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-GdrOff-CITAZIONEFinalmente eccoci qui ^^ possiamo dare inizio ai giochi! La bambina non vede l’ora di usarvi come meravigliosi pupazzetti *w*
Bene veniamo a noi e alle modalità con cui verrete convocati.
Chi ha partecipato al Labirinto delle meraviglie, e ha quindi già incontrato la bambina, vedrà comparire sul proprio braccio destro il marchio che è segnato nel mio post con sotto la scritta “Giochiamo?” i vostri personaggi potranno arrivare alla conclusione del magazzino, e quindi della bambina, come meglio vorranno, avvicinandovi al capanno, però, sentirete il dolore diminuire esponenzialmente fino a sentirlo sparire del tutto ma se vi allontanerete questo ricomincerà a far male. Una volta entrati, per chi controllerà, potrà notare che il marchio è sparito;
Chi non ha partecipato al Labirinto delle meraviglie potrà arrivare al magazzino come meglio vorrà, sbizzarritevi ^^ però se decidete di far arrivare un messaggio al vostro personaggio sarà questoCITAZIONEIl giorno xx/xx/xxxx alle ore 20.00, al magazzino 12 delle zone industriali si terra una grande festa a cui tutti i più bravi combattenti, guerrieri e mercenari di Dilagon sono invitati. Non mancate, mi raccomando.
Bene se avete domande sapete dove trovarmi e buon divertimento ^^
-GdrOn-
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Sperava di potersi dimenticare di quella faccenda orribile. Sapeva che non era una cosa probabile, eppure sperava che quella bambina di merda, chiunque fosse, si dimenticasse di lei e la lasciasse in pace. Ovviamente non poteva andare così. Come una maledizione, la fiamma nera era apparsa sul suo braccio destro e aveva cominciato a pulsare e a farle male. Per fortuna, era ancora in casa quando era successo, e non era da sola. Con un nervosismo che in genere non le apparteneva, aveva chiesto a Jessica di avvisare Asha che aveva bisogno di prendersi una serata libera.
«Perché? È successo qualcosa?» le chiese la vampira, con una certa preoccupazione nella voce.
«Sì, ma non saprei dirti cosa. Ti racconterò meglio quando torno.» le rispose lei, mentre tirava fuori dall'armadio la tuta che aveva intenzione di indossare e la lanciava sul letto con una mano sola, la destra. La sinistra era stretta contro la fiamma nera nel tentativo di arginare un po' il fastidio e il dolore che le causava.
«Devi... Andare da qualche parte di pericoloso? Posso accompagnarti se serve.» boccheggiò con aria preoccupata, adocchiando la tuta. Kate la indossava spesso, e Jessica sapeva che serviva a proteggerla, tra le altre cose.
«No, non voglio che ci finisca invischiata anche tu. Non ho ricevuto nessun messaggio stavolta, ma sono sicura che ci sta richiamando in quel magazzino del cazzo.» fu la risposta di Kate, mentre continuava a girare per casa. Stava preparando tutto l'armamentario. Stavolta voleva andare preparata.
«Quello di cui mi hai parlato l'altra volta. Del costume da coniglio.» riconobbe la vampira, aggrottando la fronte.
«Seh. Stacci lontana, ok? Io me la caverò, di sicuro non sono l'unica che è stata chiamata. Mi basterà evitare che gli altri si scannino tra di loro. Mi porto dietro anche Steve.»
Il dingo, al sentirsi chiamare, abbaiò felice. L'ultima cosa che fece prima di uscire fu mandare un sms agli unici partecipanti all'ultima follia di cui aveva il numero, ossia Jesper e Angelus. La sua quest per ottenere più contatti possibili non stava andando benissimo, evidentemente. Non si era ancora procurata un suo telefono, per qualche motivo del cavolo, per cui fu costretta ad usare un Iphone "sequestrato" ad un vecchio nemico ammazzato nella discarica qualche tempo prima. Non le piaceva l'idea, quel telefono non era suo e non doveva essere rintracciato in nessun modo, ma in quel momento non aveva molta scelta. Mandò a entrambi lo stesso messaggio:CITAZIONE"La bambina del cazzo è tornata. Vado al magazzino, immagino che ci vedremo lì"
Vestirsi e finire di prepararsi non fu un procedimento lungo. Non indossò vestiti sopra la tuta, quest'ultima era già un indumento a sé stante e in questo caso non aveva motivo di nasconderla. Dato che ricopriva la maggior parte del corpo, aveva aggiunto solo un paio di stivali stretti e un paio di guanti senza dita alle mani, il tutto in tinta unita nera. Al posto della solita fondina, aveva indossato un gilet militare, nero e pieno di tasche che aveva riempito con tutto quello che pensava potesse esserle utile: la sua fedele Beretta per prima, a riposo in una tasca interna sul lato sinistro; munizioni extra per le sue armi, compreso il caricatore pieno di pallottole d'argento, erano appese all'interno del gilet sul lato destro. Le tasche esterne erano dedicate a oggettini più pratici. Le tasche più in basso, a destra e a sinistra del gilet, sembravano essere state cucite apposta per contenere delle piccole bombolette di spray disinfettante, delle garze sterili impacchettate per bene e un "kit da cucito" per ricucire le ferite più superficiali, che Kate aveva deciso di portarsi dietro perché non si poteva mai sapere. Più in alto teneva solo il telefono, le chiavi e cose del genere. Era un gilet piuttosto stretto e fatto su misura per Kate, le tasche non erano gonfie e quindi il tutto non risultava particolarmente estraneo sulla figura della mercenaria.
La donna non si fece poi troppi problemi ad arrivare anche piuttosto vicino al magazzino in macchina, sulla sua Ford Ranger. In effetti, non parcheggiò poi troppo distante dalla moto di Misato, anche se preferì lasciare l'auto in un vicolo o comunque uno spazio tra i magazzini, lì intorno. Una volta scesa, andò ad aprire la portiera dietro, lasciando scendere Steve, una adorabile bestiolina che stava addestrando da qualche tempo. Era un dingo il cui sangue era chiaramente stato mescolato a quello di un lupo. Era ancora un cucciolo in piena adolescenza, non ancora formato del tutto ma sulla buona strada, già ben piazzato e stranamente amichevole. Scese dall'auto e si fermò ad aspettare Kate con aspettativa, scodinzolando distrattamente. Anche lui era ben vestito con una pettorina verde militare e un collare. La mercenaria recuperò prima un altro fedele compagno dal sedile posteriore prima di chiudere la portiera: un fucile da tiratore, anche quello di colore nero come tutto il resto, già assemblato e pienamente accessoriato. Silenziatore, mirino, visore ottico, bipiede estraibile e una comodissima cinghia che usò subito per metterselo in spalla.
