Christmas Lights

Shadow-Scar-Jesper-Noctis-H.A.N.S.

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    Merry Christmas!



    La serata del 24 Dicembre era stata decisa e pianificata da tutta Dilagon City, organizzata da cittadini volontari che avevano sgobbato per quasi due settimane consecutive per addobbare la città -i quartieri alti ovviamente- e per allestire le numerose attrazioni in programma, che si sarebbero protratte per tutta la serata della vigilia, culminando allo scoccare della mezzanotte. Il Natale era un elemento importante a Dilagon city, i cui abitanti facoltosi trovavano un motivo per ritrovarsi fra amici e festeggiare, chi era credente la nascita di Cristo, per chi non lo era... beh, il fatto di stare in compagnia. In occasione della suddetta festa Dilagon Square era stata riempita di luci colorate che ad intermittenza illuminavano i volti di chi aveva deciso di uscire quella notte, e ovviamente il grosso albero di Natale piazzato in mezzo.
    Era una grande struttura in metallo alto 24 metri, per un diametro 10; la struttura, di ferro zincato, pesava 5mila chilogrammi in tutto, mentre 12 metri cubi di legno d’abete furono usati per gli elementi luminosi e la luce era garantita da 48mila lampadine Led intermittenti e di ogni colore dell'arcobaleno.
    Oltre a questo gli edifici circostanti alla piazza erano stati ricoperti di nastri, lucette varie e su quello più alto uno schermo a led che recava la scritta "Merry Christmas" a lettere cubitali, messo non tanto per ricordare simpaticamente il motivo per cui si era lì ma per dimostrare ancora una volta a chi non poteva nemmeno avvicinarsi a quella piazza che sì, c'erano persone fortunate e altre che erano relegate in anfratti oscuri dei quartieri bassi. E soprattutto che questi ultimi non erano ben accetti per quella notte gioiosa.
    C'era poi un palco molto grande con numerose casse, amplificatori, strumenti e quant'altro posizionato a pochi metri dall'albero illuminato, sul quale avrebbe suonato prima un'orchestra e poi un gruppo un pò più allegro di giovani musicisti moderni. Il tutto sarebbe stato accompagnato dall'allegria, da dei fuochi d'artificio, da una bella dose di alcol e bevande varie che avrebbero rallegrato tutti gli animi, anche quelli più rustici. Numerosi banchetti con dolciumi, torte, barattoli di confetture e miele, golosità di ogni tipo e odore avevano invaso i lati della piazza così che quando uno metteva piede in ssa camminava fra due ali di negozietti improvvisati ed era invogliato a comprare.
    Il tempo metereologico era stato anch'esso molto clemente, la luna osservava la festa dall'alto della volta celeste come un avvoltoio e mille e più stelle ammiccavano stanche a tutti quelli che osservavano il cielo scuro e sgombro da nubi. Peccato però, niente neve a Natale.
    Il campo sportivo quella notte era stato inoltre messo da parte, come se per quel giorno non esistesse: non era la sera dello sport, ma del puro svago.
    Tutto era pronto, tutto era stato preparato, e alle otto e un quarto la festa cominciò ufficialmente, seppur le celebrità e le persone comuni fossero attese solo verso le nove.
    -
    Shadow aveva deciso di partecipare alla festa non tanto per il significato religioso o per la smania di festeggiare, ma per il futile e alquanto semplice motivo del "non stare a casa" facendo nulla. Uscì dal suo appartamento cercando di apparire felice come il resto della gente che camminava accanto e davanti a lei, anche se sapeva di essere un pò fuori posto, non essendo parte della folla. Capitava che chi provenisse da umili origini potesse scomporsi davanti a tanto lusso, così in contrasto con i quartieri dei bassifondi. Da Stevenson andò subito a Dilagon Square, passando per le strade secondarie deserte. La sua figura si muoveva confondendosi con le mura delle case. Il cappuccio del mantello calato sul volto, percorse silenziosa e anonima le vie, senza che i suoi passi rimbombassero sul selciato.
    Arrivò alla piazza quando la maggior parte della gente era in mezzo ad essa per contemplarne le attrazioni, quindi lei rimase in disparte appoggiata ad un muro secondario, scrutando in giro.
    Cercava un volto familiare, ma allo stesso tempo non voleva parlare con nessuno. Forse qualcuno che conosceva era venuto alla festa di natale, Scar? Noctis? Non vedeva Noctis come il tipo che si fa vedere a eventi di quel genere ma dopotutto era notte, e tra quella miriade di persone di tutti i tipi -almeno all'apparenza tutti umani nel fisico- nessuno avrebbe fatto caso a lui. Invece lei aveva calcolato di tenere i suoi capelli candidi ben nascosti alla vista dal cappuccio, non che fossero un problema, ma non si poteva mai sapere cosa potessero pensare.
    Ah... guarda chi c'è.
    pensò, vedendo una figura familiare stagliarsi a pochi metri da lei: era Herschel, il meccanico dell'aeroporto dove lavorava, un uomo cordiale e simpatico che era nato e cresciuto a Dilagon. Gli fece un rapido cenno di saluto e poi vide che si avvicinava accompagnato da una donna e due piccoli bambini.
    Ciao Herschel! Non sapevo che...
    Ehilà Shadow! Nonostante il tuo caratteraccio alla fine sei venuta, lo sapevo! Eh sì, lei è mia moglia Dianne, mio figlio George e l'altro è Stewie. Lui ha ben quattro anni da ieri, non è vero George?
    Il bambino in questione era piccolo e paffuto, con gli occhi scuri del padre i capelli rossi della madre, e fece un simpatico sorriso infantile per poi indicare un quattro con la manina. Shadow sorrise, poi si congedò dalla famigliola per non essere d'intralcio -la moglie non la vedeva di buon occhio- e per spostarsi in un altro angolo della piazza dove aveva una visuale nettamente migliore. Osservava di sfuggita il palco sopra il quale alcuni musicisti si preparavano in fretta e un eloquente direttore d'orchestra incravattato sbraitava ordini da tutte le parti. Si stava quasi annoiando.
    Quasi.

