Passato alle spalle

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    ♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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    Passato alle spalle -Tornando da Harmony-
    Era finita la bellissima giornata passata con Mala ed era decisamente la giovane anche se, il suo abbigliamento, non era come sempre, del resto aveva lasciato a casa tutte le sue cose da “guerriera”. Il sole stava ormai tramontando lasciando da parte il giorno e la giovane camminava canticchiando e continuando a leggere la lista della spesa e quella degli invitati che l’amica le aveva lasciato. Ridacchiò appena al pensiero del magnifico compleanno che ne sarebbe venuto fuori e non vedeva l’ora. La giovane combattente indossava un semplice cappotto nero dall’aria elegante, i lunghi capelli castani sciolti e un cappello con la visiera degno di una star di Hollywood; anche gli stivaletti con il tacco nero e i jeans curati facevano pensare ad una snob con la puzzetta sotto il naso ma lei era solo Misato alla fine. Di armi non ne aveva con sé, probabilmente solo i pugnali da lancio…in qualche modo doveva pure tornare a casa.

    «Oh Yuki….mi stavi aspettando qui?»


    Chiese ridacchiando nel sentire qualcuno, o meglio qualcosa, camminare silenziosa alle sue spalle. In pochi secondi la pantera si accostò alla sua compagna strusciando il testone contro le sue gambe e facendo dei versi gutturali che dovevano essere fusa da gattoni.

    «Ti sono mancata così tanto da aspettarmi qui? Ma che bravo micione che sei…»


    Sempre ridacchiando nella sua maniera un po’ cattiva si accovacciò a terra lasciando scivolare la grossa borsa da giorno sul suo fianco e accarezzando appena il testone dell’animale che si prese tutte le coccole. Si, in effetti era così abituato alla presenza della combattente che un po’ le era mancata.



    -GdrOff-

    »Misato«
    Vita: 185
    Difesa: 77
    Statistiche
      Bonus ai punti difesa per schivare: 5
      Riduzione del danno: 0
      +5 contro attacchi mentali
    Armi
      Pugnale inglese:
      Danno: 5
      Pugnale da lancio (x3):
      Danno: 4

    Maestrie
      Maestria a mani nude:
      Danno: 16
      Punti difesa necessari a schivare: 9
      Maestrie con armi bianche:
      Danno: 25
      punti difesa necessari a schivare: 17
      Maestrie con armi da fuoco:
      Danno: 1
      Punti difesa necessari a schivare: 5

    Potere Ki
      Danno: 14
      Punti difesa necessari a schivare: 6

    Barriera
      Numero di volte al giorno: 7
      Punti totali della barriera: 75

    »Yuki«
    Vita: 78
    Difesa:32
    Danno: 34
    Punti difesa necessari a schivare: 19
    Attacchi per turno: 1

    Io ho aperto qui a caso xD spero non vi dispiaccia e che vada bene così XD aahahahah

    -GdrOn-


    Edited by Misato Kojima - 22/3/2015, 16:33
     
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  2. Kayth
     
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    Era passato un po' di tempo dal suo rocambolesco sbarco lì a Dilagon City, una città di cui non aveva mai sentito parlare in vita sua, ma in cui, nonostante ciò, Kayth non riusciva proprio ad ambientarsi. L'atmosfera fin troppo caotica e lugubre di quella città continuava a mettergli un'angoscia tale nell'animo che, ad ogni minimo rumore sinistro, si era ritrovato subito a scattare sulla difensiva per paura di incombere in qualche spiacevole incontro.
    Il ragazzo ora si ritrovava seduto sul marciapiede di un quartiere alquanto degradato di cui non si ricordava nemmeno il nome. Non che avesse importanza per lui. Era lì, con la testa poggiata sulle ginocchia che aveva tirato a sé, senza far nulla, del tutto sordo ed estraneo al mondo che lo circondava. Indossava un maglioncino grigio, un paio di jeans e degli anfibi e, fortunatamente, a tenerlo al caldo vi era il suo cappotto marrone simil Montgomery con cappuccio ben imbottito, adatto per i climi rigidi a cui era abituato e che gli risultava parecchio prezioso anche lì in quella città dimenticata da ogni divinità.

