Megatronic

Trisha- H.A.N.S.

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  1. BeLiPu
     
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    Riavvio in corso...
    Ripristino dei dati.
    Periferica centrale non connessa.
    Ripristino del sistema.
    Nuove periferiche trovate.
    Sistema base : Capacità: 2KT. Processori ad alta velocità.
    Ricerca di periferiche per la visione.
    Due periferiche trovate.
    Inizializzazione delle periferiche Eye_Sx e Eye_Dx.
    Segnali provenienti dalle periferiche Ear_Sx e Ear_Dx.
    Elaborazione dati congiunti.
    Elaborazione dell' immagine: Riconosciuto terreno. Composizione : terriccio, vegetali con fusto non legnoso, piccole forme di vita.
    Segnali provenienti da periferiche Body, Arm_Sx,Arm_Dx,Leg_Sx e Leg_Dx.
    Rotazione della periferica Cranium di 90° verso l' alto per visione panoramica.
    Elaborazione dell' immagine: Riconosciuta vasta distesa di piante a fusto non legnoso. Accesso ai file in memoria...
    Nessun file trovato.
    Inizializzazione delle periferiche : 65%
    Secondi rimanenti al completamento dell' inizializzazione delle varie periferiche : 1800
    Elaborazione segnale sonoro proveniente da Ear_Sx e Ear_Dx: Aria a veocità di 10 km/h circa.

    H.A.N.S. era disteso nella radura erbosa come un ubriaco dopo una forte sbronza che cerca di capire dove si trova. Solo che lui stava completamente resettando i collegamenti con il resto del corpo.
    Che, in fin dei conti, è come riprendersi da una sbronza bella soda.
    Nella sua memoria non era presente nessun dato relativo a chi fosse, dove si trovasse o come ci fosse arrivato. Nulla di nulla. Un neonato sperso in una distesa erbosa.
    Stava ancora analizzando le immagini che le due periferiche visive gli offrivano, quando un altro tipo di rumore, diverso da quello dell' aria, arrivò alle sue orecchie.
    Sembrava il rumore di un motore a scoppio che non funzionava non troppo bene, che azionava una sorta di elica ronzante.
    Voltò la testa verso l' insolito rumore, e vide uno strano macchinario fluttuare a qualche decina di centimetri sopra il terreno che andava a posizionarsi davanti a lui.
    Ben svegliato, H.A.N.S
    Elaborazione: linguaggio. Accesso ai fil in memoria...
    Nessun file trovato.

    Ancora incapace di poter formulare un discorso sensato, H.A.N.S. non potè fare altro che mettersi ad ascoltare ciò che il misterioso macchinario volante aveva da drgli.
    Lo osservò bene. Era come se qualcuno avesse preso un portaombrelli di alluminio e ci avesse applicato sopra una grossa elica per tenerlo sospeso in aria, un' elica da modellino di nave sul retro per il movimento orizzontale, un paio di stabilizzatori sui lati e un grosso schermo con su stampata una faccia sorridente su sfondo grigio.
    Non puoi ancora parlare, lo so. Il nostro incontro non richiede una discussione. E' un messaggio che io porto a te.
    All' interno di H.A.N.S, tutti i processi che cercavano di eseguire un qualsiasi movimento si bloccarono per fare in modo che nessun processo intralciasse le informazioni che quello strano apparecchio gli avrebbe comunicato.
    Tu, H.A.N.S, sei speciale. Grazie a te, forse, un giorno questo sarà un posto migliore. Quello che ti porto non è solo un messaggio. Ma un invito. Vai, e fai le tue scelte. Ricorda solo questo.
    Per ogni scelta che facciamo , un eco risuona nel mondo. Con ogni atto, noi cambiamo il mondo.

    La voce del droide volante si interruppe di colpo.
    Adesso vado. I processi di apprendi mento del linguaggio dovrebbero essere completati, anche se mi sarebbe piaciuto intrattenermi di più.
    Dobbiamo salutarci, ma stai tranquillo che tornerò, H.A.N.S.
    Ti voglio bene.

