Le ombre dell'oscurità

Phoebe - Janis

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  1. Phoebe Blackcat
     
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    Le ombre dell’oscurità - Ciò che si nasconde nella notte -
    La sua vita non stava procedendo tanto male, forse perché non si sentiva sola dato che Joey era sempre con lei, almeno quando stava al club. Quella notte però sembrava avere ben altro da fare, difatti era andata in un vicolo piuttosto oscuro di Jillgon dove spesso si rifugiavano alcuni ragazzini che non avevano nessuno che potesse occuparsi di loro. Era arrivata con uno zaino pieno di cose buone da mangiare, un po’ di latte e acqua e cioccolata calda che si era fatta preparare al club poco prima di uscire.
    Lanciò un lungo fischio e, da dietro un cassonetto della spazzatura, spuntarono fuori i ragazzini che si radunarono intorno a lei iniziando a farle le feste e a strattonarla a destra e a manca.

    «Aspettate ragazzi, prima accendiamo un bel fuoco, vi ho portato anche i marshmallow!»


    Senza dire altro lo fece, aiutata dai ragazzini e raccogliendo dai cassonetti le cose di legno che le persone avevano buttato via, improvvisando letteralmente un campeggio in fondo a quel piccolo vicolo cieco. Non era particolarmente profondo quindi, dall’esterno, sarebbe stato possibile vedere qualcosa che brillava, che si illuminava e le risate dei ragazzini che chiacchieravano allegramente fra di loro fra un boccone e una sorsata di cioccolata calda.



    DATI DI GIOCO
    »Phoebe«
    Livello: 0
    Vita: 70
    Difesa: 30
    Bonus ai punti difesa per schivare: 1
    Recupero punti vita ogni ora: 1
    Riduzione del danno: 0

    Abilità attive
      Maestria a mani nude:
      Danno: 7
      Punti difesa necessari a schivare: 5
      Maestria con armi bianche:
      Danno: 0
      Punti difesa necessari a schivare: 5
      Maestria con le armi da fuoco:
      Danno: 0
      Punti difesa necessari a schivare: 5

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  2. Fantasi Lando
     
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    Di tanto in tanto coglieva dei lavoretti come al solito presso i locali del quartiere e quella sera gli era capitato di essere di turno presso una tavola calda che per sua fortuna ad una certa chiudeva la cucina, così da essere libera abbastanza in fretta, aveva qualche tomo che l'attendeva da studiare e per quanto fosse bello di tanto tanto uscire per confondersi tra la gente comune, il suo obiettivo era sempre presente e la sua ricerca continua e costante viva nelle sue priorità.

    Indossava ancora la divisa del locale, una sorta di camice giallognolo che le arriva poco sopra le ginocchia, un cappellino a righe giallo ocra e rosso appoggiato sul capo sopra la frangia nera perfetta. I capelli legati dietro la nuca a formare uno chignon che riconduce agli anni 50 americani, anche il trucco era adeguato a quel periodo storico, le mancavano solo i pattini ai piedi ed era davvero come se fosse uscita da uno film alla Grease. Le mani erano piene di anelli di acciaio e al petto era appesa una targhetta con il nome della ragazza "Janis".

    Le calze traforate nere ricadevano in stivaletti dalla punta rafforzata, sul quale sbordava il bordo di un calzino fucsia in tema con il rossetto sgargiante che aveva, il suo look punk, dark non la lasciava mai, nemmeno quando cercavano di tramutarla in perfetta cameriera. Una gomma da masticare che ciancicava ad ogni passo, mentre uscita sul retro trascinava un sacco di immondizia da gettare nei cassonetti.

    uhhh c'è una festa dice con entusiasmo, finalmente un pò di vita... dopo la dentiera del tizio che è rimasta attaccata al toast avevo voglia di uccidermi commenta mentre osserva i ragazzetti allegri e seppur nella povertà vivi di quella forza vitale che contraddistingue i veri sopravvissuti, quelli che non si lasciano abbattere dalle avversità.

