La Crisalide

Jesper - Eléna - Leonard - Scar - Shadow

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  1. Jesper Hemming
     
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    La notte era calata inesorabile sulla città gia da alcune ore, un velo scuro che lentamente e silenzioso, quasi in maniera del tutto inpercettibile, si era fatto largo nel firmamento come ogni giorno, trascinato da quei tramonti rossastri che si frangevano contro il profilo dei grattacieli della metropoli prima di inabissarsi stanchi all' orizzonte.
    Una notte come tante dunque, illuminata da una timida luna che ancora indugiava nel rivelarsi pienamente e che pareva voler giocare con chi avesse desiderato alzare gli occhi al cielo, celando le sue pallide gote di tanto in tanto dietro a ventagli di nembi. L' aria invernale soffiava a tratti, come il respiro profondo di un gigante sopito, gelida e carezzevole, mentre recava con se un odore di freschezza, un odore nuovo ed ineffabile, quasi una sensazione, la sensazione che di li a poco in qualche posto, in qualche modo, qualcosa di misterioso stava per accadere.

    Ore - 23:47
    Avanti Josh, resisti! Ancora un po' e saremo in ospedale..
    Diceva la donna al volante di un blindato lanciato in fuga a tutta velocità lungo la strada che correva da South Place ad Housing. Aveva i capelli lunghi castani, occhi scuri e corporatura snella. Nonostante fosse pieno inverno indossava solamente una vestaglia medica bianca un po sgualcita ed un camice da infermiere. Accanto a lei giaceva invece un uomo con evidenti problemi di salute: se ne stava tutto rannicchiato sul sedile continuando a tossire malamente, avvolto da un lenzuolo sporco e stringendo a se quella che sembrava essere una bambina con indosso una vestaglia verde e uno strano casco nero in testa a coprirle il volto. Lui sembrava un uomo di mezz età anche se il suo aspetto emaciato, le occhiaie e un insolita calvizie precoce gli conferivano le fattezze di un anziano.
    Il furgone procedette per alcuni minuti lungo la statale semideserta, ignorando la segnaletica e incurante dei veicoli che procedevano nel senso opposto rischiano piu volte un impatto frontale.
    A un certo punto, senza alcuna ragione apparente, il veicolo prese a sbandare, zigzagando per un poco e finendo poi per ribaltarsi sul fianco sinistro, impattando violentemente contro un palo della luce, il quale emettendo una serie di scintille spense i lampioni nelle vicinanze, lasciando il blindato in balia dell' oscurità piu totale.
    La portiera destra si aprì e una sagoma informe si vide trascinarsi fuori per poi allontanarsi lentamente. Allo stesso modo poco dopo, le portelle sul retro del mezzo si spalancarono con violenza e una dozzina di altri individui presto si trascinarono via in tutte le direzioni.

    Ore - 23:53
    A TUTTE LE UNITà...A TUTTE LE UNITà...VEICOLO BLINDATO AVVISTATO LUNGO LA ANTHONY AVENUE PROCEDERE CONTROMANO A TUTTA VELOCITà...RIPETO...VEICOLO BLINDATO AVISTA-
    Qui Daniel Coleman, pattuglia centodue. Ce ne occupiamo noi!
    Rispose l' agente di polizia riagganciando poi la trasmittente della volante.
    Era un giovane ragazzo dall' espressione caparbia, gli occhi verdi, coi capelli corti, scuri e lisci, un fisico asciutto e un viso dagli autraliani lineamenti apprezzabili, virili e immaturi al tempo stesso, di quel tipo che dimostra molti meno anni di quanto non ne abbia realmente.
    Forza Brian svegliati, abbiamo da fare!
    Disse al collega che gli sedeva accanto, un uomo di colore di poco piu grande di lui dai capelli corti e il viso tondo da simpaticone, urtandolo con un braccio e accendendo intanto il motore dell' auto.
    Mhm.. Si si.. ci sono.. Dannazione Dan, potresti essere un po piu gentile con me ogni tanto! E-ee comunque non stavo dormendo! Riposavo gli occhi..
    Asserì quello, masticando ancora qualche parola, assonato, ricevendo in risposta solo un occhiata dubbiosa di striscio da Daniel.

    Si stavano dirigendo incontro al blindato segnalato, quando una nuova comunicazione pervenne dalla centrale:
    A TUTTE LE UNITà...A TUTTE LE UNITà...RITIRARSI IMMEDIATAMENTE DALLA ZONA NOVE DI HOUSING, HARMONY E TIGHT SQUARE ED EVAQUARE LE AREE INTERESSATE...E' IN CORSO UN OPERAZIONE DI RECUPERO DA PARTE DELLE UNITà PRIVATE DELLA ANGELUS CORPORATION...IL DIPARTIMENTO HA GIA RICEVUTO L' ORDINE DI NON INTERVENIRE...FORMARE POSTI DI BLOCCO LUNGO I CONFINI E ATTENDERE ULTERIORI ISTRUZIONI... RIPETO...RITIR-
    Che?Ma.. ho sentito bene? Hanno detto proprio ritirarsi ed evaquare l' area?! Ah beh certo, ci credo! Se ce di mezzo la Angelus.. Chissà che altro casino avranno combinato stavolta.. Ti ricordi l' ultima volta?! Noi che dovremmo rappresentare la giustizia dobbiamo rimanere fermi a fargli i posti blocco senza dire una parola? Ne ho fin sopra i capelli di loro e tutte queste compagnie di ricconi, amico.. è sempre la stessa storia! Come se fossero i padroni della città.. e il peggio è che ogni fottuta volta ce qualche poveretto che si fa male!
    Protestava stizzito Brian gesticolando ampiamente mentre Daniel stringeva con forza il volante in un espressione corrucciata di assoluto dissenso verso l' ordine ricevuto.
    Sai che ti dico? Io vado a controllare! Non sono entrato in polizia per starmene a mangiare ciambelle e dirigere il traffico.. Ho giurato di proteggere e servire ogni persona di questa città, non posso restare a guardare senza fare nulla! Tu sei con me, vero?!
    Sicuro amico! Dici bene, tuo padre -pace all' anima sua- se ti vedesse così con indosso la sua stessa uniforme, con quello sguardo deciso.. sarebbe orgoglioso di te! Fanculo gli ordini, andiamo a vedere che diavolo sta succedendo!
    Si convinsero così i due e ripresero la corsa in direzione Housing.

    Ore - 00:09
    Jesper era da poco uscito di casa, vestito con un maglioncino nero, pantaloni e giacca di pelle, anfibi e guanti borchiati e armato come al solito della sua Snake Blade camuffata da cintura e la Glock nella tasca interna della giacca, stavolta in giro per i locali di Harmony alla ricerca come sempre di vampiri che conoscessero il modo giusto per generare un loro simile, quando notò uno strano movimento nei paraggi.
    Numerose auto della polizia, passando da un isolato all' altro, ordinavano con l' altoparlante a tutti i cittadini che per la loro sicurezza dovevano ritornare alle proprie abitazioni e di evaquare la zona poichè era in corso un esercitazione militare. Tra lo stupore e la confusione generale la maggior parte della gente parve obbedire, anche se come al solito rimanevano sempre individui diffidenti, arroganti o troppo ubriachi per dare retta alle autorità.
    Jesper era fra questi, ma la sua curiosità piu che dalla stranezza della cosa, era stata risvegliata dal passaggio di un elicottero nero a luci spente, che scandagliava una dopo l' altra tutte le strade della zona.
    Certo, come no, esercitazione militare?! A quest ora della notte poi? E quell' elicottero? Non sembrava ne militare ne della polizia.. e sembra stia cercando qualcosa..
    Si disse, procedendo verso sud con passo spedito, evitando di farsi notare da qualche poziotto eccessivamente zelante che avrebbe potuto impedirgli l' avanzata.

