Pilota privato

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    Anche se poteva aver visto la sagoma dei palazzi illuminati nel buio della notte, o magari ci era passata in auto, o per delle brevi passeggiate lì dove le strade e la vigilanza lo permettevano, entrare ed osservare dalla vetta di uno dei suoi edifici la zona alta della città faceva tutto un altro effetto.
    Volare, a Dilagon City, non era una cosa facile. Il traffico aereo era gestito in maniera molto serrata. Su tutti i quartieri alti c'era praticamente divieto assoluto di volare, ed anche nella zona vecchia, soprattutto per motivi di sicurezza, era quasi sempre vietato farlo. Le passeggiate aeree in cui poteva dilettarsi Shadow riguardavano quindi soprattutto la zona esterna, oppure rotte precise che portavano ad un punto all'altro della città dopo aver ottenuto le dovute autorizzazioni.
    Quello era uno di quei casi. La ragazza era stata ingaggiata come pilota per un breve volo privato. Si trattava di un elicottero, aveva due posti di guida (anche se lei sarebbe stata l'unico pilota), ed altri due posti dietro per i passeggeri. Il veivolo era completamente nero, dall'aspetto stretto e affusolato, con la coda molto sottile. Una grossa elica fletteva immobile sopra l'abitacolo, mentre un'altra più piccola si trovava all'estremità della coda.
    Dalla cima del palazzo in cui si trovava, poteva ammirare le strade sottostanti, illuminate e piene di vita, nel buio della notte cittadina. High Place era un quartiere sicuramente bello da vedere, almeno all'apparenza. Era pieno di insegne, luci, strade ampie e belle auto. Qualche volta sembrava quasi che ci fosse anche della musica di sottofondo. Le strade erano sempre pulite, ed era difficile incappare in qualche brutto ceffo. La sorveglianza era strettissima, visti i numerosi negozi di articoli lussuosi, aperti anche fino a notte fonda quando capitavano occasioni speciali o inaugurazioni particolari.
    Anche se il quartiere sotto di lei sorrideva per chissà quali eventi mondani, lei non sembrava essere stata ingaggiata per quello. Le era stato spiegato che avrebbe dovuto trasportare un cliente, in una rotta che prevedeva un volo breve fino al quartiere North Side, atterrando su un grattacielo.
    Il palazzo su cui si trovava adesso non poteva essere certamente considerato un grattacielo, accanto a lei numerosi altri edifici si alzavano più maestosi. Ma certo, a paragonarlo a quelli della zona vecchia, avrebbe fatto certamente la sua bella figura.
    Le era stato chiesto anche di vestire in maniera appropriata, e che se avesse fatto bella figura, magari sarebbe stata richiamata per altri lavori del genere. Se non altro, la paga promessa di ben 1000 dollari per un solo volo di mezz'ora circa, doveva certamente essere allettante.
    Una volta giunta sul tetto dell'edificio (scrupolosamente scortata sin dal suo arrivo, dopo essere stata perquisita), avrebbe atteso meno di qualche minuto prima di vedere arrivare il cliente. Una donna, dal vestito completamente nero e molto stretto, lungo fino alle caviglie, e dalle braccia esili, aveva fatto la sua comparsa scortata da altri quattro uomini con dei completi scuri. Aveva un viso rotondo e un naso piccolo, gli occhi azzurri, e dei capelli neri e lucidi, che scedevano a caschetto e finivano prima del mento. Lentamente, si stava avvicinando al velivolo, pronta ad incontrare la sua pilota.


    Shadow
    Punti Vita: 88/95
    Punti Difesa: 44/44
    Bonus ai Punti difesa per schivare: +1
    Riduzione del danno: +1



    Descrivi pure tutto ciò che vuoi fino al momento del tuo arrivo. Considerando che sei stata perquisita, non puoi avere armi con te, puoi fare che ti eri portata qualcosa, ma inevitabilmente ti è stata sottratta, a te la scelta;)