    Spero vada bene. Ok, potete tranquillamente entrare in scena come volete, basta che alle nove siate in piazza. Se volete venire insieme oppure da soli, potete incontrare Shadow, un amico, chiunque. Liberi, basta che non controllate png strani che mi sconvolgono i piani :D
     
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  2. Jesper Hemming
     
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    Jesper rimase quasi tutto il pomeriggio a letto, a riflettere sul significato di quel giorno, a pensare a tutto ciò che gli faceva ritornare in mente: giorni tristi, giorni felici, l' odore di biscotti, le canzoni, il reale significato, tutte le storie, le religioni, la magia negli occhi dei bambini, la dolce attesa carica di speranze, le famiglie riunite, la disperazione di chi restava da solo, i doni, la cena, la razione extra ai senzatetto, gli orfanelli e i ricchi imprenditori, la tv e la neve.
    Miriadi di pensieri si susseguivano nella sua testa come un fiume in piena ed alla fine, alzandosi di scatto, realizzò che quello sarebbe stato il suo primo Natale trascorso in quella città, il primo a Dilagon.
    Gli erano successe così tante cose ultimamente che aveva del tutto dimenticato cosa volesse dire svagarsi, e decise perciò che almeno per quella sera sarebbe uscito senza meta, curioso semplicemente di vedere come si festeggiasse da quelle parti.

    Si vestì in fretta e furia e andò a fare un giro per la zona vecchia.
    Man mano che si allontanava da High Place le decorazioni per le strade così come i sorrisi sul volto della gente, diminuivano progressivamente fino a scomparire del tutto nelle zone piu malfamate che apparivano del tutto spoglie e desolate, come in qualsiasi altro giorno. I pochi negozi che quasi per dovere portavano un po di spirito festoso alle vie, cominciarono gia a chiudere per evitare i soliti saccheggi che in notti magiche come quella venivano compiuti a decine da giocondi ubriaconi armati, i quali a modo loro decidevano di spassarsela.
    Piuttosto insoddisfatto dalla cosa, Jesper decise di abbandonare quei luoghi e provare invece a visitare i piani alti, sicuramente piu propensi a divertirsi.

    Andò a noleggiare uno smoking alla boutique piu vicina, tornò a casa e lo indossò sorridendo di fronte allo specchio al pensiero che, se si fosse presentata l' occasione, quella sera si sarebbe spacciato per un ricco straniero provando magari a portarsi a letto qualche giovane principessina tirata a lucido.
    Portò con se la snake blade legata alla cintura sotto la camicia, il manico, gli orbitoclasti e la Glock nelle tasche interne del vestito e poi la scatola con gli anestetici e il distintivo in tasca.
    Si sentiva un poco appesantito nonostante non si notasse nulla a vederlo, ma non portandosi le armi si sarebbe altresì sentito nudo, così invece era del tutto pronto ad uscire.

    Non sapendo dove esattamente i cittadini si riunivano per le feste come quella, prese un taxi chiedendo di farsi lasciare nel luogo piu consono e così alle otto e quarantacinque circa si ritrovò al cospetto dell' enorme albero luminoso di Dilagon Square, in mezzo a centinaia di altre eleganti persone.
    Adesso si che ci siamo!
    Si disse, avviandosi speranzoso verso le bancarelle.
     