    Tra tutti nota Phoebe, la più grande degli altri, quella che sembra richiamarli tutti attorno a se... per il momento non dice nulla, ma la vede cercare legna o cose da ardere, fa un sospiro, ma per il momento deve sollevare quel dannato sacco pesante dentro il cassonetto, problema non da poco, dato il modo in cui lo trascina e lo fa sobbalzare con l'aiuto di uno spinto con la gamba destra, sia mai che la busta si lacerei in quello spostamento e tutto cada in terra, così gli toccherebbe ripulire anche la strada e per la misera paga che prende.. non ne ha alcuna intenzione

    Janis
    Punti Vita: 48
    Punti Difesa: 43
    Bonus punti difesa per schivare: 1
    Riduzione del danno +2 per 4 ore con Magia della Terra


    Maestria a mani nude
    Danno: 14
    Punti difesa necessari a schivare: 7

    Maestria con le armi bianche
    Danno: arma usata +1
    Punti difesa necessari a schivare: 5

    Maestria con le armi da fuoco
    Danno: arma usata +1
    Punti difesa necessari a schivare: 5

    Potere KI
    Danno: 26
    +10 se il Potere è di Aria
    +10 danni se il Potere è di fuoco
    Punti difesa necessari a schivare: 10
    +2 se il Potere è di Aria
     
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  3. Phoebe Blackcat
     
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    Le ombre dell’oscurità - Un marshmallow? -
    Una volta che Janis fu uscita avrebbe trovato il fuoco già acceso, in effetti Phoebe era diventata molto brava, aveva imparato il trucco: fare una bella catasta di legno e metterci sotto la carta; il falò era assicurato. Purtroppo però era anche vero che la ragazzina e i suoi amici non erano molto avvezzi ad avere incontri ravvicinati con gli estranei, difatti appena l’arcanista palesò la propria presenza, i ragazzini presero a correre in giro come impazziti prima di nascondersi dietro un cassonetto poco lontano da quello che la stessa Janis stava utilizzando. Phoebe però non si nascose, aveva smesso di faro da molto tempo, se si fosse rivelata ostile nei loro confronti l’avrebbe semplicemente cacciata con la furbizia dato che di forza non ne aveva poi tanta.

    «Lavori in quel posto?»


    Chiese facendo cenno con la testa al locale in questione. Decisamente non le sembrava che fosse venuta per fare del male a loro ma non si poteva mai sapere.

    «Ehm…vuoi un marshmallow?»


    Chiese alzando il bastone di legno che teneva nella mano destra e alla fine del quale c’era ancora uno di quei batuffolini gommosi appena appena bruciacchiato ma pronto per essere mangiato.
    Da dietro i cassonetti i bambini avevano sporto la testa per vedere cosa stesse accadendo. La maggior parte di loro indossava vestiti logori e sembravano non farsi un bagno decente da una vita sebbene approfittassero dei soldi che Phoebe raccimolava per entrare nei locali e lavarsi scomodamente nei lavandini. Se inizialmente si erano nascosti di paura ora osservavano la nuova arrivata con enorme curiosità.


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  4. Fantasi Lando
     
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    vede il fuggi fuggi generale, ma non se raccapriccia più di tanto. Getta il suo sacco di immondizia e si pulisce le mani su quella tunica che finirà nel cesto della biancheria ben presto. Phoebe le offre il bastoncino, le si avvicina e controlla la doratura esterna del marshmallow oh puoi scommetterci! dichiara poi mostrando un sorriso smagliante e afferrando il bastoncino che torna a posare nella prossimità della fiamma, senza che questa entri mai in contatto con il rotolino caramelloso.

    lavoro un pò qui, lavoro un pò li.. quando capita insomma della serie devo pur racimolare qualcosa per vivere.

