La casa di una guerriera

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    ♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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    La casa di una guerriera - Casa Kojima -
    Il tragitto da Jillgon non fu lungo e quando arrivarono nei pressi di un vecchio magazzino apparentemente abbandonato Misato fermò la moto, proprio davanti all’entrata dove la pantera nera le aspettava, seduto e scodinzolando come un cagnolino.

    «Forza, entriamo, qui non verrà a cercarci nessuno.»


    Disse scendendo e attendendo che Janis facesse altrettanto. Una volta che le venne restituito anche il casco lo allacciò sul manico della moto e aprì la sella per prendere il telo e coprire il suo mezzo. Sembrava scomodo fare così ogni volta e invece non era così per lei era diventata un’abitudine, era un po’ come prendersi cura di qualcuno che si amava. Dopo ciò si avvicinò alla porta dando prima una carezza sulla testa di Yuki per poi pescare una chiave nella tasca del chiodo e aprire la porta.

    «Benvenuta a casa Kojima.»


    Disse accendendo le luci e facendo spazio sia alla pantera che alla ragazza per entrare. Era davvero un magazzino abbandonato. In fondo, proprio davanti all’entrata, c’era un letto con un comodino sul quale si trovavano soltanto due foto e accanto, appoggiato alla parete, un armadio. Al centro del magazzino c’era un tavolo di legno scheggiato, frigorifero e cucina dai quali partivano dei fili che andavano ad attaccarsi da una presa attaccata ad un muro. Il pavimento era coperto di scatoloni dai quali spuntavano anche delle armi. Accatastati in un angolo si trovavano dei bersagli con sopra il foglio segnapunti. Nemmeno la doccia aveva un punto di privacy, era attaccato alla parete accanto al letto. Sulla parete accanto alla porta, invece, si trovava una rastrelliera piena di spade e di armi bianche, anche piccole. Era evidente che non fosse proprio la casa delle bambole.

    «Se hai bisogno del water purtroppo è fuori…vuoi qualcosa da bere? Siediti pure sul letto che adesso diamo un occhio e tranquilla che non voglio essere pagata.»


    Disse chiudendo la porta. Lasciò la spada e la faretra con l’arco nella rastrelliera poi andò verso il letto per abbandonarci sopra il chiodo rimanendo con un maglione nero, semplice.



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    -GdrOff-

    CITAZIONE
    Spiegami come è ferita Janis e se la pallottola è rimasta dentro la spalla ^^

    -GdrOn-
     
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  2. Fantasi Lando
     
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    Una volta giunte a destinazione, scende dalla moto facendo attenzione a mantenere il braccio più fermo possibile. Lascia che Misato faccia gli onori di casa, osserva la pantera, come non tenerla comunque sottocchio, seppur questa sembri essere totalmente disinteressata alla sua presenza. Non ha dubbi che sia la Misato di Jesper, il nome corrisponde, la pantera... la pantera corrisponde, quante coincidenze ci potevano essere di un caso di omonimia e di quel piccolo dettaglio chiamato Yuki? Una volta all'interno dell'edificio non si preoccupa di nascondere la sua curiosità nel guardare e osservare ogni dettaglio, seppur ce ne siano decisamente pochi, nulla che non corrisponda all'immagine che Misato da di se, la mercenaria impavida e quello era il suo rifugio, di certo temporaneo e i suoi pensieri vagano e pensa a quanti posti quella donna possa avere in realtà. L'idea che ha di lei è di certo confusa, troppe nozioni contrastanti tra di loro, una immagine e un pensiero di lei che alle volte coincide e alle volte è estremamente distante. Non riesce a nascondere un certo divertimento in tutto quello. Janis è di certo un libro aperto, e non fa nulla per mascherare le sue emozioni, reazioni, al contrario, sfacciatamente e direttamente li mostra.

    Segue Misato all'interno di quella armeria reale e commenta nessun allarme per tutto questo ben di dio... poi abbassa gli occhi sulla pantera e ti credo hai lui.. o lei.. è un maschio o una femmina? chiede anche con un certo interesse, mentre osserva quella oscura figura che si muove per il magazzino e per quanto Misato sia tranquilla, lei non lo è totalmente, certo se l'animale avesse voluto aggredirla lo avrebbe già fatto, ma mai dire mai. E proprio mentre si accosta al letto e si accomoda, sente dei piccoli rumori provenire dal tetto come dei piccoli tic tic, che si ripetono un paio di volte appena. E' serena, nessun allarme a quel suono, lei sa o meglio si immagina che "crow" l'abbia seguita dall'alto e si sia accomodato sul tetto e quello è semplicemente il suo modo per dirle che è li, all'esterno. Il suo piccolo compagno fedele dal manto piumato, un corvo.. per fantasia del nome.

