VIADISCAMPO.dat: file not found (parte 1.1)

Quest - Sussurri nel Vento

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  1. GameMaster2
     
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    Prosegue da qui


    Le luci dei grattacieli delle tre più grosse banche di Dilagon rischiaravano a giorno ampi tratti di cielo plumbeo, con fari potenti come piccoli soli. Vista dal livello dell'asfalto, l'ormai trascorso tramonto pareva perdurare indefinitivamente, mentre i quartieri alti restavano avvolti in un artificiale crepuscolo che non sembrava intenzionato a volersi concludere. Tutt'attorno, una frenetica e febbrile attività continuava imperterrita, affatto impressionata dal (seppur attutito dalla massiccia dose di luce) calare delle tenebre. Sebbene il traffico veicolare stesse decisamente riducendosi, un fitto viavai di passanti dai vestiti di marca si accalcava sui marciapiedi, come se quella fosse l'ora di punta. Quella gente era là quasi a voler sottolineare che nemmeno la notte, sarebbe stata in grado di porre freno all'instancabile bramosia di ricchezza che infestava la città come un cancro.
    Davanti agli occhi di Jesper s'innalzava una torre segmentata e rifrangente, sulla cui facciata compariva (serigrafato subolamente su ognuno dei vetri delle sue finestre) una coppia di serpi impegnati ad avvolgersi attorno a quello che ricordava un bastone alato. Subito sotto, il nome Globodal compariva effimero tra i riflessi delle vetrate, appena visibile eppure abbastanza riconoscibile, da non poter essere in alcun modo equivocato. La torre della corporazione era sede di uffici e consigli d'amministrazione: all'interno dei settantotto piani del palazzo, non si sarebbero potuti trovare laboratori, centri di ricerca o simili. Ma probabilmente non era questo, che il giovane mercenario stava cercando.
    Entrando dall'ingresso principale, Jesper si trovò davanti un'ampia hall ben illuminata, dove larghi scalini di sintomarmo bianco conducevano gradatamente ad un elegante postazione circolare, composta dello stesso materiale. Due scalinate si sviluppavano attorno ad un'artefatta cascata a sbalzi di forma oblunga, all'interno della quale scorreva dell'acqua pulitissima verso il basso, senza produrre alcuno sciabordio. All'interno della coreografica fontana, esplodeva un rigoglio di piante e fiori ormai estinti da secoli, e che non avrebbero potuto esistere senza ampi interventi di ricostruzione genomica. All'interno della forma geometrica adibita ad ufficio, tre addetti gradevolmente vestiti erano impegnati a battere sulle tastiere trasparenti di pc portatili ipercompatti, a rispondere a telefonate e ad indirizzare gli ospiti della loro compagnia. Poco più avanti, sei ascensori dall'aspetto lussuoso attendevano di mettersi in movimento, comandati da altrettanti elegantissimi operatori ritti impettiti al loro interno. Ai lati dell'ingresso, davanti alle porte degli elevatori ed anche a fianco della postazione circolare centrale, coppie di guardie in giacca e cravatta osservavano attente le movenze di qualsiasi nuovo arrivato, con espressione nel contempo rilassata e pronta a scattare. La forma delle loro braccia e delle loro gambe (nonostante fossero schermate dai vestiti scuri) era lievemente deformata alle estremità, come se presentassero degli improvvisi restringimenti che non avrebbero dovuto esserci. Probabilmente, quegli arti erano stati internamente potenziati con impianti di neofibrina sintetica, capace di raddoppiare (almeno potenzialmente) la potenza muscolare di chiunque ne facesse uso.

    Se si fosse spinto fino al circolo centrale (che fungeva da punto d'accoglienza), Jesper sarebbe stato salutato dal cordiale saluto di uno dei tre operatori, che rivolse immediatamente l'attenzione al nuovo arrivato. Il ragazzo doveva avere circa venticinque anni, aveva tratti fini e delicati (troppo, per non far pensare ad alcuni interventi correttivi dei lineamenti) e due occhi azzurrissimi chiaramente sintetici. Apostrofò il mercenario con un "Benvenuto alla Globodal! Il mio nome è Romunuald. In che cosa posso esserle utile?", che trasudava disponibilità e professionale compostezza.


    Edited by GameMaster2 - 16/7/2012, 10:22
     
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  2. tsarun1
     
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    Tsk! Quale spudorata manifestazione di potere! fu il primo pensiero che attraversò la mente di Jesper appena varcata la soglia del grattacielo. Ma daltronde non poteva essere altrimenti, tenendo conto del potere e della ricchezza che la società possedeva..

    Per l' occasione non indossava i suoi soliti abiti, che sarebbero risultati del tutto inappropriati dovendosi rapportare a persone di un certo 'stile', ma per l' occasione aveva noleggiato un classico abito da ufficio nero, inoltre teneva i capelli legati a coda, non potendo fare molto per nasconderli. Diede un occhiata veloce in giro procedendo diritto, ammirando la fontana e l' architettura pregevole di tutta la stanza per poi avvicinarsi all' aiuola verdeggiante, ricca di fiori stravaganti per annusarne il profumo.