    Vita: 40
    Difesa: 35
    Statistiche
    Bonus ai punti difesa per schivare: 0
    Riduzione del danno: 0
    Armi
    Pugnale medievale:
    Danno: 6

    Maestrie
    Maestria a mani nude:
    Danno: 7
    Punti difesa necessari a schivare: 5
    Maestrie con armi bianche:
    Danno: +0
    punti difesa necessari a schivare: 5
    Maestrie con armi da fuoco:
    Danno: +0
    Punti difesa necessari a schivare: 5

    Potere Ki
    Danno: 10
    Punti difesa necessari a schivare: 5
     
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    Era ormai sera, ma per lei la giornata stava per cominciare. Era già sveglia da un po', certo, ma dato che il suo nuovo lavoro le impiegava tutta la notte, era costretta a dormire di giorno. Aggiungendo questo al fatto che in quella città il sole illuminava solo per poche ore al giorno, praticamente le era quasi impossibile vedere la città con un minimo di luce.
    Da Jillgon a Lullaby la strada era relativamente corta, ma era costretta a farla a piedi. Tanto per cambiare un po' la rotta, imparare nuove strade e magari ottenere qualche informazioni importante, aveva deciso di fare un giro un po' più largo. Aveva indossato un abbigliamento piuttosto casual, con un paio di pantaloni di tela con un motivo mimetico e sulle tonalità di nero e alcuni grigi, infilati in un paio di scarponi militari e tenuti su da una cintura stretta, una canottiera nera le cui spalline erano appena visibili sotto la felpa grigio scuro che lasciava le spalle scoperte. Sulle spalle teneva buttata una giacca di pelle nera, ma le maniche non erano infilate. Invece di portarsi dietro la sua solita fondina da tenere sul petto, ne aveva una da cintura, e infatti la pistola (carica, ma con la sicura inserita e senza colpo in canna) penzolava al suo fianco destro, seminascosta dalla felpa e un po' di più forse dalla giacca, ma comunque visibile per chiunque la guardasse con almeno un minimo d'attenzione. I caricatori di riserva erano sul fianco sinistro, appesi anche quelli alla cintura e forse un po' più difficili da notare per le dimensioni ridotte ma poco nascoste quanto la pistola. In tasca, un portafogli quasi del tutto vuoto, con giusto qualche dollaro racimolato con delle mance condivise con la barista del locale dove lavorava.
    Immersa nei suoi pensieri, ci mise molto meno di quello che aveva calcolato ad arrivare a Regress, e quando se ne accorse, leggendo su un cartello il nome di una via che aveva già conosciuto, sospirò. In pratica si era ritrovata già tanto vicina a Lullaby ma con ancora diverse ore da occupare prima di iniziare il turno al locale. Non le restava che trovare il modo di passarsi un po' il tempo, e magari trovare un locale in cui consumare una cena priva di pretese. Possibilmente a scrocco di qualcuno abbastanza idiota da interpretare qualche flirt mirato come la possibilità di ottenere qualcosa di concreto.
    Per il momento, comunque, si limitava a passeggiare e guardarsi intorno. Stava giusto svoltando un angolo quando fu costretta a frenare per non finire addosso a Misato e a Yuki.
    «Ma che... AH!» esclamò, quando si accorse della bestia feroce a neanche due metri da lei. Non era un vero e proprio urlo di terrore, ma di certo c'era un bel po' di sorpresa nel suo tono. Per la seconda volta, si ritrovò a chiedersi chi fosse quel dannato folle che andava in giro con una stramaledetta pantera, ma stavolta aveva già la sua risposta. «... Misato?» chiese, tranquillizzandosi un attimo. Si ritrovò con la mano destra all'altezza del fianco, pronta a estrarre la pistola; era stato un gesto istintivo, un riflesso condizionato quando aveva visto la forma decisamente inusuale che poi aveva riconosciuto come Yuki. Adesso che aveva riconosciuto Misato - o almeno, aveva supposto fosse lei - aveva abbassato un po' la mano, anche se sembrava pronta a scattare in caso ne avesse avuto bisogno.
     
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    ♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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    Passato alle spalle -La ragazza del labirinto-
    La ragazza stava ancora coccolando la pantera quando questo si voltò annusando l’aria. Non sembrava preoccupato e non aveva nemmeno arruffato il pelo o alzato la coda, quindi non doveva essere un odore…pericoloso. Ad ogni modo la combattente si alzò guardando nella sua direzione ma non notando nulla di particolare.