    In realtà il proiettile non ha lacerato la carne della ragazzina, lo scudo in tale senso è riuscito a ripararla, ma la botta l'ha presa tutta, e c'è un livido netto e preciso proprio li dove il proiettile ha impattato e non è fuori luogo che probabilmente l'osso della spalla sia crinato, motivo per il quale il braccio le duole e non poco. Infatti lo tiene sempre accostato al torace

    per te sono proprio innocua commenta senza troppe parentesi, senza alcun tono di offesa nella voce, ma solo una mera constatazione che in realtà condivide pure, seppur non lo esprime a parole o non mi avresti portato qui, prendersi la briga di occuparsi della mia spalla per poi farmi passare da dessert per il tuo amico, non avrebbe poi molto senso condivide i suoi pensieri ad alta voce e osserva le reazioni di Misato ad ogni sua parola le hai usate tutte? o le collezioni? una sorta di sala dei trofei per ricordarti quanti ne hai fatti fuori? chiede, mentre lascia che l'altra le si avvicini e ispezioni la ferita se lo desidera.
     
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    La casa di una guerriera - Il menefreghismo della pantera -
    Riuscire a capire cosa Misato pensasse realmente era molto difficile, tanto che a volte anche Jesper faceva fatica a capire cosa succedeva nella sua testa, ma in fondo era una caratteristica del suo lavoro, era importante essere a compartimenti stagni e non far trapelare le proprie emozioni anche se fin troppe volte la cosa aveva rischiato di fregarla nelle situazioni in cui ciò che per lei contava veramente era stato in pericolo.

    «Non mi serve un allarme. Se qualcuno dovesse venire a rubare anche solo per sbaglio, morirebbe successivamente e mi permetterebbe non solo di recuperare le mie cose ma anche di prendermi le sue e farci tanti quattrini….inoltre mi permetterebbe di dar da mangiare a Yuki…vero cucciolotto?»


    Ridacchiò verso la pantera che si avvicinò a lei per strusciarsi contro la sua gamba emettendo dei versi gutturali che somigliavano molto a fusa. Misato intanto si avvicinò al letto con uno scatolone che stava addossato alla parete e lo avvicinò sedendosi sul letto accanto a Janis per iniziare a darle una controllata.

    «È un maschio, il suo nome è Yuki e stai tranquilla, per ora non ha fame e comunque non ti attaccherebbe mai. È molto disciplinato, in fondo è il mio compagno di lotte e socio in affari.»


    Aspettò che a giovane le mostrasse la spalla e iniziò a controllarla toccandola con le sue mani gelate che, a contatto con il dolore, sembrava quasi essere un sollievo.

    «Mi spiace deluderti ma sono ben poche le persone o le cose che ritengo pericolose e in effetti si, ti trovo piuttosto innocua ma se la cosa ti può consolare sembra che tu te la sia cavata piuttosto bene questa sera, per lo meno non mi sei stata d’intralcio! Se dovessi dire a qualcuno di questo posto semplicemente ti troverei e ti ucciderei e fidati quando ti dico che in questa città non ti puoi nascondere da me. Ti fa male se faccio così?»


    Chiese afferrando la spalla con la mano destra e appoggiando la sinistra sulla botta iniziando poi a tirare la spalla verso di lei, lentamente e con delicatezza. Si sarebbe fermata appena avesse sentito un qualche cenno da parte di Janis stando attenta a non farle davvero male.

    «La maggior delle armi che ho qui le utilizzo, alcune sono solo un ricordo dei miei esordi…diciamo così.»


    Per ricordarle chi era stata, il percorso che aveva fatto per arrivare lì e, soprattutto, come memorandum affinchè non sia più schiava di nessuno, affinchè rimembri di non mettere più la sua libertà nelle mani di qualcun altro come aveva fatto con il clero.

    «Piuttosto…io non ti ho mai vista in giro. Come sei capitata in questo buco di merda?»


    Chiese semplicemente mentre a pantera saltò sul latto per sdraiarsi nella parte libera ignorando totalmente che Janis ancora non si fidasse del tutto della sua presenza. Non che non l’avesse fiutato ma quello era il suo territorio e non intendeva stare sul pavimento solo per le paranoie di un umana.



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  4. Fantasi Lando
     
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    La ascolta senza dire molto, ma si ritrova a commentare le sue parole quando dice che sono pochi quelli che in realtà la mettono in difficoltà o la impensieriscono e a quello sorride
    scommetto che chi riesce a metterti pensiero non è tanto chi ce l'ha più lungo e indica tutte le armi che sono attorno è evidente che il lato fisico è la tua specialità e ti ci diverti pure... ma... chi riesce a penetrare in quella corazza che ti sei creata è il vero pericolo.. sempre che qualcuno sia realmente riuscito ad entrarci conclude con una alzata di spalla, della sola spalla non malconcia.

    E' diretta e schietta, come al solito dice cose forse anche inopportune, ma è fatta così e ancora è viva.. per qualche buona stella che la segue evidentemente.