    Disse, girandosi di centottanta gradi e alzandosi di quota verso il cielo. In alto, verso le stelle. Adesso anche lui er un puntino.
    Processo di apprendimento del linguaggio completato. Inizializzazione lingua: Inglese.
    Inizializzazione delle periferiche L.I.M.B.S completata.
    Inizio tentativo di stabilizzazione.

    Il robot intanto muoveva per la prima volta il dito indice della mano destra. Avrebbe voluo indicare il cielo, quel puntino che poco prima era lì davanti a lui, ma ancora il suo braccio non si muoveva correttamente, e i sistemi impedivano il movimento fino alla fine della configurazione delle periferiche muscolari. Nel frattempo le sue periferiche udiive udirono un fruscio, e i suoi sensori per le vibrazioni percepirono l' avvicinamento di qualcosa.
     
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    C'era un motivo per cui Trisha si trovava a Guenbredal, e non in uno dei tanti quartieri di Dilagon City, a mappare ed esplorare il territorio. Verificando su internet i primi dati che le erano stati inseriti, era riuscita a localizzare una zona dove, con buone probabilità di successo, era collocato il laboratorio in cui si era svegliata, o meglio, dove era stata attivata.
    Non c'era urgenza nel farlo, la directory conteneva molte altre cose che erano considerate più importanti di un esame più attento del suo "luogo di nascita", eppure... Eppure quel pomeriggio, mentre stava ricaricando le batterie in uno scantinato dell'Old Side, qualcosa si era sbloccato in maniera apparentemente autonoma. Il File Anima, l'unico su cui non avesse accesso, aveva introdotto come input principale la necessità di fare ritorno nel luogo della sua attivazione. Ora possedeva molte più informazioni, sarebbe stata in grado di capire e analizzare con più efficienza qualsiasi cosa sarebbe riuscita a trovare.
    L'Anima era classificabile, a livello meccanico, come un potente virus che, saltuariamente, prendeva il controllo dell'intero sistema. In questo caso, aveva obbligato Trisha a percorrere tutta la strada che la separava dal piccolo villaggio scalcagnato, facendola ritrovare ben presto in un sentierino desolato, senza lampioni se non qualcuno sporadico che creava inquietanti coni di luce disseminati per la vallata.
    Fu qui che Anima smise di agire, chiudendo tutte le sue applicazioni e lasciando Trisha con i nuovi input, senza che i suoi recettori notassero la differenza.
    Ricerca segnale in corso... Segnale assente.
    Non c'era campo, di nessun genere. Non sapendo con precisione dove fosse Guenbredal, e tantomeno dove si trovasse il laboratorio, decise quindi di optare per la scelta più semplice: tirare dritto e tenere i sensi al massimo, seguendo il sentiero e preparandosi ad incontrare potenzialmente... Chiunque. O qualunque cosa.
     
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  3. BeLiPu
     
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    A fatica, l' uomo sintetico provò a muovere gli arti, cercando di mettersi in piedi. Dopo vari tentativi goffi di stabilizzarsi in posizione eretta accompagnati da ronzii sommessi H.A.N.S riuscì a mettersi finalmente in ginocchio. Si guardò intorno, per la prima volta.
    Check delle condizioni fisiche.
    -Temperatura corporea: Nella norma.
    -Pressione sanguigna: Nella norma.
    -Irrorazione muscolare: Completa per il 70% Massima efficienza prevista nei prossimi due minuti.
    Status calcolatore a flusso di positroni: Collegamento stabilito.
    Scansione della zona circostante: Nessuna corrispondenza in memoria trovata.
    Priorità: Ricerca centro abitato.