    Ma questa è una Silene Stenophylla?! Come mai è qui? sobbalzò dentro di se nell ammirare fra i tanti, dei piccoli boccioli bianchi appartenenti a una pianta considerata estinta.

    Ma le stranezze erano solo all' inizio..
    Ricevuto il benvenuto da uno degli inservienti seduti in postazione, Jesper non poteva far altro che avvicinarsi per non risultare sospetto. Avanzava con naturalezza, fingendo di essere abituato a un ambiente preciso e rigido come quello e intanto proseguiva a ispezionare con lo sguardo tutt intorno. Come si aspettava, il numero di guardie era eccessivo, inoltre ciascuna pareva avere delle deformazioni fisiche che non preannunciavano nulla di buono.
    Eppure per un attimo ci aveva sperato lui, ad entrare e mettersi a colpire chiunque gli fosse capitato a tiro, sarebbe stato di certo piu nel suo stile raggiungere l'obbiettivo lasciandosi dietro una scia di cadaveri, ma non poteva di certo agire secondo le sue fantasie contro una corporazione come quella..

    Raggiunto lo sportello del ragazzo che gli aveva gentilmente porto il suo invito, sopra la piattaforma circolare in marmo, Jesper passò a formulare la sua richiesta nel modo piu formale possibile.

    Salve Romunuald, sono qui in veste di informatore e avrei delle importanti questioni da discutere con il direttore amministrativo di Dilagon City, perciò mi chiedevo se fosse possibile ottenere un appuntamento al piu presto.. esplicò lui con tono sicuro e rilassato.

    L' aspetto del giovane era un altra cosa sospetta, lineamenti troppo perfetti e occhi dal colore troppo vivido.. sembrava quasi una bambola..
     
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  3. GameMaster2
     
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    Il giovane osservò educatamente l'aspetto di Jesper, sorridendo nel giudicarlo idoneo a trovarsi in un posto simile.
    "Innanzitutto, vorrei ringraziarla per essersi rivolto al nostro gruppo" esclamò il giovane, con quella che doveva essere una sorta di risposta preimpostata nei confronti dei collaboratori esterni all'azienda.
    "Come capirà, la lista d'attesa per incontrare il nostro direttore amministrativo è ragionevolmente lunga. Dunque, sarò lieto di fissarle un incontro il prima possibile: vale a dire..." s'interruppe, osservando il monitor del sottilissimo computer dopo aver mosso rapidamente le dita sulla tastiera semitrasparente con movenze agili ed esperte.
    "...fra tre settimane, giovedì mattina, alle 10 e mezza. In alternativa, potrei posticipare per il mese prossimo" propose, facendo ampio sfoggio di una disponibile cordialità e lanciando adorabili sguardi con gli occhi di quell'azzurro improbabile.
    Lì accanto, gli altri due addetti sembravano destreggiarsi abilmente fra i telefoni ed i terminali, non fermando un solo istante la loro instancabile attività di smistamento di telefonate ed email. Tutto attorno, le guardie continuavano tranquille i loro giri di ronda, senza sostare mai a troppa distanza da nessuno degli angoli dell'ampia hall in quella che -solo apparentemente- poteva sembrare una calma passiva. Se fosse successo qualcosa, i loro sguardi attenti suggerivano che sarebbero loro occorsi meno di dieci secondi, per intervenire direttamente come da regolamento. Vale a dire, facendo piovere non meno di due paia di braccia potenziate addosso a chiunque si fosse fatto passare per la testa di combinare qualcosa di eccessivamente stupido.
     
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  4. tsarun1
     
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    Certamente Jesper si aspettava una risposta del genere ma non immaginava che i tempi di attesa potessero essere tanto lunghi. Entro due giorni al massimo doveva riuscire a mettersi in contatto col direttore generale se voleva sperare di portare a termine il suo piano.
    Per un istante pensò di poter fargli arrivare il messaggio via lettera o telematica, ma probabilmente, sè l' avesse mai letto, non sarebbe stato di certo in tempo.

    Ah si, certo.. capisco..deve essere un uomo estremamente impegnato! Ma mi dica, non ci sarebbe proprio alcun modo di contattarlo? Anche da qui mi va benissimo.. sà è davvero una questione urgente.. se si puo, vorrei comunicargli una sola frase, penso basti a convincerlo ad incontrarmi.. propose lui, sperando in una risposta affermativa.. se con quella telefonata gli avesse rivelato di essere a conoscenza dei laboratori di ricerca e dei campioni a cui probabili nemici della Globodal puntavano, magari sarebbe riuscito a parlargli..
     