    «Yuki che ti…»


    Non fece in tempo a finire la frase che una faccia piuttosto nota le spuntò davanti. Era la giovane con la quale aveva vissuto quella strana avventura in quel labirinto fuori di testa. Alzò appena il sopracciglio quando lei la chiamò si ritrovò a scoprire che il suo nome proprio non se lo ricordava, eppure era sicura che non fosse tanto difficile, lo trovava anche carino ma proprio non se lo ricordava, l’unica cosa che sapeva quasi certamente era che non le sembrava ostile…o almeno così le era sembrato.

    «Ehm si…sono io…tu invece sei la ragazza del labirinto! Ti chiami Sara, giusto?»


    Tentò in buona fede anche se non era sicura che fosse giusto, anzi, era quasi sicuramente sbagliato. Sperava solo che lei le rinfrescasse la memoria.
    Intanto la pantera aveva ignorato completamente le due che avevano preso a parlare, decidendo che quell’odore era sicuramente più interessante. Continuò a seguire la scia fino a vedere, poco lontano dalle ragazze, un giovane, seduto su un marciapiede con la testa appoggiata sulle gambe e un’aria decisamente depressa. L’animale gli arrivò proprio davanti, sedendosi poi e rimanendo fermo a fissare il giovane.



    -GdrOff-

    Creiamo gli npg XD intanto… chi vuole gestirli e crearsi una minitrama con i nemici che ci spunteranno fuori? XD

    -GdrOn-
     
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  5. Kayth
     
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    Kayth era ancora intento a contemplare le varie possibilità di sopravvivenza che gli si paravano davanti, anche se non erano così tante alla fine, anzi, gliene venivano in mente solo due fattibili: una era quella di rubare qualcosa, magari a un povero malcapitato, ma non gli andava a genio e l'avrebbe scelta solo in casi estremi; un'altra alternativa era quella di andare a mendicare in uno dei quartieri più abbienti sperando di esser fortunato come quella volta che una signora, sulla quarantina, gli aveva offerto qualche moneta e, in cambio, lui aveva dovuto solo accompagnarla per tutta la serata a fare shopping e a cenare in un ristorante alquanto strano ma con un suo perché. Non aveva ancora ben chiaro del perché la donna l'avesse pagato per tutto ciò, ma sinceramente non gli importava: in quel momento non gli sarebbe minimamente dispiaciuto dover accompagnare anche un'orda in cambio di un pasto.
    Mentre fantasticava su tutto ciò le sue orecchie, sempre vigili, avevano captato del movimenti e dopo un rapido sguardo per cercarne la fonte, notò due ragazze scambiarsi qualche parola. Misato e Kate non sembravano essere alla ricerca di rogne, in realtà, non sembravano nemmeno essersi accorte di lui,ma qualcosa di più terribile invece sembra proprio di sì: la pantera di una delle due, infatti, si stava avvicinando. Istintivamente infilò la mano destra nella tasca del suo cappotto impugnando, senza estrarlo, il pugnale che aveva sempre con sé. Non fece nessun movimento brusco, aveva passato fin troppo tempo nei boschi a cacciare e sapeva che qualunque gesto incosciente poteva scatenare l'ira di un animale che forse non aveva nessun interesse nell'attaccarlo. Rimase fermo quindi ad osservare Yuki, che gli si sedette davanti, con sguardo calcolatore, il cuore che gli batteva a mille nonostante il suo volto fosse del tutto impassibile e, anzi, quasi indifferente. Il pugnale era pronto a saettare fuori dalla tasca in direzione della belva se avesse mostrato anche un minimo cenno di ostilità.
    Gdr: off
    Ioooooooooooooooooooo...passo
     
