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GameMaster3.
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DATI DI GIOCO
»Helel«
Livello: 0
Vita: 60/60
Difesa: 33/33
Bonus ai punti difesa per schivare: 1
Recupero punti vita ogni ora: 1
Riduzione del danno: 0
Armi- Spada di Carlo Magno
Danno: 8
- Pugnale medievale
Danno: 6
- Tactical
Danno: 7
Abilità attive- Maestrie a mani nude:
Danno: 8
Punti difesa necessari a schivare: 6- Maestrie con armi bianche:
Danno: +1
Punti difesa necessari a schivare: 6- Maestrie con armi da fuoco:
Danno: +0
Punti difesa necessari a schivare: 5
»Gregor«
Livello: 3
Vita: 85/85
Difesa: 37/37
Bonus ai punti difesa per schivare: 0
Recupero punti vita ogni ora: 2
Riduzione del danno: 1
Armi- Pugnale medievale
Danno: 6
- Glock
Danno: 8
- Python
Danno: 15
Abilità attive- Maestria a mani nude:
Danno: 8
Punti difesa necessari a schivare: 5- Maestria con armi bianche:
Danno: +1
Punti difesa necessari a schivare: 5- Maestria con armi da fuoco:
Danno: +7
Punti difesa necessari a schivare: 9- Charme:
Punti difesa necessari a resistere: 8
- +5 contro gli esseri umani
Bonus ai punti difesa contro soggetti ammaliati: 1code by Misato Kojima ♥ don't copy
-GdrOff-CITAZIONEEcco l’introduzione alla nostra storia :3 spero vi piacerà e ora diamoci dentro! Fatemi un vostro primo post liberissimo, la cosa importante è che alla fine finiate in un bar del quartiere che si chiama “Red Rose” verso mezzanotte. Vi ho anche messo i dati a cui farete riferimento per tutta la quest anche se la vostra scheda crescerà ^^ se ho dimenticato qualcosa fatemelo pure notare e ora buon divertimento ^^
Scadenza: 31/10/2015
-GdrOn-
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_MorningStar_.
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La notte era una di quelle dal cielo terso, entro il quale era possibile scorgere persino qualche stella, se si camminava per una delle tante zone poco illuminate della caotica Dilagon.
Alzai gli occhi verso la sconfinata volta celeste, maestosa nel suo ergersi al di sopra di tutto e tutti, al di là del corrotto mondo degli infimi figli del primo Ingannatore.
Mi fermai per qualche istante, traendo un profondo afflato di aria mista a grigio fumo, attraverso il filtro di una delle mie sigarette.
Scorsi una di quelle alte e fulgide fiammelle, poste a siderale distanza da dove mi trovavo; brillanti emblemi di autorità, come preziosissimi gioielli posti ad adornare il sontuoso trono del Creatore.
Nonostante quello fosse il patetico scopo della loro esistenza , non potevo non amare quei minuti fari luminescenti sparsi per l'oscurità della Notte.
Sicuramente perché ogni volta rimanevo attonito quando realizzavo che dietro tali apparentemente piccole fiaccole, era celata l'infinita potenza di giganteschi soli di fuoco.
Inoltre, alla vista di quei fulgidi astri, dinanzi alla loro fredda ed argentea luce, non potevo evitare di provare un'inspiegabile quanto colmante malinconia. Quasi come se sentissi la mancanza di quello stesso bagliore. Quasi come se tale bagliore fosse stato un tempo lontano parte di me.
Come mio solito, dopo poco misi a tacere quei tumulti emotivi che non riuscivo a comprendere, proprio nel momento in cui mi accingevo a spegnere il mozzicone ardente che avevo gettato al suolo, poggiandovi sopra il mio nero piede sinistro.
Tornai a incamminarmi per la buia strada della periferia della metropoli.
Era quasi giunta la mezzanotte e quella sera mi trovavo a vagare, senza un preciso motivo, per un quartiere di Dilagon chiamato Red Rose.