    Sentitevi liberi di cominciare dove volete, che sia a casa o in un locale o indaffarati a fare altro.. l' importante che intorno alla mezzanotte vi troviate in uno dei quartieri interessati per essere coinvolti dagli eventi ;)
     
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  2. Kuroi Tenshi
     
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    Dannazione, la polizia era ovunque.
    Si fermò, non certo per prendere fiato, ma per considerare quale fosse il modo migliore per superare quel dannatissimo posto di blocco che le voleva impedire di entrare ad Housing da Hight Place.
    Aveva ricevuto un compito quella notte, uno importante a quanto sembrava, e il fallimento non sarebbe stato accettato. Come al solito, i dettagli a lei forniti erano stati nulli, un semplice: controlla la zona, potrebbe accadere qualcosa. Tuttavia la zona in questione non era pericolosa, non ai suoi occhi, e non le sembrava affatto un'altra operazione pseudo suicida come quella nelle fogne; lavorare da sola e senza agenti del clero tra i piedi sarebbe stato perfetto.
    L'avevano avvertita tardi, purtroppo, e lei aeva dovuto trovare una vittima da dissanguare in fretta e furia - senza ovviamente mancare i rituali controlli - prima di correre nella zona di interesse. Non era lontana, fortunatamente, poichè non avrebbe mai potuto prendere un mezzo di trasporto per arrivarci, data la massiccia presenza dei piedipiatti.
    Si era nutrita di un ragazzotto che si divertiva a ballare in mezzo ad un vicolo da solo, con delle grandi cuffie a coprirgli le orecchie. Fu fin troppo semplice, e fortunatamente quell'umano era di costituzione robusta: riuscì a nutrirsi a sufficienza senza arrivare nemmeno lontamente a rischiare la vita dell'umano.
    Lucida e più tranquilla, aveva deciso di correre lungo le vie, fino a quel maledetto posto di blocco.
    Ormai era arrivata vicina alla sua meta e di certo non si sarebbe lasciata fermare da dei poliziotti. Piuttosto, si chiese se l'evacuazione fosse messa in atto a causa della presenza degli accalappiacani... tale evenienza sarebbe stata a dir poco disdicevole per chiunque avesse superato il posto di blocco. Tuttavia non era utile fasciarsi la testa prima di essersela rotta, sarebbe stato meglio non giungere affatto a tali conclusioni.
    Osservò per qualche altro secondo quegli umani così agitati, percependo i loro cuori battere velocemente, facendo circolare il sangue in un modo a dir poco invitante. Aveva fatto bene a nutrirsi, certamente.
    Guardò in alto e sorrise sottile, concludendo che sarebbe passata dai tetti. Una scala di emergenza aiutò la sua scalata rapida e invisibile e, giunta sulla sommità della bassa palazzina dal tetto piatto, la vampira respirò per un istante il gelo dell'inverno chiudendo gli occhi, concentrandosi. Li riaprì di scatto e partì correndo, il primo salto era abbastanza lungo, ma con esso giunge ad Housing.
    Più proseguiva lungo i tetti e meno gente c'era intorno, segno che si stava avvicinando al luogo giusto. Correva lungo un margine per poter guardare la strada sotto di lei, restando tuttavia occultata in quella notte nuvolosa.
     
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  3. Leonard Jennings
     
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    Quella sera Leo doveva incontrarsi a Tight Square con il suo strano cliente, Scar, per ultimare alcuni dettagli sulla rapina. Si era imbacuccato bene viste le temperature gelide di quelle notti e si era preso la briga anche di andare armato. Non che temesse davvero per la sua vita, ma quel tizio aveva un che d'inquitante negli occhi che non lo spingeva a fidarsi del tutto e poi era un criminale e ciò gli bastava per giustificarsi.

    Entrò in una bettolina molto simile al locale dove si erano incontrati la prima volta, senza vetrate e discreta e questo gli diceva molto su quel curioso uomo. Un'allegrotta musica country-rock inondava la stanzetta coperta quasi interamente da legno, semrava d'essere su una casetta sull'albero gigantesca e a Leo non dispiaceva proprio quell'ambiente semplice e pregno d'un forte odore alcolico.
    Ordinò un doppio Ballantine's liscio e scelse un piccolo tavolo nell'estremo angolino di destra, secondo lui il più appartato fra tutti.

    Guardò l'ora sul telefono e come sempre era stato in anticipo. Un paio di grossi uomini lo stavano pure fissando in malo modo e lui cercò di non badarci concentrandosi sul bicchiere e sull'incontro di boxe che trasmettevano da un grosso televisore a schermo ultrapiatto messo al minimo del volume. Qualche minuto dopo, un tizio mingherlino dalla faccia pesantemente butterata e lentigginosa, spalancò la porta. Aveva il fiatone, come se avesse corso per svariati metri.

    Il barista e gli altri due lo guardarono con espressione infastidita.
    " Che diavolo c'è, Vinnie, stavolta? " chiese uno dei bestioni con noncuranza, ridacchiado spregevole.
    L'uomo prese fiato un paio di volte.
    " Stanno passando un mucchio di sbirri! Non sentite che casino? Dicono che bisogna levarci dai coglioni tutti, esercitazione militare!" quasi gridò, allarmatissimo.

    " Ah sì? Quante n'hai già bevute?" lo sbeffeggiò ancora, ma il seccolino allungò il braccio con aria di sfida,tenendo aperta la porta che dava sul marciapiede. Il baccano delle sirene e degli altoparlanti inondò le orecchie di tutti all'improvviso e pareva una situazione in corso già da un po'.
    " Avete visto stronzi?"
    Leo, che in silenzio assimilò gli eventi, sospirò chiedendosi mentalmente dove fosse il "socio". Non si fece troppe domande e speculazioni come gli altri, a lui piaceva la tranquillità e quel trambusto aveva già minato abbastanza la sua pace interiore.

    Ben presto arrivarono altre informazioni, come posti di blocco sparsi in giro ed altri imprevisti che gli fecero buttare giù la sua bevanda alla goccia per la disperazione. Per quanto ne sapeva Scar poteva essere rimasto fuori dal quartiere e lui avrebbe avuto un bel da fare per uscire dal quasi scontato imbottigliamento di automobili che si sarebbe formato di lì a poco.
    Si alzò per uscire ignorando per sempre quegli avventori e cercò di chiamare l'altro al telefono per avvisarlo del grosso contrattempo e capire dove fosse. Magari facevano in tempo a scambiare due parole d'affari di persona prima di andarsene.
     
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    Fatti trovare ad Housing alle 23:50 - la casa al numero 24. Sola.

