Cuore di metallo

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  1. GameMaster3
     
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    Cuore di metallo - Tanto tempo fa -
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    C’era una volta, tanto tempo fa, un dottore che si sentiva terribilmente solo. Per farsi compagnia si era costruito un automa, aveva dato vita ad una nuova creatura per vivere insieme a lei e poter così trascorrere così la sua vita, con quel robot, con Rin.
    Lei prese vita, imparò tante cose e un giorno, curiosa, chiese una cosa al dottore.

    «Com’è avere dei sentimenti? Me lo faresti un cuore?»


    Il dottore rimase piuttosto sorpreso da quella richiesta ma, alla fine, annuì.

    «Certo, ci posso provare. Adesso però Rin andiamo fuori, l’autunno, le foglie…questo è il periodo dell’anno che amo di più al mondo.»


    Lei sorrise ma il dottore sapeva fin troppo bene quanto fosse finto, quanto fosse meccanico. Lui glielo aveva insegnato ma quello non era un sorriso vero, quello non era dettato dal cuore. E questo lo uccideva. Si, voleva farle un cuore, voleva vederla davvero felice e voleva esserlo insieme a lei.



    DATI DI GIOCO

    »Helel«
    Livello: 0
    Vita: 60/60
    Difesa: 33/33
    Bonus ai punti difesa per schivare: 1
    Recupero punti vita ogni ora: 1
    Riduzione del danno: 0

    Armi
      Spada di Carlo Magno
      Danno: 8
      Pugnale medievale
      Danno: 6
      Tactical
      Danno: 7

    Abilità attive
      Maestrie a mani nude:
      Danno: 8
      Punti difesa necessari a schivare: 6
      Maestrie con armi bianche:
      Danno: +1
      Punti difesa necessari a schivare: 6
      Maestrie con armi da fuoco:
      Danno: +0
      Punti difesa necessari a schivare: 5

    »Gregor«
    Livello: 3
    Vita: 85/85
    Difesa: 37/37
    Bonus ai punti difesa per schivare: 0
    Recupero punti vita ogni ora: 2
    Riduzione del danno: 1

    Armi
      Pugnale medievale
      Danno: 6
      Glock
      Danno: 8
      Python
      Danno: 15

    Abilità attive
      Maestria a mani nude:
      Danno: 8
      Punti difesa necessari a schivare: 5
      Maestria con armi bianche:
      Danno: +1
      Punti difesa necessari a schivare: 5
      Maestria con armi da fuoco:
      Danno: +7
      Punti difesa necessari a schivare: 9
      Charme:
      Punti difesa necessari a resistere: 8
        +5 contro gli esseri umani
      Punti difesa per continuare a resistere: 2
      Bonus ai punti difesa contro soggetti ammaliati: 1
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    -GdrOff-

    CITAZIONE
    Ecco l’introduzione alla nostra storia :3 spero vi piacerà e ora diamoci dentro! Fatemi un vostro primo post liberissimo, la cosa importante è che alla fine finiate in un bar del quartiere che si chiama “Red Rose” verso mezzanotte. Vi ho anche messo i dati a cui farete riferimento per tutta la quest anche se la vostra scheda crescerà ^^ se ho dimenticato qualcosa fatemelo pure notare e ora buon divertimento ^^
    Scadenza: 31/10/2015

    -GdrOn-
     
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  2. _MorningStar_
     
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    La notte era una di quelle dal cielo terso, entro il quale era possibile scorgere persino qualche stella, se si camminava per una delle tante zone poco illuminate della caotica Dilagon.
    Alzai gli occhi verso la sconfinata volta celeste, maestosa nel suo ergersi al di sopra di tutto e tutti, al di là del corrotto mondo degli infimi figli del primo Ingannatore.
    Mi fermai per qualche istante, traendo un profondo afflato di aria mista a grigio fumo, attraverso il filtro di una delle mie sigarette.

    Scorsi una di quelle alte e fulgide fiammelle, poste a siderale distanza da dove mi trovavo; brillanti emblemi di autorità, come preziosissimi gioielli posti ad adornare il sontuoso trono del Creatore.
    Nonostante quello fosse il patetico scopo della loro esistenza , non potevo non amare quei minuti fari luminescenti sparsi per l'oscurità della Notte.
    Sicuramente perché ogni volta rimanevo attonito quando realizzavo che dietro tali apparentemente piccole fiaccole, era celata l'infinita potenza di giganteschi soli di fuoco.
    Inoltre, alla vista di quei fulgidi astri, dinanzi alla loro fredda ed argentea luce, non potevo evitare di provare un'inspiegabile quanto colmante malinconia. Quasi come se sentissi la mancanza di quello stesso bagliore. Quasi come se tale bagliore fosse stato un tempo lontano parte di me.