Non sentivo di avere uno scopo definito a sospingere i miei passi. Magari avrei incontrato qualche umano da liberare, oppure un qualche fratello da guidare lungo la via della Verità e della Rivolta. O magari sarei incappato in un qualche cane dei cieli. Quella prospettiva avrebbe potuto rivelarsi, pensandoci bene, la più divertente.
Sorrisi.
D'improvviso i miei occhi si posarono sull'insegna illuminata di un locale lungo la via.
Decisi che mi sarei potuto concedere una di quelle bevande umane dal colore del grano maturo, prima di di riprendere il mio oscuro vagabondaggio nella Notte.. -
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Leman Street. Non era un caso se Gregor McKenzie ora camminava per quel quartiere, tra le labbra una sigaretta da cui un esile filo di fumo si stagliava contro la luce arancione di un sole che lentamente, quasi con pigrizia, si apprestava a tramontare lasciando libero campo alle ombre della notte. No, Gregor non si spostava mai per caso, ogni sua mossa, ogni suo girovagare tra le strade di Dilagon, aveva sempre un motivo d'essere ma, in quel caso, era anche stato infruttuoso.
Quel giorno aveva deciso di cambiare zona, solitamente erano Sunset Boulevard e Dilagon Square le mete dove preferiva esporre quadri in vendita, ma un suo vecchio contatto gli aveva rivelato la possibilità di trovare del lavoro da mercenario tra quelle strade, notizia, però, tutt'altro che veritiera, o almeno non lo era in parte.
L'uomo che cercava un mercenario difatti esisteva, ed era anche disposto a pagare tanto per un lavoro ben svolto, peccato che il lavoro in questione non esisteva. L'uomo voleva infatti che qualcuno lo aiutasse a ritrovare il figlio scomparso da un paio di settimane, qualcuno che riuscisse lì dove la polizia aveva fallito, e la paga era abbastanza alta. Però v'era un problema non del tutto indifferente. Il nome del presunto committente non giungeva nuovo alle orecchie di Gregor e dopo aver ascoltato le sue parole aveva capito subito. Il ragazzo era in effetti stato rapito da alcuni vampiri qualche settimana prima, ma il gruppo di notturni coinvolti in quella faccenda era già stato annientato... Proprio dal mercenario. Era stata la famiglia di un'altra dei ragazzi rapiti a contattarlo per quel lavoro e l'uomo lo aveva svolto nel migliore dei modi. Ma tra quelli già morti degli ostaggi già figurava il nome del figlio di colui che voleva ingaggiarlo.
C'era voluta tutta la pazienza di cui Gregor era capace, e tutta la sua abilità con le parole, per far capire la dura verità all'uomo, che comunque non sembrava voler demordere. Quando il mercenario, oramai stufo, stava per prenderlo a pugni un intervento inaspettato lo aveva aiutato. Un altro uomo era sopraggiunto, un qualcuno che Gregor avrebbe voluto non vedere mai più, ma lo salvò da una probabile accusa di aggressione. Colui che intervenne era un assassino incontrato dal mercenario qualche tempo prima, durante un altro incarico, un assassino con cui aveva combattuto e con cui non avrebbe più voluto avere niente a che fare: Mercer Frey, Phantom Bullet. Frey era anch'egli stato contattato per il lavoro di recupero del ragazzo ed era anche già stato sulla scena, confermando la versione di Gregor per poi offrirsi "gentilmente" di rimanere con il vecchio disperato per farlo andare via. McKenzie ovviamene non se lo era fatto ripetere due volte e ora camminava distrattamente tra le strade di Lemand Street, valigetta nera nella mano destra, mozzicone di sigaretta nella sinistra, quest'ultimo durò solo qualche altro istante prima che lo gettasse a terra.