    Si osserva attorno per qualche istante vedendo che nessuno ancora salta fuori

    avete intenzione di farci compagnia o volete nascondervi come gatti randagi? chiede facendosi sentire da tutti i ragazzi nel vicolo. Decisamente alla mano. Per fortuna il fuoco riscalda l'aria della sera e lei essendo uscita senza giaccone ha proprio bisogno di quella vicinanza sapete cosa manca a una festa che si rispetti? dice con fare generico, mentre con la punta di un batte sull'estremita di uno dei legni che Phoebe ha raccolto, in modo che questo si ribalti su se stesso e lei possa afferrarlo con la mano libera, quella che muove con maggior facilità e fluidità, l'altro braccio in effetti sembra abbastanza rigido.

    dopo di che, prende a battere un ritmo di 5 battute contro il barile di latta usato come bracere.. Osserva Phoebe e attende che gli altri comprendano il suo intento. Alcuni attimi e a quel ritmo costante e ripetuto incomincia ad aggiungerci un movimento del capo e ci unisce un minimo di bit box con la bocca, non è esperta, nè brava, semplicemente improvvisa.

    Si dichiara palesemente innocua e mentre approccia a quel accenno di musica parla unendo alle parole una sorta di melodia cantata chi mangia da solo si strozza, ma mangia molto di più.. molto di più.. molto di più.

    Non è tutta normale, ma a quell'ora e dopo un turno in cui è stata a vedere scene di quotidiana ordinaria vita.. ha bisogno di un guizzo di sottosuolo. il suo sottosuolo
     
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  5. Phoebe Blackcat
     
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    Le ombre dell’oscurità - Niente festa -
    Ancora con il bastoncino a mezz’aria osservò con grande attenzione Janis e le lasciò prendere il marshmellow per riportarlo vicino alla fiamma. Si sedette poco distante da lei, abbastanza da non dover urlare per parlarle. Sembrava essere una di quelle persone che cercava di sopravvivere in quella città, un po’ come lei, ma aveva qualcosa di strano, quegli occhi non sembravano essere comuni.

    «Per caso porti delle lenti a contatto?»


    Chiese alzando l’indice destro per indicare il suo volto. Sfacciata? Possibile ma Phoebe non era il tipo di persona da avere riguardi nel fare domande per poter avere risposte alle proprie curiosità, soppesava le parole soltanto quando doveva parlare di lei.
    Gli altri bambini erano ancora nascosti, a parte per le teste che sbucavano da dietro i cassonetti, ma quando Janis chiese di unirsi a loro due i ragazzini si nascosero nuovamente per qualche secondo prima di fare di nuovo capolino per osservare la scena tra le due. L’arcanista non sembrava decisamente essere pericolosa, al contrario, sembrava quasi amichevole. Quando però iniziò a produrre quella che doveva essere della musica, Phoebe si copre le orecchie con le mani digrignando i denti.

    «Smettila di fare macello. Se arriva qualcuno e chiama la polizia per loro saranno guai seri.»


    Disse con aria piuttosto arrabbiata. A lei non avrebbero potuto fare niente, era decisamente brava a scappare, ma ai suoi amici avrebbero potuto fare diverse cose. Mandarli in case famiglie dove si sarebbero ritrovati con i pidocchi anche nei peli del culo oppure finire in qualche riformatorio. In ogni caso quella donna sembrava vivere nel mondo dei sogni, per loro, in quel momento, la realtà era decisamente troppo pericolosa per permetterle di fare tutto quel macello.

    «Questa non è una festa. Se vuoi stare qui con noi non fare troppo rumore, altrimenti puoi andare in uno dei locali di Jillgon.»


    Annuì alzandosi per prendere un altro bastone e infilarci un altro Marshmellow.

    «E voi smettetela di fare i fifoni, dai venite a mangiare.»


    Disse con un tono di voce tra il dolce e l’autorevole, era ovvio che fosse il capo di quella gang.

    «Senti…la vuoi una tazza di cioccolata calda?»


    Chiese mentre i bambini uscivano allo scoperto radunandosi di nuovo intorno a lei per avere cioccolata calda, marshmellow e qualche panino gustoso da mangiare.

    «A proposito, io mi chiamo Phoebe…tu invece sei…?»


    Chiese avvicinandosi a Janis con una tazza di cioccolata calda e porgendogliela.


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  6. Fantasi Lando
     
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    Quando la ragazza si approccia ai suoi occhi ricambia il suo sguardo senza vergogna fighi vero? commenta solamente, consapevole che in realtà solitamente le persone non associano la parola "strano" a qualcosa di positivo, ma lei di certo è abituata e non sembra essere scocciata per quella domanda, al contrario, qualcuno che non scappa o che si mette sulla difensiva è già qualcosa che apprezza..