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    Misato confermò abbastanza in fretta la sua identità, cosa che le fece tirare un sospiro di sollievo interno. Almeno il numero di persone che portavano a spasso le pantere era ancora a uno.
    «Ehm... no.» le rispose con un sorrisetto. «Anche se mi piacerebbe, è un bel nome, non trovi?» aggiunse come se nulla fosse, anche se lo sguardo saettava spesso verso la pantera. Era evidente che non si era ancora abituata alla stranezza della cosa, e che temeva ancora che esistesse la possibilità che Yuki decidesse di voler assaggiare cibo indiano in un momento in cui Kate era l'unica ragazza di origini indiane nelle vicinanze.
    «Kate, comunque. O Joyce, se preferisci.» si presentò per la seconda volta. Non sembrava particolarmente offesa, e non lo era. Dopotutto non era particolarmente interessata ad attirare l'attenzione su di sé, e se Misato non la ricordava tanto bene da sapere il suo nome voleva dire che era riuscita a mantenere un basso profilo. O che Misato era molto smemorata.
    In ogni caso, fu proprio lo pseudotimore che aveva per Yuki che le fece notare i movimenti di quest'ultima. Volendo tenerla d'occhio, mentre parlava con Misato aveva seguito con gli occhi la pantera che si era avvicinata a quello che a una prima occhiata sembrava poco più che un barbone seduto per strada.
    «Ehm... la tua pantera ha mangiato, vero?» domandò alla ragazza, indicandole la pantera. «Sai, siamo vicini all'ora di cena e... uhm...»
    Lasciò in sospeso il discorso, anche se sembrava pronta a intervenire in caso ce ne fosse il bisogno. Sperava solo che Misato sapesse controllare la sua pantera meglio di quanto ricordasse i nomi della gente.
    Mi sembra chiaro che vuoi gestirli tu Misa-chan.
     
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    Passato alle spalle --
    La pantera rimase ferma per qualche minuto a fissarlo e, di tanto in tanto, sporgersi appena in avanti con il muso per poter annusare l’aria intorno al giovane. Aveva deciso che non sembrava essere un pericolo per la sua Misato, di sicuro non aveva l’odore di un prete e questo era già qualcosa, però decise comunque di stare lì fermo a fissarlo per non permettergli di avvicinarsi troppo alla combattente, non in momenti come quelli che si poteva dire al massimo della sua vulnerabilità dato il misero arsenale che si era portata dietro lasciando a casa tutte le sue bambine.
    La ragazza, invece, nel sentire che aveva proprio sbagliato il nome, digrignò i denti grattandosi la nuca e spostando appena il suo cappello elegante, solo quando finalmente uscì fuori quello vero, quello giusto, le si illuminò appena il volto drizzando le orecchie.

    «Kate…ecco com’era! La prossima volta me ne ricorderò.»


    Sorrise appena, soprattutto perché non era del tutto sicura di poter mantenere la sua parola. Associare faccia e nomi era difficile ma, ancora più arduo, era ricordarli. Avrebbe fatto prima a scriverselo su una specie di lista ma, probabilmente, poi sarebbe stato anche peggio.
    Con la coda degli occhi seguì appena i movimenti della pantera, soprattutto quando l’indiana diede voce a tutti i suoi dubbi. In effetti non era cosa di tutti i giorni vedere in giro un animale come quello e lei che ormai ci aveva fatto l’abitudine non ci faceva più caso ma in effetti quando andava in giro in pieno giorno si accorgeva spesso che le occhiate delle persone per strada erano abbastanza eloquenti. Si limitò a sfoderare il suo miglior sorriso da strafottente, incrociando poi le braccia sul petto.

    «Ha già mangiato…però se ci fosse qualcuno che avesse voglia di provare a farmi la festa…beh…potrebbe venirgli ancora molta fame…»


    Lanciò uno sguardo piuttosto eloquente a Kate. Che volesse essere una minaccia? Forse ma in realtà per lei era più un’assicurazione sulla vita quella frase, in fondo chi aveva voglia di vedersela con un gattone troppo cresciuto?
    Rimase poi ferma a fissare il ragazzo che Yuki stava fissando e che probabilmente sarebbero rimasti in quella posizione in eterna se la combattente non si fosse decisa ad intervenire.

    «Dai Kate, andiamo a liberare quel poveretto.»


    Ridacchiò in maniera piuttosto sadica in quelle sue vesti da figlia di papà di alto borgo. Era davvero fuori luogo con quel suo vestiario elegante e non sembrava per niente far parte di quel mondo che puzzava perennemente di fogna. Con passo veloce e con i tacchetti degli stivali che facevano rumore nella notte ferma, si avvicinò a Kayth, accarezzando appena la testa della pantera che, a contatto con la mano, chiuse gli occhi emettendo un suono gutturale. Fusa probabilmente.