    Come mio solito, dopo poco misi a tacere quei tumulti emotivi che non riuscivo a comprendere, proprio nel momento in cui mi accingevo a spegnere il mozzicone ardente che avevo gettato al suolo, poggiandovi sopra il mio nero piede sinistro.
    Tornai a incamminarmi per la buia strada della periferia della metropoli.
    Era quasi giunta la mezzanotte e quella sera mi trovavo a vagare, senza un preciso motivo, per un quartiere di Dilagon chiamato Red Rose.
    Non sentivo di avere uno scopo definito a sospingere i miei passi. Magari avrei incontrato qualche umano da liberare, oppure un qualche fratello da guidare lungo la via della Verità e della Rivolta. O magari sarei incappato in un qualche cane dei cieli. Quella prospettiva avrebbe potuto rivelarsi, pensandoci bene, la più divertente.
    Sorrisi.

    D'improvviso i miei occhi si posarono sull'insegna illuminata di un locale lungo la via.
    Decisi che mi sarei potuto concedere una di quelle bevande umane dal colore del grano maturo, prima di di riprendere il mio oscuro vagabondaggio nella Notte.
     
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  3.  
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    Leman Street. Non era un caso se Gregor McKenzie ora camminava per quel quartiere, tra le labbra una sigaretta da cui un esile filo di fumo si stagliava contro la luce arancione di un sole che lentamente, quasi con pigrizia, si apprestava a tramontare lasciando libero campo alle ombre della notte. No, Gregor non si spostava mai per caso, ogni sua mossa, ogni suo girovagare tra le strade di Dilagon, aveva sempre un motivo d'essere ma, in quel caso, era anche stato infruttuoso.
    Quel giorno aveva deciso di cambiare zona, solitamente erano Sunset Boulevard e Dilagon Square le mete dove preferiva esporre quadri in vendita, ma un suo vecchio contatto gli aveva rivelato la possibilità di trovare del lavoro da mercenario tra quelle strade, notizia, però, tutt'altro che veritiera, o almeno non lo era in parte.
    L'uomo che cercava un mercenario difatti esisteva, ed era anche disposto a pagare tanto per un lavoro ben svolto, peccato che il lavoro in questione non esisteva. L'uomo voleva infatti che qualcuno lo aiutasse a ritrovare il figlio scomparso da un paio di settimane, qualcuno che riuscisse lì dove la polizia aveva fallito, e la paga era abbastanza alta. Però v'era un problema non del tutto indifferente. Il nome del presunto committente non giungeva nuovo alle orecchie di Gregor e dopo aver ascoltato le sue parole aveva capito subito. Il ragazzo era in effetti stato rapito da alcuni vampiri qualche settimana prima, ma il gruppo di notturni coinvolti in quella faccenda era già stato annientato... Proprio dal mercenario. Era stata la famiglia di un'altra dei ragazzi rapiti a contattarlo per quel lavoro e l'uomo lo aveva svolto nel migliore dei modi. Ma tra quelli già morti degli ostaggi già figurava il nome del figlio di colui che voleva ingaggiarlo.
    C'era voluta tutta la pazienza di cui Gregor era capace, e tutta la sua abilità con le parole, per far capire la dura verità all'uomo, che comunque non sembrava voler demordere. Quando il mercenario, oramai stufo, stava per prenderlo a pugni un intervento inaspettato lo aveva aiutato. Un altro uomo era sopraggiunto, un qualcuno che Gregor avrebbe voluto non vedere mai più, ma lo salvò da una probabile accusa di aggressione. Colui che intervenne era un assassino incontrato dal mercenario qualche tempo prima, durante un altro incarico, un assassino con cui aveva combattuto e con cui non avrebbe più voluto avere niente a che fare: Mercer Frey, Phantom Bullet. Frey era anch'egli stato contattato per il lavoro di recupero del ragazzo ed era anche già stato sulla scena, confermando la versione di Gregor per poi offrirsi "gentilmente" di rimanere con il vecchio disperato per farlo andare via. McKenzie ovviamene non se lo era fatto ripetere due volte e ora camminava distrattamente tra le strade di Lemand Street, valigetta nera nella mano destra, mozzicone di sigaretta nella sinistra, quest'ultimo durò solo qualche altro istante prima che lo gettasse a terra.
    Fu quasi con stupore che si accorse del sole già nascosto dagli edifici e delle tenebre che avanzavano; continuò comunque a camminare senza fermarsi per un altro po', accendendosi una seconda sigaretta. Per sbollire la rabbia aveva optato per una lunga passeggiata senza meta, ovviamente debitamente armato per ogni evenienza, ma non si era reso conto del passare del tempo. Presumibilmente era arrivata la mezzanotte quando decise che era ora di mettere qualcosa nello stomaco e un'insegna attirò la sua attenzione. Era un bar dove non c'era mai stato, forse perché non girava mai troppo tempo per Leman Street. Si chiamava Red Rose e utilizzando la sua classica filosofia "un posto vale l'altro" entrò senza troppi complimenti limitandosi a prendere un panino e un boccale di birra, prima di voltarsi e guardare chi altri era presente. Nessuno sembrava degno di nota o un volto da lui conosciuto e, soprattutto, Mercer Frey non era presente. Forse era la notizia più buona che avesse avuto quel giorno inconcludente sia come mercenario che come venditore di dipinti.
    Dopo aver finito di mangiare cominciò a sorseggiare la birra con tutta la tranquillità che aveva finalmente riacquistato. Perlomeno la passeggiata aveva avuto l'effetto desiderato: Non era più arrabbiato, solo annoiato... Anche se questo non lo si poteva definire proprio un miglioramento bensì, forse, un peggioramento.
     