    Quando Phoebe la riprende e mostra quel suo lato più serio sorride sta serena, non siamo in una cassa di amplificazione e da queste parti sono talmente abituati al casino da non voler richiamare l'attenzione di nessuno, tanto meno degli sbirri. Se dovessero venire ogni volta che Mr Muscolo del terzo piano picchia la moglie , qui sotto avremmo un appostamento fisso dei controlli Ma comunque lascia cadere il legno nel bracere per alimentare le fiamme e interrompendo quello che voleva essere un momento di distrazione, al contrario di quanto possa sembrare è perfettamente consapevole di quanto questo mondo faccia schifo e della merda che i bambini devono sopportare se non hanno nessuno che gli para il culo, ma sa anche che in mezzo a quel lerciume è necessario e vitale delinearsi dei momenti di semplicità e di leggerezza.. ed era quello che voleva concedere loro.

    Quando le viene offerta la cioccolata calda, alza la mano per declinare l'invito
    grazie, lasciala pure per loro di certo lei non ha problemi a recuperarsi una cioccolata calda ogni volta che lo desidera, pertanto almeno in questo contesto si ritrova a declinare l'invito

    Piacere, Janis risponde semplicemente mentre allunga le mani per scaldarsi al tepore delle fiamme. Con un cenno del capo indica i due bambini come li hai trovati? chiede curiosa di quella sorta di figura benevola che si prende cura del prossimo. Le onde di luce ballano sul volto di Phoebe e la segue e la osserva.
     
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  7. Phoebe Blackcat
     
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    Le ombre dell’oscurità - Freccette -
    In realtà Phoebe aveva portato cioccolata in gran quantità per i suoi piccoli amici e quindi Janis non avrebbe rubato niente dalla bocca di qualcun altro ma quando l’artigiana vide rifiutarsi la bevanda calda semplicemente fece spallucce iniziando a sorseggiarlo lei stessa.

    «Loro? Beh, alcuni sono scappati dall’orfanotrofio dove mi trovavo io, alcuni erano stati dati in adozione e se ne sono andati perché l’inferno in confronto poteva essere un paradiso. Diciamo che è molto complicato. So di alcuni miei amici che si sono trovati molto bene con le loro famiglie affidatarie, sono andata a trovarli e mi hanno detto che erano amati e protetti…però è abbastanza raro.»


    Nei suoi occhi non c’era tristezza, semplicemente la consapevolezza che quella fosse la cruda realtà e che loro erano soltanto piccoli adulti alla quale il mondo aveva strappato l’infanzia troppo presto.

    «Ad ogni modo non ci va male…diciamo che qui nei quartieri vecchi diamo meno nell’occhio, è difficile che la polizia ci becchi ma nel momento in cui ci trova si comportano come spazzini. Se qualcuno commette dei crimini fra le mura della propria casa va bene ma se lo facciamo noi per strada allora fanno piazza pulita.»


    I ragazzini sembravano essersi abituati alla presenza di Janis e ora non ci facevano più caso, continuavano a mangiare, ridacchiare fra di loro e stare vicino al fuoco che, in quelle fredde notti di fine inverno, era un vero toccasana per loro.

    «Senti…ti piace giocare a freccette?»


    Chiese alla fine guardando uno dei ragazzini che buttò dei pezzi di legno fra le fiamme scarlatte per alimentarlo, per farle alzare di più nel cielo.


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  8. Fantasi Lando
     
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    Osserva i ragazzini quando questi si muovono, ma solo per offrire loro un semplice sorriso, rapida distoglie l'attenzione da loro per ritornare su Phoebe, come se non volesse vederli fuggire di nuovo.
    Ascolta le parole altrui sulle case famiglie, ne sapeva qualcosa siamo solo finanziamenti che entrano per loro, più bimbi tieni, più soldi porti a casa la vera e cruda realtà, il mercato della carne... e ovviamente i finanziamenti non finivano per il bene dei bambini.. quasi mai..mai.