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  5. GameMaster2
     
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    Il giovane sorrise comprensivo a Jesper, mostrando una cordialità tanto intensa quanto artefatta.
    "Capisco le sue necessità. Purtroppo, non mi è possibile aprire una linea direttamente con l'amministrazione centrale. Purtuttavia, la posso mettere in comunicazione con il segretario della sezione Risorse Umane: lui raccoglierà il suo messaggio, ne valuterà l'urgenza e sarà in grado di prendere tutte le misure che riterrà adatte per trattare il suo caso." propose il giovane, con la facilità di qualcuno che ha già compiuto un'operazione simile altre centinaia di volte.
    Se Jesper si fosse mostrato d'accordo, l'operatore avrebbe premuto rapidamente una sequenza sulla tastiera, con movenze rapide ed esperte, sorridendo cortese. Scivolando fuori dallo stesso piano di sintomarmo, un sottilissimo monitor semitrasparente si frappose fra Jesper ed il giovane, accendendosi di un'amichevole luce azzurrina. Nel giro di una decina di secondi, sullo schermo apparve il volto di un uomo sulla quarantina, dalla barba castana puntellata di grigio.
    "Un collaboratore esterno vorrebbe comunicare un messaggio importante" introdusse il giovane, immergendosi subito dopo in altri compiti, come a distogliere educatamente la propria attenzione dalla conversazione che stava per avere luogo.
    "Salve. Mi dica" pronunciò piatto quest'ultimo, con una cortesia decisamente più ridotta rispetto a quella dell'operatore. Si dispose in attesa, con un'espressione inintelligibile stampata negli occhi scuri.
     
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  6. tsarun1
     
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    Piu tempo restava ad osservare Romunald da vicino, piu Jesper aveva la sensazione di essere l' unico essere umano in quella hall, tanto che perfino quel nome gli pareva fittizio. La cosa però non era rilevante al momento, finalmente aveva ottenuto un qualche contatto superiore anche se forse avrebbe gradito un po piu di riservatezza. Ora doveva misurare bene le parole per risultare convincente senza insospettire quelli che gli stavano intorno. Non sarebbe stato molto intelligente rivelare apertamente certe informazioni in un luogo pubblico senza che ve ne fosse la necessità, per cui pensò di mascherare cio che aveva da dire con parole in codice.

    Salve! Il mio nome è Jesper, e sono qui perchè ho delle informazioni che forse il direttore generale potrebbe ritenere interessanti.. Sono a conoscenza.. della tana in cui.. l' Idra riposa.. e a breve Ercole ha intenzione di compiere la seconda delle sue fatiche.. Disse all' uomo nel monitor, calcando la voce su quelle parole che potevano suggerirgli il messaggio reale.

    Jesper sperava che quel tizio fosse abbastanza in alto da essere a conoscenza delle faccende della Maas e sperava che conoscesse un minimo di mitologia greca per riuscire a leggere tra le righe.
    In realtà aveva usato la parola Idra, per collegarsi alla droga con lo stesso nome che recentemente si stava diffondendo a Dilagon. Era piu che altro un azzardo nominarla, dando per scontato che la Globodal ne fosse responsabile, e magari il campione che fra tre giorni avrebbe dovuto rubare era proprio quello.
    In ogni caso, se non fosse stato compreso, Jesper si preparava gia a parlare chiaramente..
     
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  7. GameMaster2
     
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    "Che...cosa?" domandò l'interlocutore di Jesper, confuso e piuttosto seccato. Pareva che le parole del giovane non avessero avuto alcun effetto sull'altro, se non irritarlo leggermente. Osservandolo meglio, il giovane poté cogliere altri dettagli dell'altrui volto: il naso leggermente arcuato, le sopracciglia folte e degli stessi due colori della barba.
    "Parli pure apertamente, Jesper, e mi dica per quale ragione mi ha fatto chiamare" disse l'uomo, col tono infastidito di qualcuno che non avrebbe accettato un'altra risposta vaga.
     
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  8. tsarun1
     
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    Evidentemente Jesper aveva sbagliato approccio, oppure semplicemente i suoi sospetti erano infondati.. in ogni caso non gli restava piu molto da fare, se non parlare apertamente, in barba a tutto il resto.

    Mi perdoni.. sarò franco, volevo solo avere l' opportunità di riferire agli amministratori del centro di ricerca e sviluppo denominato Maas Biolab, che una società segreta intende rubare i campioni conservati nel vecchio deposito della Kraft-Aramco.. si interruppe, in attesa di una risposta o qualche segnale di interesse da parte dell' uomo al di la dello schermo.

    ...se vi interessano i dettagli, potremmo avere un incontro privato e provare a trovare un accordo.. aggiunse poi.