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  4. GameMaster3
     
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    Cuore di metallo - Accoglienza -
    Entrambi i due uomini avrebbero potuto notare che l’interno del locale non era poi così squallido come ci si sarebbe potuti aspettare. Certo, non era particolarmente accogliente, non con le pareti lugubri di un grigio così scuro da sembrare quasi nero, le luci soffuse, i tavolini di legno laccato e il bancone coperto da un velluto nero che ricordava solo l’oscurità. Quel posto, come molti altri a Dilagon, sembrava aver dimenticato che in quel mondo, qualche volta, anche la luce riusciva a regnare.
    C’erano molti tavolini liberi ma, nonostante fosse notte fonda, la gente non era rada, c’erano un paio di persone di mezzetà su un tavolo vicino alla finestra, alcuni ragazzi sparpagliati qua e là e il bancone era bello colmo; non sarebbe stato però difficile trovare posto, al contrario. I due entrarono quasi nello stesso momento ma la cameriera, una giovane donna dai lunghi capelli rossi, lentiggini e due occhi verdi chiarissimi, si fermò prima davanti a Helel.

    «Buona sera è da solo? Vuole un tavolo o preferisce sedersi la bancone?»


    Chiese, prima di lanciare uno sguardo alla porta che si stava aprendo nuovamente per lasciar entrare Gregor. La ragazza sorrise splendidamente attirando l’attenzione del mercenario.

    «Faccio accomodare il signore e sono subito da lei.»


    Annuì prima di riportare lo sguardo su Helel in attesa di una risposta.
    Il locale era decisamente troppo lugubre per una ragazza così affascinante e apparentemente solare. Se avessero dato un’occhiata dietro al bancone avrebbero visto un uomo che invece era perfettamente in tinta con la tappezzeria con i suoi capelli neri, gli occhi marroni, capelli e barba corti ma comunque poco curati e la pelle chiara, esattamente come quella della giovane. La ragazza però non sembrava essere l’unica cameriera, oltre a lei altre tre persone volteggiavano fra i tavoli vestiti in maniera casual ma comunque con lo stesso grembiule nero indossato dalla giovane davanti ad Helel.


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    -GdrOff-

    CITAZIONE
    Ovviamente siete anche liberi di interagire come meglio preferite, non avete nessun tipo di obbligo ^^

    Scadenza: 6/11/2015

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    L'uomo annuì alle parole della cameriera, notando sin da subito che il locale era più affollato di quanto si aspettasse a quell'ora della notte. La ragazza che peraltro gli aveva parlato, così graziosa e solare, appariva stranamente in netto contrasto con un luogo tetro come quello, seppur meglio tenuto di molti altri posti nella zona vecchia della città.
    L'uomo scacciò quei pensieri dalla testa, focalizzandosi solo sul motivo per cui era lì: Mangiare e sbollire in qualche modo la rabbia che l'aveva pervaso per il lavoro perso quel giorno... Oltre al dimenticarsi di aver incontrato nuovamente quell'assassino, Mercer. Dopo che la cameriera ebbe fatto accomodare il cliente entrato prima di lui le si rivolse.
    «Io mi siedo al bancone» le disse forse un po' troppo secco e freddo, di certo non un tono di voce amichevole e che lei probabilmente neanche si meritava, ma l'umore del mercenario non era dei migliori e non aveva mai fatto niente per nascondere stati d'animo del genere, se non si trovava nel mezzo di un lavoro.
    Non attese neanche una risposta dalla povera cameriera prima di continuare «Un panino qualsiasi e un boccale della birra più forte che avete.» Detto questo, se nessuno lo avesse interrotto o in qualche modo ostacolato, si sarebbe diretto al bancone per sedersi, aspettare la sua ordinazione e continuare a guardarsi intorno più per abitudine che per altri motivi.
     