    Osserva i Marshmallow e il cioccolato dove lo recuperi tutto questo? come se appunto potesse provenire da qualche azione di beneficenza, più che da un acquisto al supermercato. Sorride quando sente che i crimini tra le mura domestiche sono più tollerati di quelli di strada, solleva le spalle

    e chi ha mai detto che questo mondo sia giusto? chiede ovviamente con ironia e semplicità dove andrete a dormire questa notte? chiede riferendosi a tutti e tre ovviamente, comprendendo come si siano attrezzati e se abbiano quanto meno i beni di prima necessità.

    la libertà non deve comportare un costo troppo alto la vita ovviamente. Quando giunge l'offerta di giocare a freccette sorride e si illumina, scuote appena il capo sorpresa beh dico che c'è sempre una prima volta ma ti avviso credo di essere pessima quindi non scommetterei su me stessa in tal senso, ma ci sto.. che hai in mente? chiede ovviamente non vedendo n'è delle freccette, nè un tabellone da colpire.
     
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  9. Phoebe Blackcat
     
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    Le ombre dell’oscurità - Indipendente e libera -
    Phoebe era sempre stata abituata ad arrangiarsi da sola, a trovare da sola di che vivere e, soprattutto a percorrere la strada che si era tracciata fin dai suoi primi giorni di scuola. Il suo lavoro era sempre stato la sua passione e il suo hobby. L’essere un’appassionata di armi e di tecnologia si era talmente insinuato in lei che non riusciva più nemmeno a ricordarsi quando aveva iniziato ad amare quel genere di cose ma di una ne era sicura: l’aveva trasformato nel suo lavoro e nel suo stile di vita. Era fiera di poter dire di mantenersi da sola, anche se con un piccolo aiuto di qualcuno, e di non dover dipendere da nessuno. Lei amava essere libera e fare solo le cose che amava. Nonostante tutto non poteva certo dire che le cose le fossero andate male, aveva potuto conquistare la propria indipendenza.

    «Guarda che io lavoro. Sono un armaiolo e sto anche studiando per poter modificare oggetti elettronici e rendere le mie armi uniche e irripetibili. Presto tutta Dilagon verrà da me per avere l’arma migliore al mondo. La maggior parte di queste cose le compro io per aiutare loro.»


    Alcune cose le aveva anche rubate ma in fondo non era necessario dire proprio tutto. Però era vero che parte del suo lavoro lo utilizzava per aiutare quei suoi compagni di sventura, almeno finchè non fossero riusciti a badare a loro stessi da soli.

    «Io ho una casa mia e ne ho trovata una anche per loro. Non serve che qualcuno si preoccupi per noi, sappiamo cavarcela perfettamente da soli.»


    Era abbastanza secondario il fatto che lei abitasse nello stesso magazzino in cui lavorava e che i bambini stavano in una struttura abbandonata e anche abbastanza fatiscente. Però almeno potevano stare in un posto, con delle coperte estremamente calde e, soprattutto, coperti dalle intemperie e dal freddo troppo rigido. Era fiera di ciò che aveva creato perché ben pochi ragazzi della sua età potevano dire di essere arrivati a tanto.

    «Comunque andiamo al Crystal Guns…lì mi sono fatta un bel giro di clientela e di solito non devo nemmeno pagarmi da bere. Magari troviamo qualche simpatico ragazzone che possa offrire qualcosa anche a te.»


    Ridacchia prima di prendere il proprio zaino che aveva lasciato a terra vicino ad un cassonetto e avvicinarsi ai bambini. Parlò fitto fitto insieme a loro, cercando di non farsi sentire da Janis, in fondo la diffidenza aveva loro permesso di sopravvivere fino a quel momento.

    «Mi raccomandi ragazzi, fate i bravi. Ci vediamo domani.»


    Concluse salutando tutti un’ultima volta con un cenno della mano prima di avviarsi verso la strada principale e facendo cenno a Janis di seguirla.