    Quando sente parlare di Yuki, ovviamente segue la pantera e le parole di Misato sono tali da tranquillizzarla appena, in merito al comportamento della pantera, ma fintanto che Misato se ne starà tranquilla, ha come l'idea che anche Yuki starà al suo posto ma non riesce a non aggiungere pure perchè credo che leccare delle ossa sia poco divertente e soddisfacente per lui eh si il corpo della ragazza non è particolarmente pieno, non sfiora l'anoressia, ma di certo c'è poco da mangiare da lei eppure il suo stomaco sbrontola

    hai niente da mangiare? domanda in modo sfacciato e poco educato, nel chiedere cibo al padrone di casa. Quando le mani gelate di Misato toccano la sua pelle, un brivido la percorre sicura di essere viva? chiede, ma ecco che mentre la mercenaria cerca di controllarle le spalle, il dolore si fa sentire, è come se fosse stata impallinata da un proiettile di gomma e le fa male... eccome se le fa male, la faccia si contrae in una smorfia, ma scuote il capo

    posso resistere.. fa in fretta quasi una supplica la sua, una incitazione a fare quello che deve, mentre lei sembra rimanere in apnea quando il dolore si fa più presente. appunto la sala dei trofei o degli ammonimenti aggiunge dopo le parole di Misato in merito alle armi

    se dovessi prendere una di quelle armi è più probabile che sia pericolosa per me stessa che per gli altri.. ma posso sempre fingere pensa mentre la voce si storpia quando la donna tocca un punto particolarmente dolorante

    non mi hai mai vista.. come molti in questa città.. il fatto che tu ora mi veda... non è una buona cosa, ma credo che prima o poi mi avresti vista comunque.. visto che sto all'Asphodelus e quegli occhi sono fissi ora su Misato mentre le controlla la spalla, ma vuole non perdersi nemmeno una reazione in merito a quella stillata che le ha appena lanciato.
     
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    La casa di una guerriera - Gelosia -
    Se quella frase l’avessero detta Jesper o una delle sue colleghe dell’orfanotrofio sarebbe scoppiata a ridere ma con Janis no, non era sua amica in fondo. Sicuramente in qualche maniera la sua frase poteva ritenersi veritiera ma Misato stava imparando anche ai ricordi, al passato ad impedirgli di superare la sua corazza, di renderla vulnerabile. In qualche maniera si poteva dire che avesse raggiunto una sorta di equilibrio in grado di farla sentire abbastanza sicura del presente da non avere più tanta paura degli scheletri che si nascondevano nel suo armadio. Ad ogni modo rimase in silenzio senza cedere a quella che era palesemente una provocazione.

    «Appena finiamo con questa spalla vedo se ho qualcosa di commestibile…»


    Appena Janis si lamentò del dolore Misato si fermò bloccando con la sinistra la parte della spalla che doveva rimanere ferma e premendo un po’ di più sulla parte mobile.

    «Tranquilla, sarà come togliere un cerotto.»


    Fu questione di pochi secondi. La guerriera strattono indietro la parte mobile della spalla e si sentì un forte crack, facendo tornare in sede la parte di osso che doveva rimanere all’interno della giuntura gleno-omerale. Il dolore per Janis fu forte e sentì come se la spalla prendesse fuoco, purtroppo sarebbe stato abbastanza persistente.

    «Non serve steccarlo, non è rotto, era semplicemente lussata. Adesso ti chiedo solo un ultimo momento di pazienza, ti metto una benda di ossido di zinco così da far passare l’infiammazione e dovresti essere a posto…però sarebbe meglio che stessi ferma quattro o cinque giorni.»


    Disse frugando nuovamente nella scatola e prendendo un sacchettino argentato dal quale tirò fuori una benda al tatto bagnata e iniziando a bendare la spalla. Sembrava quasi esserci una pomata fra le tele della benda.

    «Non mi piace avere una sala dei trofei, non ho un ego così smisurato. Tieni qui.»


    Annuì terminando di bendarla e indicando la fine della benda che Janis avrebbe dovuto tenere mentre Misato si sarebbe rituffata nella scatola per cercare una benda asciutta questa volta e ricominciando quindi a bendarla per coprire quella con l’ossido di zinco. In quel momento la ragazza rivelò di risiedere all’Asphodelius. Per un istante le mani della guerriera si fermarono ma il suo volto rimase inespressivo.

    «Jesper è solito raccogliere animali randagi.»


    In parte era vero ma non totalmente. Lei, Misato, era stata la prima ad essere stata raccolta dalla strada ma per il resto erano più che altro Ghoul o creature da lui fatti nascere. Però c’era stato Stephanius, aveva fatto la corte ad Angelus. In fondo, per quanto sembrasse essere inesperta, la ragazza che stava curando era pur sempre un’arcanista…sicuramente era tutto ricollegato alla ricerca di Alyssa, ma ora che lei aveva fatto pace con il cervello non c’era motivo di cercare aiuto: Misato aveva già trovato la soluzione e un’arcanista incredibilmente esperta.
    Concluse di fasciarla con cura prima di bloccarla in maniera che non si potesse muovere. Ritornò poi a frugare nella scatola per tirare fuori un pezzo di stoffa bianco apparentemente senza una forma preciso ma Misato la sistemò intorno al collo e al braccio della ragazza in maniera che tenesse ferma la spalla e non la muovesse per un po’.