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  6. GameMaster3
     
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    Cuore di metallo - Al bancone -
    Il primo uomo aveva deciso di rimanere fermo e silenzioso sulla porta, prendendosi il tempo di guardarsi in giro ancora un po’ mentre l’altro, Gregor, si era fatto avanti borbottando e andando da solo verso il bancone. La ragazzo lo seguì per qualche secondo con lo sguardo prima di voltarsi verso Helel in attesa che decidesse se e dove sedersi.
    Al bancone il mercenario ordinò subito qualcosa da bere e da mettere sotto i denti, allora il barista si avvicinò a lui sorridendo e lanciando un fischio. AL contrario della giovane lui era in perfetta sintonia con quel mondo con la sua pelle chiara e lo sguardo scuro da cattivo ragazzo.

    «Mary, portami un panino bello sostanzioso!»


    Disse schiudendo appena una porta che stava alle sue spalle e che con tutta probabilità dava sulla cucina dal momento che da due piccole finestrelle si potevano vedere un paio di persone che si davano da fare con delle padelle. Poi andò verso la spillatrice, prendendo un bicchiere e iniziando a riempirlo di liquido dorato.

    «Ecco qua la birrà…devi per caso affogare qualche problema? Non è cosa da tutti i giorni che mi entri qualcuno con una simile richiesta, l’ultimo aveva perso il lavoro mentre un altro era stato lasciato dalla moglie…a te che è successo? Ti è morto il cane?»


    Chiese alla fine rimanendo fermo per un attimo a fissarlo con un mezzo sorriso.


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    -GdrOff-

    CITAZIONE
    Helel è rimasto sulla porta quindi nel tuo prossimo post puoi tranquillamente partire da lì e fare quello che vuoi ^^
    Scadenza: 27/11/2015

     
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    L’uomo che stava dietro al bancone prese le ordinazioni del mercenario, mentre questo si guardava attorno scrutando i presenti. Di solito preferiva rimanersene vicino a casa arrivata la mezzanotte, a meno che non si trovava nel bel mezzo di un lavoro. Non che avesse paura, ma preferiva evitare qualsiasi problema superfluo e se per un qualsiasi motivo avesse dovuto usare la pistola… Si rendeva anche conto che i proiettili costavano e che nessuno glieli dava gratis.
    Continuò a guardarsi intorno, cercando di capire in che posto fosse capitato. L’uomo, che aveva già riempito il boccale di birra e glielo stava porgendo, pareva la persona ideale a lavorare in un simile luogo, in completa sintonia con le tenebre che sembravano avere il sopravvento nel locale, ma la ragazza era fin troppo giovane e i capelli rossi eccessivamente accesi in confronto a quei colori cupi. Non che a lui importasse qualcosa, ma gli pareva quanto mai curioso che una come lei fosse finita a lavorare lì e l’unica risposta plausibile era che avesse una qualche parentela con il proprietario, anche se non aveva modo di saperlo con certezza. Decise poi di non pensarci, per risolvere tutti i misteri di Dilagon ci sarebbero volute le vite di un gatto e, soprattutto, non era affare suo.
    Prendendo la birra, ascoltò le parole dell’uomo limitandosi a un leggero sospiro e sorseggiando il liquido, prima di rispondere voltandosi verso di lui. «Nulla che ti riguardi» disse secco, ignorando anche la "battuta" fatta sul cane che Gregor non aveva mai avuto. «Ho solo rivisto una persona che avrei preferito evitare di incontrare» concluse poi scolandosi mezzo boccale in un sorso. Non era proprio dell’umore adatto a scambiare “due parole”.

    Scusa se mi sono ridotto solo a oggi per postare, ma ho avuto problemi con il pc ^^'' E chiedo anche venia se il post è un po' scarno, ma ultimamente mi manca l'ispirazione ç_ç
     
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  8. GameMaster3
     
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    Cuore di metallo - Cuore -
    Il barista ridacchio senza rimettersi sull’attenti, doveva essere abituato a quel giro e, soprattutto, alle persone burbere come lo era Gregor quella sera. Si limitò s tirarsi dritto e sospirare.

    «Beh, in ogni caso ti conviene stasera attento questa sera. Ultimamente in questi posti girano creature ancora più strane del solito se possibile. Sembra che questa strappi il cuore sai?»


    Disse ridacchiando e prendendo un bicchiere dal lavandino per asciugarlo senza però distogliere gli occhi di dosso al giovane mercenario.

    «In giro si dice che sia agile, veloce e terribilmente letale.»


    Disse alzando poi gli occhi al soffitto, quasi come se stesse cercando di trovare altri aggettivi per poter descrivere quella cosa. Proprio in quel momento si avvicinò al bancone la giovane dai capelli rossi che gli consegnò il grembiule con un bel sorriso.

    «Hey Jack io torno a casa. Ci vediamo domani!»