    Così recitava il biglietto che le era stato recapitato quel pomeriggio. Quel piccolo e comunissimo pezzetto di carta sembrava essere spuntato dal nulla ed essersi infilato nella sua tasca. Però anche se non c'erano tracce che potessero far risalire al mittente Shadow si era già fatta un'idea di chi poteva essere stato: quegli strani individui che la stavano seguendo da dopo il viaggio con Jamir, chi altri? Solo loro potevano davvero sapere dove abitasse e farle arrivare quel breve e lapidario messaggio. Poteva fidarsi? No. Poteva rifiutarsi? No. Le opzioni erano molto limitate.
    Sembra che non abbia altra scelta pensò mentre si preparava. Erano appena le dieci, ma lei doveva sbrigare alcune faccende e poi avrebbe dovuto avere un pò di tempo per arrivare e trovare la casa numero ventiquattro. Indossò i suoi soliti abiti: la maglia maniche lunghe e il corpetto marrone scuro, il paio di brache nere e gli stivali lunghi fino alle ginocchia. Indossò anche il foulard ma lasciò a casa il mantello, non lo voleva d'intralcio. Si fermò un attimo davanti al tavolo dove erano appoggiate le armi, pensando a quali portare; potevano venirsi a creare situazioni pericolose se c'erano di mezzo quegli individui, non poteva certo uscire disarmata. Alla fine infilò la pistola nello stivale, assicurò il pugnale posteriormente alla cintura in modo che non fosse visibile a prima vista, afferrò la balestra e la mise a tracolla, infilando una freccia così da renderla subito pronta per colpire e uscì nell'aria fredda della notte.

    Mancava poco all' ora dell'incontro quando si avviò definitivamente verso Housing a passo spedito, passando per Tight Square e stando attenta a passare nell'ombra. Ma mentre si accingeva a cercare infastidita il numero civico della casa ben tre macchine scure sfrecciarono improvvisamente nella strada attigua alla sua a duna velocità considerevole. Non poté non chiedersi che stesse succedendo e uscì dal vicolo per sbucare in una delle strade più grandi, osservando intorno a sé: poco più indietro a dove si trovava lei -lungo la via principale- ora c'era una specie di sbarramento con molti agenti vestiti di nero, un posto di blocco "non ufficiale" che fermava gli eventuali curiosi che cercavano di passare, compresi alcuni agenti della polizia che stavano gridando la loro autorità ai quattro venti.
    Che diavolo... pensò, ma la sua attenzione fu temporaneamente attirata dal passaggio di un elicottero scuro e senza contrassegni che scomparve immediatamente nel cielo notturno. Non è una coincidenza: volevano attirarmi qui per qualcosa, sapevano che sarebbe successo. Ma quella che non sa un tubo sono io . pensò e fissò intensamente il cielo sopra di lei, aspettandosi di vedere scendere una navicella aliena o roba del genere.
    Qualcosa di grosso, eh? Beh, staremo a vedere.
    Una voce di un altoparlante la raggiunse da lontano e pronunciò le istruzioni dirette ai cittadini di rimanere in casa e di allontanarsi dalla strada, causa un'esercitazione militare. Che scusa scontata, sempre la stessa utilizzata quando non si voleva la folla tra i piedi. Quella e la scusa del pericolo radiazioni, che assicuravano a chi organizzava l'evento la totale assenza di curiosi, che il novanta percento delle volte scappavano impauriti. Ma non lei. Shadow riprese a camminare e imbracciò meglio la balestra tenendola in mano davanti a sé mentre avanzava, e intanto controllava i numeri scuri delle case: ma sembrava che il numero ventiquattro fosse quello più interno al quartiere, proprio dove sembrava esserci la concentrazione di agenti e dove probabilmente c'era l'origine di tutto quel movimento.
    E ti pareva...

    si si Jesper non è collegato alla storia è solo una scusa.


    Edited by Irene Adler - 19/8/2013, 23:25
     
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  5. †Scar
     
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    Era la più gelida notte che Scar avesse trascorso dal suo arrivo a Dilagon City. Avvolto nella sua lunga giacca di lana grezza, camminava per i vicoli di Tight Square per raggiungere Leonard Jennings, il simpatico meccanico che aveva accettato di aiutarlo per il colpo, per poi unirsi a Jesper in modo da poter definire gli ultimi dettagli per quella storia. Le strade inizialmente sembravano deserte, completamente svuotate dall'aria gelida che quella notte si era impossessata della città. Pareva che quella sera niente sarebbe andato storto, come se tutti i pericoli normalmente a piede libero tra le strade di Dilagon City fossero andati a nascondersi da quella coltre di gelo.

    Quella sera era una delle poche in cui Scar non avvertiva presenze ostili attorno a lui, nell'oscurità dei vicoli o dalle profondità dei tombini. Pur avendo le tasche sempre piene di coltelli e una pistola incastrata nei jeans scuri come il cielo notturno e nascosta dalla giacca e dal suo maglione nero, aveva imparato che in quella città si dovevano sempre tenere occhi e orecchie ben aperti. Giunto ad Housing, tuttavia, notò che la situazione era completamente diversa. C'erano luci blu lampeggianti che si scorgevano da qualunque direzione, volanti di polizia che sbraitavano dagli altoparlanti l'ordine di evacuare l'intera area e un elicottero nero che scandagliava la zona dall'alto. Qualunque cosa fosse successa quella sera doveva certamente essere qualcosa di molto grosso considerato che sembrava fosse intervenuta metà della polizia cittadina. Altra cosa che lasciò Scar dubbioso, mentre cercava di farsi un'idea più chiara di quella situazione, era che ciò che era successo sembrava essere completamente sfuggito dal controllo delle forze dell'ordine. Inoltre quell'elicottero non sembrava affatto un velivolo della polizia. Completamente nero, apparentemente sprovvisto di un faro e non sembrava seguire le mosse della polizia.

    Quando capì che non era consigliabile rimanere troppo tempo per le strade, decise di tirare sulla testa il cappuccio della giacca e si avvolse la kefiah attorno al collo in modo da poterla utilizzare per coprire il volto se se ne fosse presentata la necessità. Cominciò a correre attraverso i vicoli stando ben attento a non incrociare poliziotti ai quali fosse venuta l'idea di scandagliare le viuzze. Quando d'un tratto sentì dei passi procedere verso la sua direzione si appiattì un attimo contro la parete e tirò fuori un coltello dalla tasca, per poi riporlo nuovamente quando poté constatare che si trattava solo di un senzatetto in cerca di un riparo. Fortunatamente il suo senso dell'orientamento non lo tradì e riuscì ad arrivare velocemente al locale in cui Lenny gli aveva dato appuntamento. Trovò il suo socio fuori dal bar, e aveva un'aria parecchio nervosa.

    Buonasera Lenny, che ne diresti di toglierci dalle palle?
    Esordì velocemente quando si avvicinò all'altro. Nel frattempo aveva composto il numero di Jesper sul cellulare e stava provando a telefonargli, ma...
    Linee telefoniche bloccate... Questa storia si fa sempre più strana.
     