    Edited by GameMaster - 5/9/2013, 23:41
     
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    Shadow era a casa, seduta sul divano a leggere un libro, quando il telefono squillò. Lei si alzò sbuffando, rimpiangendo un minuto di tranquillità, e poi prese il cellulare.
    Pronto?
    Dall'altro lato del telefono un uomo con una voce profonda chiese il suo nome.
    Si sono io. Con chi parlo?
    L'uomo rimase sul vago, e comincio a parlare di affari, o meglio, di un incarico. Descrisse brevemente un ingaggio come pilota di un elicottero e fissò l'appuntamento, poi salutò lapidario e mise giù.
    Shadow rimase interdetta con il telefono ancora appoggiato all'orecchio, riflettendo sulla bizzarra chiamata che aveva appena ricevuto: aveva accettato senza nemmeno esitare, attirata soprattutto dalla cospicua somma che le sarebbe stata recapitata. Venale, molto venale. ma lei era così. I soldi comandano e non solo a Dilagon, nell'intero globo se uno ha i soldi ha il potere. Ma era anche curiosa sulla natura di quell'incarico così inaspettato e piuttosto strano; difficilmente si era ritrovata a sorvolare i quartieri alti, le volte potevano contarsi sulle dita di una mano. Beh, comunque oramai era fatta, ci sarebbe andata. Fece spallucce e rimise a posto il telefono, poi cominciò a prepararsi. Secondo quell' uomo doveva recarsi quella sera stessa su di un grattacielo ad High Place, vestire in modo appropriato e trasportare qualcuno fino ad un altro punto di Dilagon per un totale di mezz'ora. Un lavoro semplice e pulito, apparentemente senza intoppi.
    Seh, quando lo è?
    Mise via i suoi soliti abiti con cui era girare per Dilagon City e indossò un abito elegante, comodo e nero con taglio da uomo, un paio di mocassini laccati, si sitemò i capelli argentei e quando stette per uscire fissò le armi appoggiate sul letto: quali avrebbe dovuto prendere? La balestra era ovviamente fuori discussione, così come il pugnale. Non si portano armi del genere ad un lavoro, ma a Shadow seccava dover andare disarmata. Così afferrò la Glock e la mise come al solito nel retro dei pantaloni, in modo che a prima vista non si vedesse. Uscì nell'aria fresca della notte, fece un respiro profondo e andò diretta verso High Place a passo svelto.
    Camminò per poco tempo attraverso le strade illuminate, addobbate con decorazioni natalizie da ogni parte e insegne che ferivano agli occhi: quello era lusso, quella era la bella vita che solo alcuni potevano permettersi. Chiunque avrebbe detto il contrario avrebbe avuto torto, perché nessuno sano di mente avrebbe rifiutato tutto quello, nonostante potesse apparire finto. Ma in quel momento a lei non interessava.
    Finalmente sbucò ad High Place e trovò il grattacielo giusto, un palazzo con mille vetrate e non di spropositate dimensioni, ma comunque un grand bel grattacielo. Entrò attraverso le porte automatiche e si presentò al banco con le mani in tasca e la solita espressione fredda sul viso, senza sorridere nemmeno ad una segretaria seduta davanti a lei che la squadrò da capo a piedi con fare molto superiore.
    Salve, sono qui per l'elicottero, sono la pilota che avete ingaggiato.
    Ah, sì. un' espressione stupita D'accordo. Chiamo subito i signori.
    La segretaria alzò la cornetta e dopo pochi secondi -come se fossero stati pronti dietro l'angolo- tre uomini che Shadow riconobbe come agenti della sicurezza uscirono da una porta e si avvicinarono a lei, poi uno di loro le chiese il documento e il brevetto. Lei glieli mostrò entrambi, e lui parve soddisfatto.
    Cavolo, spero di non dover mai fare a botte con uno di questi tizi. pensò, notando che tutti e tre dovevano superare il metro e novanta ed erano grossi come un armadio a due ante.
    L'uomo le feceun cenno e camminarono fino ad un'altra sala, dove la perquisirono: era ovvio, e con una nota di disappunto Shadow dovette vedersi portare via la Glock da sotto il naso. Però non disse nulla, si limitò a fare buon viso a cattivo gioco e gli uomini non fecero domande sul fatto che fosse armata. Forse anche loro sapevano che per una donna sola non era mai saggio girare per Dilagon senza "un'assicurazione sulla vita". Successivamente la fecero passare per un altro metal detector e proseguirono in un corridoio ben arredato, camminarono verso un'altra parte e salirono tutti in un ascensore di cristallo. Arrivarono in silenzio fino all'ultimo piano e dopo aver fatto due rampe di scale uscirono sul tetto, dove ad aspettarli c'era un bellissimo elicottero Eurocopter Ec 130 nero, con la sua forma più aggraziata sul rotore di coda e più grosso sul davanti, appoggiato placidamente sulla piattaforma H. Gli uomini si fermarono vicino alla porta e Shadow si avvicinò al velivolo, scrutando l'interno con una rapida occhiata e controllando la condizione del rotore principale e della fusoliera. Era pulitissimo e a parte un piccolo graffio sul davanti poteva benissimo venir scambiato per nuovo. Shadow non aveva mai volato su uno di quelli ma sapeva bene come pilotare un elicottero e a dispetto del modello, non sarebbe stato un problema. Poté per un attimo scrutare sotto di sé la strada e la trovò indaffarata come sempre, ma da un punto di vista completamente diverso dal solito.
    Si mise davanti al muso e drizzò la schiena, pronta a partire al minimo segnale e con la solita voglia di volare che la prendeva fin nelle viscere quando vedeva un velivolo. D'improvviso una sagoma si avvicinò e la ragazza poté vedere il suo cliente per la prima volta: era una donna elegante e molto bella, che si avvicinava ticchettando con le scarpe sull'asfalto e con la faccia decisa. Shadow non poté non chiedersi come mai fosse sola e senza alcun bagaglio, ma si preparò ad accoglierla e, nel caso, ad aiutarla a salire sull'elicottero anche se avrebbero potuto pensarci gli uomini che l'accompagnavano.