    «Tienila per un paio di giorni prima di togliere la fascia di zinco, però ti consiglio di rimetterti la fascia per tenere ferma la spalla. Non bagnarla mi raccomando.»


    Concluse rimettendo gli avanzi nella scatola e alzandosi dal letto per andare verso la cucina.
    Anche se apparentemente quella semplice frase sembrava non aver sortito alcun effetto in lei, in realtà dentro si sentiva bruciare. Non che il rosso non avesse mai accolto nessuno ma fino a quel momento erano tutti “colleghi” o comunque persone che lei conosceva e non riteneva pericolose, anche con Trisha non era mai stata gelosa, in particolare non lo era mai stata di Mala, non solo perché era sua amica in tutti i sensi della parola ma anche perché se non fosse stato per lei non avrebbe mai capito quanto i sentimenti che provava per il ragazzo fossero profondi e sinceri. Con Janis invece era diverso. Anche se strana era una bella ragazza, si vestiva in maniera molto femminile e probabilmente sarebbe stata in grado di far girare la testa a chiunque. Lei invece? Andava sempre in giro in tuta o vestita come un militare, di sensuale non aveva proprio nulla.

    «Ho trovato dei toast. Vieni a sederti che ne preparo qualcuno.»


    Li trovò frugando nella dispensa quindi prese del formaggio dal frigorifero, assemblò il tutto e schiaffò un paio di toast dentro il tostapane. Rimase poi in silenzio cercando di essere ragionevole con sé stessa, cercando di convincersi che la sua gelosia era stupida e che lei e Jessy avevano passato troppe cose insieme e che i loro sentimenti erano sinceri. Non c’era motivo di essere gelosa.

    ”Ne sei proprio sicura?”


    Chiese una certa vocina dentro di lei.



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  6. Fantasi Lando
     
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    Come Misato intraprende quella manipolazione per rimettere la spalla nella sua sede, il dolore è lancinante e urla per poi tenersi la spalla per quel forte bruciore che persistente le arde sotto la spalla, eppure già sente che l'articolazione di per se è più sciolta, i tendini saranno pure infiammati, ma in realtà ora non sono più in tensione essendo tornati al loro posto.

    con voce dolorante, non evita però di dire grazie... anche se mi hai appena dato dell'animale non riesce a non lanciare una occhiata a yuki senza offesa nemmeno volesse mettere le mani avanti con quella bestia

    forse sono una delle tante come dici tu, ma al momento mi sembra di essere la sola dichiara con totale onestà solo noi.. non ho incontrati altri.. se non i suoi ghoul, ma non credo che rientrino tra gli animali randagi a cui tu ti riferisci

    Respira mentre lascia che quel bendaggio bagnato e fresco sia un sollievo anche solo per la temperatura contrastante. Il braccio è morbido, si sta affidando alle cure di Misato senza ribattere.

    anche la tua stanza è sempre vuota una constatazione la sua ma in fondo hai molteplici rifugi nel quale rintanarti e si guarda attorno riferendosi anche a quello spazio, senza considerare dell'orfanotrofio.. di cui lei sa seppur non lo menziona.

    Quando sente parlare di toast sembra riprendersi e riesce pure a sorridere , di tutta risposta il suo stomaco brontola di nuovo, confermando il suo appettito.

    Come una ragazzina indisponente la osserva diretta negli occhi e lascia andare i suoi pensieri anche se non richiesti

    così diversi sembrate eppure forse in fondo siete uguali si l'immagine del sogno, quella voce che le ricorda che lei è il nemico, che lei è il male per Jesper non riesce a cacciarla via. quel subconscio che è stato condizionato, influisce nei suoi pensieri e nel suo porsi nei confronti di Misato, seppur tenti in tutti i modi di non dar seguito a quel tarlo, ma di essere neutrale, nel soppesare la donna che ha dinnanzi.

    non preoccuparti, ne prendo solo uno, poi svaligerò la cucina di Jesper conclude come a non voler dare troppo disturbo, ma la segue e si accomoda dove Misato le indica.. in realtà la mercenaria non conosce l'appettito di Janis, che per quanto cerca di essere di poco disturbo è comunque vorace e probabilmente alla fine, al contrario di quanto dichiarato come minimo se ce ne sarà la possibilità ne divorerà almeno un paio di quei toast.. e si.. poi mangerà a "casa" o magari se sono fortunata cucinerà per me se ha tempo.. adoro la sua cucina, si muove con maestria attorno ai fornelli, è delicato e consapevole, padrone di ogni suo movimento si evidente che lo abbia osservato con attenzione, ma alla fine sospira con un semplice ma questo tu lo sai.
     