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  6. Jesper Hemming
     
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    Il caos che inizialmente imperversava lungo le strade, col passare dei minuti si era via via diradato ed ora tutta la zona circoscritta dai posti di blocco appariva quasi completamente deserta.
    I vari locali nei dintorni avevano abbassato le proprie saracinesche e gran parte della gente che si trovava in auto o per le strade aveva abbandonato le proprie prospettive notturne per eseguire l' ordine impartito e andare via.
    Gli unici rimasti ancora in giro erano sicuramente dei senzatetto troppo stanchi o ubriachi per muoversi, oppure dei temerari ficcanaso desiderosi di scoprire cosa stava accadendo a costo di finire nei guai o rimetterci la pelle.
    Una volta che la polizia cittadina fu ai propri posti lungo i punti di affluenza indicatigli dai propri superiori, in giro per i quartieri ci si sarebbe potuti imbattere nelle forze d' ordine private provenienti da sud. Uomini in nero, con tute antiproiettili e casco infrarossi, armati di mitragliatrici semiautomatiche, alla guida di grosse vetture scure avevano preso a perlustrare le strade così come l' elicottero che sorvolava la zona, dando tutti l' impressione di essere alla ricerca di qualcosa..
    >>MAPPA<<

    Elena - Jesper - Shadow - Scar - Leonard
    Posti di blocco Polizia - Blindato evaso - Infetti - Nero=Posti di blocco Forze Speciali
    Tratteggio=strada percorsa - Pallino=posizione attuale


    Dai cornicioni su cui Elena procedeva la sua avnzata, poteva osservare largamente le vie del centro, varie automobili e persone correre nella direzione opposta. Dovunque passasse le luci si spegnevano, le porte si serravano e il tutto diveniva silenzioso e immobile, dando a chiunque si fosse trovato al suo posto, l' impressione di essere come uno spettro che porta desolazione con la sua presenza, benchè in realtà lei non avesse nulla a che fare con ciò e fosse solo un ombra vagante nell' oscurità.
    Dopo un poco si sarebbe ritrovata sul parapetto di una palazzina a ridosso di un largo incrocio sorvegliato dagli agenti. Concentrandosi avrebbe potuto udirne le chiacchiere, i brontolii e alcuni commenti preoccupanti circa l' aver visto delle persone impazzire mentre loro stavano diffondendo il messaggio di evacuazione.
    Di fronte a se aveva un complesso di palazzine due volte piu alte rispetto al punto in cui si trovava e sarebbe stato impossibile per lei raggiungerne la sommità.
    Se fosse scesa a chiedere maggiori informazioni, certamente quegli uomini avrebbero tentato di mandarla via. Se avesse scelto di aggirarare gli edifici dal lato destro, passando in prossimità di un parchetto, si sarebbe imbattuta in una donna bionda, ferita. Mentre aggirando l' incrocio dal lato sinistro sarebbe incappata in un unità di uomini in nero.

    Shadow aveva appena costeggiato la strada principale, attraversata pochi minuti prima dal blindato proveniente da sud. Sulla scia di quello, tre vetture delle Forze Speciali avevano raggiunto il luogo dell' incidente per impedire ad eventuali curiosi di avvicinarsi, dopo di chè due di quelle auto avrebbero proseguito dividendosi.
    L' abitazione che la donna stava cercando sembrava ancora lontana, ma non lo erano altrettanto i problemi: un paio di agenti vestiti di nero si aggiravano armati nei paraggi ad armi spianate.
    Se l' avessero trovata probabilmente l' avrebbero costretta ad andare via o in alternativa si sarebbe vista puntare le armi contro.
    Il vicolo buio stretto e lungo che correva da nord a sud, nel quale si trovava, costeggiato da una serie di numerosi cassonetti per l' immondizia e altri rifiuti le avrebbe certamente fornito un sicuro nascondiglio.
    In alternativa avrebbe potuto provare a tornare indietro cercando un altra strada oppure arrampicarsi su per una delle scale di emergenza di un edificio avvistate poco prima e controllare la situazione dall' alto.
    In ogni caso quei due uomini armati sarebbero sopraggiunti nel vicolo entro un minuto per poi proseguire in direzione sud-ovest.

    Non appena Scar ebbe raggiunto il socio e si apprestavano entrambi ad andar via, nel dinner in cui il proprietario intimava a tutti di andarsene, sopraggiunse un uomo dall' aspetto trasandato, tutto sudato e febbricitante, che barcollando chiedeva aiuto. Aveva una spalla ferita e perdeva sangue, così i pochi avventori rimasti si divisero tra chi decise di andarsene e chi cercava invece di soccorrere il poveretto.
    Quello perse i sensi quasi subito, cominciando a schiumare e ad avere le convulsioni, cosicchè tutti lo lasciarono cadere a terra allontanandosi un poco spaventati.
    Se i due soci fossero rimasti a seguire la scena avrebbero visto il malato smettere di agitarsi un istante per poi rialzarsi e cominciare ad aggredire i presenti cercando di morderli mentre la pelle del volto e delle mani lentamente si riempiva di pustole e calli, ingiallendosi.
    Se invece avessero deciso di andare via, si sarebbero imbattuti verso nord-est in una squadra di uomini in nero, oppure verso sud-ovest in un gruppo di teppisti intenti a massacrare un uomo a colpi di mazze di ferro.

    Contemporaneamente a tutti gli altri, Jesper era sgattaiolato oltre il confine della zona circoscritta dalle forze dell' ordine, ritrovandosi immerso nell' ombra di un vicoletto stretto e umido.
    Proseguì per un poco verso sud, guidato da una scia di fumo appena visibile che proveniva, a sua insaputa, dal blindato schiantatosi qualche minuto prima.
    Proseguendo cautamente a un certo punto avvertì uno strano movimento, passi correre in varie direzioni, e tendendo l' orecchio nel silenzio di tomba calato gia da un po, ebbe modo di ascoltare una comunicazione evidentemente eseguita tramite auricolare:
    Qui squadra sei... si, siamo sul posto... negativo, il soggetto è gia fuggito, lo stiamo cercando... si signore, le altre squadre si stanno occupando degli infetti come richiesto... ricevuto...
    Parlò l' uomo con voce atona e seria.
    Ma che...?! Che storia è questa? Infetti? Ma quindi stanno veramente cercando qualcuno! Meglio stare in guardia..
    Si disse Jesper bisbigliando, estraendo la Glock e proseguendo facendo ancora piu attenzione.

    Non siete assolutamente obbligati a scegliere una delle opzioni fornite eh ^_^ sia chiaro, potete andare dove volete e fare quello che vi pare, essendo ovviamente autoconclusivi in tal caso. Ho messo quelle opzioni solo per darvi modo di descrivere gia quello in cui potreste incappare eventualmente.


    Edited by Jesper Hemming - 29/8/2013, 18:34
     
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  7. Kuroi Tenshi
     
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    Nella mappa non riesco a capire quale sia il blindato, dato che io vedo tutti i pallini della polizia azzurri e non blu xD

    I posti di blocco, a quanto pareva, erano concentrici. La cosa non le sarebbe affatto importata, se solo non avessero deciso di appostarsi proprio in un incrocio a lei sfavorevole.
    Con tutta la buona volontà del mondo, non sarebbe mai riuscita a saltare in salita e, se anche fosse saltata per arrampicarsi poi grazie alle finestre delle case, avrebbe rischiato di farsi beccare. Non ne sarebbe valsa la pena; sarebbe dovuta arrivare al centro del quartiere e ormai non mancava molto.
    Decise di scendere dal palazzo senza considerare la polizia. Era ancora nascosta nelle ombre della notte e, alla sua velocità e stando attenta ad evitare la luce dei lampioi e delle torce, sarebbe riuscita a passarli senza problemi.
    Avrebbe benissimo potuto riferire chi lei fosse e per chi lavorava aspettandosi che la lasciassero passare, oppure avrebbe potuto ricorrere alle sue ottime capacità persuasive... ma aveva già perso abbastanza tempo e finchè fosse riuscita a rimanere nell'ombra avrebbe evitato ogni ostacolo sul suo cammino.
    Decise di prosegure verso Nord, convinta che per quelle vie, nonostante non avesse più la vista privilegiata dei tetti, sarebbe giunta più rapidamente al fulcro del problema. Dovette ricredersi, quando percepì più avanti nella sua strada degli umani; acuì i suoi sensi appiattendosi contro al muro più vicino e procedendo più cautamente. Giunse in una strada abbastanza grossa popolata da un folto gruppo di umani vestiti di nero. Parlottavano tra loro, ma non erano poliziotti, almeno, non come quelli che aveva passato senza intoppi. Erano fermi, come in attesa, ed Eléna decise di fermarsi qualche minuto per poter ascoltare i loro discorsi: forse le avrebbero fornito delle informazioni uniti al suo scopo.
     