    Ho messo il modello dell'elicottero seguendo le tue descrizioni, non ho resistito XD spero vada bene come post.
     
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    La donna era rimasta qualche istante a guardare Shadow, e le sue labbra avevano assunto una leggera piega, un sorriso, anche se non c'era stato alcun segno di saluto o accenno tale verso la pilota. Una nuova occhiata, sempre contornata da quel sorriso, le fu rivolta quando Shadow si fece trovare pronta a dare una mano alla cliente, se questa non avesse avuto l'aiuto dei suoi bodyguard per salire sull'elicottero. Aiuto che ovviamente arrivò.
    Non c'era molto altro da fare, la donna non le aveva rivolto la ben che minima parola, ed ora le guardie della sicurezza si stavano allontanando dal velivolo. Shadow avrebbe potuto quindi tranquillamente prendere posto ed iniziare le manovre di decollo. Dietro di lei però in uno dei due posti posteriori sedeva soltanto la cliente, nessuna guardia del corpo era salita con lei. Sembrava che sarebbero state sole. E dopo pochi secondi ne ebbe la conferma, perché le arrivò l'autorizzazione al decollo ed il piano della rotta da seguire.
    Il cielo era abbastanza sgombro da nubi, una piccola luna ne illuminava una porzione. Quando il motore del velivolo iniziò ad avviarsi, finalmente Shadow poté sentire la voce della donna seduta dietro di lei, che a dispetto dell'apparenza così delicata, aveva un tono sicuro e tagliente.


    Davvero un bel vestito, ti rende molto professionale.

    Disse, questa volta con un sorriso più intenso e lo sguardo fisso su di lei, tanto forse da poterla mettere in soggezione.

    Va benissimo;)
     