Non ci volle molto prima di arrivare all'ingresso del magazzino e individuare Misato e compagnia lì davanti.
«Buonasera, dolce fanciulla.» la salutò, senza alzare troppo la voce. «E fidato compagno.» aggiunse con un cenno verso Yuki, prima di sistemarsi il fucile in spalla. Steve sembrava molto interessato all'altra bestia, ma si limitò a scodinzolare e annusare nella sua direzione.
«Siamo qui per lo stesso motivo, presumo?» chiese, indicandosi il braccio destro, dove la fiamma aveva smesso di pulsare. Era coperta, ma se anche Misato aveva lo stesso marchio, allora avrebbe capito tranquillamente cosa intendeva.. -
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"Se io devo morire, allora andrò incontro alla Tenebra come a una sposa... per stringerla tra le mie braccia."
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Jesper si trovava al primo piano della base, nella Stanza Rituale assieme a Stefano intenti a condurre test particolari.
Ben seduto su di una sorta di trono in legno massiccio intagliato posto con la spalliera al muro, il Posseduto stava assorto in totale concentrazione, a torso nudo con solo i suoi pantaloni di pelle indosso. I muscoli delle braccia e del collo erano tesi al massimo mentre le dita stringevano con forza i braccioli leonini, il suo sguardo era impietoso, puntato diritto verso un oggetto distante, un cristallo, a non piu di tre metri da lui.
Gli occhi erano entrambi neri, ma non completamente oscurati come quando il demone prende il sopravvento sulla sua volontà. Dalle pupille partivano screziature scure che avvolgevano l'intero bulbo e si diramavano poi lungo tutto il corpo, venando la sua pelle chiara quasi fosse il dipinto di un bosco invernale in chiaroscuro.
Stefano gli stava di fronte, in piedi con le braccia protese verso di lui, intento anch'egli nel mantere uno stato di concentrazione assoluto affinchè l'incantamento che aveva in atto non si infrangesse.
Tramite il suo fidato Arcanista infatti, Jesper stava portando avanti un duplice obbiettivo ed era indispensabile avere il suo supporto per tale scopo.
Mentre si sforzava di incanalare il potere che dal demone dentro di sè fluiva nel corpo e quindi all'esterno, cercando di indirizzarlo verso il piccolo cristallo color rubino che Stefano stesso aveva confezionato col sangue demoniaco e che quindi per risonanza rispondeva al richiamo della sua fonte originaria, Jesper stava sperimentando anche un livello piu alto di resistenza a cui sottoporre il proprio fisico.
Infatti a differenza di Angelus che possedeva parte demoniaca grazie all'ingegneria genetica, cosa che lo rendeva un mezzosangue a tutti gli effetti e quindi scevro da qualsivoglia effetto collaterale, il Rosso rimaneva un semplice umano che fungeva da contenitore per un entità da lui distinta e separata che semplicemente lo abitava. Per questa ragione il suo corpo era sottoposto a stress di ogni tipo ogniqualvolta l'energia maligna dell' entità prendeva a fluire mischiandosi col suo sangue ed era importante per lui imparare a sopportare e padroneggiare questo tipo di "difetto".
Avevano quasi terminato la sessione, quando d'un tratto si disegnò sull' avambraccio destro del Posseduto una specie di tatuaggio a forma di fiamma. Poichè era già preso da sforzo e dolore, avvertì lievemente quello proveniente dal marchio benchè in verità fosse piuttosto intenso. La cosa lo infastidì innervosendolo costringendo entrambi a sospendere tutto e a domandarsi cosa fosse.
Hhhaaa ma che diavolo! E' opera tua per caso?
Chiese sollevando un po il braccio, seppur poco convinto. Sapeva che non era stato l'arcanista ma quello fu il quesito che gli venne per primo d'impulso.
Non ci volle molto però per scoprire il reale colpevole: la scritta "Giochiamo?" che apparì subito dopo fu il segno inconfutabile che si trattasse della bambina del magazzino. Piu volte si era chiesto quando e come avrebbe fatto la sua comparsa visto che aveva minacciato tutti i presenti quella volta di un secondo round. Ancora col fiatone sorrise con aria di sfida alzando poi gli occhi verso il compagno che lo fissava interrogativo.
Stava per dargli tutte le spiegazioni del caso, quando squillò il cellulare rimasto in tasca alla felpa nera che aveva gettato accanto allo schienale assieme alla maglietta prima di iniziare i test. Richiamò il sangue oscuro ritornando normale e si apprestò a raccogliere l'apparecchio per rispondere. Appena udì le parole di Misato alzò un sopracciglio storcendo le labbra in un sorriso sbilenco come a dire "ecco, avevo ragione".
Qualcosa che dovrei dirti? Oh no, mi hai beccato! Ma stavo proprio per dirtelo, giuro! Ebbe si, sono a letto con la mia bellissima amante... peccato abbia la brutta abitudine di fare tatuaggi a forma di fiamma che bruciano come l'inferno eheh... Ok ok, ci vediamo al magazzino!
Usò un tono ironico, diventando neutro sul finire per poi riagganciare.
Nel mentre vide comparire sullo schermo l'icona di un sms ricevuto, era di Kate e a quanto pare anche lei aveva ricevuto il marchio. Le rispose con un:CITAZIONEAnche tu alla festa?! Invito qualche altro amico e porto gli alcolici
Con tanto di faccina finale, giusto per smorzare il tono serioso che gli parve di percepire dalla cecchina.
Si rivolse a Stefano, mentre raccattava i propri indumenti dal lato.
Mmm la cosa è un po incasinata, provo a farti un riassuntino: c'è un magazzino abbandonato, una bimba con strani poteri e un qualche mondo parallelo creato da lei sottoforma di gioco nel quale ci sta invitando a partecipare... la volta scorsa era in stile "Alice nel Paese delle Meraviglie", c'eravamo io, Misato e altri tipi tosti della città. Siamo andati in giro disarmati, affrontato mostri strambi e rischiato di perdere la testa un paio di volte... Stavolta credo sarà anche peggio, ti va di venire?
Spiegò mentre si rivestiva, dondolando il capo da una parte all altra ricordando ancora il peso delle orecchie che aveva portato un tempo. Tese infine la mano all'arcanista con un sorriso smagliante e una punta di sadismo nelle sue parole, quasi lo stesse invitando nel paese dei balocchi.
In ogni caso, gli ci sarebbe voluto qualche minuto in piu degli altri per arrivare a destinazione.SPOILER (clicca per visualizzare)Mi sono accordato con Stephanius per iniziare assieme. Alyssa farà la sua comparsa a gioco iniziato.. -
Lhou.