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  8. Leonard Jennings
     
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    Il telefono non prese la linea e lo rimise in tasca con un movimento piuttosto veloce e scattoso. Alzò il mento in direzione dell'auto, quando una voce familiare lo fece voltare dalla parte opposta.
    " Buonasera Scar. " rispose facendo per dargli la mano, ma il mercenario pareva già preso da altre faccende. " Direi che hai ragione." e ritrasse la mano senza scomporsi.
    L'artigiano non era a conoscenza dei piani del socio per quella serata. Si mise le mani in tasca e sollevò i talloni un paio di volte mentre l'altro stava al telefono. Aggrottò la fronte tirando un poco indietro la testa. " Anche te niente linea?" chiese, portandosi poi la mano a lisciare la barbetta.

    I suoi pensieri furono subito distratti dall'arrivo di un uomo messo piuttosto male e che perdeva sangue dalla spalla. Fece un cenno col mento al socio prima che quello sparisse dentro al pub.
    " Che cavolo gli è successo? " esclamò allargando un poco le braccia e rimanendo a fissare basito la porta.
    " Mica sono stati al posto di blocco, spero." aggiunse, voltandosi di nuovo verso l'altro mentre alcuni clienti si affrettavano già ad uscire in preda al tipico menefreghismo dilagoniano.

    " Mah." borbottò rimettendosi le mani in tasca. Fece due passettini all'indietro rispetto alla porta e si voltò verso Sud-Ovest, allungando il braccio ad indicare quella direzione.
    " Io ho la macchina di là comunque e a dire il vero è anche un po' lontanina. " poi sospirò, in attesa di sentire Scar cosa volesse fare o di seguirlo se avesse voluto saggiare le condizioni dello sconosciuto ferito. Dopotutto era lui l'organizzatore di quell'incontro.

    Edited by Leonard Jennings - 31/8/2013, 19:34
     
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    Shadow sentì in lontananza delle voci concitate e dei passi che si avvicinavano lentamente, e dovette decidere in fretta che direzione prendere: all'ultimo momento -quando stava per tirare fuori la prima freccia- notò una scala antincendio che si arrampicava al palazzo adiacente a quello dove si trovava. Corse e si issò in fretta sulla sbarra di metallo, rimanendo a appesa per qualche minuto: quella scala era alta perfino per lei. Stavano per sopraggiungere due figure dall'ombra mentre finalmente riuscì a salire sul pianerottolo metallico e posando i piedi sulla grata, rimanendo ben ferma. Si mosse solo leggermente più in alto, per evitare di essere scorta per caso da uno dei due uomini. Erano quei soldati vestiti di nero, ovviamente non comuni poliziotti, molto alti e ben bardati come se dovesse scoppiare una guerra da un momento all'altro. Shadow li osservò mentre passavano sotto di lei senza vederla, parlando sottovoce di qualcosa che riguardava un incidente. Riuscì a intendere solo due parole: "infetti" e "blocco". La prima parola la stupì non poco, visto che non riusciva a capirne il significato;
    Infetti? Che intende? Che cazzo succede qui?
    Tutte domande che per il momento non avevano risposta. L'unica cosa che ora doveva fare era arrivare alla sorgente di questi eventi, dimentica perfino del motivo per cui era lì.
    Si mosse nel buio senza fare rumore e ridiscese quei pochi gradini, poi spiccò un balzo e atterrò sull'asfalto. Si guardò attorno e tenne la balestra ad un fianco, pronta a sparare a chi si fosse messo sulla sua strada, poi si incamminò per il vicolo nella direzione nord, ma al terzo bivio deviò verso Est, la direzione della via principale dove sembrava essere successo tutto. Poco più avanti a lei, prima di svoltare, aveva visto qualcosa nel buio ma era corsa velocemente via per non incappare in pericolose presenze. Ancora più pericolose di quegli uomini in nero.

    Se mi sono espressa bene io Shadow ha deviato verso Est è esattamente nel vicolo più in basso nella mappa e parallelo a quello dov'è Jesper, poco prima del blindato.
     
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  10. †Scar
     
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    Già, e coi telefoni in palla non sarà semplice trovare Il nostro amico. Avrei voluto presentarti un nuovo collega, che dovrebbe essere già nel quartiere. Spero che la polizia non l'abbia allontanato.
    Disse a voce bassa, assicurandosi di poter essere udito unicamente da Leonard. Si guardò qualche attimo attorno prima di rimettere il telefono in tasca. Aveva avuto modo di capire che il meccanico non fosse un combattente, e sapeva bene che in una situazione come quella gli sarebbe di certo tornato utile l'aiuto di Jesper. Tutta la zona sembrava di essere sul punto di sprofondare nel più totale caos e, se non fosse stato per la presenza della polizia, si sarebbe sentito abbastanza a proprio agio.

    La sua attenzione, a un tratto, fu catturata da un uomo che, barcollante e in preda al delirio, avanzava verso di loro sotto gli occhi dei presenti. Che diavolo stava succedendo in quel quartiere?
    Non ho idea di cosa abbia quell'uomo, ma se dovesse accasciarsi sul marciapiede qualcuno chiamerebbe di certo la polizia. Meglio allontanarci. Mh? No, niente macchina. Dobbiamo avere modo di ficcarci velocemente in un vicolo se dovesse essercene bisogno, un'automobile civile a spasso non sarebbe troppo pratica per non farsi notare. Andiamo a controllare che sia ancora al suo posto e avviciniamoci al cuore del quartiere, da quel lato. Più stiamo lontani dal perimetro della polizia e più possibilità abbiamo di uscirne senza troppi problemi.
    Disse rapidamente e con tono parecchio nervoso mentre si avviava nella direzione indicata dall'amico. Parlava guardandosi attorno e gli occhi gli si muovevano a una velocità inaudita in ogni direzione. Sapeva che avrebbe dovuto sottoporre ogni minima decisione alla più scrupolosa analisi, ma in quel primo momento non poteva permettersi di perdere tempo. L'idea di andare verso l'interno del quartiere gli era sembrata la migliore per avere poi modo di nascondersi in un vicolo e pensare al da farsi, e sperava che anche Jesper avrebbe avuto la stessa idea.