    Girandosi ulteriormente, H.A.N.S. potè notare che non si trovava esattamente in mezzo al nulla, bensì accanto ad una strada battuta che godeva della luce di qualche sporadico lampione. Il collegamento fu semplice da fare. In una direzione o nell' altra, quel sentiero avrebbe pur portato da qualche parte.
    In quel momento, però, i suoi sensori oculari inviarono un imput al calcolatore centrale.
    Soggetto non identificato in avvicinamento.
    Analisi: Movimento.

    Sebbene il soggetto in questione fosse ancora nascosto dalla penombra, il robot riusciva benissimo a distinguere i suoi movimenti. In quel momento tutto ciò che gli serviva era apprendere, e una delle priorità, insieme a quella di imparare a esprimersi, era quella di imparare a muoversi. Certo, una cosa che avrebbe potuto imparare anche senza l' aiuto di nessuno, ma assimilare informazioni rendeva la cosa molto più semplice.
    Il robot non si mosse dalla sua posizione genuflessa. Sul ciglio della strada sembrava assorto nell' adorazione di qualcosa.
    Lo sguardo vuoto, ma sempre fisso su l soggetto in avvicinamento, i cui particolari si facevano sempre più nitdi sotto la luce del lampione.
     
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    La camminata si rivelò lunga e monotona; non c'era nulla di particolare da rilevare, solo una lunga serie di piante non eccessivamente verdeggianti, e lampioni a tratti spenti. Non una presenza umana o umanoide, se si escludevano i rifiuti sporadici lasciati da passanti poco educati.
    Trisha teneva comunque i sensi all'erta, ma senza convogliarvi troppa energia; il silenzio e la mancanza di ostacoli facilitava il percorso delle onde sonore, quindi avrebbe captato l'avvicinarsi di qualcosa o qualcuno con facilità.
    E infatti, quando H.A.N.S. cominciò a muoversi, lei lo sentì; lo identificò come un animale a quattro zampe, e quando si alzò corresse la definizione inserendo la possibilità che fosse una persona.
    Continuò ad avanzare allo stesso passo tenuto fino a quel momento, gli occhi puntati verso la zona da cui era provenuto il rumore... E in poco tempo poté distinguere con una buona approssimazione una figura umana, in piedi vicino al ciglio della strada, che la guardava fisso.
    Riconoscimento facciale eseguito: file non trovato. Presenza di armi visibili? Negativo. Aspetto fisico nella norma. Procedere oltre.
    Senza mostrare paura, stupore o minacce di alcun genere, Trisha proseguì nel suo cammino. La coda era tenuta immobile dietro la schiena, come sempre, e il suo incedere era ritmato e aggraziato. Non ancheggiava come quando lavorava, ma la sua figura longilinea si muoveva comunque con una grazia femminea esteticamente gradevole. O almeno, questo era lo scopo della programmatrice.
    A separare lei e il giovane distavano poco più di dieci metri, e lei li percorse senza guardarlo, fissando davanti a sé e tenendosi pronta a reagire a vari tipi di azioni. Vista la zona, desertica e abbandonata, sarebbe potuto succedere di tutto... E lei sarebbe stata pronta ad affrontare qualsiasi scenario, semplicemente ricaricando la sua pagina mentale e procedendo di conseguenza.
     