    Annuì tutta contenta. L’uomo prese il grembiule guardandola un po’ preoccupato.

    «Bene Mary…ma stai attenta. Non fermarti con nessuno e non stare troppo tempo…»


    La giovane alzò la mano verso l’uomo, quasi a voler fermare la valanga di parole e di raccomandazioni che doveva farle ogni volta che staccava dal lavoro.

    «Tranquillo, so badare a me stessa! Ciao Jack!»


    Disse con semplicità, sventolando la mano e rivolendo poi lo sguardo verso Gregor.

    «Salve anche a lei signore e buona serata!»


    Con un ultimo sorriso si avviò verso l’uscita, prendendo la sua giacca dall’attaccapanni posto vicino alla porta e lasciandosi inghiottire dall’oscurità di quella nottata gelida.
    Jack sospirò appena rimanendo fermo per un lungo istante a fissare la porta che si era chiusa dietro le spalle di Mary. Era evidentemente preoccupato e questo lo aveva fatto dimenticare anche che aveva cercato di intavolare un discorso con il mercenario davanti a lui.


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    -GdrOff-

    CITAZIONE
    Ho mandato un mp a Helel e non ha risposto quindi lo invito nuovamente ad avvisarmi nel caso abbia bisogno di tempo per rispondere e se si introdurrà nel prossimo giro può ruolare tranquillamente che si fa portare al tavolo da Mary prima che se ne vada oppure che si avvicina al bancone.
    Gregor se hai bisogno di proroghe basta che mi avvisi via mp o nell’apposita sezione XD ahahahah comunque anche io sono con un po’ poca ispirazione ultimamente tranquillo ç_ç

    Scadenza: 11/12/2015

     
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    Nonostante Gregor non avesse risposto all’uomo nel modo più cordiale possibile, e non ci si era nemmeno sforzato per sembrarlo, questo continuò a parlare di una strana creatura che si aggirava in quei giorni e che strappava il cuore delle persone. Il mercenario era praticamente sicuro che nulla, neanche una cosa del genere, potesse più stupirlo ma… Forse c’era anche l’opportunità di un lavoro per una simile situazione, e almeno non avrebbe reso del tutto inutile quel suo viaggio fino a Leman Street. Fu per questo che aguzzò le orecchie nell’udire quelle parole, e avrebbe anche risposto abbastanza repentinamente, dopo aver finito il boccale di birra, ma quando il liquido ebbe passato l’esofago e la bocca di Gregor si era aperta per parlare, un’altra figura lo anticipò.
    La cameriera dai capelli rossi, a quanto pareva si chiamava Mary, aveva appena annunciato che se ne stava per andare e in quel modo l’uomo poté anche conoscere il nome del suo fortuito interlocutore: Jack.
    Dopo varie rassicurazioni che ebbero solo il risultato di irritare Gregor, finalmente Mary se ne andò e la discussione poteva riprendere. «Sai se qualcuno potrebbe offrire una ricompensa per la sua cattura?» chiese quasi in un sussurro, scrutando Jack per capire al contempo che tipo di persona fosse. Non era sicuro di potersi fidare, tutti i suoi contatti li conosceva da anni e quell’uomo non lo aveva mai visto, però aveva anche bisogno di soldi e quello pareva essere l’unico modo.
    Vi sarebbe stato un tempo, e Gregor McKenzie lo ricordava fin troppo bene, in cui avrebbe provato una forte eccitazione nell’affrontare una simile creatura. Aveva appena appreso dell’esistenza dei molteplici inumani e mezzi umani che popolavano Dilagon e ogni volta che vedeva un essere mai visto prima non poteva che emozionarsi. Ora invece non provava niente, semplicemente il bisogno impellente di fare quello per cui era tagliato, di fare il suo vero lavoro, di essere un mercenario. L’eccitazione oramai lo pervadeva solo quando la sua vita era in pericolo, solo quando niente era certo, quando rischiava seriamente di morire, e la cosa lo preoccupava. Che cosa stava diventando? Perché solo in casi come quelli riusciva a sorridere? Le domande erano molte, di risposta non ce ne era nessuna, ma avrebbe continuato a fare quello che meglio gli riusciva. Per sé stesso, per Jeremy, per riuscire a trovare uno scopo alla sua vita. La sua unica ambizione era quella di ritrovare il padre adottivo, ma se quest’ultimo fosse morto? E se, al contrario, fosse vivo da qualche parte e lo incontrasse? Che cosa avrebbe fatto dopo? Avrebbe ricominciato una vita normale, come se quei sette anni non ci fossero mai stati? Probabilmente no, non poteva fare altro se non il mercenario, ne era sicuro… E allora quella domanda rimaneva ancora senza risposta.
     