    I due, a un certo punto, si imbatterono in tre teppisti intenti a pestare un uomo con delle spranghe. Il gruppo si trovava dall'altro lato per la strada, in un vicolo, e, quando passarono Scar e Lenny, si interruppero un attimo e presero a fissarli. La loro vittima si rotolava a terra in un lago di sangue e, dal modo in cui si muoveva, era ovvio che avesse diverse ossa rotte. Quando si accorse che quei ragazzi li stavano fissando, Scar raddrizzò le spalle, pronto a tirare fuori il coltello e, all'occorrenza, a dare la sua pistola a Leonard. Se i tre avessero deciso di non infastidirli, si sarebbe limitato a tirare dritto in cerca della macchina di Lenny. Tutto sarebbe dipeso dalle intenzioni dei teppisti.

    Spiega Lenny dove ci troviamo, Scar sta seguendo lui.
     
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  11. Jesper Hemming
     
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    >>MAPPA<<

    Elena - Jesper - Shadow - Scar - Leonard
    Posti di blocco Polizia - Blindato evaso - Infetti - Cavallette - Nero=Posti di blocco Forze Speciali
    Tratteggio=strada percorsa - Pallino=posizione attuale

    PS. Per essere chiari, gli infetti hanno una prima fase in cui sono tipo zombie, dopo alcuni minuti invece la mutazione ha il sopravvento e diventano creature simili a quelle del video sotto.


    Quando Elena si fermò potè udire chiaramente la conversazione radio appena cominciata fra gli uomini appostati sul largo stradone e qualcun altro che, sempre dall' interno dell' area perimetrata, impartiva gli ordini.
    ...Squadra sei, mi ricevete?! ...L' obbiettivo è stato avvistato da alcune telecamere a circuito chiuso dirigersi nella vostra zona circa venti minuti fa... deve essere ancora da quelle parti... Avete l' ordine di liberare i Seeker e recuperate l' obbiettivo integro.. Sparate a vista su ogni altro bersaglio avvistato, stato di allerta al livello tre.. che nessun civile lasci il perimetro...
    La comunicazione si interruppe qui, probabilmente per la necessità di divulgarla anche alle altre squadre. Il leader del gruppo comunicò poi ai compagni gli ordini mentre imbracciavano i fucili e li facevano scattare, pronti a far fuoco in qualsiasi momento. Due dei cinque uomini si avvicinarono al portabagli del Range Rover nero con cui erano arrivati li, e tirarono fuori una grossa scatola scura di metallo. La posarono a terra e poi si andarono a nascondere entro un vicoletto dall' altro lato della strada, e da li usarono un telecomando per attivare la scatola. Quando il coperchio di quella gabbia si aprì, dal suo interno prese il volo uno sciame di una trentina di grosse cavallette, dall' aspetto deforme e un anomalo numero di zampe. Lo sciame si sollevò di un paio di metri, ronzando attorno per la strada come in cerca di qualcosa da attaccare, sparpagliandosi tutt' intorno. Un gruppetto di esse si raggruppò come attirate da qualcosa e prese a volare verso una direzione precisa. Altre raggiunsero il vicolo dei soldati e cominciarono ad attaccarli mentre quelli iniziavano a sparare in aria con le mitragliatrici.
    Noi tre teniamo a bada queste, voi seguite le altre! Non perdetele di vista e fate attenzione, queste cose sono infette!
    Urlò uno di loro agli altri, mentre la squadra si divideva in direzione nord-est.
    Un altro piccolo gruppo di insetti ostili, invece scovò Elena ronzandole attorno nel tentativo di morderla.
    Se la vampira avesse deciso di combattere, avrebbe dovuto eliminare nove agili e disgustose cavalette, se avesse deciso di correre in soccorso dei soldati, avrebbe condotto da loro gli insetti che la tormentavano e almeno uno dei tre sarebbe stato punto, se invece fosse fuggita inseguendo lo sciame a nord-est, avrebbe presto sorpassato i due soldati appiedati raggiungendo un grosso gabbiotto per il controllo dell' alta tensione, la cui porta di metallo sarebbe apparsa rotta e al suo interno avrebbe udito un respiro affannoso.

    Intanto Scar e Leonard, a pochi metri dallo svincolo verso cui si stavano dirigendo per controllare l' auto, si erano imbattuti in un gruppo di teppisti: sei ragazzi di età approssimativamente compresa tra i 15 e i 25 anni che avevano appena finito di pestare a morte quello che pareva essere uno di loro.
    I giovani apparivano visibilmente agitati, un misto fra paura e nervosismo, come un animale ferito messo all' angolo e una volta sorpresi dai due soci, rimasero un attimo interdetti, squadrandoli con diffidenza.
    E questi chi sono?
    Ce l' hanno con noi?!
    Non sembrano feriti..
    Bisbigliavano l' un l' altro con le armi strette fra le mani.
    Poi il piu grande del gruppo, un ragazzo piuttosto alto, pallido e con in dosso pantaloni e giacca di jeans strappata e un berretto di lana, fece un cenno col mento verso i due.
    Che avete da guardare, mh? Siete stati feriti da qualcuno di quei cosi? Se è così non fate un passo o finirete come lui...
    Domandò schietto senza mezzi termini, indicando al fine il cadavere che giaceva davanti a lui, non senza lasciar trasparire una certa amarezza nel suo tono di voce.
    Se i due avessero voluto rispondere all' interrogativo forse avrebbero potuto scoprire il motivo del loro gesto, se avessero provato ad avvicinarsi sarebbero stati attaccati senza preavviso, se li avessero ignorati procedendo verso nord-est si sarebbero imbattuti in un gruppo di infetti mentre proseguendo verso sud avrebbero potuto incrociare una delle Range Rover nere.
    In ogni caso entro pochi minuti avrebbero udito provenire in direzione del locale appena lasciatosi alle spalle, urla, gemiti e numerosi colpi di mitragliatrice.

    Elusa la coppia di soldati in nero, Shadow procedette senza sosta fino a ritrovarsi nel vicolo che dava proprio di fronte al luogo dell' incidente. Dalla sua posizione avrebbe potuto vedere facilmente il blindato rovesciato su un lato, coi vetri rotti e le portelle spalancate, ancora fumante. Poco piu avanti c'era invece una delle auto scure delle Forze Speciali con uno dei soldati a bordo che trafficava con un portatile, e altri quattro in guardia tutt' intorno.
    Non sembravano prestare molta attenzione a quello che accadeva oltre il tratto di strada che tenevano sotto controllo, per cui non avrebbero notato la presenza della ragazza aggirarsi nei vicoli limitrofi.
    Ciò che invece l' aveva notata fu una donna, la stessa sagoma che Shadow aveva sorpassato poco prima. Essa si avvicinò barcollante, ringhiando in preda alla follia, ma a pochi metri di distanza cadde a terra come se avesse subito un colpo dall' interno, accasciandosi e rimanendo immobile.
    Se Shadow si fosse avvicinata per soccorrere la donna, ignara di cosa avesse, avrebbe assistito ad una scena del genere: Video
    Se invece avesse preferito tagliare la corda, si sarebbe comunque ritrovata circondata da altri infetti ancora non mutati da qualsiasi direzione.
    Gli edifici in quella zona erano per lo piu negozi e locali con tutte le uscite sbarrate e nessun appiglio che la potesse condurre in alto, per cui se avesse voluto evitare lo scontro con gli infetti poteva uscire allo scoperto sulla strada e vedersi puntare contro le mitragliatrici, oppure tentare di forzare uno dei lucchetti dei portoni in metallo sul retro dell' enorme magazzino vicino a cui si trovava, e nascondersi li sperando di non essere messa in trappola.