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  5. BeLiPu
     
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    La figura in avvicinamento si rivelò essere uno strano esempio di umanoide, dotato di coda e una sorta di lama al posto di un braccio. Certo, se fosse stato un essere umano normale si sarebbe quantomeno stupito di tutto ciò ma, un pò perchè non aveva ancora una chiara ide di cosa fosse lo stupore e un pò perchè non avesse idea che quella fosse una configurazione un tantino anomala per un qualsiasi essere umano,i suoi sistemi non alterarono di una virgola le loro funzioni, anzi, continuarono a raccogliere dati.
    Si alzò definitivamente, e non potè fare a meno di notare cosa avesse addosso. Una camicia bianca infilata nei pantaloni, una cintura di pelle nera e delle scarpe in cuoio, anche quelle nere. Da fuori sembrava che un cameriere fosse stato buttato fuori dal ristorante in cui lavorava a calci nel sedere. Per la prima volta si accorse anche che sul suo naso erano stati sistemati degli occhiali. Provò a toglierseli, e a rigirarseli in mano.
    Qualità dell' acquisizione visiva: invariata.
    Era quindi plausibile che quegli occhiali fossero finti, e avessero solamente un mero scopo estetico.
    Se li calzò nuovamente, dopo averli puliti con la manica destra.
    La figura umanoide che si stava avvicinando continuava sul suo percorso, non degnandoo minimamente di uno sguardo.
    Priorità: Ricerca centro abitato.
    Nuovo obbiettivo:Richiesta indicazioni a umanoide in avvicinamento.

    Mosse quindi un passo verso la figura che mano a mano si stava avvicinando verso di lui accennando un sorriso.
    Fu quando però appoggiò il primo piede a terra che i sensori dell' equilibrio cominciarono a restituire dati sballati, il tutto mentre l' umano sintetico falliva svariati tentativi di sintetizzazione vocale.
    il risultato pratico di tutto ciò era l' immagine di un cameriere dai capelli rossi e dall' acconciatura strana che adeva rovinosamente in avanti emettendo una sorta di lamento soffocato con un sorriso da completo idiota stampato sulla faccia.
    Reinizializzazione sistemi di movimento... Correzione problemi di stabilità in corso. Ricalibrazione delle periferiche E.a.r per l' equilibrio.
    stette per qualche secondo con la faccia piantata sullo sterrato, dopo essere sparito per un pò in una nuvola di terriccio. Decisamente una maniera come un' altra di attirare l' attenzione di un passante.
     
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    Proseguì tranquilla nel suo incedere, un paso alla volta, simulando il respiro e il battito di palpebre, insomma le impostazioni di base. Arrivò entro la distanza calcolata come "di sicurezza", e in quel momento il ragazzo sorrise e cadde in avanti lungo disteso.
    Rielaborazione in corso.... Nuovo input. Procedere con l'esecuzione.
    Era strano; non corrispondeva a nessun modello tradizionale inserito nella sua memoria, non tanto per l'abbigliamento, ma per il modo in cui si era mosso. Aveva mantenuto il sorriso per tutta la caduta, che era stata alquanto goffa ed impacciata.
    Stranezza rilevata; approfondire.
    Si fermò, dunque, e guardò il giovane impostando uno sguardo dapprima perplesso, poi leggermente preoccupato. Fece un passo avanti, tenendo la coda e la lama immobili, e chinò il busto leggermente in avanti nella direzione in cui il giovane era caduto.
    Emh... Tutto bene? chiese gentilmente. Non offrì il suo aiuto, essendo l'altro un maschio; nel suo database era inserito il concetto di "orgoglio", e non voleva certo andare a rischiare un'offesa fin da subito. Trisha era programmata per essere neutrale, ma quell'incontro aveva già fornito dati che necessitavano della sua attenzione: innanzitutto, la presenza dell'uomo lì, da solo, in mezzo a quello comunemente definito come "nulla". Poi il suo modo di muoversi, così goffo e impacciato, quasi non fosse padrone dei propri movimenti. Dunque, attese una risposta, continuando a guardare la figura stesa a terra.
     
