Vendetta dall'inferno • pt2

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  1. GameMaster3
     
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    Vendetta dall’inferno - La famiglia imperfetta -
    La cena sembrava essere tranquilla e anche la compagnia piuttosto piacevole. Quando Moore era partito alla ricerca di un mercenario temeva davvero di trovarsi davanti qualcuno con cui sarebbe stato difficile scambiare anche solo quattro parole invece, tutto sommato, non stava andando poi così male.

    «Sono contento che ti piaccia!»


    Ridacchiò versandosi ancora del vino e riempiendo il bicchiere anche alla signorina.
    Quando Janis gli spiegò il motivo per cui aveva messo i coltelli nel freezer annuì piuttosto soddisfatto. In fondo era lei l’esperta di quel genere di cose e non sarebbe certo stato lui a mettere i bastoni fra le ruote dato che in palio c’era la sua vita.

    «Sto leggendo “Risposta a Giobbe” di Jung…è molto interessante, dovresti provare a leggerlo. TI piace leggere?»


    Chiese buttandosi un altro boccone in bocca e buttandolo giù con un bel sorso di vino.
    Poi il discorso si spostò su sua madre, suo padre e la sua infanzia. Non aveva di che lamentarsi in fondo ricordando tutta la sua vita fino a quel momento.

    «Mia madre era una santa. Non mi ha mai abbandonato nemmeno quando papà se n’è andato nel momento in cui avevo ricoperto la famiglia di vergogna….»


    Un ricordo lontano gli tornò alla memoria rovesciando il suo sorriso e rendendolo incredibilmente triste. Ancora se lo ricordava: il litigio fra i suoi genitori, lo sguardo di suo padre pieno di dispiacere e alla fine la separazione, l’abbandono. Lui non gli aveva rivolto più la parola e nemmeno sul letto di morto aveva desiderato vedere il figlio. Semplicemente si era rifatto una vita per dimenticarsi di lui, perché non lo aveva mai perdonato. Eppure, nonostante tutto il dolore che aveva provato e i sensi di colpa, provò comunque un po’ di compassione per la ragazza che aveva davanti, anche se le famiglie sono imperfette nella maggior parte dei casi, sono però capaci di esprimere tutto ciò che nella vita si può trovare: difficoltà, amore, odio, problemi, compassione…l’imperfezione delle famiglie era ciò che le rendeva davvero speciali o almeno questo era ciò che pensava lui.

    «Mi dispiace Janis, è per questo che hai iniziato a fare questo genere di lavori?»


    Chiese senza paura di essere indiscreto. Per lui era facile capire le persone, una specie di deformazione professionale, e ciò che le era arrivato dalla ragazza era proprio che non aveva paura di essere sfacciata e quindi si adeguò anche lui a quel suo modo di fare.


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