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Anche Angelus era stato fortunato, era in ufficio che si stava facendo una doccia per la precisione. Kate ed Alphard erano entrambe fuori, che lui sapesse per piacere e non per lavoro e aveva preso un po' di tempo per farsi una doccia e fare meditazione, visto che da quando aveva le coinquiline trovare la giusta calma, il giusto silenzio e la giusta tranquillità a casa era impossibile.
Purtroppo per lui, non sarebbe andata così.
<< Ahia.>> Gli sfuggì, sentendo inizialmente una leggera fitta all'interno del braccio ma non vi badò, almeno non inizialmente, pensando stupidamente di essersi scottato per il calore dell'acqua, cosa ovviamente non possibile considerando che un lanciafiamme faticava a scottarlo, ma ancora non si era del tutto abituato a questa novità.
<< Ma che ca...>> Gli sfuggì di nuovo, quando si rese conto che la fitta non era sparita ma anzi stava peggiorando a gran velocità. Per qualche istante strinse occhi e denti, tentando di resistere al dolore lancinante che veniva dal braccio. Non era molto tempo che gli capitava un dolore che non riuscisse a sopportare stoicamente e si lasciò scappare un urlo essendo a casa da solo, anche se forse non sarebbe comunque riuscito a trattenerlo.
Ripresosi almeno un po' dal dolore si mise di nuovo in piedi essendo caduto in ginocchio, spense l'acqua e si avvolse alla bene e meglio un asciugamano attorno alla vita andando allo specchio.
<< Giochiamo...? GIOCHIAMO?!? Ma io ti rigo la faccia!>> Esclamò fra se e se, sperando un po' che quella bambina potesse sentirlo, per poi uscire ed andare verso il suo esiguo guardaroba, prendendo un paio di boxer e dei jeans scuri ed infilandoseli addosso. Sentì vibrare il telefono e lo afferrò, aprendo e leggendo il messaggio di Kate, sbuffando.CITAZIONE"Devo proprio, sicura? Io quei due coglioni non ho voglia di incontrarli."
Le rispose, mentre afferrava una maglia semplice, nera senza disegni a maniche corte e se la infilava addosso, per poi infilarsi ai piedi un paio di calze e i suoi anfibi, dopo aver legato attorno ai polpacci e le caviglie i foderi per i coltelli da lancio nascosti dagli stivali, per poi dirigersi di sopra dopo aver afferrato il coltello tattico legandolo alla cintura sul retro.
<< Va bene... Cosa mi può servire per andare a sculacciare una mocciosa infernale?>>
Si chiese fra se e se, guardandosi attorno mentre con la telecinesi accendeva il Jukebox che faceva partire le prime note di "Nothing Else Metter". << Si hai proprio ragione James.>> Commentò, ovviamente rivolto alle parole cantate dalla voce dei Metallica, mentre apriva un piccolo squarcio nella realtà di un mezzo metro, infilandoci dentro Kurohime ed il grimorio. Afferrò quindi la doppietta, controllando che i proiettili al sale grosso fossero carichi, prendendo la fondina di poco più di trenta centimetri e legandosela alla gamba destra, infilandola all'interno e chiudendo il laccio che la teneva assicurata, infilando nei piccoli supporti altri pallettoni al sale grosso e giusto un paio normali che potevano sempre servire.
Infine si gettò sulle spalle il giaccone di pelle nero che gli arrivava appena più sotto del ginocchio, controllando che il mazzo di chiavi antiche fosse ancora nella tasca interna, infilandoci anche l'auricolare bluetooth ed in tasca lo smartphone, allacciandosi quindi al collo la collana con la droga rinforzante.
Stava per uscire quando si fermò, si guardò indietro e sbuffò, prendendosi un attimo per lasciare un messaggio alle due ragazze.
"Se quando torno sono vestito da imbecille uccidetemi." Avrebbero capito.
Quindi spense la musica ed uscì passando per il piccolo box che aveva da poco acquistato a fianco all'ufficio, ma decise di andare a piedi.
Con il suono di un sussurro il ragazzo comparve in un angolo buio dietro il grosso magazzino dove si era svolto tutto e, con un sospiro, si avviò con calma verso l'ingresso in silenzio e con le mani in tasca, apparentemente disarmato, solo un occhio attento avrebbe notato la doppietta solo poco nascosta, il resto ci sarebbe voluto ben più di un occhio attento.. -
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Il vampiro era ancora nella calma del suo appartamento, arrivato alle fasi finali dell'allenamento telecinetico di quel giorno finito il quale aveva programmato di andare a Everbad per cercare qualche criminaluccio a cui non sarebbero mancati un paio di litri di sangue per poi magari fare un giro al Maniscalco in cerca di notizie o lavori che gli sarebbero potuti interessare.
Tuttavia ogni suo piano venne fatto a pezzi nel momento in cui un'incredibile fitta al braccio destro lo colpì spezzando la concentrazione nel mantenere in aria i coltelli da lancio e la nuova spada, più altri oggetti casalinghi, che stava manipolando fino a quel momento e che cadderò a terra non appena venne perso il sostenimento che li aveva fatti fluttuare fino a quel momento.
Cazzo!
Non riuscì a trattenere quell'esclamazione mista a rabbia e confusione.
Si fermò ad osservare le lievi scheggiature che i pugnali cadendo avevano inflitto al pavimento, per poi portare lo sguardo su quella dannata fitta che sembrava bruciare come l'inferno, trovando sul suo pallido braccio una specie di tatuaggio a forma di fiamma nera.
In un primo momento pensò che potesse essere in qualche modo colpa del Simbionte tuttavia quel pensiero morì sul nascere non appena si accorse anche della scritta: "giochiamo?"
Non ci volle molto prima che la sua mente arrivasse all'avventura passata il mese scorso in cui era diventato Riccioli d'oro nel Paese delle Meraviglie - peraltro nell'appartamento si sarebbe potuta trovare una copia del libro acquistata piuttosto recentemente - e alla maledetta bambina che aveva promesso loro un secondo round del suo bizzarro gioco.
Maledetta, se ti becco...
Il messaggio sotto la fiamma non diceva altro per cui era logico pensare che sarebbe dovuto tornare in quel dannato magazzino, e che molto probabilmente ci sarebbero stati anche gli altri. A pensarci, già si sentiva male, dubitava che questa volta si sarebbe riusciti ad evitare lo scontro.
Non ci mise troppo a prepararsi, aveva già indosso un paio di jeans, si infilò degli anfibi neri, una maglia a maniche lunghe rosso scuro, si infilò una doppia fondina ascellare acquisita apposta per i suoi due set di coltelli da lancio riponendoli per bene in essa dopo averli raccolti dal pavimento, legò il coltello tattico al retro della cintura dei pantaloni.