Fu quasi con stupore che si accorse del sole già nascosto dagli edifici e delle tenebre che avanzavano; continuò comunque a camminare senza fermarsi per un altro po', accendendosi una seconda sigaretta. Per sbollire la rabbia aveva optato per una lunga passeggiata senza meta, ovviamente debitamente armato per ogni evenienza, ma non si era reso conto del passare del tempo. Presumibilmente era arrivata la mezzanotte quando decise che era ora di mettere qualcosa nello stomaco e un'insegna attirò la sua attenzione. Era un bar dove non c'era mai stato, forse perché non girava mai troppo tempo per Leman Street. Si chiamava Red Rose e utilizzando la sua classica filosofia "un posto vale l'altro" entrò senza troppi complimenti limitandosi a prendere un panino e un boccale di birra, prima di voltarsi e guardare chi altri era presente. Nessuno sembrava degno di nota o un volto da lui conosciuto e, soprattutto, Mercer Frey non era presente. Forse era la notizia più buona che avesse avuto quel giorno inconcludente sia come mercenario che come venditore di dipinti.
Dopo aver finito di mangiare cominciò a sorseggiare la birra con tutta la tranquillità che aveva finalmente riacquistato. Perlomeno la passeggiata aveva avuto l'effetto desiderato: Non era più arrabbiato, solo annoiato... Anche se questo non lo si poteva definire proprio un miglioramento bensì, forse, un peggioramento.. -
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-GdrOff-CITAZIONEOvviamente siete anche liberi di interagire come meglio preferite, non avete nessun tipo di obbligo ^^
Scadenza: 6/11/2015
-GdrOn-
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L'uomo annuì alle parole della cameriera, notando sin da subito che il locale era più affollato di quanto si aspettasse a quell'ora della notte. La ragazza che peraltro gli aveva parlato, così graziosa e solare, appariva stranamente in netto contrasto con un luogo tetro come quello, seppur meglio tenuto di molti altri posti nella zona vecchia della città.
L'uomo scacciò quei pensieri dalla testa, focalizzandosi solo sul motivo per cui era lì: Mangiare e sbollire in qualche modo la rabbia che l'aveva pervaso per il lavoro perso quel giorno... Oltre al dimenticarsi di aver incontrato nuovamente quell'assassino, Mercer. Dopo che la cameriera ebbe fatto accomodare il cliente entrato prima di lui le si rivolse.
«Io mi siedo al bancone» le disse forse un po' troppo secco e freddo, di certo non un tono di voce amichevole e che lei probabilmente neanche si meritava, ma l'umore del mercenario non era dei migliori e non aveva mai fatto niente per nascondere stati d'animo del genere, se non si trovava nel mezzo di un lavoro.
Non attese neanche una risposta dalla povera cameriera prima di continuare «Un panino qualsiasi e un boccale della birra più forte che avete.» Detto questo, se nessuno lo avesse interrotto o in qualche modo ostacolato, si sarebbe diretto al bancone per sedersi, aspettare la sua ordinazione e continuare a guardarsi intorno più per abitudine che per altri motivi.. -
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-GdrOff-CITAZIONEHelel è rimasto sulla porta quindi nel tuo prossimo post puoi tranquillamente partire da lì e fare quello che vuoi ^^
Scadenza: 27/11/2015
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L’uomo che stava dietro al bancone prese le ordinazioni del mercenario, mentre questo si guardava attorno scrutando i presenti. Di solito preferiva rimanersene vicino a casa arrivata la mezzanotte, a meno che non si trovava nel bel mezzo di un lavoro. Non che avesse paura, ma preferiva evitare qualsiasi problema superfluo e se per un qualsiasi motivo avesse dovuto usare la pistola… Si rendeva anche conto che i proiettili costavano e che nessuno glieli dava gratis.
Continuò a guardarsi intorno, cercando di capire in che posto fosse capitato. L’uomo, che aveva già riempito il boccale di birra e glielo stava porgendo, pareva la persona ideale a lavorare in un simile luogo, in completa sintonia con le tenebre che sembravano avere il sopravvento nel locale, ma la ragazza era fin troppo giovane e i capelli rossi eccessivamente accesi in confronto a quei colori cupi. Non che a lui importasse qualcosa, ma gli pareva quanto mai curioso che una come lei fosse finita a lavorare lì e l’unica risposta plausibile era che avesse una qualche parentela con il proprietario, anche se non aveva modo di saperlo con certezza. Decise poi di non pensarci, per risolvere tutti i misteri di Dilagon ci sarebbero volute le vite di un gatto e, soprattutto, non era affare suo.