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  7. BeLiPu
     
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    Mentre i suoi sensori per l' equilibro venivano ricalibrati, l' essere umanoide sembrò interessarsi al suo caso, avvicinandosi e chiedendo al robot se andasse tutto bene.
    I processori logici di H.A.N.S non poterono fare a meno di constatare che quella fosse una domanda completamente senza senso: Il suo nuovo ambiente di lavoro pareva essere composto per la maggior parte da carbonio, e l' involucro che proteggeva il suo sistema di sostegno e movimento pareva essere oltremodo sensibile alle contusioni.
    Inoltre, in quel momento i suoi sensori di equilibro e coordinamento non riuscivano a farlo muovere correttamente, quindi non vedeva in che modo la cosa potesse andare "bene".
    Avrebbe ritenuto più sensata una domanda del tipo " Hai riportato ferite?" o "Necessiti aiuto?" ma il "Tutto bene?" gli sembrava alquanto appropriata come domanda.
    Assunse quindi il fatto che gli esseri umani tendono a fare domande retoriche. Un dato ancora non confermato, dato che mancava di ulteriori verifiche, ma lo mise in elaborazione.
    Dopo qualche secondo di silenzio, la sua posizione tornò normale , da rigida quale era stata durante tutto l' arco della caduta, e si mise per prima cosa di schiena con gli occhi puntati sul suo interlocutore, finendo immancbilmente di sporcarsi la camicia bianca che aveva addosso.
    Scansione....
    Essere femminile. Apparentemente umanoide. Rilevati oggetto contundenti su braccio destro e sul coccige, appendice simile a una coda.

    Per un momento si chiese perchè lui non avesse una coda, dato che la sua banca dati diceva che i terrestri sono tutti molto simili nella forma esterna, a parte per qualche tonalità di colore di pelle, capelli e occhi.
    Decise poi di passarci semplicemente sopra e , dopo qualche altro secondo passato in silenzio a guardare la sua interlocutrice dalla posizione in cui era, aprì la bocca, sorridendo di nuovo in modo meccanico.
    I sui sistemi del linguaggio adesso avevano completato il caricamento di quello che era un dizionario base utile per comporre conversazioni brevi e semplici. Non che non sapesse articolare un discorso complesso, ma la fonetica e tutti i movimenti muscolari che implicavano l' emissione di suoni erano ancora qualcosa di difficile per lui. D' altronde, fino ad allora aveva comunicato attraverso il mondo esterno attraverso un altoparlante che restituiva una voce sintetica, e lui non aveva mai fatto lo sforzo di coordinare dei movimenti muscolari.
    Ovviamente, tutto ciò che riguardava il suo passato era stato cancellato dalla sua memoria.
    L' androide , sempre con un sorriso insolito stampato in faccia, pronunciò la sua prima parola. Dato che la domanda che gli era stata rivolta per lui non aveva il benchè minimo senso, provò a far cominciare nuovamente il discorso dall' inizio, nella speranza che stavolta gli venisse rivolta una domanda sensata.
    Salve.
    Disse, agitando lievemente la mano in segno di saluto.
    Rimase ancora immobile nella sua posizione sdraiata, guardando la sua interlocutrice per poi fare un altro tentativo di riconquistare la posizione eretta.
    I suoi sistemi di movimento ed equilibrio si erano quasi completamente stabilizzati adesso, e lui potè mettersi agilmente in ginocchio per poi mettersi in piedi davanti a lei, come in una conversazione normale.
    Io sono H.A.N.S.
    disse, tendendo la mano ( destra, visto che la sua interlocutrice aveva solo la sinistra libera) verso la sua nuova conoscenza.
    Un sorriso era contornato da quello che poteva sembrare un damerino appena mangiato, sputato, masticato di nuovo e poi sputato nuovamente in un campo.
    I suoi vestiti erano ormai completamente sgualciti e pieni di macchie, i suoi capelli arruffati e pieni di fili d' erba e altri piccoli arbusti, il viso sporco di terra e un qualche insetto non ben definito che gli camminava nervoso su di una spalla.
     