     
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  9. GameMaster2
     
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    "Ma si può sapere di cosa diavolo sta parlando?" domandò l'uomo, oramai visibilmente spazientito, dopo aver verificato qualcosa su quello che doveva essere un computer, al di fuori del campo visivo della telecamera.
    "Quell'edificio non appartiene alla nostra società...e, da quanto ne so, è poco più di un vecchio rudere abbandonato." aggiunse, stringendo gli occhi infastidito come a voler saggiare (solo con lo sguardo) le vere intenzioni di Jesper. Dietro allo schermo semitrasparente, l'addetto era sempre impegnato ad occuparsi d'altro, in apparenza senza prestare la minima attenzione alla loro conversazione.
    "Il suo tentativo di farmi perdere del tempo sta decisamente andato a buon fine. Non credo che nemmeno lei abbia del tutto ben chiare in mente le informazioni che dovrebbe essere qui a fornire." sentenziò, con il tono di chi ha tutta l'intenzione di troncare una conversazione. Tuttavia, pareva fosse ancora disposto a lasciar replicare Jesper, un'ultima volta.


    Il magazzino Kraft-Aramco è il punto d'incontro della squadra reclutata per portare a termine l'assalto...non la sede del laboratorio sperimentale!
     
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  10. tsarun1
     
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    Jesper abbassò per un attimo lo sguardo, digrignando i denti dalla rabbia.

    "Non è quella la sede del laboratorio?! Allora che senso ha incontrarsi li, dannazione!" pensò in quel momento, irritato per la gaffe, ma subito si ricompose sforzandosi di non far trapelare alcuna emozione superflua.

    Cominciava a sentirsi a disagio nell' avere a che fare con certa gente, odiava essere guardato dall alto in basso o trattato come una nullità. La tentazione di andare via si faceva sempre più forte, ma non poteva ancora farlo, doveva provarci, doveva insistere almeno un altra volta. Non gli importava del denaro o della sicurezza di un lavoro piu 'pulito' li dentro, non gli importava di dover obbedire agli ordini di uomini pomposi in giacca e cravatta che nulla sapevano della vita reale oltre i quartieri alti, e non aveva nemmeno nulla di personale verso quei futuri compagni che stava per tradire.. Il suo obbiettivo, quello a cui mirava, lo scopo della sua stessa vita era unicamente legato ad Alissa e servendosi delle tecnologie di quella compagnia forse avrebbe potuto avere una speranza per riportarla in vita.
    Ora come ora non vedeva altro modo per entrarne a far parte, per cui prese un respiro profondo, deglutì e poi provò un ultimo approccio:

    ...quello era il luogo che i miei mandanti mi avevano indicato, quindi presumibilmente l' obbiettivo sarà un edificio nelle vicinanze. In ogni caso ce qualcuno interessato a quei campioni, e dalla quantità di denaro impiegata nell' operazione, la segretezza mantenuta e l' elitè di mercenari selezionata per il lavoro, è logico pensare che si tratti di una corporazione ben organizzata. Ora, dato che vi ho gia detto abbastanza, potreste limitarvi a catturarmi e ad incrementare la sicurezza, oppure spostare il laboratorio, ma a cosa servirebbe? Otterreste solo un inutile prigioniero e un po di tempo in piu prima che questi ''nemici'' si riorganizzino e tentino un nuovo colpo. Mi sbaglio?! Se invece mi deste la possibilità di catturare per voi qualcuno dei mercenari in contatto con i mandanti e di estorcegli informazioni, potrei scoprire l' identità di questi vostri nemici e permettervi così di sbarazzarvene. Credo sia sempre meglio togliersi i sassolini dalle scarpe finchè se ne ha l' opportunità.. questo è cio che sono venuto ad offrirvi, una mossa preventiva.. disse tutto d' un fiato, interrompendosi poi, in attesa di una qualche risposta.

    Non aveva idea di cosa aspettarsi da quell uomo, ma possibile che non potesse ritenere interessante una notizia del genere? In ogni caso si preparava gia a togliere il disturbo, se gliel' avessero concesso ovviamente, in alternativa magari gli sarebbe toccato lottare per non essere catturato oppure esporre in maniera piu dettagliata il suo piano. Non gli restava che attendere..

     
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  11. GameMaster2
     
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    Le parole di Jesper, stavolta, dovettero colpire nel segno. Probabilmente, se l'uomo si fosse limitato a parlare del laboratorio nelle vicinanze del luogo a cui aveva fatto riferimento poco prima, il suo interlocutore si sarebbe l'avrebbe semplicemente mandato via, incassando (gratis) l'informazione. L'aver alluso al poter intervenire sull'evento dall'interno, elevava il mercenario a più di semplice informatore, ed il volto dell'uomo sul monitor mostrò chiaramente come egli ne fosse del tutto conscio.
    Ci vollero almeno dieci secondi, perché questi si togliesse da davanti al volto le mani che erano corse alle tempie, come a voler allontanare un fastidiosissimo mal di testa. Per una buona porzione di quel tempo, l'uomo sbuffò sonoramente, a sottolineare la sua scarsa gioia di avere per le mani un'informazione di quella portata, e l'onere di doverne verificare l'autenticità. Una volta che il figuro mostrò di nuovo i suoi occhi a Jesper, questi riprese a parlare, con un tono leggermente più diplomatico di poco prima -sebbene, non meno scontroso-.
    "Sì. D'accordo" disse solo, mentre chiudeva il collegamento video, ed il piccolo schermo rientrava sibilando nel piano di sintomarmo. Lo sguardo del giovane non riuscì ad intuirne i contorni, una volta che l'oggetto fu del tutto sprofondato nella pietra chiara: il complesso solido curvilineo sembrava, a tutti gli effetti, soltanto un unico ed uniforme blocco di roccia.