Mentre si legava il fodero Sakki al fianco destro richiamò con la telecinesi l'anello d'oro infilandolo nell'indice della destra e osservava il teschio demoniaco di cui era entrato in possesso recentemente, che gli permetteva di evocare lo spettro di un antico demone... Forse sarebbe giunta l'occasione per il suo utilizzo in una "missione" vera e propria.
Concluso il tutto afferrò una semplice giacca di pelle nera con cappuccio mentre usciva dal suo rifugio, assicurandosi di chiudere la serratura e i chiavistelli con la telecinesi.
Prima di dirigersi al magazzino però si sarebbe cibato di tre barboni ipnotizzandoli, e coprendosi il volto con il cappuccio, senza prendere più del necessario.
Semplicemente, si aspettava che gli animi si sarebbero agitati presto o tardi, e non poteva rischiare di farsi prendere dalla Fame in quel momento.
Fatto ciò avrebbe preso la Mustang che aveva comprato di recente e si sarebbe diretto al magazzino, godendosi anche il viaggio alla fin fine, dopotutto non gli capitava spesso di usarla visto che il più delle volte preferiva camminare per le strade della città, malgrado ciò guidare era comunque un'esperienza che apprezzava decisamente.
Esperienza che si fece ancora più piacevole una volta resosi conto che quel bruciore diminuiva progressivamente per ogni metro in meno che lo distanziava dalla destinazione, fino a sparire completamente una volta arrivato.
Finalmente!
Pensò tra se e se.
Avrebbe parcheggiato non troppo distante dalla moto di Misato ed una volta sceso sarebbe arrivato all'ingresso dello stabile, vedendo per prime Misato e Kate, entrambe accompagnate dai rispettivi animali da compagnia, anche se con Yuuki aveva già fatto conoscenza, circa... Il cane di Kate invece non c'era l'altra volta.
Buonasera signorine, come sospettavo siamo stati chiamati tutti qui. Di nuovo.
Sbuffò, mentre i suoi sensi lo avvertivano dell'avvicinarsi di qualcun'altro. A giudicare dal passo e dall'odore, probabilmente Angelus.
D'altraparte mi sarei sentito un po' solo se fossi stato chiamato qua solo io.
Devo dire però che per quanto tutto ciò sia fastidioso... Un po' sono curioso di vedere quale sarà il prossimo "gioco".
Disse alzondo poi lo sguardo verso il cielo notturno.
Almeno ha avuto la decenza di far smettere quel bruciore una volta arrivati qua.
Avrebbe detto, dando per scontato che avrebbero capito.. -
Stephanius.
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L'esperimento procedeva a gonfie vele!
La risonanza con il rubino alchemico era perfetta. Il mio potere riusciva a mantenere la forza del demone costante sul minerale senza che questo si distruggesse, ciò portava alla più rosea conseguenza che se riuscissi a calibrare sia la forza che la qualità del materiale potremmo creare il signore degli artefatti!
"Tutto è perfetto! Più impegno, più energia!"
Lo sforzo era davvero intenso e la concentrazione massima, quando all'improvviso sentì Jesper farfugliare qualcosa ed interrompere all'improvviso tutto il suo flusso di energia.
Quella mossa inaspettata mi lasciò spiazzato facendomi disorientare e barcollare a terra.
"Ma che cavolo...!!!! Cosa avrei fatto? Questa non è di certo opera mia, e dal gradiente di energia mistica utilizzata non porta proprio nulla di buono!"
Dissi mentre cercavo di rimettermi in piedi ancora sfiancato dallo sforzo.
Poco dopo chiamò Misato, o almeno potei dedurre che fosse lei dal tipo di confidenza, e intrattenne con lei una strana conversazione.
Terminata anche quella finalmente mi rese più chiaro quanto stesse accadendo.
"Mai una semplice infezione o un influenza... Se non sono maledizioni o tentati suicidi tu non ti ci trovi bene"
Dissi sarcastico e scuotendo la testa.
"E comunque verrò con te, vorrei fare luce su questa strana figura di bambina... Alice ne paese delle Meraviglie... Carrol... che strano davvero..."
Quel sensuale ragazzo era una calamita per tutto ciò che fosse mortale, deleterio e malefico. Avrei dovuto accompagnarlo per sincerarmi personalmente in cosa si fosse immischiato stavolta.
Di tutta fretta corsi in camera per indossare la mia cappa, prendere il pugnare e dirigermi di corsa alle camere di Jesper per poter andare a questo misterioso appuntamento.SPOILER (clicca per visualizzare)E comunque "ti rigo la faccia" ha vinto su tutto. Merita una medaglia. ORA
Edited by Stephanius - 25/10/2016, 11:43. -
¬shell.
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Se c’era qualcosa di cui si poteva stare tranquilli a Dilagon City era i sicuro la sua capacità unica di procacciare guai e situazioni al limite del credibile ad i suoi abitanti. Di sicuro quel fattore doveva essere odiato dai più, semplici umani amanti della routine e ancorati al passato, ma di certo non valeva per elementi allontanati – per ovvie e ragionevoli ragioni – dalla società come quelli che poi spesso si ritrovavano in mezzo alle questioni più grandi ed importanti. C’era anche chi, per i propri gusti, era persino fin troppo tranquillo e al di fuori del giro, ed in questo caso di trattava di Shell.
Da quando la donna si era trasferita in quella città maledetta i suoi affari erano calati in modo precipitoso. Non era più una hacker famosa come in Europa ed Asia, ma una sempliciotta amante dei computer e brava ad usarli. Non era neanche la più forte in campo armato, cosa alla quale era molto difficile abituarsi. Non aveva dubbi però di essere rimasta tra le menti più brillanti, almeno.
- E con questo dovremmo esserci.- aveva mormorato la donna, bevendo un sorso del suo Frappuccino aromatizzato alla zucca. Decisamente Achabucks era un ottimo posto per riflettere e installare rootkit senza preoccuparsi di essere rintracciata. Le faceva un po’ senso stare in mezzo a ragazzetti con i risvoltini, tagli a scodella e foulard di dubbio gusto, ma per una connessione Wi-fi del genere poteva tranquillamente fare uno strappo alla regola.
Soddisfatta aveva lanciato un’occhiata allo schermo di fronte a sé, dove scorrevano dei codici sconosciuti ai più, e si era sgranchita un po’ la schiena, approfittando del movimento per allungare una mano sotto il tavolo e dare qualche veloce ed affettuosa carezza ad un bel esemplare di pastore belga, che in risposta le aveva leccato la mano, alzando il capo ed osservandola, come in attesa di istruzioni.
