbe dovuto agire. Mentre camminava per quell' appartamento in cerca dell' ingresso, che per lui sarebbe stata l' uscita, cominciò a delinarsi nella mente una sorta di piano d' azione. Sperava solo che avrebbe funzionato.
     
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  13. GameMaster2
     
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    La strada da un pianerottolo all'altro era sgombra, soltanto un deserto insieme di scalini e porte chiuse. Il silenzio presente prima dell'arrivo di Lawrence pareva essere rimasto immutato, come se effettivamente nessuno si fosse accorto della sua presenza.
    In pochi minuti, l'eretico giunse di fronte al campanello che recava il cognome Verner. Sorprendentemente, la porta dell'appartamento era socchiusa, e facendo molta attenzione il non morto avrebbe potuto sentire dei suoni provenire dall'interno. Si trattava del rapido sbattere di legno contro legno, come di qualcuno che fosse impegnato ad aprire e chiudere cassetti ed armadi con un ritmo piuttosto sostenuto.

     
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  14. LoreElite
     
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    Senza problemi riuscì a trovare l' uscita da quell' appartamento, che era tornato silenzioso come una tomba.
    Ricordi dell' obitorio gli riaffiorarono alla mente, ricordandogli persono l' odore quasi oungente di quell' ambiente asettico, le pareti completamente bianche in quelle stanze poco illuminate.... e tutti quei bisturi lucenti sparsi in ogni dove..... Scosse la testa, ritornando per l' ennesima volta alla realtà.
    Uscì, salendo le scale con calma, per cercare di produrre meno rumore possibile. Quando finalmente arrivò al piano desiderato, trovò che la porta di quell' appartamento era socchiusa.
    Controllò il nome sul campanello.
    Verner.
    Bingo!
    Pensò, sogghignando.
    Dall' interno dell' appartamento sembrava provenire un rumore come di sbattere di cassetti... insomma un discreto trambusto.
    Trambusto che avrebbe coperto la sua più che silenziosa irruzione in casa Verner.
    Sbuffò, come per concentrarsi a fondo e preparare il suo corpo al più impegnativo degli sforzi. Con cautela appoggiò la mano sulla porta di ingresso, intenzionato ad accompagnarla con la mano quel tanto che bastva per farlo entrare. Successivamente si sarebbe curato di socchiudere nuovamente la porta, e di trovare un nascondiglio. Con movimenti successivi da un nascondiglio improvvisato all' altro, poi, si sarebbe fatto strada all' interno dell' appartamento, cercando di carpire quante più informazioni possibili sia dall' arredamento sia del rumore che causava Verner sia da qualche sua eventuale parola.
     
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  15. GameMaster2
     
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    Il non morto entrò con facilità all'interno dell'appartamento, dato che i rumori di fondo ne coprirono agevolmente i passi. L'abitazione era abbastanza spaziosa e luminosa, con un piccolo corridoio che svoltava a destra quasi immediatamente (trasformandosi in un gradevole living con angolo cottura) ed a sinistra dopo poco, con due porte simili poste una accanto all'altra. L'arredamento (perlopiù a base di un legno dal colore chiaro) contribuiva a rendere l'idea di un luogo accogliente, piacevole. Parecchi soprammobili di creata e vasellami vari erano sparsi su mensole e ripiani, tutti piccoli oggetti dai contorni variopinti e che parevano provenire da diverse zone del mondo
    Era da dietro alla seconda porta, che Lawrence avrebbe potuto individuare la fonte del rumore. Da quella breve distanza, pareva ovvio che qualcuno si fosse messo a frugare frettolosamente tra i cassetti, come se fosse impegnato a cercare qualcosa. Una sinfonia di sbuffi ed imprecazioni poteva giungere soffusamente ma in modo inequivocabile alle orecchie del non morto, ora decisamente prossimo al suo bersaglio.

    Troppo in fretta perché potesse reagire preventivamente in qualche modo, la porta si aprì e ne uscì un uomo. Non appena il suo sguardo notò la presenza estranea, un'eccesso d'ira lo portò a lasciarsi sfuggire un improperio, mentre il palmare che stava tenendo in mano scivolava alla sua presa. Il figuro portò frettolosamente la mano alla cintola, dove era alloggiata una pistola in una fondina di cuoio nero.
    Il nuovo arrivato portava capelli biondi lunghi una spanna, ed aveva un volto smunto, scavato, molto pallido. Sotto agli occhi grigi due profonde borse segnavano il suo sguardo; per il resto, il suo abbigliamento non aveva proprio nulla di speciale. Quell'uomo, poco ma sicuro, avrebbe potuto essere chiunque.

    Tranne, chiaramente, quello che Lawrence era stato inviato a cercare.
     
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37 replies since 23/11/2011, 11:23   270 views
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