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    La casa di una guerriera - Mettere le cose in chiaro -
    Ogni parola di Janis sembrava essere votata a farle perdere le staffe ed era pericoloso farlo con una come lei, che avrebbe potuto ucciderla anche solo guardandola. Questo le sarebbe servito da lezione: mai raccogliere animali feriti per curarli, potrebbero rivoltarcisi contro. Proprio quel suo atto generoso sembrava averla messa con le spalle al muro obbligandola a stare in un magazzino con una donna che lentamente stava iniziando ad odiare e la cui morte iniziava a farle venire brividi di piacere.
    Portò i toast a tavola appena furono pronti e li servì su un piattino mettendolo davanti a Janis. La fame a lei era decisamente passata quindi l’arcanista si sarebbe potuta abbuffare quanto avesse desiderato.

    «Bella…la mia stanza è sempre vuota? Perdonami i conti ma da quanto stai all’Asphodelio? Un paio di settimane? Si, ammetto di aver avuto da fare e sono dovuta assentarmi ma solo perché stavo cercando una persona che potesse aiutare Jesper in uno dei suoi scopi. Un’arcanista esperta per la precisione.»


    Avrebbe fatto una leggera pausa mordendosi per un attimo il labbro e andando verso il frigorifero per veder se era avanzata qualche birra. Ne trovò una confezione da sei e le portò sul tavolo in maniera che anche Janis potesse servirsi.

    «Fino a questo momento all’Asphodelio sono passati praticamente solo arcanisti perché di questa lui aveva bisogno ma ora non gli serve più perché ne ho trovato io uno per lui.»


    Si aprì la lattina iniziando a tirare giù un grande sorso.

    «Ora…mi sorge spontanea una domanda: di preciso cosa stai cercando di fare dicendomi queste cose?»


    Chiese sorridendo nella stessa maniera in cui facevano i demoni quando osservavano gli umani. Già, sebbene fosse il rosso quello che ne conteneva uno al suo interno la guerriera sapeva essere peggio di lui. Non aveva poteri sovraumani per entrare nei sogni e nelle menti degli altri ma di sicuro non aveva alcuno scrupolo nell’uccidere chi le era d’intralcio.

    «Jesper è sempre stato generoso, fin troppo per come la vedo io. Ha sempre amato circondarsi di persone con le quali intrecciare un rapporto di amicizia, ha sempre amato prendersi cura degli altri e, perché no, anche salvarli dai loro incubi. In questo senso è migliore di qualsiasi umano io abbia mai conosciuto…ma c’è solo questo. Tu credi di essere speciale perché cucina per te e magari perché è gentile? Mi spiace deluderti ma lui è fatto così.
    Lo ha fatto con me quando ero solo una iena arrabbiata che uccideva e distruggeva tutto ciò che trovava sul proprio cammino, ha fatto così con Mala, con Stefano che ha occupato il posto all’Asphodelio prima di te e direi che fra la sua cerchia di amici tutti sappiamo quanto lui sia speciale.»


    Annuì prima di bere un altro sorso di birra e frugando poi fra le tasche dei Jeans per cercare le sigarette e accendersene una.

    «Quindi ora ti dirò cosa sembra a me. Ho la sensazione che tu mi conosca fin troppo bene e che Jessy ti abbia parlato di noi due. Hai approfittato della mia assenza per cercare di occupare un posto nel suo mondo sperando di diventare la persona per lui più speciale e ora stai cercando di farmi ingelosire affinchè io esca di testa, vada da lui e gli faccia una scenata. Davanti a questo scenario sicuramente scoppierebbe un litigio io che sono una testa calda me ne andrei per l’ennesima volta e tu avresti la possibilità di consolarlo perché la brutta guerriera cattiva gli ha spezzato il cuore. Fermami se sbaglio…»


    Disse inspirando un’altra boccata di fumo e accavallando le gambe sotto il tavolo.

    «Ti dirò un’altra cosa di Jesper: non gli piacciono le persone calcolatrici e non gli piace essere ingannato.»


    Già e se lo ricordava fin troppo bene il momento in cui lui si era arrabbiato con lei pensando che stesse accanto a lui solo per interesse, prima di venire a conoscenza dei suoi reali sentimenti ovviamente.

    «Ma tu non mi sembri nemmeno così tanto furba perché se lo fossi stata non avresti affrontato questo discorso proprio nella mia tana.»


    Un leggero fruscio alle sue spalle avrebbe fatto notare a Janis che la pantera si era spostata silenziosamente accanto a lei e che aveva preso a camminare intorno alla sua sedia, quasi come se le stesse facendo la guardia per impedirle di fuggire…e l’avrebbe atterrata al primo cenno di movimento della ragazza.