- Qui ho finito, andiamo a casa?- gli aveva domandato con dolcezza, levandosi gli occhiali da vista con la montatura spessa e scura e riponendoli con cura nella tracolla adagiata accanto al computer portatile. In tutta risposta il cane si era rimesso in piedi e aveva abbaiato, scodinzolando. Era decisamente un responso positivo.
Con un sorriso, la donna, aveva dunque iniziato a raccogliere le proprie cose, sistemandole con cura all’interno della tracolla, prima di pagare alla cassa, facendolo l’occhiolino ai commessi, e dirigersi verso l’uscita con Bear alle calcagna, tutto contento all’idea di tornare a casa… o meglio alla casa che avevano abusivamente occupato da un paio di notti. Tuttavia, prima che potessero fare qualcosa, la donna si era ritrovata travolta da una strana sforza, che l’aveva spinta con violenza contro l’uscio della porta, facendole mancare il respiro per un istante. Era avvenuto tutto in un battito di ciglia, come si era materializzata, la presenza era scomparsa, lasciandola con una strana sensazione addosso. Qualcosa non quadrava visto che neanche l’impianto era riuscito ad identificare quella sagoma, così come Bear, che la fissava tranquillo ed incuriosito. Era strano molto strano. Qualcosa però l’aveva notato, o meglio le era stato notificato: aveva un bigliettino in mano.
Aggrottando le sopracciglia, Shell, aveva srotolato quel pezzetto di carta stropicciato e l’aveva letto con attenzione, ritrovandosi poi a sorridere piacevolmente sorpresa. Era un invito a prendere parte a quella che sicuramente sarebbe stata una delle più belle feste a cui avesse mai partecipato. Improvvisamente la voglia di capire cosa fosse successo poco prima era passata in secondo piano, sostituita da una più importante: cosa avrebbe trovato una volta al Magazzino 12?
Una delle risposte era che sicuramente c’era parecchia gente.
Dopo aver parcheggiato la sua auto nuova poco lontano, la donna si era infatti diretta immediatamente verso la sua destinazione, sistemandosi la giacca di pelle sopra la maglietta blu scuro. I pentaloni erano della stessa tonalità della prima e anche le scarpe, degli stivaletti con il tacco piuttosto largo e altro, insomma la sua solita tenuta. Non sembrava interessata a fare colpo sugli altri che sarebbero stati presenti, che effettivamente si erano rivelati molti di più di quanti ne avesse immaginati. La notizia era stata strana, effettivamente, ma si era subito adattata alla situazione, limitandosi a dare ordine a Bear, come sempre al suo fianco, di non allontanarsi da lei, anche perché il pastore belga le sembrava parecchio irritato. Forse era per via della presenza di una pantera – si, una pantera – comodamente posizionata all’entrata del Magazzino? O forse per via della presenza di un dingo accanto alla figura conosciuta di Kate? O forse erano gli altri arrivati ad emettere un odore in grado di turbarlo. Era sicura che ci sarebbe stata qualche creatura non umana e non vedeva l’ora di conoscerne.
Non aveva detto nulla, limitando ad avvicinarsi e alzando una mano in segno di saluto verso Kate, con tanto di sorriso smagliante, che sembrava proprio la sua meta finale.. -
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-GdrOff-CITAZIONEBoh, Lhou, tu mi fai morire XD direi che “ti rigo la faccia” ha steso anche me XD
Bene, cercando di avere un andazzo piuttosto andante come nella role scorsa, diamoci delle scadenze che, ovviamente possono essere allungate se ci sono problemi, vi chiedo solo di avvisarmi così da poter avvisare del posticipo ^^
Scadenza: 13/11/2016
-GdrOn-
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Non si degnò di rispondere ai messaggi di Jesper e Angelus; le bastava avere la conferma che non era l'unica ad essere stata richiamata, e meno usava quel cellulare, meglio era. La prima persona con cui interagì fu proprio Misato, già presente. Non si lasciò infastidire dall'atteggiamento di Misato, atteggiamento che aveva già visto su di lei praticamente ad ogni loro incontro. Fece spallucce alla sua proposta; «Mi basta che si tolga di mezzo. Dubito che un proiettile in mezzo agli occhi basterà, ma se tu hai un modo per liberartene, puoi anche prendertela. Non mi interessa cosa ci fai. O forse un pochino mi interessa, ma solo per curiosità.» specificò, con una certa serietà pur mascherata dall'accenno di un sorrisetto.
Come previsto, nel giro di pochi minuti - probabilmente giusto il tempo della strada - si assemblò la schiera di eroi dei poveri. Un po' tutti i partecipanti alla volta scorsa si erano raggruppati, mancavano giusto un paio di facce che Kate aveva intravisto all'ingresso del magazzino ma che erano svicolati prima della fine della serata. Kate li salutò a uno a uno, restando perlopiù in silenzio e in attesa. Non fu una sorpresa neanche lo sguardo che Misato rivolse ad Angelus. Immediatamente si lasciò andare ad un sospiro. Ma Misato sembrava determinata a collaborare, almeno in apparenza.
«Manteniamo la calma, mh? Siamo qui per una missione, ci serve disciplina, se dovete scannarvi, fatelo dopo.» rimbeccò, rivolta in realtà un po' a tutti.
Quel che la sorprese, in realtà, fu l'arrivo di due facce "nuove", che però poteva riconoscere. Il primo era Stefano, che giunse insieme a Jesper, per cui non si fece troppe domande. La seconda era una persona che Kate non si sarebbe mai aspettata di vedere lì, in prima linea.
«Ma guarda un po'.» commentò, sorridendole di rimando e, nel dubbio, evitando qualsiasi nome o riferimento diretto. Steve si agitò appena alla vista del suo compagno, ma restò seduto fedelmente accanto a Kate, pur tenendo lo sguardo fisso sull'intruso, quasi con aria di sfida. «Sei venuta a delirare con noi? Non è divertente quanto potrebbe sembrare, sai?»
Già che c'erano tutti, indicò il dingo seduto accanto a lei. «A proposito, vi presento Steve. Per gli amici, Capitan Australia.» disse con un ghigno, mentre il dingo abbaiava un paio di volte neanche volesse presentarsi da solo.
In seguito, Misato dichiarò l'apertura delle danze e si diresse verso il magazzino. Kate rivolse un'occhiata a Lena, scrollò le spalle e le fece cenno di seguirla. Imbracciò il fucile, quindi entrò nel magazzino dietro Misato e la sua pantera, con Steve che le camminava al fianco, lanciando ogni tanto qualche occhiata verso Yuki.