    «Scusami…spero che la mia pantera non ti abbia dato fastidi…»


    Da quando era tornata da Harmony aveva ormai pero la cera delle ragazze snob, di quelle le erano solo rimasti i vestiti, quindi ridacchiò appena con fare sprezzante mentre l’animale prese a girare intorno alla giovane strusciando l’enorme testa sulle sue gambe.



    -GdrOff-

    Allora vi coinvolgo nei casini di Misato :D ahahahahhah

    -GdrOn-
     
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  8. Kayth
     
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    L'osservarsi a vicenda da parte di Kayth e Yuki si stava protraendo da ormai parecchi secondi, se non minuti. La pantera non sembrava avere intenzioni ostili, ma l'istinto del ragazzo gli suggeriva di non abbassare la guardia. Non sia mai che quest'ultima stesse aspettando un suo attimo di disattenzione per attaccarlo a tradimento; tutto ciò era poco probabile ma era meglio ridurre al zero il rischio finché è possibile.
    A sciogliere la tensione tra i due ci pensò una delle ragazze che aveva notato prima, quella più vestita da nobile che, quasi fosse cosa da nulla lasciare quel gattino fin troppo cresciuto libero di agire, ora gli si era avvicinato e, accarezzando il suo "animaletto", gli porgeva delle scuse di circostanza e quanto mai fasulle. Kayth, continuando a mantenere la mano destra in tasca, scosse lievemente la testa
    <No...problemi...> mormorò con un chiaro accento straniero riconducibile alle lingue nordiche e fece per alzarsi lentamente dal marciapiede aiutandosi con l'unica mano libera. Fatto ciò si limitò a fissare con sguardo diffidente Misato e, in caso si fosse avvicinata, anche Kate.
     
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    Scrollò le spalle alla "minaccia" di Misato. Evidentemente non l'aveva presa personalmente, dopotutto lei non aveva motivo per dimostrarsi ostile nei suoi confronti. Però magari poteva sfruttare l'occasione per ottenere qualche innocente informazione. Magari l'essersi mossa in largo anticipo per andare a lavoro non sarebbe stato totalmente inutile.
    «Ci sono così tanti intenzionati a... farti la festa?» le chiese con un mezzo sorrisetto cordiale. Non del tutto finto. Finché Misato non fosse diventata una minaccia o comunque apertamente antipatica o ostile, non avrebbe avuto nulla contro di lei, quindi perché avrebbe dovuto trattarla male?
    «Ti seguo, comunque.» aggiunse, mobilitandosi dietro di lei. Non era particolarmente preoccupata, adesso che sapeva che la pantera era sotto controllo, ma restò un paio di passi indietro, giusto per sicurezza. Una volta arrivata vicina al ragazzo, lo osservò da capo a piedi. A guardarlo un po' più da vicino, sembrava un po' meno barbone.
    «Che ci fa un giovane straniero seduto per terra per le strade di questa città del cazzo?» gli chiese una volta sentito il suo accento. Il tatto l'aveva dimenticato a casa, ma d'altronde era una delle sue strategie, essere sfacciata tanto da guadagnarsi qualche risposta.
     
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    Passato alle spalle -Un posto strano per un incontro-
    Mentre camminavano verso il giovane la combattente ridacchiò appena grattandosi la nuca alla domanda della giovane indiana. Forse non era il caso far capire quanto fosse diventata famosa nell’ultimo periodo, anche se fra la gente sbagliata, era meglio stare sul vago e non far capire che chi si avvicinava a lei, spesso e volentieri, andava solo incontro ad un mucchio di guai. Ma in fondo, la verità era sempre la stessa, il solo fatto di stare a Dilagon voleva dire trovarsi davanti ad un guaio dopo l’altro.
    Scosse le spalle ciondolando la testa con aria stupida, proprio come ormai si era abituata a fare per confondersi fra le ragazzette snob dell’alta società.

    «Solo un paio di amichetti cara…sai come sono gli uomini. Per lo “no” vuol dire “si” e “sparisci”, “prendimi, sono tua!”.»


