Il nuovo capannone

Phoebe | Artigiano

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  1. Phoebe Blackcat
     
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    Il novo capannone
    Finalmente era giunto il momento di mettersi al lavoro, in fondo non vedeva l’ora di iniziare letteralmente a giocare con le armi degli altri. Era pieno giorno e il fattorino aveva portato tutto ciò che aveva ordinato con Joey.

    «Dove portiamo tutta questa roba? Dobbiamo scaricare anche alcuni macchinari…»


    Phoebe e Joey che stavano trasportando dentro il tavolo si guardarono per un attimo negli occhi. Non c’erano soltanto i macchinari da sistemare ma anche tutti gli scatoloni di attrezzi più piccoli e di cartoleria che avevano comprato.

    «Senti, pensaci tu. Io inizio a montare il porta attrezzi al muro, tu aiutali a sistemare tutti i macchinari…»


    Aveva proprio deciso di rendere quel suo laboratorio il migliore possibile. Voleva avere la possibilità di costruire e sistemare ogni tipo di arma e alla fine riuscire anche a creare dei veri e proprio automi da utilizzare anche in combattimento o come guardie del corpo. Insomma aveva proprio intenzione di studiare e perfezionarsi per tirare fuori dei veri e propri gioiellini della tecnologia.
    Il mercenario sbuffò fingendosi offeso ma, in realtà, non solo era felice di vedere Phoebe come se fosse una bambina a natale, ma anche di darle una mano per quel suo progetto, per quel suo passo nel mondo degli adulti.

    «Si, ci penso io piccola despota.»


    Phoebe sistemò bene il tavolo attaccato al muro, sarebbe stato su cui avrebbe lavorato a tutti i suoi progetto. Frugò poi negli scatoloni per cercare il suo trapano elettrico e prendere il cestello multiuso che avrebbe accolto tutti i suoi oggetti e lo inchiodò bene al muro con mani esperte. Sistemò anche sul tavolo tutto ciò di cui poteva avere bisogno, un bel cestino e la cassetta degli attrezzi. Ci volle un’oretta buona ma sembrava essere a buon punto.
    Montò anche il suo piccolo archivio dove avrebbe raccolto i dati per i suoi studi e, sempre con il suo fedele trapano elettrico, montò anche la nuova libreria, la prima di una lunga serie, dove avrebbe raccolto libri di qualsiasi genere. Una cosa che le piaceva moltissimo era leggere oltre che giocare con i suoi aggeggi elettronici. Conservava libri di tutti i tipi dalla letteratura classica a quella americana, inglese, italiana, e anche autori occidentali. Quelle parole, quelle avventura l’aiutavano a rendere il concetto della vita migliore di quanto in realtà sia.
    Dopo aver montato la libreria iniziò a portare lì vicino tutti gli scatoloni che recavano la scritta “libri”. Li aprì per tirarli fuori uno alla volta e dividerli prima per genere e poi in ordine alfabetico per autore. Non sembrava ma anche se era cresciuta in un mondo disordinato lei amava l’ordine e la linearità, le sembrava quasi in grado di darle quella sicurezza che il mondo non era mai riuscita a darle fino a quel momento. L’unico che era stato per lei un punto di riferimento era stato proprio Joey. Pensando a lui si accovaccio terra vicino ad uno degli scatoloni e lo osservò mentre parlava con gli addetti che, oltre a recapitarle tutto il materiale, lo avrebbero anche montato. Già, quell’uomo non solo l’aveva spronata ad aprire il suo nuovo magazzino ma aveva anche dato i primi soldi. Aveva detto che era un prestito ma quella frase era stata ripetuta più di una volta e quasi mai si era rivelata vera. Tutto ciò che lui le dava lo faceva per la bontà del suo cuore, Phoebe lo sapeva bene.
    In quel momento vide il mercenario voltarsi verso di lei e farle cenno di avvicinarsi.

    «Phoebe vieni a vedere se così ti va bene!»


    La ragazzina si avvicinò osservandolo bene e iniziando a provare i vari macchinari che servivano per la modellazione delle leghe metalliche, per la forgiatura e per altre cose con le quali avrebbe potuto creare nuove armi e avviare la sua attività. Tutto sembrava davvero perfetto e funzionante.

    «È tutto esattamente come lo avevo sognato. Grazie mille, sono perfetti.»


    Disse rivolta sia al mercenario che ai fattorini. Dopodiché se ne andarono lasciando l’uomo e la ragazzina da soli a sistemare gli ultimi dettagli e quando finalmente tutto fu pronto salirono sulla scalinata che portava al piano superiore e osservarono quel piccolo regno dove solo Phoebe ne sarebbe stata la regina.
    Da lì, da quel preciso momento, avrebbe potuto iniziare a ricostruire la propria vita e la propria esistenza secondo le sue leggi e, soprattutto, facendo il lavoro più bello del mondo.


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