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    Shadow non dovette nemmeno porgerle la mano, visto che ci avevano pensato quegli uomini ad aiutare la donna a salire, lentamente, sull'elicottero. Ma con sua grande sorpresa questi ultimi se ne andarono dal tetto, lasciando la donna sola sul retro del mezzo -che poteva contenere altre tre persone- e lei a pilotare senza co-pilota. Rimase un attimo fuori, osservando il cielo scuro poi salì a bordo.
    Si sedette sul sedile, piuttosto comodo, e si ambientò in fretta al velivolo. Individuò subito i comandi principali e tirò fuori da un lato della cabina le cuffie, un paio ne tenne per sé e uno lo passò alla cliente, invitandola ad indossarle per non diventare sorda. Lei sembrò accettare.
    Sistemò le sue cuffie, si sbottonò un pò la camicia che cominciava a farle fastidio e cominciò la sequenza di avviamento dei motori. Accese l'impianto di stabilizzazione del rotore di coda, avviò il rotore principale, controllò il carburante -non si poteva mai sapere- e poi parlò attraverso il microfono della cuffia, annunciando che aveva cominciato le procedure di decollo e chiese il permesso di alzarsi in volo.
    Non dovette aspettare molto la risposta, che arrivò pronta con l'autorizzazione.
    Si poteva sentire il motore che ruggiva e le pale del mezzo che facevano un baccano pazzesco, ma ugualmente Shadow poté udire le parole pronunciate dalla donna, ma non le rispose subito, doveva prima decollare.
    Bastò un piccolo tocco al pulsante d'avvio, Shadow mosse il Collettivo, lo strumento per muovere il rotore principale, verso di lei e l'elicottero si alzò da terra, rimanendo sospeso e continuando ad alzarsi di quota poco alla volta. Ora poteva comandare il velivolo con il ciclico, lo strumento al centro, che rendeva tutto più semplice. Si rilassò e si voltò a guardare la donna, facendole capire che l'aveva sentita.
    Grazie. Anche lei è elegante. Se posso... esitò un attimo, pensando se la sua domanda non l'avesse fatta arrabbiare o indispettireDove sta andando?
    chiese infine, riportando lo sguardo ai comandi e al cielo davanti a lei. Se la donna avesse guardato giù avrebbe visto che erano oramai molto alti. Le persone e le luci apparivano sfocate e distanti, come se appartenessero ad una altro mondo. Shadow spostò i comandi a destra, muovendo di conseguenza il rotore di coda e la pedaliera, facendo ruotare il velivolo di novanta gradi. Erano pronti per proseguire per arrivare a destinazione.

     
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    La donna dietro di lei indossò le cuffie senza protestare. Si lasciò quasi sfuggire un'espressione di stupore e curiosità, probabilmente non doveva essere salita molto spesso su aggeggi di quel tipo. Una volta decollate, non sembrò molto interessata a ciò che accadeva sotto di lei, o anche solo al semplice panorama. Tuttavia non esternava nemmeno segni di agitazione, era completamente rilassata, e teneva lo sguardo dritto davanti a lei, verso la pilota.

    Ti ringrazio..-ridacchiò, prima di proseguire-Oh, sto andando a casa, o meglio, verso una delle mie dimore, ti piacerà. Il tuo nome è Shadow, giusto? Quando sei arrivata a Dilagon City?

    Shadow stava seguendo la rotta senza particolari problemi. Si erano oramai lasciate sotto di loro anche le vette più alte della città, e proseguivano sicure anche se attorno a loro vi era quasi solo oscurità. Non ci avrebbero messo molto a raggiungere la destinazione.
     
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    Shadow sentì la risposta della donna, e non sembrava che fosse seccata né tantomeno intimorita. La colpì il fatto che dicesse e di andare a casa, precisamente in una delle sue dimore
    Che voleva dire che le sarebbe piaciuto? Il suo compito era solo accompagnarla a quanto ne sapeva, e poi sarebbe tornata subito a Stevenson senza fiatare. Forse intendeva che era bella vista dall'esterno? Ignorò la frase, e rispose con cortesia. Dopotutto era la fonte di guadagno.
    Si signora, è esatto. Sono arrivata a Dilagon City da poco, in effetti, ma ho trovato occupazione come pilota in un piccolo aeroporto fuori città.
    disse senza distogliere lo sguardo dalla strumentazione. Le luci erano notevolmente diminuite e il volo a vista era quasi impossibile, perfino per i suoi occhi allenati al buio. era costretta e volare con gli strumenti, una cosa che odiava ma che era necessario per alcuni incarichi -come quello- che però era notevolmente pericolosa se si volava a quota bassa e in mezzo alla città.
    Gettò un rapido sguardo al radar del velivolo che indicava la posizione dell'elicottero: dovevano essere quasi arrivate, mancava poco. Ma lei era inquieta. Sperò con tutta sé stessa che la piattaforma di atterraggio fosse ben collocata e illuminata, perché non aveva paura ad ammettere al suo ego che volare di notte non le piaceva affatto, soprattutto se con un passeggero a bordo. Il buio cela insidie che purtroppo causano la morte di centinaia di piloti che per un motivo o per l'altro non riescono ad evitare gli ostacoli che il radar non riesce ad individuare.
    Dovremmo quasi esserci, signora...ahm, mi sfugge il suo nome a dire il vero.
    disse, per poi lasciare in sospeso la frase. In effetti, ripensandoci bene, non aveva nemmeno chiesto il suo nome, mentre lei sapeva già il suo.
     