    «Quindi ora ti dirò che non c’è niente di male se a te piace Jesper, sarebbe strano il contrario, ma ti avverto che se ti vedrò fare o dire qualcosa che non mi piacerà oppure che al primo nostro litigio scoprirò esserci il tuo zampino io ti ucciderò. E fidati delle mie parole quando ti dico che non esiste luogo a Dilagon o in altre zone del pianeta dove tu ti possa nascondere.»


    Lei era una cacciatrice di natura, il fatto che si accompagnasse ad una pantera non era solo una trovata comoda per la pericolosità dell’animale ma soprattutto per il fatto che le loro anime fossero in sintonia. Erano entrambi predatori e non mollavano mai la caccia quando la iniziavano e tendenzialmente riuscivano sempre ad ottenere le vite che desideravano.
    Forse l’aria si era fatta un po’ tesa ma se Janis aveva intenzione di mettere le carte in tavola allora lo avrebbe fatto anche lei. Misato, per quanto non fosse brava con le relazioni interpersonali, non mentiva mai, agli inizi della sua carriera le capitava di dire cose che le servivano per sopravvivere ma da quando aveva iniziato ad essere forte, aveva smesso di dire mezze verità di comodo. E chiunque la conosceva poteva assicurare che mentire non era nella sua etica.

    «Rilassati, finisci pure di mangiare e vai pure a farti cucinare qualcosa da Jesper. Io non ho nessun problema nel sapervi insieme perché mi fido ciecamente di lui.»


    E di questa cosa era sicura: del rosso si fidava senza ombra di dubbio. Quello che le faceva dubitare di più era il demone, credeva di essere una sua alleata ma dopo il sogno che le aveva indotto non ne era più tanto sicura. Jesper credeva che fosse soltanto perché non voleva che lei mettesse a rischio la propria vita ma…non ne era sicura.



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  8. Fantasi Lando
     
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    la corazza è stata quanto meno scalfitta, non è riuscita ad aprire un varco, ma ha toccato il tasto giusto e quando Misato si mostra e lascia uscire tutti i suoi pensieri, ma specialmente le sue emozioni, lei è li ad ascoltarla con estrema attenzione, la osserva con una faccia impassibile, come se in realtà l'altra non la stesse minacciando, ma si stessero gustando un thè con biscotti.

    Janis è così, in quel momento Misato le ha offerto un fianco, e lei a quello mirava. Assorbe ogni parola, ogni stilla, ogni provocazione, ogni minaccia.. ma soprattutto assorbe quando realmente quella donna sia legata a Jesper e quanto tenga a lui. Che la odi, Janis è abituata ad essere sola, non avere una amica non la spiazza e non la sposta, ma quello che Misato dice e soprattutto il tono che usa sono goduria per le sue orecchie e non lo nasconde, restando per l'appunto calma e serena.

    Quando le viene offerto il toast di Misato, come era già prevedibile, Janis se lo mangia senza tanti formalismi.

    Quante informazioni, quante indicazioni ha ottenuto in pochi istanti, da quella donna che si era mostrata di ghiaccio, chiusa e ferma dentro degli schemi evidenti.

    La lascia parlare senza interrompere quel fiume in piena, anche quando le domanda le sue intenzioni, lei continua ad ascoltare, nemmeno fosse una psicologa a dire il vero. o una pazza scriteriata che nonostante l'evidente pericolo pensa solo a mangiare.

    Yuri si muove, ha forse avvertito lo stato d'animo della sua compagna e per questo si muove e le si affianca, ma per la prima volta Janis non lo teme. Non ora, ma per un semplice motivo, Misato ora sa chi sia lei e sa bene che torcerle un capello ora, sarebbe antiproducente per lei, perchè potrà anche essere brava a smaltire il suo corpo, ma di certo il rosso prima o poi lo scoprirà e quello sarebbe decisamente un passo falso per la mercenaria. Quindi no.. forse ingenuamente, forse scioccamente, ma in questo momento la pantera non le fa paura, ma è consapevole che si sia spostata che al contrario suo invece è ancora li seduta e non da cenno nè di volersi alzare, nè di voler fuggire, ma di continuare a mangiare il suo toast. Non la beve la birra, anche quando le viene offerta, ma continua a seguire Misato in ogni suo movimento, in ogni sua espressione, si la sta studiando palesemente.

    Alla fine di tutto quando la mercenaria ha concluso manda giu il boccone e si libera la bocca da qualsiasi residuo di cibo

    bene, molto bene e sembra sincera, non è una presa in giro, non la sta deridendo e questo può sembrare ancora più assurdo data la situazione

    qualcuno che possa aiutarlo a trovare un pò di pace, bene, ottimo sembra davvero soddisfatta per l'ingresso di quel arcanista esperto che secondo Misato dovrebbe rendere inutile l'aiuto di chiunque.. e Janis non fatica affatto a crederlo, sa bene che lei non è in grado di fargli ottenere quello che cerca, non ancora, quindi se Misato pensava di colpirla e ferirla con quella notizia, in realtà non sa quanto sia invece di sollievo per Janis, sapere che qualcuno possa aiutare Alyssa e Jesper.