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    I movimenti del giovane continuavano ad essere sconnessi, rigidi, stranamente meccanici. Si girò sulla schiena e ricominciò a sorridere, un gesto assolutamente sconnesso dalla situazione: non assomigliava ai sorrisi sdrammatizzanti che si usavano dopo aver fatto una figuraccia, era identico al sorriso usato poco prima quando l'aveva vista.
    Non rispose alla domanda sulle sue condizioni, si rialzò in piedi e tese una mano per presentarsi. Hans, questo era il nome di quello stranissimo individuo di fronte a lei.
    Trisha abbassò gli occhi sulla mano un istante, prima di riposizionarli in modo che guardassero quelli di Hans.
    Analisi della situazione... Personalità socievole, nessuna arma in vista. Comportamento sociale inadeguato alla situazione, possibilità di malattie mentali. Risultato: imprevedibile, impossibilità di calcolare la pericolosità del soggetto. Procedere con cautela.
    Non strinse la mano, rimase immobile guardandolo seria. Stava allineando i suoi comportamenti a quelli di una ragazza umana nella media, che si trova ad attraversare un posto deserto da sola, e incontra una persona strana e sorridente: nessuna fanciulla con un cervello normalmente funzionante si sarebbe sentita a proprio agio in quella situazione.
    Tuttavia, la situazione andava sbloccata; la robot optò per un profilo di cortesia basso, per non allarmare il possibile psicopatico di fronte a lei. Non escludeva la possibilità che fosse una creatura non umana, ma attualmente non aveva abbastanza dati per avvalorare quell'ipotesi.
    Emh... Salve. Si è perso, per caso?
    Le condizioni non parevano ottimali, anche solo per lo sporco che Hans aveva addosso; forse era stato vittima di un'aggressione, e la cosa l'aveva sconvolto... Tutte le ipotesi erano possibili, non avendo indizi a favore di una in particolare.
    Nuovo oggetto identificato. Categoria: insetto. Sottotipo: insetto potenzialmente pericoloso.
    Erano in Australia, la percentuale di animali letali per l'uomo era drammaticamente elevata. Hans pareva un nome straniero, forse europeo, dunque l'ignoranza era concepibile.
    Scusi, credo che quella sia una formica toro, le suggerisco di mandarla via. Il suo morso è molto doloroso aggiunse quindi rapida, indicando la bestiola con sei zampe che stava passeggiando tranquilla sulla spalla dell'uomo, dirigendosi verso il collo.
     
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  9. BeLiPu
     
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    Dopo essere rimasto qualche decina di secondi con la mano tesa verso la ragazza senza nessuna reazione da parte di quest' ultima, l' androide decise di abbassare il braccio.
    Notò come la sua interlocutrice si interessasse al suo status , chiedendogli se si fosse perso.
    I suoi processori logici cominciarono ad analizzare la richiesta, riuscendo a creare un parallelo fra il "Mi sono perso" e il "Mi sono svegliato qui, non so da dove vengo in realtà, quindi dire che mi sono perso non ha alcun senso."
    Il creatore di H.A.N.S. non fu poi così stupido, lasciando qualche file criptato nascosto nella memoria del suo cervello positronico, in modo tale che in situazioni complicate, come quella, H.A.N.S. fosse in grado di chiedere dove fosse un albergo.
    Processi di sintesi vocale ultimati: Acquisito vocabolario.
    Lingua: inglese.
    Personalizzazione della voce: Accento tedesco.
    Inserimento cadenza nordeuropea.
    Acquisizione movimenti: completata.
    Stabilizzatori nuovamente operativi.
    Obbiettivo: socializzare.

    Si
    Disse, sfoderando il suo nuovo accento che faceva intendere che fosse di origini nordeuropee
    Potremmo dire così.
    Non fece in tempo a finire il discorso, che la sua attenzione fu portata su quell' insetto che aveva prima sulla spalla e che ora si stava dirigendo verso il suo collo.
    Identificazione: Formica Toro.
    nessuna informazione trovata.