Prendendo la birra, ascoltò le parole dell’uomo limitandosi a un leggero sospiro e sorseggiando il liquido, prima di rispondere voltandosi verso di lui. «Nulla che ti riguardi» disse secco, ignorando anche la "battuta" fatta sul cane che Gregor non aveva mai avuto. «Ho solo rivisto una persona che avrei preferito evitare di incontrare» concluse poi scolandosi mezzo boccale in un sorso. Non era proprio dell’umore adatto a scambiare “due parole”.SPOILER (clicca per visualizzare)Scusa se mi sono ridotto solo a oggi per postare, ma ho avuto problemi con il pc ^^'' E chiedo anche venia se il post è un po' scarno, ma ultimamente mi manca l'ispirazione ç_ç. -
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-GdrOff-CITAZIONEHo mandato un mp a Helel e non ha risposto quindi lo invito nuovamente ad avvisarmi nel caso abbia bisogno di tempo per rispondere e se si introdurrà nel prossimo giro può ruolare tranquillamente che si fa portare al tavolo da Mary prima che se ne vada oppure che si avvicina al bancone.
Gregor se hai bisogno di proroghe basta che mi avvisi via mp o nell’apposita sezione XD ahahahah comunque anche io sono con un po’ poca ispirazione ultimamente tranquillo ç_ç
Scadenza: 11/12/2015
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Nonostante Gregor non avesse risposto all’uomo nel modo più cordiale possibile, e non ci si era nemmeno sforzato per sembrarlo, questo continuò a parlare di una strana creatura che si aggirava in quei giorni e che strappava il cuore delle persone. Il mercenario era praticamente sicuro che nulla, neanche una cosa del genere, potesse più stupirlo ma… Forse c’era anche l’opportunità di un lavoro per una simile situazione, e almeno non avrebbe reso del tutto inutile quel suo viaggio fino a Leman Street. Fu per questo che aguzzò le orecchie nell’udire quelle parole, e avrebbe anche risposto abbastanza repentinamente, dopo aver finito il boccale di birra, ma quando il liquido ebbe passato l’esofago e la bocca di Gregor si era aperta per parlare, un’altra figura lo anticipò.
La cameriera dai capelli rossi, a quanto pareva si chiamava Mary, aveva appena annunciato che se ne stava per andare e in quel modo l’uomo poté anche conoscere il nome del suo fortuito interlocutore: Jack.
Dopo varie rassicurazioni che ebbero solo il risultato di irritare Gregor, finalmente Mary se ne andò e la discussione poteva riprendere. «Sai se qualcuno potrebbe offrire una ricompensa per la sua cattura?» chiese quasi in un sussurro, scrutando Jack per capire al contempo che tipo di persona fosse. Non era sicuro di potersi fidare, tutti i suoi contatti li conosceva da anni e quell’uomo non lo aveva mai visto, però aveva anche bisogno di soldi e quello pareva essere l’unico modo.