    Jesper invece, nei pressi del vicolo in cui si era appena avventurata Shadow, notò uno strano movimento tutt' intorno. Decise di allontanarsi dalla strada sorvegliata dei soldati in nero, procedendo nel senso opposto. Avanzava sempre con cautela cercando di non fare rumore come se ad ogni angolo posse celarsi un nemico o un pericolo e stava per svoltare in direzione sud quando intravide quattro figure claudicanti procedere nello stesso senso alla fine della strada. Erano persone normali all' apparenza, anche se il loro modo di camminare e di comportarsi era piuttosto strano. Non comprendeva ancora che cosa avessero ma preferì tornate indietro e procedere verso ovest ancora un po. Dalle strade circostanti vedeva sempre piu individui simili ai precedenti barcollare e schiumare come in preda a una rabbia animalesca, altri invece si accasciavano al suolo. In un angolo udì delle urla e vide un uomo venire brutalmente divorato da tre persone, piu lontano ancora invece, spari e grida provenienti da un locale. Non aveva idea di come comportarsi e si limitò ad avanzare sperando di non essere visto. A un certo punto, un forte ronzio attirò la sua attenzione e decise di seguirlo fino a giungere ad un gabbiotto per la manutenzione dell' alta tensione del quartiere, dove lo sciame di insetti puntava con insistenza. Si fermò a pochi metri di distanza in attesa di capirci qualcosa.
     
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  12. Kuroi Tenshi
     
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    Carini gli infetti mutati xD


    Eléna seguì i movimenti degli uomini con minuziosa curiosità e si rese conto troppo tardi che nella scatola che avevano poggiato a terra si nascondevano delle creature immonde e certamente pericolose. Presero ad attaccarli e in quel momento la vampira non potè che chiedersi fino a che punto si spingesse la stupidità umana.
    In giro per il quartiere parevano esserci delle creature pericolose e, quindi, per tutta risposta, loro liberavano delle altre creature "infette" che, ci scommetteva, erano in grado di infettare gli umani... oh beh sì, non faceva una piega.

    "Idioti..."


    Li avevano chiamati Seeker, quindi probabilmente il motivo del folle gesto era di trovare i loro obiettivi, che probabilmente risultavano essere i suoi stessi. Quindi cosa fare? Per l'ennesima volta Eléna si era spinta in perlustrazione da sola e si ritrovava in una situazione pessima. Tornare indietro ed avvertire il clero? No... non sarebbe stato da lei, oramai era in ballo e avrebbe dovuto aiutare a sistemare quella pessima situazione. Come un presentimento, sentiva che la presenza di un non morto come lei avrebbe aiutato, e non poco... non solo per la sua velocità ed i suoi sensi, ma perchè era certa di essere immune a quelle bestie, essendo il suo corpo ormai un contenitore privo di vita e di sangue corrente.
    Osservò i soldati sparare senza curarsi del rumore prodotto, troppo impauriti dall'eventualità di essere punti, e si decise a lasciarli dov'erano: avrebbe seguito gli altri che, probabilmente, l'avrebbero condotta da questi fantomatici infetti.
    Tuttavia, prima che potesse muoversi per inseguirli, si vide piombare addosso nove di quegli insetti che, a quanto pareva, riuscivano a scorgerla nonostante fosse un tutt'uno con le tenebre. Estrasse fulminea le lame gemelle e le menò in aria lì dove gli insetti si stavano avvicinando in massa: riuscì a tagliarne a metà un paio, ma gli altri furono più veloci e non si fecero colpire. Tornò visibile agli occhi a causa dello scontro che aveva appena cominciato, nella speranza, tuttavia, che gli umani fossero troppo impegnati a sparare a macchinetta per aria per accorgersi della sua presenza.
    Intanto il gruppo di uomini si stava allontanando sempre di più e nell'arco di poco tempo nemmeno i suoi sensi superiori le avrebbero permesso di rintracciarli. Ringhiò, adirata, schivando rapida i pungiglioni delle creature: nonostante la sua teoria, non ci teneva comunque a provarne la veridicità sulla sua pelle.

    "Vediamo quanto siete veloci, schifezze."


    Si voltò in direzione degli insetti e degli umani che si stavano allontanando e prese a correre senza risparmiarsi. Passo fulminea a pochi metri dagli umani in mischia senza degnarli di uno sguardo e senza preoccuparsene minimamente: il suo scopo era tornare nelle ombre per poter massimizzare la sua rapidità, e così tentò di fare.
    Occultamento, viaggio tra le ombre

    Riuscì a seguire il ronzio davanti a lei, controllando nel contempo se gli altri insetti stessero continuando a seguirla, testando in questo modo la loro celerità. Si ritrovò presto davanti ad uno strano gabbiotto il quale scopo era per lei un mistero, tuttavia la porta era aperta e al suo udito era ben percepibile un respiro molto affannoso. Se lo sciame l'avesse lasciata in pace per qualche istante, sarebbe andata avanti stringendo i pugnali e tornando visibile a causa della luce intorno al gabbiotto, nel tentativo di sporgersi per controllare chi vi fosse all'interno.

    Ho evitato di scrivere le mie statistiche, non credo che gli insetti richiedano più di 10 punti difesa per essere schivati xD
     
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  13. Leonard Jennings
     
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    Quando Scar parve poco interessato all'uomo del pub, accogliendo la sua idea di andare all'auto, leo tirò un sospiro di sollievo. Non aveva davvero voglia di perdere tempo là dentro mentre le autorità mettevano a ferro e fuoco il quartiere. Tuttavia, il cittadino suggerì di non usarla, ma di nascondersi all'interno del quartiere e attendere. L'artigiano si soprese un poco.
    " Se lo dice lui." Annuì, incamminandosi senza fare storie.

    Il compagno non parlava molto e Leo si accorse che era nervoso. La prima volta quell'uomo non gli era parso una così facile preda per le emozioni. Forse era ricercato e aveva paura che lo riconoscessero o forse temeva che il collega sconosciuto vuotasse il sacco se fosse stato bloccato, mettendoli entrambi in una posizione scomoda.
    " Spero sia un tipo affidabile." s'impastò un poco la bocca " Il nuovo collega, intendo." L'affermazione aveva un che di sospettoso nel tono, ma non sembrava una richiesta d'informazioni, o almeno quella non era l'intenzione dell'artigiano.

    Il nervosismo crescente di Scar lo inquietava. Ogni persona, quando faceva un minimo d'esperienza nel proprio campo, cominciava ad avere naso per certe cose, a fiutare meglio, a capire sempre di più. In base a questo suo ragionamento l'artigiano cancerino non potè che entrare in empatia con il criminale, immaginando che Scar avesse percepito qualcosa d'insolito in tutta quella situazione, qualcosa a cui lui, semplice ragazzo dell'Old Side, non potesse arrivare. L'artigiano non avrebbe dovuto attendere troppo per avere la conferma che qualcosa non andava.