    Se durante tutta la conversazione è rimasta bene o male impassibile, tranquilla e serena e si è goduta lo sfogo di Misato, in realtà ha sollevato un sopracciglio di sorpresa e quasi di divertimento quando Misato ha chiamato Jesper con quel diminutivo, che l'ha colpita.

    Si può sembrare di tutto, ma di certo è attenta ai particolari e a tutto quello che ruota attorno alle emozioni più che alle apparenze, sarà influenzata da quella forza arcana che è proprio scaturita e alimentata dalle emozioni e questo la rende particolarmente attenta a visionare e scandagliare questo negli altri.

    sei ovviamente nella posizione più forte guarda le armi, osserva Yuki come hai detto sei spietata, sai essere senza scrupoli, sai uccidere e non ti dispiace ammetterlo, perchè forse è una delle tue certezze principali e questo ti sostiene, scandisce le tue convinzioni, sei sicura di tutto quello che ti circonda e dei tuoi rapporti, hai detto che sono innocua.. ed è vero lo sono glielo conferma, non ha problemi ad ammetterlo eppure mi minacci.. o no aspetta.. adesso mi dirai che mi stai solo avvisando..ma sai.. sembra una minaccia e un mettere le mani avanti annuisce con il capo come a confermarglielo.

    Resta in silenzio mentre la osserva e seppur non si evince dal suo sguardo, Janis vede la donna ferita che si sente minacciata, vede la donna che ha precisato da quanto tempo non sta in quella struttura, forse perchè in realtà le piacerebbe poterci stare molto di più di quanto lei in realtà possa. Vede la donna che tiene a quel uomo, che è grata a quel uomo che l'ha salvata.. e per quanto Janis possa sembrare strafottente, in realtà in questa circostanza è decisamente empatica nei confronti della donna seppur non lo mostri, apparendo solo come un psicolabile osservatrice.

    Finisce il toast e torna ad osservare i suoi occhi non è buffo? lui era fermamente convinto che saremmo andate d'accordo... ma forse si sbagliava lo ammette senza astio nei confronti di Misato e proprio mentre lei riesce ad avere la meglio, ad essere razionale, a vedere quella donna con occhi diversi da quello che lei mostra.. ecco che quel tarlo torna a risuonarle nella testa e a ricordarle chi sia in realtà Misato. Chiude gli occhi, li abbassa per un istante come se fosse in contemplazione, si prende qualche momento e poi dichiara

    se e quando Jesper deciderà che io non sia più ben accetta, non avrà che da dirlo conclude, mentre scende dallo sgabello. Si tocca la spalla fasciata, alla quale la donna ha prestato cura nonostante tutto grazie comunque...e i vestiti di Lara Croft ti si addicono si come non sparar cazzate anche in questa circostanza, troppe riflessioni serie. Ma si Misato non appare ai suoi occhi una spietata donna senza scrupoli, ma piuttosto una razionale guerriera, in una eccezione non negativa.

    scusa il papiro e la tanta introspezione. So che normalmente i pensieri sono un'arma a doppio taglio perchè non son utilizzabili dalla controparte, ma mi piace inserirli, anche solo per sviluppare il pg nella mia testa, spero non ti dispiaccia
     
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    ♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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    La casa di una guerriera - Un pericolo invisibile -
    Non era tanto una questione di corazza, ci voleva ben altro per spezzare una come lei, semplicemente Misato era il tipo di persone che sapeva essere schietto e chiaro perché non aveva mai nulla da nascondere. Misato non le aveva offerto nessun fianco in realtà perché se Janis sapeva che lei e Jesper facevano coppia fissa era anche ovvio che la guerriera non le avrebbe fatto i complimenti nel momento in cui l’arcanista le avesse fatto capire di essersi presa una cotta per il suo fidanzato. Anche le indicazioni e le informazioni erano cose di Jesper che tutti sapevano, niente di ciò che aveva detto era un segreto di stato bensì cose di ordinaria amministrazione.

    «beh, in effetti credo di aver scelto le parole con poca saggezza…la mia è una minaccia difatti. E forse saremmo anche andate d’accordo se tu non fossi venuta qui con la chiara intenzione di capire come disfarti di me. Sei stata tu a venire a dichiarare guerra, io nemmeno sapevo della tua esistenza.»


    Disse chiaramente, anche se in effetti iniziava a chiedersi come mai Jesper non le avesse parlato di lei, in fondo i momenti non erano di certo mancati. Ma su una cosa si sbagliava: per Misato sarebbe stato facile farla sparire dalla circolazione senza che la cosa venisse ricondotta a lei. Se Janis pensava di essere al sicuro si sbagliava di grosso ma ovviamente la guerriera si guardò bene dal dire una cosa del genere.