    Da un momento all'altro, dopo che l'ebbe visto annuire all'aria e rispondere alle domande che una qualche auricolare non visibile doveva stare ponendogli, l'addetto della reception davanti a Jesper gli sorrise amabilmente, rivolgendosi a lui con la solita, artefatta gentilezza.
    "Il segretario della sezione Risorse Umane, il signor Martin, ha accettato di riceverla nel suo ufficio. Prego, salga in uno degli ascensori: un nostro addetto della sicurezza del piano la indirizzerà verso la porta corretta" suggerì il giovane, con gli occhi vetrosi che mandavano lampi d'irrazionale cordialità.
    "Spero che il servizio d'accoglienza sia stato in grado di rispondere a tutte le sue necessità, nel modo più efficiente possibile. Le auguro buona serata!" si accomiatò dunque il ragazzo, pronunciando la formula di rito con tanta prontezza da farla quasi sembrare sincera.
    Quando fosse stato pronto, Jesper avrebbe soltanto dovuto prendere uno degli ascensori retrostanti il circolo di finta pietra (le cui porte si sarebbero aperte automaticamente), e lasciare che l'addetto a bordo dell'elevatore si occupasse del resto. Non avrebbe dovuto pronunciare alcunché: gli uomini avrebbero saputo automaticamente dove condurre il mercenario, limitandosi ad imporgli la loro silenziosa ed impettita presenza per la breve durata del viaggio ascensionale.

    Salendo un numero di piani che Jesper non fu in grado di contare (a bordo del parallelepipedo abbellito di ardesia cromata non esisteva alcun display o segnalatore), il giovane vide aprirsi le porte della macchina, trovandosi faccia a faccia con un robusto guardiano, simile a quelli già visti al piano terra. Anche questo presentava chiari restringimenti alle estremità degli arti superiori, che risaltavano ancor più sgraziatamente se visti da così vicino.
    "Buonasera, mister Jesper. Prego, voglia seguirmi" esordì piatto l'uomo, apostrofando il mercenario con il suo nome, probabilmente grazie ad una qualche comunicazione giuntagli direttamente dal piano terra. Percorrendo con passo sicuro ma calmo ampi corridoi ben illuminati e piuttosto ben tenuti, la coppia eseguì non meno di tre svolte, passando davanti a file di porte eleganti tutte identiche, che non presentavano né targhette identificative, né numeri od altri codici visibili. Il silenzioso addetto alla sicurezza condusse Jesper di fronte ad una porta identica a tutte le altre, tranne per il fatto che risultava aperta, oltre la quale un uomo già stava aspettandolo, assiso dietro ad una scrivania di quercia ampiamente laccata d'amaranto. Una volta che il giovane fosse entrato, le ante scorrevoli si sarebbero silenziosamente richiuse alle sue spalle, automaticamente.

    L'uomo visto poco prima sul display della reception era davanti a Jesper, e lo osservava con uno sguardo carico di noia e preoccupazione in egual misura. Di persona, l'uomo appariva decisamente più vecchio di quanto non lo mostrasse il collegamento video.
    "Mi spieghi tutta la storia con calma" ordinò l'uomo dietro la scrivania, senza concedersi neppure il più piccolo convenevole, ma limitandosi ad osservare Jesper ed il suo abbigliamento, senza incrociarne lo sguardo se non per brevi istanti.
    "Con particolare riguardo alla parte nella quale lei dice di poterci aiutare, in modo diverso da quanto potremmo fare da soli" aggiunse, con voce leggermente sarcastica, probabilmente nella convinzione che il mercenario non avesse in mano nulla con cui poter negoziare eventuali condizioni.
     
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  12. tsarun1
     
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    Non appena il monitor virtuale si spense, Jesper tirò un sospiro di sollievo. Fortunatamente alla fine era riuscito ad ottenere una chance, tuttavia non si sentiva per niente sollevato, anzi, sapeva benissimo che la parte difficile arrivava proprio ora.

