Un odioso strisciare (parte 2)

Quest - Sussurri nel Vento

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  1. GameMaster2
     
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    All'uomo occorsero ben più di trenta minuti per raggiungere la sua destinazione. Forse in linea retta la stima temporale fatta da Eric avrebbe potuto essere accurata, ma fra tutte le minuscole viuzze che caratterizzavano il quartiere di Streets gli occorse parecchio tempo soltanto per evitare di smarrirsi, nonostante le mappe che aveva modo di consultare sul palmare e l'eventuale contatto telefonico con il suo collega.
    La zona dov'era approvata era costituita da un dedalo di vicoli, strade e slarghi che continuavano ad intersecarsi fra più livelli, creando un groviglio di cui lo stesso significato sfuggiva a chiunque l'avesse osservato. Di rado, qualche solitario veicolo attraversava un tratto di asfalto scomparendo subito alla sua vista, quasi una spettrale apparizione in un oceano fatto di silenzio e solitudine.
    Come aveva descritto Eric, al limitare estremo di Streets fu facile individuare il fabbricato, alla fine di una via poco illuminata che conduceva praticamente solo al vecchio edificio.
    Rispetto alla foto che il tecnico gli aveva mostrato, in ogni modo, l'edificio non aveva alcunché di gradevole. Alti muri color cemento consumato dall'umidità erano ricoperti da rifiuti, graffiti e non poche carcasse di veicolo. Tutto attorno all'ex fabbrica si alzava una rete perimetrale sormontata da del filo spinato, che nonostante circondasse l'intero perimetro della zona non sembrava essere messa un granché bene.
    Data l'ora del giorno, nessuna luce si poteva intuire dall'interno, ma l'edificio doveva svilupparsi anche sottoterra, a giudicare dai lucernari che spuntavano regolari ad altezza piedi, a cinque metri da lui oltre la recinzione.
    Di fronte all'uomo si ergeva un grosso cancello metallico, chiuso da ben quattro catene di diverse dimensioni e anch'esso sormontato dal filo spinato. Dalla posizione dell'uomo, non sembravano esserci modi per entrare che non coinvolgessero il farsi squarciare (quantomeno gli abiti) dalle fitte volute di metallo affilato che si sviluppavano sopra la sua testa.
    "Sei già riuscito ad entrare? Grande! Credevo che avresti incontrato una sorta di sbarramento...meglio così!", gli rispose Eric con entusiasmo, che non poteva vedere la situazione effettiva che stava parandosi davanti al mercenario.
     
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    L'uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta egli non è più un uomo, ma un'arancia meccanica.

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    "Cazzo."
    Una sola parola attraversò la sensibilissima e affilatissima psiche del giovane mercenario.
    Una parola che redeva perfettamente la sua situazione.
    A quanto pareva, Eric aveva avuto ragione.
    Aveva pensato che avrebbe incontrato uno sbarramento, un ostacolo da superare prima di entrare alll'interno della fabbrica in cui avrebbe affrontato il gruppo di hacker noti come "Creeper".
    E aveva avuto ragione.
    Scavalcare il cancello era pericoloso, oltre che molto difficile.
    Si rivolse quindi al suo interlocutore che, seduto comodamente davanti al suo pc, non poteva sapere che cosa Nick si trovasse ad affrontare:


    "Emh... Avevi ragione amico.
    C'è un fottuto cancello, chiuso con quattro serrature e circondato dal filo spinato.
    Non sarà così facile entrare...


    Una strana idea gli balenò nella mente e nonostante metterla in atto potesse significare l'addio all'effetto sorpresa, il giovane ventenne lo fece.
    Afferrò saldamente la pistola che riposava nella fondina e la fece scattare in mano.
    Chiuse un occhio e prese la mira verso il primo dei quattro chiavistelli.
    Trattenne il respiro per circa tre secondi, prima di tirare il grilletto.
    Lo sparo squarciò il silenzio della zona in cui si trovava la fabbrica.
    Forse il proiettile avrebbe fatto saltare la serratura e, in tal caso, gli sarebbe bastato ripetere l'operazione per potersi infilare facilmente alll'interno della struttura.
     
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  3. GameMaster2
     
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    Dopo le parole dell'uomo, durante la breve pausa di silenzio che era andata creandosi, Eric tornò a parlare col suo tono professionale mentre Nicholas poteva chiaramente udire le sue dita battere rapide sui tasti della sua tastiera.
    "Non c'è problema: credo di aver trovato un percorso secondario, dalle fogne direttamente verso..."
    Le parole del tecnico furono interrotte bruscamente quando il mercenario sparò contro la recinzione, mirando al primo dei quattro lucchetti. Come previsto, il piccolo blocco metallico cedette all'urto del proiettile, facendo scivolare a terra la catena con un sonoro tonfo che stonò nel riverberarsi acuto dello sparo.
    "Diavolo, diavolo!" sentì gridare all'orecchio da parte del suo collega, la cui voce tradiva la preoccupazione dovuta a quell'esplosione improvvisa.
    "Nicholas! Che è successo?" chiese concitatamente, senza riuscire a mascherare un notevole livello di apprensione.
    Due delle altre tre serrature sembravano della stessa forza della prima. L'ultima presentava una catena ed un lucchetto di dimensioni e spessore decisamente maggiori, e sarebbe stato difficile dire a priori se un semplice colpo di pistola si sarebbe potuto rivelare sufficiente a demolirne la robustezza.
    Per il momento, il rumore provocato dalla pallottola non aveva risvegliato alcun movimento, né dentro né all'esterno dell'edificio. Dal punto di vista del mercenario, lo scenario non era cambiato di una virgola.
     
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    La calma apparente che era seguita a quegli spari ben presto si concretizzò nell'allarmismo di Eric, che sentendo gli spari aveva subito pensato al peggio. Erano stati scoperti prima di iniziare?!
    Sparare così apertamente accendendo praticamente dei riflettori sulla sua presenza non era di certo stata una buona mossa. Quello che Eric riuscì a sentire dagli auricolari era una folle corsa e altri spari.
    Nicolas non rispondeva, probabilmente era preso da altro, o forse il suo microfono non funzionava bene. Fatto stava che sembrava che corresse a perdifiato, mentre degli spari si sentivano sempre più in lontananza.
    Ancora qualche minuto, poi il contatto con il telefono andò perso. Alcuni colleghi di Eric ritrovarono il cellulare e il fascicolo affidati a Nicolas qualche centinaio di metri lontano dal luogo dell'operazione, in un vicolo.
    Del giovane nessuna traccia...
     
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3 replies since 30/11/2011, 19:26   63 views
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