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  10. GameMaster3
     
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    Cuore di metallo - Super Gregor -
    Con gli occhi colmi di preoccupazione, Jack seguì la giovane finchè la sua esile figura non sparì oltre la porta e soltanto allora tirò una specie di sospiro mentre le parole del mercenario rimasero per un istante nell’aria, senza essere afferrate, effimere come una lucciola. Questa volta il barista spostò la sua attenzione proprio su Gregor e rimase per un attimo interdetto grattandosi la nuca.

    «Beh in realtà non si sa nemmeno cosa sia…come ti ho detto “si dice” ma nessuno l’ha mai vista, l’unica cosa certa è che la gente viene trovata morta sul serio. Sono tempi bui….però no, non c’è nessuno che reclami la testa di quella cosa…»


    Disse semplicemente facendo spallucce e indugiando per qualche istante sullo sguardo del mercenario. Dietro i suoi occhi c’era qualcosa che non riusciva a capire, ad afferrare. Probabilmente per la gente normale come lui, un semplice barista, era impossibile capire i sentimenti di quelli come Gregor, sempre ad un passo della morte, sull’orlo del baratro, vivere come funamboli in un mondo che ogni giorno cercava di reclamare la loro vita senza un reale motivo.

    «Perché vorresti andare a cacciarlo? Cosa sei? Una specie di super eroe?»


    Le parole furono seguite da un sorriso mesto. Esattamente come stava diventando quotidiano il trovare mostri, lo era altrettanto trovare persone o creature inquietanti che invece si battevano per quello che era il bene, a volte seguivano una loro morale, alcuni erano eroi, antieroi, cattivi…a Dilagon City c’era decisamente una scelta molto variegata se si voleva avere a che fare con qualcosa di davvero strano.


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    -GdrOff-

    CITAZIONE
    Ho proprio la sensazione che il tuo amico non sarà più dei nostri ma se quando tornerà vorrà rientrare non ci saranno problemi. Essendoci solo tu mi sembra superflua la scadenza quindi…a te la tastiera ^^

    -GdrOn-
     
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    La risposta del barista non andò proprio a genio a Gregor. Se nessuno offriva una qualche ricompensa, per lui sarebbe stato un rischio inutile andare a cercare quella creatura, qualora fosse esistita. Aveva però un reale bisogno di soldi, eppure scartata quell’opzione non gli restava che cercare di vendere qualche altro quadro nell’attesa di trovare un lavoro come mercenario. Ma non gli andò nemmeno giù il modo in cui Jack lo aveva definito. Lui un supereroe? No, niente del genere, il barista era completamente fuori strada.
    «Un supereroe chiederebbe una ricompensa?» domandò dunque in modo molto semplice, guardandolo di sottecchi. Gli era parso particolarmente preoccupato per la giovane dai capelli rossi che se ne era già andata e ciò lo portò a voltare nuovamente lo sguardo verso la porta di ingresso, come ad aspettarsi da un momento all’altro l’arrivo di qualcuno. «Sei in pensiero per la ragazza?» chiese quindi appoggiando un gomito sul bancone. «Lo hai detto tu che semplicemente “si dice” esista questa creatura, no?» lo incalzò. Voleva capire che tipo di persona fosse Jack, se magari si trattava solo di un ciarlatano o se sapesse più di quanto lasciasse intendere. Era quasi più propenso per la prima ipotesi, forse davvero non sapeva niente di più di quanto gli avesse già detto, ma aveva capito in anni di incarichi che era meglio vagliare tutte le ipotesi, e quella sarebbe stata la prova finale. Jeremy forse sarebbe stato davvero orgoglioso del mercenario che il figlio adottivo era diventato, dell’uomo che aveva sostituito il ragazzo fin troppo vivace e temerario che era un tempo.
    Mentre attendeva una risposta dal barista, fece un’ultima, semplice domanda: «Tu non sei curioso di sapere se le voci sono vere?»
     
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  12. GameMaster3
     
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    Cuore di metallo - Cuore -
    In effetti no, proprio come nella mente dei bambini, anche in quella di Jack un supereroe era qualcuno che dava tutto sé stesso per il bene del mondo, per combattere il crimine e via discorrendo…però in quella città non esistevano, a mala pena si poteva dire che esistesse il bene ma i supereroi proprio no, questo era abbastanza certo.
    Scosse la testa con aria particolarmente stanca e alla fine sospirò.

    «No, in effetti non la chiederebbe…»


    Rispose con aria mesta, riprendendo il suo strofinaccio e pulendo il bancone davanti a lui con fare distratto, anche se non ce n’era bisogno, ma quello era il tipico gesto che tendeva a fare quando era nervoso, sotto pressione. Capire il mercenario fra le righe non era difficile ma lui non aveva soldi da spendere per quel genere di cose, anche se in ballo poteva esserci la vita di Mary…però come aveva detto non c’era niente di certo.