    Senza dire una parola, sorrise all' artefatto Romunald, poi prese l' ascensore come gli era stato indicato lasciandosi alle spalle quell' atrio che per tutto il tempo gli aveva dato l' impressione piu di una gabbia di bestie pronte a scattare, che un entrata accogliente.
    Una volta su, si limitò a seguire una guardia, dalle fattezze stranamente simili a quelle degli uomini di sotto, percorrendo labirintici corridoi palesemente costruiti tutti allo stesso modo per confondere eventuali intrusi, similmente all' ascensore privo di qualsivoglia meccanismo o pannello di controllo interno. Quell' edificio non era affatto un luogo di lavoro come solitamente ci si aspetterebbe, era piu una prigione o una trappola per chiunque non avesse avuto l'autorizzazione per entrarci, e colui che l' aveva ideato certamente era degno di lode.

    Camminando intanto Jesper cercava di organizzarsi bene in mente cosa dire, calibrando le parole per convincere definitivamente l' uomo, così una volta varcata la soglia e trovatosi di fronte la scrivania, era gia preparato a rispondere alla sua secca quanto sintetica domanda.

    Certamente! Disse schietto quando lui gli domandò di spiegarsi, poggiandosi intanto con una mano sulla lussuosa scrivania, per poi tirarsi indietro con garbo e continuare.

    Era evidente la preoccupazione e la scocciatura che quell uomo provava nel dover sostenere la conversazione, e il fatto stesso che avesse evitato qualsivoglia convenevole ne dava maggior conferma per cui anche Jesper non volle perdersi in chiacchiere inutili e passò direttamente al sodo.

    Mi fa piacere che abbiate compreso la situazione, signor Martin.. il mio nome è Jesper e come vi ho gia detto sono uno dei mercenari assoldati per rubare un particolare campione sperimentale che state sviluppando segretamente.. oltre a me ci sono anche altri mercenari, sicuramente pericolosi visto che i mandanti sottoponevano chiunque avesse voluto parteciparvi, ad una selezione. Purtroppo sono stati molto furbi ed hanno agito con la massima discrezione, per cui, almeno per ora, nessuno conosce l' identità degli altri reclutati, ne dei reclutatori o di chi ci sia dietro l' operazione. Per questo motivo catturare me o uno degli altri all' interno della struttura risulterebbe inutile. Tuttavia, chi mi ha reclutato, era egli stesso un mercenario direttamente in contatto con i superiori dell' operazione, quindi è questa persona l' obbiettivo da catturare. Ora, non sono di certo qui a dirvi come svolgere il vostro lavoro, però se decideste di ascoltare il mio consiglio, potreste semplicemente lasciare che mi rechi all' appuntamento e comportarmi come se nulla fosse, limitandovi ad attenderci tutti fuori circondando l' edificio. A quel punto ci potreste catturare tutti trattando anche me come gli altri, in modo da non apparire vostro collaboratore e potervi essere nuovamente utile in futuro. Una volta preso l' obbiettivo, potrei occuparmene io stesso.. E' proprio questo il motivo per cui sono qui. Intendo lavorare per voi. Credo vi possa far comodo un uomo in piu disposto a svolgere ogni tipo di lavoro sporco.. sà sono un esperto torturatore e riesco sempre a strappare le informazioni che mi servono dai miei... pazienti. Sono stato in paesi come Kazakistan e Russia e ho potuto imparare da dei veri maestri in quest arte, inoltre ho sviluppato una tecnica personale dalla lobotomia tradizionale e praticamente sono in grado di rimuovere parti di memoria dai miei pazienti in qualsiasi luogo, una volta che hanno confessato, così non ce il rischio che parlino altrove e si elimina il fastidioso problema di doversi sbarazzare dei cadaveri. Potrebbe esservi utile poter cancellare la memoria diciamo così, su ordinazione. Datemi la possibilità di esservi utile e in un modo o nell' altro avrete un nome! Non avete nulla da perdere mi pare, anzi, in questo modo avrete certamente una possibilità in piu di scovare questa 'organizzazione' nemica che punta ai vostri proggetti, io intendo solo far parte della squadra vincente, ecco tutto.. Se riterrete valide le mie argomentazioni, al momento opportuno vi fornirò gli ultimi dettagli circa il giorno e l'ora e la persona che è principalmente l' obbiettivo.
     
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  13. GameMaster2
     
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    L'uomo, seduto sulla propria scrivania, era rimasto ad ascoltare il fiume di parole di Jesper senza fiatare, di nuovo cingendosi le tempie con le dita di una mano. Questi restò in quella posizione quasi per tutto il tempo, senza dar segno di stare ascoltando il lungo discorso del mercenario. Anche quando questi ebbe esaurito tutte le proprie argomentazioni, l'altro rimase fermo, impegnato semplicemente a respirare reggendosi la testa.
    L'uomo si alzò lentamente, scuotendo la testa e voltandosi verso la finestra sul fondo della stanza, osservandola con aria distaccata. Non sembrava che questi intendesse trarre ispirazione dalla vista sui palazzi pieni di luci dei quartieri alti: piuttosto, il suo sguardo pareva soltanto vagare nel buio incombente della notte australe.
    "Lei...intende collaborare" pronunciò infine l'uomo, con voce piatta e priva di contenuto. Nonostante dalla reception Jesper fosse stato indirizzato in quell'ufficio, l'uomo sembrava essere poco competente sui temi di cui il mercenario stava parlandogli.
    "Forse...un accordo è possibile, sì" pronunciò incerto l'uomo, sempre senza guardare direttamente l'altro negli occhi, ma rivolgendo lo sguardo nei dintorni, quasi come se notasse alcuni dettagli del suo stesso ufficio per la prima volta.
    "Mi dica di più circa il luogo dell'incontro...e l'ora precisa. Suppongo di poterle dare...qualche garanzia" affermò, per niente sicuro delle proprie parole, come se le stesse pronunciando soltanto per strappare qualche altro brano d'informazione a Jesper.
     