    «Ricordati. Tieni il braccio bloccato per circa quattro o cinque giorni e non toglierti la fascia di zinco prima di un paio oppure non tornerà mai a posto.»


    Non aveva alcun debito con lei. Janis le aveva dato una mano e lei le aveva aggiustato la spalla. Ora erano pari e potevano farsi la guerra quanto volevano. Probabilmente per l’arcanista non era stata una buona messa quell’uscita perché ora Misato non si fidava di lei, per cercare di capire la guerriera Janis si era mostrata subdola e manipolatrice ai suoi occhi e questo avrebbe probabilmente reso la sua vita e le future missioni più complicate di quanto avrebbe mai creduto.
    La ragazza se la sarebbe potuta filare via tranquillamente, nessuno glielo avrebbe impedito oppure, se avesse avuto altro da fare o da dire Misato avrebbe comunque atteso seduta, con la sigaretta che lentamente si spegneva fra le sue dita.



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    Tranquilla, anzi meglio se i post sono approfonditi ^^ ad ogni modo se Janis non ha altro da fare possiamo concluderla qui…magari possiamo farne un’altra ^^ fammi sapere, ci sentiamo via mp!

    -GdrOn-
     
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  10. Fantasi Lando
     
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    A suo modo riesce anche a sorridere quando sente "il dichiarare guerra" da parte di Misato, la osserva anche con una nota di scetticismo, sfacciato e diretto

    non vorrei essere pignola, ma a dire il vero sei partita con una filippica e un sacco di accuse generate in modo esclusivo solo da te stessa, mi hai accusato di essermi insinuata in qualcosa di tuo e di averne approfittato, con tutto il dovuto rispetto quando ho incontrato Jesper non sapevo nemmeno chi tu fossi, quando ho accolto il suo aiuto continuavo a non sapere chi tu fossi. Comprendo che la tua vita di certo non è tranquilla e non fatico a credere che tu ti sia fatta decisamente tanti nemici da diffidare da chiunque, ma se pensi che qualsiasi cosa io possa aver fatto, lo abbia fatto per spodestare te, da cosa poi?... beh a dire il vero lo vedo come qualcuno che ha manie di persecuzione. Ripeto, se sono una dei tanti.. e tu lo sai non hai nulla di cui preoccuparti quindi nemmeno da minacciare... eppure qualcosa che ti rende insicura c'è... o non ti saresti scagliata contro di me, che ti ho aiutata questa sera.. senza alcun motivo.. o quanto meno, nessun motivo che riguarda me. è franca.

    Misato può credere tutto quello che vuole su chi sia Janis e che ruolo abbia o che interesse abbia nei confronti di Jesper, dal suo canto non ha fornito informazioni o comportamenti tali da ricondurre un innamoramento al rosso anche se condivide l'ovvietà di come sia facile restare affascinati da uno come Jesper, motivo per il quale non ha mai dubitato di tutto il veleno che Misato le abbia scaraventato addosso per sue fisse e manie personali che lei in prima persona riconduce a un vissuto ed esperienze precedenti che Janis non conosce tra i due e che imputa a Misato come condizioni che la fanno stare in guardia anche nei confronti di una perfetta sconosciuta che ha solo dichiarato di vivere sotto quel tetto e di non aver visto altri.. tutti gli altri che la guerriera ha menzionato.

    Ma proprio l'essere sulla difensiva di Misato, le apre lo spiraglio ad ulteriori congetture che si riconducono a quel sogno. A quello stato inconscio che la porta a diffidare della donna che ha davanti, seppur in realtà razionalmente combatte contro quel istinto.. Misato è solo una guerriera, può piacerle o meno, ma a dire il vero al momento non ha motivo di dar seguito a quel sogno a quel tarlo. E' combattuta, ma questi sono suoi problemi personali

    è chiaro che sei abituata a fare le cose per conto tuo.. e di certo non hai bisogno di un arcanista, visto che hai conoscenze importanti... quindi ti direi quando vuoi sai dove trovarmi.. ma qualcosa mi dice che non avrai bisogno di me... peccato arriccia il nasino, sente ancora le indicazioni da infermiera che lei gli concede e annuisce come ad aver inteso

    permesso dice verso Yuki mentre indietreggia e con un cenno della mano saluta Misato, le volta le spalle, segno che non la teme, sempre valida la premessa che le sue convinzioni sono sue e potrebbero essere sbagliate ovviamente.

    Come tornare a casa? altro dilemma, ma a quello penserà una volta uscita da quel rifugio. E nonostante tutto continuerà a seguire le indicazioni di Misato sulla sua spalla.. almeno, anche se al momento l'unica che non ha dubitato dell'altra è stata proprio lei, ma non si può andare a genio a tutti, Janis lo sa.. ed è abituata a non essere compresa, anche se questa volta non per colpa sua

    chiudi pure :)
     
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9 replies since 10/12/2018, 17:25   89 views
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