    L' unica cosa che poteva osservare era che si trattava di una formica bella grossa, con delle grandi tenaglie spalancate .
    Probabilmente lo aveva scambiato per un gigante e lo avrebbe attaccato a breve.
    Guardandosi la spalla, H.A.N.S. ebbe l' immediata ed istintiva reazione di colpirla come se avesse dovuto colpire una biglia di vetro.
    Ovviamente l' insetto volò via in un punto non ben precisato della distesa erbosa.
    Voltandosi di nuovo verso la sua interlocutrice, le rivolse nuovamente un sorriso, stavolta meno meccanico e forzato di quello di prima, segno che stava imparando.
    Grazie mille.
    Tornando serio, continuò il discorso che la formica gli aveva fatto interrompere.
    Stavo dicendo... avrei bisogno di indicazioni per la città o, ancora meglio, che qualcuno mi accompagnasse ad un ostello.
    L' aria gli scompigliava leggermente i capelli, che nonostante ciò mantenevano un' acconciatura pittosto ordinata, con la riga a destra. Sebbene qualche ciuffo sfuggisse all' ordinato disegno di quella sistemazione di capelli e qualche altra ciocca fosse sporca di terra, i suoi capelli riuscivano a mantenere comunque un certo ordine. Gli occhi azzurri di lui scrutavano ogni particolare del paesaggio, per raccogliere quanti più dati possibile
     
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    Hans, riguadagnando l'accento tipico della gente col suo nome, scacciò in tempo la formica toro e dichiarò di aver bisogno di una guida o qualche indicazione per un ostello.
    Umh... prese tempo Trisha, assumendo un'aria pensierosa e rivolgendo lo sguardo verso la cittadina di Guenbredal, distante un paio di miglia al massimo.
    Ricerca in corso. "Ostello", "Guendbredal". Elaborazione... File non trovato. Ricerca file attinenti, "Locanda", "Albergo", "Bed&Breakfast". Elaborazione... Trovata una voce.
    Riportò gli occhi su Hans, e impostò un tono tranquillo e amichevole; doveva andarci anche lei a Guenbredal, accompagnarlo le avrebbe fornito dati in più su quell'essere umano alquanto singolare. Forse avrebbe potuto aggiornare i suoi files sulla psicologia.
    Mi sa che ostelli non ce ne sono qua in giro... La cosa che più gli somiglia, qui vicino, è una locanda a conduzione familiare.
    Fece un passo laterale, in direzione della cittadina.
    Se vuole posso accompagnarla, non è molto lontano.
    Tenne gli occhi, posizionati in una foggia neutrale, piantati in quelli del giovane; per essere un Interrailer era ben lontano dalle rotte abitudinarie, non c'erano bagagli con lui, e l'abbigliamento era fin troppo elegante per un viaggiatore con un po' di buonsenso.
    C'erano tante ipotesi che venivano sfornate, tra cui quelle di un'aggressione, un rapimento, un doposbornia particolarmente potente o un uso massiccio di droghe.
    In attesa di dati...
     
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  11. BeLiPu
     
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    Elaborazione proposte... completata
    Ok, va bene.
    Concluse in fretta il giovane.
    Apprezzo la sua gentilezza signorina...
    Fece una pausa per far intendere che non sapeva come rivolgersi a lei se non con "signorina". Un tentativo di acquisire informazioni che i suoi processori logici avevano mascherato con una di quelle frasi da film in cui il bellimbusto di turno tenta di attirare l' attenzione di una ragazza chiedendole il nome.
    Ovviamente il tutto venne pronunciato senza una gestualità particolare, visto che non ce n' era bisogno.
    Aspettò che la sua nuova interlocutrice rispondesse alla sua richiesta implicita, per poi riprendere il discorso.
    Dopo di lei
    Attese quindi che la ragazza facesse strada, per seguirla.
    Scusa il post corto ma ero veramente a corto di idee ^^"
     
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    CITAZIONE
    Trisha accompagnò H.A.N.S. alla locanda, dove lo affidò alle cure della proprietaria. Lo catalogò come una qualsiasi delle tante persone un po' stralunate che popolano Dilagon City, senza preoccuparsi ulteriormente di lui.
     
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