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    La donna dietro di lei sorrise, o almeno è questo che Shadow riuscì a scorgere. Riuscire a comunicare in quelle condizioni era già difficile, e cogliere piccoli gesti e impressioni praticamente impossibile.

    Il mio nome è Lucilla, ma quasi tutti mi chiamano Signorina Hainz. Tu fa come ti pare.

    Rispose, aggiungendo una breve risata divertita. Il loro breve volo aereo stava per arrivare alla fine. Poco sotto di loro, Shadow riuscì ad individuare la piattaforma di atterraggio, situata su un altro grande grattacielo. Attorno a lei adesso gli enormi palazzi svettavano sfidando le altezze che poteva raggiungere col suo elicottero, prima di incontrare pericolose nubi oscure. Tutto però sotto di loro riluceva di vari colori, nel quartiere noto come North Side, in cui quasi certamente lei stessa non era mai stata prima di allora. Il volo era durato il tempo stimato, e fortunatamente per loro non c'erano stati imprevisti di alcun genere. Anche se era ancora in fase di discesa, si poterono notare lì vicino grazie alle luci che rischiaravano tutta la zona della piattaforma di atterraggio, vari individui vestiti con abiti scuri, ed una sola persona, presumibilmente una donna, vestita con un lungo abito bianco, che sembrava molto sottile e con un'ampia scollatura. Tutti lì ad attendere il loro arrivo, che ora sarebbe dipeso solo da quella che sarebbe stata l'ultima fase del lavoro di Shadow, per quella notte.

    Proviamo a riprendere. Scusami per il ritardo, prenditi pure tutto il tempo che vuoi;)
     
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    Il resto del viaggio proseguì senza intoppi: Shadow si concesse un respiro di sollievo quando scorse la pista d'atterraggio appena sotto di loro, le luci colorate ad intermittenza che si confondevano appena con quelle del quartiere al di sotto. Una parte della città quella, che Shadow poteva dire con certezza di non aver mai osservato così da vicino, poiché a Dilagon city il confine fra la ricchezza e la povertà non rimaneva confinato prettamente all'abbigliamento, o all'atteggiamento, o al modo di tirare avanti tutti i giorni. Era anche fisico, e i quartieri come quello in cui aveva accompagnato la giovane donna erano off-limits per gente come loro, individui confinati nei bassifondi di una Dilagon spietata quanto eterogenea. Era possibile trovarsi davanti qualsiasi tipo di creatura, nei vicoli oscuri in cui Shadow s'addentrava per tornare a casa la sera, e si chiese se anche nella parte alta e agiata della città vi fosse qualche opportunità d'incrociare creature non umane; ovviamente non stava pensando a esseri come mostri inumani o creature reiette dall'aspetto ripugnante - che al massimo si sarebbero potuti permettere una pallottola in fronte- ma individui come vampiri, maschere, insomma quelle specie che potevano celarsi fra l'indifferenza e la pomposità delle classi sociali più elevate. Ma dopotutto, non era affar suo. Quel mondo di cui, solo per una sera, s'era ritrovata a far parte, sarebbe svanito come sabbia fra le dita una volta che fosse scesa da quell'elicottero. Scosse il capo e si concentrò sulla piccola piattaforma, muovendo rapida i comandi.
    La voce della donna arrivò quasi inaspettatamente, attraverso il ronzio delle cuffie: disse di chiamarsi Lucilla, Lucilla Hainz. Un nome elegante per una donna altrettanto elegante. pensò Shadow , sorridendo. Fece un cenno alla giovane signorina Hainz -non sapeva se si sarebbe potuta permettere di chiamarla Lucilla, le dava una parvenza di confidenza che non le pareva giusto concedersi- e poi si preparò a scendere.
    Sul tetto del palazzo v'erano ad aspettarle un paio di persone: i classici tizi ben vestiti e seri, dall'aria da perfetti bodyguard, e una curiosa ma non del tutto inaspettata figura femminile. Era magra e vestiva un abito bianco, che svolazzava per il vento creato dall'elicottero, ora facilmente individuabile in quell'oscurità grazie al rumore che le pale e il rotore emettevano. Shadow osservò le figure di quegli uomini e poi scorse per un attimo la donna, ma non si concesse di guardarli ancora per molto: abbassò delicatamente la coda e poi spinse il ciclico all'indietro per impedire che sfiorasse il cemento; un ultimo colpetto al collettivo e il velivolo si posò elegantemente sulla piattaforma.
    Shadow premette il pulsante di spegnimento e le pale, piano piano, assieme al rotore, si spensero. Il rumore scemò in pochi minuti, e d'istinto, la ragazza si voltò verso la signorina Hainz. Siamo arrivati, Signorina Hainz.
    Sarebbe scesa per accompagnarla fuori se lei l'avesse desiderato, oppure, sarebbe rimasta ad aspettare fuori dal velivolo finché non le avrebbero detto cosa fare.
     