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  14. tsarun1
     
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    Quindi.. abbiamo un accordo? chiese lui con tono diffidente, ignorando la richiesta dell' uomo.

    Se mi conferma di essere stato ammesso come vostro.. collaboratore.. a tutti gli effetti, posso darvi gli ultimi dettagli senza problemi.. Non intendo farle perdere altro tempo, anche perchè ho notato che fin dall' inizio della nostra chiacchierata dà segno di sentirsi poco bene.. disse poi, con tono pacato.
     
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  15. GameMaster2
     
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    L'ultima osservazione di Jesper dovette pungere sul vivo l'uomo che gli stava seduto davanti, a giudicare da come i suoi occhi si spalancarono carichi di risentimento. Il signor Martin strinse con rabbia i braccioli della sua sedia, con tanta forza che le dita gli si colorarono di bianco.
    "Come...come si permette!" gli sibilò contro. Non si trattava di una domanda.
    "Lei compare sul mio monitor, blaterando stronzate in rapida successione" asserì, sollevando la mano in un gesto irato, come a voler zittire un ipotetica replica da parte di Jesper.
    "Ma io la faccio salire nel mio ufficio, sto ad ascoltare le sue proposte al limite del paranoico, dello schizofrenico, del criminale, e lei" ringhiò, alzandosi lentamente in piedi, puntando il dito verso il volto del mercenario, e piantandogli gli occhi addosso come se si fosse trattato di un'orrida creatura mostruosa.
    "Lei osa accusare me! La mia professionalità! La mia etica professionale!" urlò, quasi, con gli occhi praticamente fuori dalle orbite e la voce spezzata da un delirio improvviso ed irrazionale. L'uomo avrebbe continuato con la sua sfuriata, se una voce proveniente da nessun posto non l'avesse interrotto, risuonando nella stanza con un'acustica impeccabile.

    "E falla finita, incapace." intimò una voce femminile dal nulla, risuonando chiara e senza provenire da nessun punto particolare della stanza. Probabilmente, quell'effetto era realizzato tramite l'ausilio di altoparlanti occultati al punto da renderli invisibili. Martin ammutolì, sedendosi di botto sulla sua sedia con lo sguardo stravolto. Probabilmente, almeno a giudicare dalla sua espressione, neppure lui pensava di essere ascoltato.
    "La pregherei, mister Jesper, di spostarsi verso il mio ufficio. Sia gentile, segua l'addetto alla sicurezza, e mi raggiunga" chiese gentilmente, mentre -come obbedendo alle sue parole- la porta della stanza scorreva autonomamente, aprendosi. L'uomo crollato a sedere sulla sedia non commentò quanto stesse succedendo, improvvisamente privato di ogni energia.
    "Si fidi, mister Jesper...contrariamente all'idiota nel quale s'è appena imbattuto, io sarò in grado di trattare il suo caso con tutta l'attenzione che merita." sentenziò, con voce leggermente divertita. Martin non replicò, né sembrò intenzionato a voler replicare alcunché. Se ne restava solamente seduto sulla sua poltrona, con l'espressione contrita di qualcuno che ha appena commesso un grosso errore.

    Se avesse varcato nuovamente la porta tornando in corridoio, Martin non l'avrebbe salutato. La guardia di poco prima gli avrebbe indirizzato un cenno educato, conducendolo di nuovo all'interno dell'ascensore. L'addetto all'interno gli avrebbe sorriso, pur senza agire in alcun modo per mettere in moto il blocco di cromo ed ardesia. Questo semplicemente iniziò a salire, per un tempo leggermente superiore a quello che era stato necessario per arrivare al piano precedente. La porta si riaprì, su una fotocopia del corridoio di poco prima, a questo identico al punto da esserne del tutto indistinguibile. Un nuovo guardiano dalle braccia presumibilmente artificiali si fece avanti, conducendo il mercenario in un nuovo dedalo ben illuminato e pulito in modo asettico, similmente al precedente. Nuova porta, nuova apertura automatica: finalmente, una serie di dettagli inediti si mostrarono agli occhi di Jesper.