Vi sarebbe stato un tempo, e Gregor McKenzie lo ricordava fin troppo bene, in cui avrebbe provato una forte eccitazione nell’affrontare una simile creatura. Aveva appena appreso dell’esistenza dei molteplici inumani e mezzi umani che popolavano Dilagon e ogni volta che vedeva un essere mai visto prima non poteva che emozionarsi. Ora invece non provava niente, semplicemente il bisogno impellente di fare quello per cui era tagliato, di fare il suo vero lavoro, di essere un mercenario. L’eccitazione oramai lo pervadeva solo quando la sua vita era in pericolo, solo quando niente era certo, quando rischiava seriamente di morire, e la cosa lo preoccupava. Che cosa stava diventando? Perché solo in casi come quelli riusciva a sorridere? Le domande erano molte, di risposta non ce ne era nessuna, ma avrebbe continuato a fare quello che meglio gli riusciva. Per sé stesso, per Jeremy, per riuscire a trovare uno scopo alla sua vita. La sua unica ambizione era quella di ritrovare il padre adottivo, ma se quest’ultimo fosse morto? E se, al contrario, fosse vivo da qualche parte e lo incontrasse? Che cosa avrebbe fatto dopo? Avrebbe ricominciato una vita normale, come se quei sette anni non ci fossero mai stati? Probabilmente no, non poteva fare altro se non il mercenario, ne era sicuro… E allora quella domanda rimaneva ancora senza risposta.. -
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-GdrOff-CITAZIONEHo proprio la sensazione che il tuo amico non sarà più dei nostri ma se quando tornerà vorrà rientrare non ci saranno problemi. Essendoci solo tu mi sembra superflua la scadenza quindi…a te la tastiera ^^
-GdrOn-
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La risposta del barista non andò proprio a genio a Gregor. Se nessuno offriva una qualche ricompensa, per lui sarebbe stato un rischio inutile andare a cercare quella creatura, qualora fosse esistita. Aveva però un reale bisogno di soldi, eppure scartata quell’opzione non gli restava che cercare di vendere qualche altro quadro nell’attesa di trovare un lavoro come mercenario. Ma non gli andò nemmeno giù il modo in cui Jack lo aveva definito. Lui un supereroe? No, niente del genere, il barista era completamente fuori strada.
«Un supereroe chiederebbe una ricompensa?» domandò dunque in modo molto semplice, guardandolo di sottecchi. Gli era parso particolarmente preoccupato per la giovane dai capelli rossi che se ne era già andata e ciò lo portò a voltare nuovamente lo sguardo verso la porta di ingresso, come ad aspettarsi da un momento all’altro l’arrivo di qualcuno. «Sei in pensiero per la ragazza?» chiese quindi appoggiando un gomito sul bancone. «Lo hai detto tu che semplicemente “si dice” esista questa creatura, no?» lo incalzò. Voleva capire che tipo di persona fosse Jack, se magari si trattava solo di un ciarlatano o se sapesse più di quanto lasciasse intendere. Era quasi più propenso per la prima ipotesi, forse davvero non sapeva niente di più di quanto gli avesse già detto, ma aveva capito in anni di incarichi che era meglio vagliare tutte le ipotesi, e quella sarebbe stata la prova finale. Jeremy forse sarebbe stato davvero orgoglioso del mercenario che il figlio adottivo era diventato, dell’uomo che aveva sostituito il ragazzo fin troppo vivace e temerario che era un tempo.
Mentre attendeva una risposta dal barista, fece un’ultima, semplice domanda: «Tu non sei curioso di sapere se le voci sono vere?». -
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Più Jack parlava e più Gregor si rendeva conto che, a conti fatti, il barista non sapeva più di quanto affermasse. Era un semplice uomo che puntava solo a tirare avanti come meglio poteva la sua attività, nulla di più, cosa alquanto strana per Dilagon ma ogni tanto persone normali se ne incontravano a che in quella tetra città.
Cosa che incuriosì soprattutto il mercenario, poi, fu la storia del tipo che Jack conosceva trovato con un buco lì dove doveva esserci i cuore, però non poté far a meno di eseguire un mesto sorriso alla domanda che l’uomo gli porse. «Mi spiace deluderti ma… I licantropi non si accontenterebbero solo del cuore delle persone. Loro si prenderebbero tutto il malloppo.» Se fosse stata davvero opera un licantropo, d’altronde, sarebbe stato un miracolo anche solo ritrovare un corpo.
Purtroppo non aveva un corpo da esaminare, almeno così avrebbe potuto vedere se le ferite combaciavano con quelle normalmente inferte da una creatura che il mercenario conosceva. Appurato comunque che non si trattava di un licantropo, anche perché la luna piena non c’era in quel periodo, cosa rimaneva? I vampiri? Impossibile, per quale ragione un vampiro avrebbe dovuto strappare il cuore a una persona? Loro si nutrivano di sangue, al massimo, quindi si sarebbero limitati a dissanguare le loro vittime, non certo a strappare cuori. Loro neanche ne avevano uno che batteva, se ricordava bene, ma non aveva mai sentito parlare di vampiri tornati in vita impiantandosi cuori umani. Poteva dunque essere un demone, l’unica spiegazione valida, o forse una creatura di cui Gregor ignorava persino l’esistenza, non sarebbe stata una novità per l’uomo.