    A pochi passi da loro un gruppo di giovanotti incazzati ne stava pestando un altro con una certa cattiveria.
    " Oddio." esclamò sotto voce. Si voltò verso Scar, già pronto a difendersi. " No, sono troppi. Andiamo via." gli sussurrò. Guardò ancora verso il gruppo, uno di loro sembrava voler parlare.
    Leo alzò le mani in segno di pace. " Niente, niente. Stiamo andando via." e rafforzò con un cenno secco delle mani. "" Dannazione, la macchina è proprio di là."

    Mosse un poco il mento oltre i ragazzi. " Niente auto." sussurrò al socio guardandolo con la coda dell'occhio. In quel momento, però, comprese anche meglio le parole del teppista, ricordandosi anche dell'uomo ferito al pub. Ancora con le mani alzate, Leo si concentrò sul ragazzo.
    " Scusa. Cosa intendevi per feriti da quei cosi?" sganò gli occhi " I militari non spareranno mica addosso alle persone!" esclamò con tono allarmato. Anche allontanarsi da quei deliquenti divenne altrettanto pericoloso ai suoi occhi. Qualsiasi cosa sarebbe accaduta da parte loro e di Scar - da cui avrebbe rifiutato la pistola se ce ne fosse stato bisogno, visto che aveva la sua - dopo poco una bella smitragliata avrebbe reso quell'affermazione una triste previsione.
     
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    Ah, spero di non essere troppo autoconclusiva. E poi mi avete messo in trappola, dovevo inventarmi qualcosa! :)


    Shadow sporse la testa oltre il muro e scrutò l'oscurità con gli occhi stretti e chiarissimi, cercando qualcosa o qualcuno. Ma vide solo la scena dell'incidente, o meglio, del crimine a quanto pareva: c'era un furgone ribaltato su un fianco, con la carrozzeria ammaccata in più punti e una parte addirittura in fiamme. I finestrini erano spaccati e le portiere completamente distrutte. E poi c'erano diverse auto nere, parcheggiate un pò più a lato, che sbarravano la via e l'accesso; diversi uomini controllavano il perimetro della zona armati fino ai denti. La situazione va sul pesante, eh?
    Shadow in quel momento si accorse di un fruscio alle sue spalle, e quando si voltò davanti a lei si presentava una donna. Ma non sembrava troppo in sé: era molto sporca, con la bava alla bocca e il viso era completamente stralunato, come se fosse sotto qualche strana ipnosi. Cadde a terra prima che la ragazza potesse fare o dire qualunque cosa, e Shadow rimase interdetta dov'era, pensando al da farsi: cosa poteva effettivamente fare? Di soccorrerla era fuori discussione, non era mica un'infermiera e quella giovane era l'ultimo dei suoi pensieri. Osservò la strada principale ancora una volta e poi se la dette a gambe per un vicolo che la costeggiava, in direzione nord.
    Si voltò solo una volta, per vedere la scena più raccapricciante che avesse mai potuto scorgere in tutti quegli anni: la donna pareva trasfigurata, e si stava lentamente trasformando in qualcosa di strano, viscido e nuovo. Ma li non rimase a lungo per scoprirlo. Aveva circa oltrepassato il blindato e si trovava ad un altro incrocio, quando un altro essere sbucato da un altra via si avvicinò a lei, barcollando.
    E ora?
    Pareva uguale all'altra donna... e se si fosse trasformato anche lui? Si spostava da un piede all'altro pensando a che cosa fare, muovendo gli occhi da una via all'altra, quando notò un'apertura in una porta piuttosto malandata. Vi si avvicinò prima che quell'essere raggiungesse lei e dopo tre spallate ben assestate la porta si aprì, rivelando un interno buio ma sicuro e pulito. Lei ci si fiondò dentro e richiuse subito la porta dietro di lei, nel momento esatto nel quale il mostro cominciava a ringhiare e appoggiarsi sull'apertura per entrare. Lei ci appoggiò con tutto il peso, cercando di non farlo entrare, ma forse non avrebbe potuto reggere per molto.
    Respirò e continuò a tenere la porta, sperando che la creatura mollasse l'osso e se ne andasse per i cazzi propri.
    Se quello fosse stato un film horror e lei si fosse vista forse avrebbe urlato a sé stessa:Colpiscilo in testa! Colpiscilo in testa! E' uno zombie, stupida! come aveva fatto molte volte alla tv, ma quello non era un film o una serie: era lei in pericolo, e anche se non poteva sembrare, tutto quello faceva paura. E diciamo che ragionare quando si ha paura non è così semplice come sembra. Le armi le aveva, ma il fatto di spalancare la porta e di affrontare quel mostro non le andava a genio.
    Lei aveva provato molte sofferenze e timori quando era in giro per il mondo, ma questo non significava affatto che fosse mai impaurita. La paura è essenziale per riuscire a controllare la nostra forza e il nostro Ego, senza di essa andremmo tutti al macello senza difenderci.
    Ma ora la questione era seria. Chi l'avrebbe aiutata? Nessuno.
    Doveva pensare in fretta, o sarebbe stata mangiata da uno di quei cosi.

    Nel caso non mi sia spiegata, ecco qui:
    Shadow now
    Aiutoooooo XD
     
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  15. †Scar
     
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    Mentre camminavano era rimasto zitto, tentando di analizzare tutti gli elementi che aveva in modo da potersi fare un'idea generale su ciò che poteva essere successo. I dati in suo possesso, tuttavia, non erano molti: posti di blocco della polizia ovunque, caos generale per le strade, quarantena imposta a tutto il quartiere, un elicottero nero che scandagliava la zona e un uomo barcollante nei pressi del locale. Non poteva trattarsi di un'infezione perché altrimenti sarebbero già accorse sul posto le squadre mediche, e non poteva trattarsi di un attacco terroristico perché non avrebbe avuto senso attaccare Housing, in quel caso sarebbe stato indirizzato ai quartieri alti della città. Qualunque cosa stesse bollendo in pentola era qualcosa di molto grosso e di molto imprevedibile.
    Stai tranquillo, Jesper non è tipo da cantarsela sotto una torcia della polizia. Vedrai.
    Si limitò a dire quando il suo accompagnatore espresse il suo dubbio nei riguardi del nuovo complice.

    Quando i tre teppisti videro Scar e Leonard passare poco lontano da loro cominciarono a bisbigliare qualcosa e sembravano parecchio agitati per essere stati colti in flagrante. L'intenzione del ragazzo non era assolutamente quella di trattenersi in un combattimento con tutta quella polizia attorno, ma pareva che quei tre avessero un'idea della situazione molto più chiara della sua. Quando il collega fece un piccolo riferimento alla sua auto non capì immediatamente cosa volesse dire, ma in quel momento non era importante. Leonard lo precedette di poco nel chiedere al teppista cosa intendesse con quella breve frase dal tono decisamente intimidatorio, e rimase sorpreso dalla fiducia riposta dal collega nelle forze armate. Il suo pensiero venne confermato dopo pochi attimi dal rumore di spari proveniente dalla direzione del locale davanti al quale si erano incontrati, e in quel momento il suo sguardo incrociò per un attimo quello del meccanico.
    A quanto pare non sei molto pratico del modo di lavorare delle forze dell'ordine nei casi di estrema emergenza come questo. È solo in situazioni normali che i militari non sparano addosso alla gente, qui c'è qualcosa di grosso da reprimere, a quanto pare.
    Disse velocemente al ragazzo per poi attendere la risposta del giovane dall'altro lato della strada.
     
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111 replies since 4/8/2013, 14:37   1798 views
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