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    Le pale del velivolo lentamente iniziarono a fermarsi, ci volle un po' di tempo prima che il loro moto potesse permettere alle due passeggere di poter scendere con tranquillità. Non tanto per una questione di pericolosità, quanto più per il moto d'aria generato che avrebbe messo in "disordine" capelli e vestiti di chi si fosse voluto avvicinare, o della passeggera stessa. Lucilla accolse volentieri l'aiuto di Shadow nel togliersi l'apparecchiatura e scendere dal veicolo. Per un attimo Shadow notò che la donna la stava fissando in volto, come incuriosita, sguardo che però fu subito archiviato con un sorriso, prima di essere distolto. Una volta scese, gli uomini e la donna in bianco si avvicinarono. Aveva i capelli castani lunghi, pettinati in modo da ricadere solo sulla spalla destra e leggermente ondulati. Gli occhi erano dello stesso colore, e sia la carnagione che la statura la facevano apparire ben in salute, diversamente forse da Lucilla che sembrava un filino troppo magra e dalla pelle leggermente sbiancata, ma forse per effetto di contrasto con occhi e capelli. Dopo che Lucilla ebbe ringraziato Shadow, la donna vestita di bianco parlò. Aveva osservato la passeggera, che sembrava conoscere bene, e poi lo sguardo si era fermato per qualche secondo di troppo sulla pilota.

    Dovevo immaginarlo...-scosse leggermente il capo-Tutto ciò non poterà a nulla di buono.

    Non attese repliche, né ne diede il tempo, perché si voltò e si incamminò verso l'unica porta su quell'eliporto. Alcuni degli uomini della sorveglianza la seguirono, un paio invece rimasero lì.

    Oh, non darle ascolto, che sarà mai chiedere un passaggio in elicottero, le strade sono così affollate e caotiche! E poi è stato bello volare, non lo avevo mai fatto!

    Lucilla sorrise e parlò con tono allegro. Anche se cercava di non darlo a vedere, doveva ancora essere un po' scombussolata per il volo. Con molta calma prese una borsetta nera, passatagli da una delle guardie del corpo e perfettamente in tinta con il vestito, e ne estrasse a colpo sicuro una busta per lettere sigillata, porgendola a Shadow.

    Un volo eccezionale, spero di viaggiare ancora con te. Tieni, è un invito per un evento speciale, mi farebbe piacere rivederti, sono sicura che lo troverai interessante.

    Le sorrise di nuovo, questa volta però con un'espressione più sincera e meno costruita delle altre. Ma forse anche le altre lo erano state, magari era solo una questione di modi e carattere. La busta era completamente bianca, e chiusa sul davanti con un sigillo di cera con una H stampata sopra. Per aprire la busta era necessario rompere il sigillo... o rompere la busta, come si preferiva. Una volta dato l'invito, Lucilla si sarebbe congedata salutando Shadow con un cenno del capo e avviandosi anche lei verso l'unica uscita di quel posto. Una delle guardie della sorveglianza l'avrebbe seguita, mentre l'altra sarebbe rimasta lì immobile a fissare Shadow, probabilmente per accertarsi che se ne andasse. Secondo le disposizioni del datore di lavoro, ora la pilota sarebbe dovuta ripartire, riportando l'elicottero all'hangar dell'azienda e ricevendo lì la paga.
     
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