«E va bene, ho capito» concluse infine il mercenario posando una banconota sul bancone. «Questo è per il panino e la birra.» Si voltò verso la porta del locale, notando che già qualche volta Jack aveva spostato lì il suo sguardo, per poi tornare a guardare il barista. «Aspetti qualcuno?» gli chiese infine in modo molto semplice.. -
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Jack sembrava deluso dalla risposta ricevuta in merito alla sua teoria ma, d’altronde chiunque avesse avuto il piacere (o forse in questo caso era meglio dire il dispiacere) di incontrare un licantropo avrebbe dovuto sapere che un cuore non bastava di certo a saziare un qualsiasi mannaro veramente affamato. Quel che però lasciò perplesso il mercenario fu quanto il barista disse in seguito. Amichevoli? C’era davvero ancora qualcuno a Dilagon che poteva reputare “amichevole” qualcuno? A fatica riuscivano a esserlo i normali esseri umani, ma un licantropo? Oh beh, ne aveva già incontrate di creature non umane piuttosto fuori dagli schemi in quella tetra città, come per esempio quel detective dal sangue di demone e il suo amico, il vampiro, a Darksun. Non poteva dire nulla riguardo a Noctis, ma aveva accettato la richiesta di Angelus di non uccidere più umani del necessario e proprio quest’ultimo che aveva colpito maggiormente il mercenario, il quale di certo non si aspettava una richiesta simile, e ancor meno se sin dall’inizio avesse saputo che scorreva sangue di demone nelle vene di Angelus. Magari non tutto in quella città era dunque perso, magari c’era davvero ancora qualcuno dal buon cuore e che capiva, o almeno in parte comprendeva, quanto fosse importante il valore della vita. Lo stesso Gregor lo capiva, anche se di fronte agli altri tendeva sempre e solo a cercare di dimostrarlo il meno possibile.
«Forse…» si limitò a dire dunque per rispondere all’affermazione del barista. «Magari non tutti, ma così come esistono tanti tipi di umani anche i licantropi sono molto diversi l’uno dall’altro.» Questo poteva essere un chiaro riferimento a un altro individuo incontrato dal mercenario in quel periodo, un altro che lo aveva quantomeno sorpreso con il suo modo di fare. Evidentemente, dunque, c’era davvero ancora qualcosa che poteva sorprendere Gregor McKenzie, contro ogni aspettativa, e quella storia dei cuori strappati ne era l’ennesima prova.
«Mi avevi dato quest’impressione» fu poi la sua risposta al quesito di Jack, mentre si guardava per un attimo intorno, prima di voltarsi di nuovo verso la porta d’ingresso e alzarsi dallo sgabello. Tornò a guardare il barista. «Dunque… Ricapitolando abbiamo una creatura non identificata che strappa cuori alle persone, lasciando tutto il resto, e difatti i cadaveri rinvenuti hanno tutti un buco nel petto, ho capito bene?» Non attese neanche la risposta di Jack, era sicuro di non aver dimenticato nulla di importante. «Non si sa altro, neanche che aspetto abbia o perché lo faccia» continuò come se stesse parlando a se stesso e non più all’uomo che gestiva quel locale di Leman Street. «Poche informazioni, ma sono un punto di partenza. Dove è stato rinvenuto l’ultimo cadavere?» E dopo questa domanda, dando le spalle a Jack per non farsi vedere, sorrise. Forse nessuno lo avrebbe pagato per eliminare una simile creatura, ma adesso era davvero curioso di vederla con i propri occhi e poi, se era così pericolosa come Jack la dipingeva… Poteva anche essere un buon allenamento affrontarla, no?.