L'interno del magazzino era stato addobbato per la festa, il che fece storcere il naso a Kate. Più passava il tempo, più si sentiva presa per il culo. Non disse nulla, però, limitandosi ad attivare il visore termico montato sul fucile e, attraverso il mirino, iniziò subito a scandagliare la zona alla ricerca di tracce che non fossero quelle dei presenti, soffermandosi in particolare sulle zone più buie del magazzino. La fredda notte invernale avrebbe aiutato a identificare meglio le tracce di calore, ma dubitava che la bimba ne avesse una. Ma chissà, se la bambina era davvero un fantasma ed era vero che le temperature attorno ai fantasmi si abbassavano ulteriormente, magari avrebbe notato la zona con meno calore dell'intero magazzino.. -
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"Se io devo morire, allora andrò incontro alla Tenebra come a una sposa... per stringerla tra le mie braccia."
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Jesper sorrise alla battuta del compagno indossando stancamente la maglia e la felpa. Con stupore udì la risposta decisa di Stefano ad andare con lui.
Sei diventato più temerario rispetto al nostro primo incontro, o sbaglio?! Bene, bene, la tua presenza potrebbe rivelarsi preziosa e magari potresti riuscire a svelarci qualche mistero riguardo la piccola organizzatrice di tutto questo. Infondo i partecipanti, me compreso, sono per lo più combattenti e per quanto possano avere conoscenze sull' occulto, non sono certamente paragonabili a quelle di un arcanista che le studa da tutta la vita.
Detto ciò si avviò verso la sua stanza.
Nel parcheggio tra dieci minuti, andiamo col Rover.
Si congedò lasciando che anche l' eretico si andasse a preparare.
Fece una doccia lampo, quindi di vestì con jeans neri, una pesante felpa pulita e la sua solita giacca di pelle, anfibi e sciarpa, tutto full black. Si armò e poi uscì per recarsi al parcheggio. Passando per il cortile però, incrociò lo sguardo col laboratorio, cosa che gli stuzzicò una malsana idea. Entrò, accese le luci e raggiunse il piccolo frigo farmaceutico posto accanto alla centrifuga. Lo aprì e prese una delle varie provette che vi erano sistemate, prelevò il liquido con una siringa e quindi ripose la siringa in una scatolina di latta che mise nella tasca interna della giacca.
Un sorriso maligno si dipinse sul suo volto assieme allo sguardo trasognogato, perso nel vuoto a immaginare scene cruente, possibili scenari nel magazzino che lo attendeva.
Giunto in prossimità della vettura notò che Stefano lo aveva preceduto, così, scusandosi per l'attesa, salì a bordo del Range rover bordeaux e si diresse al porto.
Giunto a destinazione, parcheggiò nella strada parallela a quella che conduceva al magazzino. Una volta sul posto riconobbe tutti i precedenti partecipanti, più una new entry, una ragazza alta e snella che non aveva mai visto. Chiacchierava con Kate come se gia si conoscessero e a concludere il terzetto c'era Misato che non si scompose nel vederlo arrivare. Le tre marie avevano ciascuna il proprio animaletto, quasi fossero in uno studio veterinario.
Jesper ridacchiò fra se, immaginando che dentro si sarebbe svolto un concorso canino a cui senza ombra di dubbio avrebbe vinto Yuki, il felino con l'appetito e la furia superioriori a qualsiasi mastino.
Gettando un occhiata piu attenta, si accorse che quello di Kate non era un cane, ma un dingo. Indugiò qualche istante in piu sull'animale poichè non ne aveva mai visti dal vivo.
Salutò tutti quanti con un cenno, per poi avvicinarsi a Misato e passarle di spalle, sussurrandole ironico senza dare nell' occhio:
Quanta indifferenza... mi si spezza il cuore!
Per poi accucciarsi ridacchiando accanto a Yuki e fargli un paio di carezze.
Aveva visto Noctis che salutò con un cenno delle dita in stile marinaro, mentre di Angelus non si curò affatto.
Pensò che di sicuro il detective era tornato li con l'intento di epurare la bambina, mentre per Jesper era solo un modo per acquisire nuove conoscenze da poter eventualmente replicare o utilizzare a sua volta. Se Angelus si sforzava di ripulire Dilagon dal male, Jesper lo cercava per assimilarlo e moltiplicarlo secondo i suoi dettami.
Entrarono nel magazzino, e videro che era arredato come un modesto festino da adolescenti. Subito saltarono tutti sull' attenti, indagando coi propri mezzi eventuali pericoli. Misato gli chiese di assaggiare il cibo e lui non se lo fece ripetere due volte. Il suo senso del gusto era estremamente sviluppato e assangiando qualsiasi cosa riusciva a dedurne la composizione, inclusi i composti chimici e i veleni cui si era specificatamente allenato a riconoscere. Assuggiò piccolissimi frammenti dei vari suzzichini e delle bevande, non rilevando niente di sospetto.SPOILER (clicca per visualizzare)Usa abilità: Senso Amplificato - Gusto
Mmm solfiti, difosfati, vari carbonati di ammonio... A parte essere roba da discount, non trovo niente di strano, se non avete problemi di linea o di allergie, sono commestibili!
Rassicurò, prendendo una manciata di salatini per dimostrarlo, invitò quindi l'amica a servirsi.
Misato gli chiese perchè avesse portato l' arcanista.
Che c'è, sei gelosa? Eheh. Tranquilla, è tutto apposto, finchè è con noi è al sicuro. L'ultima volta che è stato con te ve la siete cavata gia da soli, anche se per miracolo... Gli lanciò un occhiata truce, quasi di rimprovero. Poi continuò:
...Vabbè, comunque ha deciso di venire di sua spontanea volontà e magari con le sue conoscenze riusciamo a scoprire qualcosa di piu sulla bambina.
Si avvicinò quindi a Shell.
Oh pardon, non mi sono presentato. Sono Jesper! Lui invece è Stefano.
Le tese la mano sorridendo con fare educato e composto, indicando poi con un cenno l'arcanista che intanto parlava con Misato.
Kate nel frattempo presentò a tutti il suo compagno, per poi prendere a scandaglire il locale col mirino del suo gioiellino. Se il suo sguardo fosse passato in prossimità del posseduto, avrebbe visto un alone blu scuro alle sue spalle, in contrasto col celeste del pavimento. Ma i colori in quel frangente sarebbero stati tanto vaghi e confusi, da non attirare particolarmente la sua attenzione.. -
Lhou.