    Disse con la perfetta aria da cheerleader. Finalmente raggiunsero il giovanotto e mentre faceva le coccole al suo animaletto mal cresciuto lasciò scivolare il suo sguardo di ghiaccio su quello strana creatura dall’aria particolarmente depressa. Non era una cosa rara…più che altro fastidiosa. Sembrava proprio essere stato un incontro casuale e alla fine Misato sospirò facendo spalluce.

    «La mia vera domanda in realtà sarebbe: “Cosa ci fate tutti e due in un posto come questo?”. Insomma non è esattamente un posto dove ci sono molte cose…»


    Ridacchiò appena. Quello era più che altro un luogo di passaggio e quei due, soprattutto Kate, non avevano esattamente l’aria da persone da quartieri alti. Solitamente nemmeno lei, solo quel giorno aveva fatto eccezione.



    -GdrOff-

    Misato è SEMPRE sincera Dany U_U e in ogni caso….HERCULEEEEEEEEEESSSSSSSSSS. Meg merita sempre U_U la citazione era obbligata U_U

    -GdrOn-
     
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  11. Kayth
     
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    Quelle due, come del resto anche la pantera "addomesticata", non sembravano avere brutte intenzioni nei suoi confronti, almeno per il momento, pertanto rilassò lievemente la sua posa, estremamente tesa, che poteva essere mal interpretata. Una volta che l'ansia era diminuita riuscì a concentrare la sua attenzione sull'aspetto fisico delle due e notò che l'altra, che accompagnava quella vestita da aristocratica, sembrava essere, a giudicare dal colore della sua carnagione, un'estranea a quella città tanto quanto lui. A confermare tale pensiero giunsero le ultime parole di Misato che, insieme a "Indiana Johanna", sembravano essere interessate alla sua presenza in quel buco nero che inghiottiva tutti coloro che ormai erano destinati a non avere nessuna speranza.
    <Non saper....ehm so>
    rispose alle due sperando di aver dissetato la loro sete di informazioni sul suo conto. Odiava essere al centro dell'attenzione perché, quando ciò succedeva, ciò che ne conseguiva non era mai nulla di buono anche se, in quella città, sinceramente era quasi impossibile catalogare qualcosa come "Buono" da quel poco che aveva visto.
     
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  12.  
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    La risposta della combattente la lasciò visibilmente insoddisfatta, ma non indagò oltre, intuendo che probabilmente non era il caso di insistere troppo. Seguì Misato verso il ragazzino con le mani in tasca, e adesso lo stava osservando. E se Kate poteva sembrare indiana giusto dal colore della pelle, Kayth sembrava decisamente nordico. Mentre Kate parlava senza nessun accento se non uno molto vagamente londinese e non indossava vestiti che ricordassero neanche lontanamente gli abiti tradizionali (o stereotipati) indiani, Kayth aveva un accento piuttosto marcato e un abbigliamento adeguato al freddo. Insomma, Kate non aveva nulla che potesse definirla effettivamente un indiana, ma Kayth sembrava molto più straniero.
    E piuttosto che lasciar rispondere Kayth in pace, Misato rigirò la domanda anche a lei, allorché Kate alzò le spalle e rispose anche sinceramente.
    «Ah, io lavoro a Lullaby, qua vicino, e dato che sono molto in anticipo stavo esplorando alla ricerca di un qualche locale dove mangiare.» spiega. «Nulla di troppo interessante, in realtà. Ah, ehm. Lavoro come buttafuori...» aggiunge, immaginando che dire "lavoro a Lullaby" in generale può voler dire solo una cosa.
    «A proposito, non è che voi ne conoscete qualcuno, di posto dove mangiare?»
     
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    Passato alle spalle -Chissene-
    E se tutti gli altri si facevano domande sul prossimo cercando anche di studiarne la provenienza, a Misato non gliene poteva fregare di meno. In fondo in quella città ne aveva visti di tutti i colori, nel vero senso del termine e di tutte le razze, quindi ormai non si stupiva assolutamente di nulla. Solo la risposta di Kayth la lasciò abbastanza perplessa, tanto da farle alzare un sopraciglio.

    «Affascinante….»


    Sussurrò appena, con un mezzo sorriso dipinto sul volto e girando poi la sua attenzione sull’indiana che, evidentemente, cercava solo un posto dove mangiare.

    «Quando si tratta di fare la pappa sono piuttosto informata. Di decente da queste parti non c’è nulla, però c’è una paninoteca abbastanza squallida in cui il cibo non è poi tanto male. L’ambiente è sicuramente peggiore del cibo.»