    L'ufficio che si mostrò agli occhi del giovane era grande circa tre volte quello di Martin, ed arredato in modo così sontuoso da apparire il ricco salotto di una lussuosa villa. Alla sua sinistra, il ragazzo vide una robusta libreria di sintolegno laccato, ingombra di più libri di quanti potesse contarne col semplice colpo d'occhio. Non tutti erano in inglese: alcuni, addirittura, presentavano il titolo vergato in caratteri che egli non fu in grado di distinguere. Dall'altro lato della stanza, un divanetto molto elegante -coperto di quella che sembrava vera pelle- era sistemato davanti ad un PanaSony ultrapiatto, circondato di un elevato numero di casse ed altoparlanti. Ai lati dell'immensa scrivania in mogano cromato (che occupava la parte centrale della stanza), un mappamondo olografico ed uno schedario a scansione retinica prendevano posto, come se fossero stati lì posizionati con la semplice intenzione di voler abbellire il locale. Seduta dietro allo sterminato mobile, apparendo decisamente più piccola di quanto effettivamente non fosse, stava seduta una donna fasciata di uno stretto ed elegante tubino nero, che mostrava ampie porzioni della sua pelle chiarissima, e priva d'imperfezioni.
    "Lieto di poterla infine incontrare, mister Jesper. Non capita spesso, che un esterno abbia accesso ad informazioni preziose come quelle che lei dichiara di avere...e che sia tanto ben disposto nel divulgarle. Vorrà perdonare, dunque, l'incapacità precedentemente dimostrata nel trattare il suo caso. Le posso assicurare che qui, ora, a ciascuna delle sue parole sarà dato il giusto peso, ed il giusto valore. Si accomodi...e mi chiami Naila, la prego" pronunciò ella, lasciando che le labbra tanto perfette da sembrare disegnate si socchiudessero in un sorriso invitante.
    In apparenza, e a giudicare dalla sua voce alta ed eccezionalmente dolce, non poteva neppure trattarsi di una vera e propria donna. Ad una prima occhiata, il piccolo viso quasi bianco non poteva dimostrare più di sedici o diciassette anni: la bocca piccola, gli zigomi delicati, gli occhi innocenti sotto la fronte liscissima sembravano tutti appartenere ad una ragazzina delicata, quasi una bambola dalla pelle di porcellana.

    Transitando su un meraviglioso tappeto nippo-persiano, Jesper avrebbe potuto prendere posto davanti alla donna senza età, che ancora sorrideva in sua direzione, invitante in quel suo strano modo. Avvicinandosi, lo sguardo attento del mercenario riuscì a cogliere delle piccole rughe, ai lati degli occhi della giovane. Se si fosse mai interessato dei trattamenti plastici più in voga fra le classi altolocate, certamente Jesper avrebbe ricollegato quel dettaglio ai trattamenti rigeneranti a base di virus staminal-epidermici: essi riuscivano a riportare ogni dettaglio estetico di un corpo indietro di anni. Eccezion fatta per la pelle accanto agli occhi, unico specchio in grado di rivelare l'effettiva età di un individuo...
    "Mi perdonerà se non mi abbandono ai convenevoli...immagino che anche lei sia stufo, di perdere tempo e venire sballottato a destra ed a sinistra cercando qualcuno che la stia ad ascoltare. Per prima cosa, vorrei rassicurarla a tale riguardo...io sono la persona giusta, per trattare affari come quello che è venuto qui a proporre" asserì decisa Naila, con una convinzione che stonava con la sua faccia angelica ed innocente. Il suo timbro vocale risuonava chiaro e pulito, ed ogni parola era scandita con attenzione: sembrava quasi che la ragazza stesse parlando ad una telecamera, o ad un microfono.
    "Ho ascoltato ciò che offre, ed è quantomeno interessante. Sventare un attacco terroristico ad un nostro laboratorio, dice. Non la tedierò, ricordandole quanto può essere pericoloso mentire ad una compagnia come questa, soltanto per attirare l'attenzione" minacciò la donna, con un tono tanto mellifluo da farlo sembrare un'innocente osservazione, "E dunque, darò per scontato -da qui in avanti- che le sue informazioni siano vere. Ho anche sentito ciò che chiede: un posto nella compagnia, la possibilità di compiere...parte del lavoro più sgradevole, per nostro conto. In pratica, lei vorrebbe essere reclutato. Tutto ciò è molto ammirevole, e la rende una personalità quantomeno interessante...ma, la prego, voglia soddisfare una mia piccola curiosità" introdusse, piegando leggermente la testa di lato in modo assolutamente adorabile, i piccoli occhi castani che lanciavano lampi di sensuale curiosità.
    "Perché tutto questo, Jesper? Perché sarebbe disposto a...consegnarci le persone per cui lavora, pur di ottenere una chance nella nostra compagnia?" domandò, serafica, come se stesse conversando del clima atmosferico, o dell'andamento di un titolo di borsa della settimana precedente.
     
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