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<< Vedo che quella puttana demoniaca in miniatura ha organizzato un'altra bella festa.>> Sono le prime parole che pronuncia Angelus, una volta raggiunto l'ingresso e vedendo tutte le persone che si sono unite a quel folle party. << Kate... Noctis... Misato...>> Salutò i tre, con un cenno del capo mentre pronunciava il loro nome, per poi ascoltare le parole di Misato che... Lo sorpresero, piacevolmente pure. << Davvero?>> Le chiede, retoricamente. << Beh mi sorprendi ragazza. Ma mi fa piacere quello che hai detto e lo condivido.>> Si limita a risponderle, con un cenno e sguardo amichevole, per poi osservare Lena. << Sei un amica di Kate?>> Le chiede quindi, porgendole la mano destra. << Angelus Greyfox, piacere di conoscerti.>> Si presenta quindi a lei, con un cenno del capo, ritirando la mano se la ragazza non l'avesse stretta entro pochi secondi. << Mi sorprende sempre quante ragazze carine conosca Kate.>> Commenta quindi, per poi abbassandosi a porgere la mano a Steve, per fargliela annusare, con un ampio sorriso, avvicinandola per carezzarlo se quello non si fosse ritratto. << Ciao bello! Sei molto meglio della tua controparte yankee sai?>> Gli chiede, ovviamente retoricamente, avvicinando quindi la mano per fare lo stesso anche con il cane di Lena, ma voltandosi quando percepisce l'arrivo di Jesper assieme ad un altro ragazzo che non aveva mai visto. Muove un cenno di saluto verso entrambi mentre si rimette in piedi. << Hey bella rossa... Ti ho fatta arrabbiare? Vuoi che ti prendo dei fiori per scusarmi?>> Chiede, in tono più canzonatorio di quello che dovrebbe e forse vorrebbe, al posseduto quando quello passa ignorandolo bellamente, per poi scrollare le spalle e seguire il resto del gruppo all'interno, avvicinandosi anche lui al tavolo, ascoltando la conversazione fra Misato e Jasper facendo finta di niente e poi le ultime presentazioni. Afferrò quindi un pezzo di pizza, la annuso, diede un piccolo morso, usando il suo olfatto ed il suo gusto estremamente sviluppati per assicurarsi che non ci fosse niente di anormale in essi e fece lo stesso anche con le bevande.
<< Bleah...>> Fece quindi. << ...No confermo che, se non vi dispiacciono la pizza scadente e fredda e la birra che sembra acqua del Tamigi potete pure servirvi.>> Commenta, posando la lattina, o bottiglietta che fosse, sul tavolo e finendo di malavoglia il pezzo di pizza, giusto perché lo infastidiva avanzare del cibo. Quindi iniziò a guardarsi attorno per l'intero edificio. Era entrato come suo solito in modo piuttosto spavaldo e disattento, non aveva ne motivi ne voglia di fingere prudenza, non nell'entrare in quel posto, ma ora voleva tentare di intuire cosa sarebbe successo di li a poco e, per questo, aveva iniziato ad affinare tutti i suoi sensi per percepire il minimo che non andasse.. -
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Come immaginava fece la sua apparizione anche Jesper, si sarebbe preoccupato a quel punto se il Rosso non si fosse presentato.
Non immaginava però sarebbe arrivato portando con sè Stefano, l'arcanista che il vampiro aveva avuto modo di conoscere a Lullaby una sera di quello stesso mese.
Yo Si limitò a quel, forse fin troppo informale, saluto unito ad un'espressione amichevole rivolta ai due.
La piccola burattinaia sembrava necessitare di più giocatori per quella notte, non solo dei vincitori della scorsa "edizione", una ragazza infatti si presentò dinnanzi al magazzino senza proferir parola e limitandosi a salutare Kate, una conoscente probabilmente considerato il modo in cui la pistolera l'aveva salutata di rimando, ma a differenza dell'arcanista sicuramente non era stata invitata da quest'ultima per il gioco, forse aveva ricevuto un invito formale come quello che era arrivato in mano ai guerrieri lì presenti l'altra volta?
Beh probabilmente con un proiettile solo non la ammazzi, ma già tre o quattro in testa se riesci a infilarglieli potrebbero portare a termine il lavoro, dipende da che genere di mostruosità è... Comunque ce la siamo cavata piuttosto bene l'altra volta, se all'improvviso non tira fuori sfide incredibilmente più difficili e marionette più potenti, dubito possa essere in grado di fermarci... chissà, forse è un antico spirito annoiato che cerca solo di svagarsi un po'.
Anche se esteriormente non si scompose, il nosferatu fu piuttosto colpito dallo spirito collaborativo che Misato mostrò per prima nei confronti dell'investigatore, forse era stato troppo pessimista nelle sue aspettative... no... era Misato che aveva agito in una maniera totalmente inaspettata.
Volle sperare che fossero in grado di mantenere quella volontà per tutta la durata della "missione" che li avrebbe attesi oltre quella soglia.
Infine il gruppo entrò in modo sparso all'interno del magazzino, con a capo Misato che aprì il portone si addentrò con sicurezza, a differenza della scorsa volta parve esserci stato un qualche tentativo per addobbare l'interno a mo di festa.
Beh dai, se non altro si sta impegnando per aumentare l'atmosfera da festa, anche se manca la musica... magari se facciamo questa cosa altre due volte potremmo ritrovarci con una vera festa... anche se questo magazzino direi che sarebbe più adatto per un rave piuttosto che per una festa "tradizionale" uhm..
Disse con non curanza osservando l'interno, senza mostrare alcun interesse per il cibo, dopotutto sarebbe stato strano il contrario considerato che anche la miglior bistecca del mondo avrebbe avuto sul suo palato la stessa attrattiva di un sasso.
Avrebbe quindi atteso qualunque cosa sarebbe successa quella volta, limitandosi ad osservare gli altri "giocatori" e ovviamente l'ambiente circostante in cerca di possibili trappole.. -
¬shell.
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C’era davvero una bella fauna diversificata riunita di fronte a quel magazzino. Per quanto in apparenza fossero tutti umani o quadrupedi, era facile percepire come le loro auree fossero in qualche modo diverse. Erano fin troppo confidenti della loro forza, spavaldi, persino in una città del genere. Dovevano essere tutte delle creature strabilianti.
Non aveva badato molto alle parole della ragazza. Non aveva ben capito se fossero riferite a lei o alla cecchina, anche se immaginava fosse più probabile la seconda, tuttavia non le era sfuggita l’allusione al fatto che apparentemente fosse troppo debole per stare in quel gruppo. In effetti non trovava molte argomentazioni per smontare la sua teoria. Come se nulla fosse, dunque, aveva salutato Misato con un gesto della mano, facendo finta di nulla, per poi raggiungere la sua unica conoscente.
- Dici? L’invito mi è sembrato comunque interessante.- aveva intanto risposto a Kate con tono gioviale, chinandosi poi appena in avanti in modo da osservare meglio il piccolo Steve e rivolgergli un sorriso amichevole. Bear dal canto suo non sembrava esattamente felice; tra felidi e canidi decisamente fuori contesto probabilmente percepiva una sorta di pericolo, riconoscendoli come più forti. La coda infatti era tenuta tra le zampe posteriori in segno di sottomissione e non si arrischiava neanche a ringhiare. Alla vista del dingo si era limitato a muovere le orecchie verso di lui, in segno di saluto, rimanendo accanto alla sua padrona.