    «Tranquilla non ci sono solo le freccette. Abbiamo anche il biliardo…potrai scegliere ciò che vorrai. Ti dico solo di fare attenzione, ai tavoli si trova sempre gente che cerca di fregarti i soldi e se non stai attenta ci riescono pure. Soprattutto mentre si gioca: chiedere sempre se c’è qualcosa in palio o meno. Altrimenti rischi di iniziare la partita e ritrovarti a dover dare loro anche le mutande.»


    Concluse ridacchiando divertita. Era evidente che ne aveva viste parecchie di situazioni come quelle ma lei non si era mai lasciata fregare: era abituata a derubare e non ad essere derubata.

    «Tu piuttosto…come ci sei finita qui a Dilagon? Ci sei nata o ci sei capitata?»


    Chiese frugando nelle tasche per tirare fuori due merendine al caramello e offrirne una anche alla ragazza che si stava portando al club.


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  10. Fantasi Lando
     
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    Janis lascia che Phoebe si prenda i suoi tempi con i ragazzini, non ascolta ma piuttosto ne approfitta per smontare definitivamente da lavoro. Fa un cenno a Phoebe indicando che tornerà a breve e in effetti dopo alcuni momenti di assenza ritorna senza alcuna divisa del locale, pronta a seguirla in quel luogo che suggerisce. Sente le raccomandazioni della ragazza in merito ai ladri e sorride con me gli va male ad indicare che in realtà non ha molto di valore con se, al limite male che va perderà i due spicci che si ritrova in tasca, ma nulla di particolare valore.

    Vede che i ragazzini si dileguano proprio mentre lei torna, non può invitarli a tornare, Janis non è una presenza costante nel locale, ma solo temporanea, lavori saltuari come quello di questa sera dove ha dovuto sostituire qualcuno.

    Le mani nelle tasche del giubbotto di pelle, i capelli raccolti sotto il cappello che si rigonfia in testa andiamo le comunica mentre l'affianca. Asseconda il passo in base a quello dell'altra dunque ti piacciono le armi.. io al contrario non le trovo affascinanti... ma quando parli di modifiche cosa intendi? la curiosità vince su tutto anche sulla troppa schiettezza. E’ interessata da quella ragazzetta che sembra provenire come lei dai bassi fondi, che ha trovato il suo equilibrio non solo per sopravvivere ma anche per vivere, cosa che riconosce come valore positivo, ma più di tutto quello che l’ha stupita è la solidarietà che essa dimostra.. l’altruismo.. cosa non scontata in un mondo come quello che le circonda.
     
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  11. Phoebe Blackcat
     
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    Le ombre dell’oscurità - La famiglia -
    Scartò lentamente la propria merendina staccandone poi un grosso pezzo per mangiarselo tranquillamente mentre camminava al fianco di Janis in quella notte particolarmente oscura.

    «Beh…modifiche. Giusto un paio di giorni fa è arrivato un tizio che aveva il carrello rotto e allora oltre ad aggiustare il carrello che era completamente rotto, ho…diciamo potenziato il mirino in maniera che per lui fosse più facile guardarci dentro e potenziato la molla della leva di scatto per aumentare la velocità della pallottola….adesso te la sto facendo facile. Ovviamente per potenziarla ho dovuto mettere mano a tutte le parti della pistola ma adesso spara più velocemente e più forte soprattutto. Mai fatto un lavoro così bene su una semplice semiautomatica!»


    Ridacchiò per poi fermarsi davanti all’entrata di un locale sulla quale c’era una grossa insegna che recava la scritta “Crystal Moon”.

    «Eccoci…siamo arrivati. Forza, andiamo!»


    Disse sorridendo ed entrando nel locale come una bambina che torna a casa proprio. Phoebe si fiondò al bancone dietro al quale un enorme omaccione stava spillando la birra.

    «Hey…ciao Jenkins!»


    Lo salutò come se fosse di famiglia e in fondo era così. Le persone che le volevano bene stavano in quel posto, in fondo ci era in qualche modo cresciuta. Il barista si avvicinò a lei per salutarla con un enorme sorriso e accarezzandole la testa come se fosse una sorellina minore.


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10 replies since 14/1/2019, 16:33   116 views
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