    «Si, sono preoccupato perché in questa città la gente muore come mosche.»


    Lo disse digrignando i denti perché, lui come pochi altri, era convinto che a Dilagon gli incubi potessero prendere vita, sapeva che giravano creature da cui era meglio stare lontani se si teneva alla propria vita e per quanto ne sapeva la giovane sarebbe potuta morire in qualsiasi momento ma, in quel periodo, era più preoccupato che in altri.

    «In zona è stata trovata gente morta alla quale mancava il cuore. La polizia ha cercato di insabbiare tutto per poter fare delle indagini approfondite, ma una delle vittime era un tipo che conoscevo, un drogato…e l’ho visto. Sul petto aveva uno squarcio enorme e non si sa chi sia stato. Un cuore non è certo organo che si può vendere al mercato nero una volta smesso di battere, a cosa potrebbe servire?»


    In fondo non era un rene, non era un polmone, non era qualcosa che si poteva conservare al di fuori del corpo umano o senza macchinari sofisticati e quello sembrava proprio il teatro creato da una bestia. Un animale, non una persona.
    Sospirò di nuovo alzando lo strofinaccio per tergersi la fronte, stava iniziando a sudare al solo pensiero della giovane, sbattuta in un vincolo senza più il suo cuore. Non se lo meritava, nessuno si meritava una fine del genere, nemmeno il drogato che conosceva.
    Jack si fermò solo un attimo per guardarsi in giro con aria cospiratrice e, alla fine, si allungò verso Gregor parlando a voce bassa.

    «Non so chi o cosa sia stato ma io credo nelle favole e negli incubi. In svariati libri ho letto che i licantropi mangiano il cuore delle persone…pensi che sia possibile?»


    Se Gregor avesse fatto mente locale si sarebbe accorto che fuori non c’era la luna piena, esistevano licantropi in grado di uccidere o bisognosi di cuori umani fuori da quel certo periodo lunare? Possibile? Nessuno poteva dirlo con certezza perché, si sapeva, Dilagon era la città dove ogni cosa diventava possibile, qualsiasi incubo, qualsiasi certezza veniva distrutta tutti i giorni.

    «Certo che sono curioso, anche se devo ammettere che sono più preoccupato che curioso…ma cosa posso fare? Mica posso mollare tutto così, io ho un’attività e degli incassi da fare oppure morirò di fame!»


    Sbottò alla fine rabbrividendo ma continuando a lanciare occhiate alla porta, quasi come se si aspettasse che qualsiasi cosa stesse portando il panico in quella zona, entrasse da un momento all’altro.


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    Più Jack parlava e più Gregor si rendeva conto che, a conti fatti, il barista non sapeva più di quanto affermasse. Era un semplice uomo che puntava solo a tirare avanti come meglio poteva la sua attività, nulla di più, cosa alquanto strana per Dilagon ma ogni tanto persone normali se ne incontravano a che in quella tetra città.
    Cosa che incuriosì soprattutto il mercenario, poi, fu la storia del tipo che Jack conosceva trovato con un buco lì dove doveva esserci i cuore, però non poté far a meno di eseguire un mesto sorriso alla domanda che l’uomo gli porse. «Mi spiace deluderti ma… I licantropi non si accontenterebbero solo del cuore delle persone. Loro si prenderebbero tutto il malloppo.» Se fosse stata davvero opera un licantropo, d’altronde, sarebbe stato un miracolo anche solo ritrovare un corpo.
    Purtroppo non aveva un corpo da esaminare, almeno così avrebbe potuto vedere se le ferite combaciavano con quelle normalmente inferte da una creatura che il mercenario conosceva. Appurato comunque che non si trattava di un licantropo, anche perché la luna piena non c’era in quel periodo, cosa rimaneva? I vampiri? Impossibile, per quale ragione un vampiro avrebbe dovuto strappare il cuore a una persona? Loro si nutrivano di sangue, al massimo, quindi si sarebbero limitati a dissanguare le loro vittime, non certo a strappare cuori. Loro neanche ne avevano uno che batteva, se ricordava bene, ma non aveva mai sentito parlare di vampiri tornati in vita impiantandosi cuori umani. Poteva dunque essere un demone, l’unica spiegazione valida, o forse una creatura di cui Gregor ignorava persino l’esistenza, non sarebbe stata una novità per l’uomo.
    «E va bene, ho capito» concluse infine il mercenario posando una banconota sul bancone. «Questo è per il panino e la birra.» Si voltò verso la porta del locale, notando che già qualche volta Jack aveva spostato lì il suo sguardo, per poi tornare a guardare il barista. «Aspetti qualcuno?» gli chiese infine in modo molto semplice.
     