    Certo, non era il massimo, ma in quartiere come quello non si potevano certo aspettare di più, potevano soltanto adeguarsi. Gli occhi di ghiaccio della guerriera si appoggiarono poi su Kayth, ora stava iniziando a chiedersi una cosa, una molto importante.

    «Ma si, portiamoci anche lui però…dici che capisce quello che diciamo?»


    <blockquote>Chiese all’indiana, tenendo però il suo sguardo sul giovane e fissandolo con aria critica. Anche la pantera prese a girare intorno a Kayth, annusandolo, per poi sdraiarsi letteralmente accanto a lui. Volea forse una carezza?


     
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  14. Kayth
     
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    L'analisi delle ragazze, attraverso le loro parole e gesti, era in continuo progresso e vari dettagli pian piano si aggiungevano nella sua mente del giovane finlandese. Dalle prime conclusioni che ne poteva trarre si denotava che Misato risultava essere fin troppo losca con quel suo sorriso e atteggiamento apparentemente frivolo. Se c'era gente che si comportava così, era di solito quella che eccedeva nel celare la sua vera natura. Naturalmente dare a vedere questi suoi pensieri era fuori discussione, non ne avrebbe sicuramente giovato e, forse, non ne sarebbe nemmeno uscito vivo se si fosse palesato leggermente dubbioso. Decise, quindi, di fare buon viso a cattivo gioco per il momento.
    Tutti queste precauzioni e pensieri passarono repentinamente in secondo piano quando Kate accennò ad un argomento di estrema importanza: il cibo. Era da un bel po' che non metteva cibo sotto i denti. I suoi occhi brillarono per un istante quando Misato accennò al fatto che lo avrebbe avuto con loro, forse, sarebbe riuscito ad avere qualcosa da mangiare senza nemmeno la necessità di sganciare un soldo.
    In altre circostanze avrebbe diffidato delle due e mezzo, ma i bisogni degli esseri umani stavano avendo decisamente la meglio.
    Quando la "snobbettona" palesò le sue perplessità riguardo al fatto se Kayth comprendesse o meno la loro lingua, lui si limitò a starsene a fissarle con aria impassibile, questo finché non si scostò ansioso di qualche passo, quando Yuki decise di avvicinarsi ulteriormente a lui e sdraiarglisi accanto.
    Quella pantera aveva qualcosa che non andava e voleva averci il meno a che fare possibile.
     
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    Kate, avendo ormai accettato la presenza di Misato e relativo gattino da compagnia come entità non minacciose finché non provocate, era più concentrata sullo straniero, che a sua volta sembrava molto interessato al suddetto gattino. Voltò il capo verso Misato mentre rispondeva positivamente alla sua domanda, ma lo sguardo si trattenne sul finlandese fino all'ultimo. Sorrise alla ragazza.
    «Lavoro in uno strip club e abito nel monolocale più brutto del mondo, cosa vuoi che sia un ambiente un po' squallido? Finché si mangia bene...» ghignò, facendo per incrociare le braccia sotto al seno. La perplessità di Misato la fece sorridere divertita.
    «Ma certo che ci capisce, anche se probabilmente si sta chiedendo se abbiamo tutte le rotelle a posto. Io me lo chiedo.» commentò, tornando a guardare il finlandese.
    «Allora?» gli chiese. «Hai l'occasione di cenare con due belle fanciulle, la sfrutterai?» domandò, chiaramente ironica e stranamente cordiale. Il suo impatto con la città era stato abbastanza pessimo, e non poteva fare a modo di pensare che anche Kayth fosse appena arrivato. Un po' di gentilezza oggi sarebbe stato un buon investimento per il domani; a lei di certo avrebbe fatto piacere riceverne un po' al posto di attacchi, tentativi di rapine e brutti commenti sul suo fondoschiena.
    «Piccolo suggerimento: esiste la possibilità di fare il cavaliere e offrire la cena. Alle ragazze piace.» aggiunse, anche se chiaramente scherzosa, facendogli l'occhiolino.
    «Altrimenti puoi lasciare che sia Misato il cavaliere della serata.» disse infine, in un tono sussurrato ma di volume esplicitamente alto per farsi sentire anche dalla combattente.
     
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