Nel frattempo sembrava che la presenza di Lena avesse attirato l’attenzione di un altro dei presenti, un ragazzo dall’aria sicura di sé e tranquilla, persino gioviale avrebbe detto. Aveva inclinato appena il capo verso sinistra, studiandolo per bene mentre si presentava e allungava la mano verso di lei. Aveva già sentito quel nome? Non ricordava, avrebbe dovuto controllare più tardi. In ogni caso non sembrava esserci nulla di male nell’essere gentile anche con lui.
- Certo!- aveva detto con un sorrisone, evitando accuratamente di guardare la diretta interessata, riguardo la questione dell’essere amica di Kate. Non poteva sapere cosa ne pensasse lei, ma sperava che non smentisse la cosa in modo troppo plateale. – Charlotte Banksy, piacere mio.- aveva aggiunto, allungando la mano destra per stringere brevemente ma con fermezza quella del ragazzo e poi ritirarla, andandola a posare sulla cinghia della tracolla. – Ragazza? Adulatore.- aveva risposto ridacchiando appena, riguardo il suo complimento. Tuttavia, subito dopo, aveva subito concentrato la propria attenzione sul povero cagnone, leggermente spaventato persino dai tentativi di approccio del ragazzo. – Mi sa che è un po’ spaventato.- aveva detto a bassa voce, chinandosi appena verso Bear, che era indietreggiato, e facendogli qualche carezza sul capo per calmarlo.
- Posso sapere di grazia, di chi state parlando? Mi sembra di capire che la persona che mi ha fatto arrivare l’invito vi abbia in qualche modo arrecato disturbo.- aveva dunque chiesto, senza rivolgersi a qualcuno in particolare, in modo da cercare di capirci qualcosa. Gli animi di quei ragazzi le sembravano gin troppo infiammati e lei era un tipo troppo curioso per lasciarsi sfuggire così quell’occasione di carpire informazioni. Decisamente l’idea di rimanere vicino a Kate era quella più brillante, attualmente, per cui non si era ribellata e l’aveva seguita facilmente verso l’interno del magazzino, con aria fin troppo eccitata per qualcuno che si appresta ad entrare in un luogo che non presagisce nulla di buono.
- Pronta ad un’altra emozionante avventura assieme?- le aveva domandato con un sorriso radioso, in netto contrasto con i deboli uggiolii di Bear. Una volta all’interno della struttura ebbe modo di constatare che di certo chiunque avesse organizzato quell’evento, ci teneva particolarmente al tenere ben nutriti i propri ospiti. Tanto cibo e tante bevande erano infatti addossate ai muri su dei tavoli, proprio come ad una normalissima festa. All’inizio la donna aveva osservato la scena un po’ confusa, poi si era diretta senza pensarci verso la zona degli stuzzichini, puntando quelli alla maionese e mangiandoli senza preoccuparsi troppo di poter essere avvelenata. A quel punto, dopo averne mangiati un paio e averne messi altrettanti su un tovagliolo si era diretta verso la zona bevande, versandosi un po’di Sprite e sorseggiandola con gusto.
Non sembrava preoccupata e il fatto che altri presenti confermassero come quel cibo non fosse avvelenato non faceva che tranquillizzala ancora di più. Persino Bear sembrava più calmo, ora che poteva allungarsi verso il tavolo e rubare tutti gli stuzzichini che voleva.
- Ne vuoi uno?- aveva domandato gioviale verso Kate, indicando uno dei suoi stuzzichino, per poi tornare a guardarsi intorno.
Certo che se la serata si sarebbe svolta tutta in quel modo non le sarebbe di certo dispiaciuto.. -
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
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-GdrOff-CITAZIONEOgnuno di voi avrà gli stessi vestiti ma di colore argenteo, come anche la pelle, e sulla testa un cappello con un singolo particolare per il personaggio. Lo stesso vale per i compagni animali e, ovviamente, comparirà anche Alyssa XD direi che è il momento XD
Scadenza: 30/11/2016
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Stephanius.
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SPOILER (clicca per visualizzare)scusate per il ritardo ma tra lavoro, tesi e l'assenza di internet a casa, ho dovuto rallentare parecchie cose. spero di essere più puntuale
Non mi aspettavo di trovare così tanta gente tutta radunata in quella stanza, e cosa ancora più curiosa.... Ne conoscevo buona parte!
Da un lato ciò mi rese davvero sollevato, dall'altra mi ha fatto davvero sentire come in un gioco pre calcolato a cui non potevo fare a meno che sottostare.
"Mi trovi più sfrontato? Moooolto bene allora.... mi sto ambientando bene, devo ammettere..."
Risposi ghignando e poi seguì Jesper nel giro di saluti.
"Ma tu guarda chi si rivede? L'affascinante Misato e il suo mortale compagno... sempre un piacere... E comunque tranquilla, non mi farò troppo male questa volta, spero...."
Il riscontro fu un mero silenzio.
"Ma anche Kate e il misterioso e conturbante uomo di Lullaby sono presenti... ma che coincidenza vedervi tutti qui!"
Superati i convenevoli prosegui attento a tenere d'occhio la stanza in cerca di auree sospette, e il buffet in cerca di qualcosa da sgranocchiare nell'attesa.
Si chiacchierava alacremente, mentre me ne stavo in disparte ad ascoltare un po' di tutto; quando fece il suo ingresso proprio la festeggiata.
Non fu proprio di molte parole. Dopo non sentì altro che il corpo pensante.
Le gambe cedettero come se inerti e fragili, gli occhi divennero macigni e cadde il buio su tutto.
L'ultimo sguardo era su quei fieri combattenti, che come me, caddero a terra come corpi morti cadono.
Il risveglio fu altrettanto repentino. Infatti ripresi conoscenza e mi ritrovai a faccia a terra su ciò che sembrava proprio una line adi start.... Ma con mio grosso raccapriccio i miei abiti e la mia pelle erano interamente argentati!
"Oh santo cielo! Che diamine mi è successo!?"
Anche tutti gli altri avevano assunto una diversa colorazione ed identica alla mia, e tutti portavano diversi cappelli.
Mi accorsi di indossarne uno pure io, lo presi e visi che era un cappello da giullare color zucca e con i fronzoli tipici.
Inoltre al centro vi era una piuma da scrittura con la punta macchiata di un rosso acceso.
"Non è possibile! Questo non è possibile!"
Con le mani tremanti mi rimisi il cappello in testa e mi girai a destra e sinistra per vedere le reazioni dei miei sventurati compagni e magari decidere sul da farsi..