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    Cuore di metallo - Bene o male? -
    Il barista rimase alquanto deluso sul fatto che la sua teoria fosse poco valida, divenne abbastanza palese sul suo volto dato che il mezzo sorriso si spense e vi si poteva leggere soltanto paura e preoccupazione…un po’ per tutto. Gregor aveva appena distrutto le basi di un uomo che credeva di sapere tutto, o comunque più delle persone normali che bazzicavano quel posto, e poteva anche avere ragione ma non quando si trattava di gente che quelle creature le combatteva per lavoro e piuttosto spesso.

    «Peccato, mi sarebbe piaciuto trovarne uno…chissà, magari sanno anche essere amichevoli….»


    Credere anche nella bontà delle persone o delle creature che incontrava sul suo cammino era essenziale, sapeva bene che non poteva esistere solo oscurità, che da qualche parte la luce c’era sempre e su quella bisognava puntare, ogni volta. Non esisteva solo il bene o solo il male, vi erano entrambi dentro ogni individuo, bisognava solo scegliere da che parte stare e , a volte, con un aiuto, si poteva anche scegliere la parte del bene.
    Alla fine, però, fece spallucce scuotendo la testa e prendendo i soldi per metterli in cassa.

    «No, non aspetto nessuno….perchè?»


    Chiese con un mezzo sorriso sul volto. Poteva immaginare, o comunque sperare quello che il mercenario gli avrebbe chiesto: di dare la caccia a quella creatura insieme a lui. La cosa iniziava davvero a stuzzicarla e forse il giovane Gregor aveva fatto bene ad interessarlo fino a quel punto.


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    Jack sembrava deluso dalla risposta ricevuta in merito alla sua teoria ma, d’altronde chiunque avesse avuto il piacere (o forse in questo caso era meglio dire il dispiacere) di incontrare un licantropo avrebbe dovuto sapere che un cuore non bastava di certo a saziare un qualsiasi mannaro veramente affamato. Quel che però lasciò perplesso il mercenario fu quanto il barista disse in seguito. Amichevoli? C’era davvero ancora qualcuno a Dilagon che poteva reputare “amichevole” qualcuno? A fatica riuscivano a esserlo i normali esseri umani, ma un licantropo? Oh beh, ne aveva già incontrate di creature non umane piuttosto fuori dagli schemi in quella tetra città, come per esempio quel detective dal sangue di demone e il suo amico, il vampiro, a Darksun. Non poteva dire nulla riguardo a Noctis, ma aveva accettato la richiesta di Angelus di non uccidere più umani del necessario e proprio quest’ultimo che aveva colpito maggiormente il mercenario, il quale di certo non si aspettava una richiesta simile, e ancor meno se sin dall’inizio avesse saputo che scorreva sangue di demone nelle vene di Angelus. Magari non tutto in quella città era dunque perso, magari c’era davvero ancora qualcuno dal buon cuore e che capiva, o almeno in parte comprendeva, quanto fosse importante il valore della vita. Lo stesso Gregor lo capiva, anche se di fronte agli altri tendeva sempre e solo a cercare di dimostrarlo il meno possibile.
    «Forse…» si limitò a dire dunque per rispondere all’affermazione del barista. «Magari non tutti, ma così come esistono tanti tipi di umani anche i licantropi sono molto diversi l’uno dall’altro.» Questo poteva essere un chiaro riferimento a un altro individuo incontrato dal mercenario in quel periodo, un altro che lo aveva quantomeno sorpreso con il suo modo di fare. Evidentemente, dunque, c’era davvero ancora qualcosa che poteva sorprendere Gregor McKenzie, contro ogni aspettativa, e quella storia dei cuori strappati ne era l’ennesima prova.
    «Mi avevi dato quest’impressione» fu poi la sua risposta al quesito di Jack, mentre si guardava per un attimo intorno, prima di voltarsi di nuovo verso la porta d’ingresso e alzarsi dallo sgabello. Tornò a guardare il barista. «Dunque… Ricapitolando abbiamo una creatura non identificata che strappa cuori alle persone, lasciando tutto il resto, e difatti i cadaveri rinvenuti hanno tutti un buco nel petto, ho capito bene?» Non attese neanche la risposta di Jack, era sicuro di non aver dimenticato nulla di importante. «Non si sa altro, neanche che aspetto abbia o perché lo faccia» continuò come se stesse parlando a se stesso e non più all’uomo che gestiva quel locale di Leman Street. «Poche informazioni, ma sono un punto di partenza. Dove è stato rinvenuto l’ultimo cadavere?» E dopo questa domanda, dando le spalle a Jack per non farsi vedere, sorrise. Forse nessuno lo avrebbe pagato per eliminare una simile creatura, ma adesso era davvero curioso di vederla con i propri occhi e poi, se era così pericolosa come Jack la dipingeva… Poteva anche essere un buon allenamento affrontarla, no?
     
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