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  3. †Scar
     
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    Natale: il perfetto esempio di come un evento religioso tanto significativo come la nascita di Cristo poteva essere trasformato in una festa all'insegna del consumismo. Il perfetto esempio di come qualunque cosa, a quel mondo, potesse essere corrotta e infangata. Gli era sempre sembrato tutto così naturale durante gli anni passati a Nashville da non essermi mai posto nemmeno il quesito sul perché si festeggiasse e perché si dovesse festeggiare in quel modo. Quella notte, duemila anni prima, era semplicemente nato un uomo in una terra molto lontana che, a detta della chiesa, si era sacrificato per l'intera umanità. Tanto, troppo semplice da accettare per un bambino tanto traviato in cerca di una fievole, luminosa speranza nell'oscuro oceano di cattiveria che si era fino a quel momento mostrato il mondo, ma altrettanto semplice da rifiutare per un ragazzo che, arrivato a un certo punto della sua vita, non sarebbe mai più riuscito a credere in niente. Un ragazzo alla ricerca di qualcosa di più grande, un folle alla carica contro i mulini a vento, forse entrambe le cose, chi avrebbe potuto dirlo? Non aveva ancora trovato uno scopo per cui valesse davvero la pena combattere, e di certo non si aspettava di trovarlo proprio in quella notte, ma sapeva che, prima o poi, sarebbe riuscito a dare una risposta alla sua domanda proprio tra le strade di quella città.

    Aveva telefonato a Noctis e i due si erano dati appuntamento a Dilagon Square in serata. Scar non aveva specificato il motivo del suo desiderio di stare in mezzo a quella marea di gente che, in quella notte, sarebbe stata almeno quattro volte più numerosa del normale, ma non era un motivo troppo difficile da comprendere. Non era mai stato ai quartieri alti dal suo arrivo a Dilagon City e quella era un'ottima occasione per conoscere l'altra faccia della città. Il suo aspetto era in molti casi proibitivo, e sapeva che il suo abbigliamento avrebbe potuto esserlo ancora di più. Teneva sempre degli abiti nell'armadio per occasioni come quella e non gli dispiaceva più di tanto indossarli, anche se la maggior copertura sia per se stesso che per le armi fornita dal suo trench di lana grezza lo faceva sentire molto più a suo agio. Un paio di semplici scarpe nere, un pantalone e una giacca nera sagomata a due bottoni, una camicia bianca e una cravatta rossa sarebbero state la sua maschera per tentare di non farsi notare più del dovuto quella notte, ma non rinunciò a portare con sé il suo coltello a farfalla, tenuto in una delle tasche interne della giacca, e la sua pistola con tanto di silenziatore, in due alloggiamenti separati cuciti da lui stesso all'interno del capo in modo tale da non far risultare bozze all'esterno. Se non a seguito di una perquisizione, quella sera sarebbe senza problemi sembrato un onesto cittadino in cerca di svago.

    Uscì di casa e si diresse a piedi a Dilagon Square, inquietato dal graduale ed esponenziale aumento di decorazioni che sbucavano da ogni abitazione e negozio, sempre più numerose tanto più erano vicine al centro cittadino.
    Nemmeno Ramòn alla festa della tequila avrebbe combinato peggio il suo locale.
    Pensò sorridendo quando riuscì a scorgere da dietro un angolo il mastodontico albero posto al centro di Dilagon Square. Tentò inizialmente di farsi strada tra i passanti alla ricerca del vampiro ma, per quanto si sforzasse, la gente non faceva di certo al caso suo. Non si sentiva a suo agio tra le persone, soprattutto quando erano così tante in così poco spazio, come formiche in un barattolo. In fondo era quella la considerazione che Scar aveva della maggior parte della gente che lo circondava. Si infilò in una stradina secondaria per poi riemergere al lato opposto della piazza. Non c'era ancora nessuna traccia di Noctis, ma un'altra figura familiare attirò la sua attenzione. Gli abiti non erano certamente quelli del loro primo incontro a Zero Side, ma i lunghi capelli rossi e la corporatura non lasciavano dubbi.
    Buonasera, Jesper.
    Disse dopo essersi avvicinato di qualche passo alle sue spalle. Stava rollando una sigaretta per spezzare un po' il nervosismo portato dalla folla, ma il sorrisetto che aveva stampato in faccia accompagnato dal sopracciglio destro leggermente sollevato lasciavano trasparire un velo di sollievo per l'incontro del ragazzo.
     
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  4. BeLiPu
     
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    Venti giorni. Erano ormai passati una ventina di giorni da quando si era svegliato in quel campo a Guenbredal, e in tutto questo lasso di tempo non faceva che sentire ripetere dappertutto che si stava avvicinando il Natale.
    Quando si fu informato per bene su cosa si trattasse il natale, scoprì che si trattava principalmente di una festa religiosa che celebra la nascita di Gesù Cristo, e che per l' occasione la gente è solita scambiarsi dei regali.
    Pareva però che il significato religioso della festività fosse ndato quasi completamente perso nel mezzo di enormi torrenti di persone che andavano da un negozio all' altro in cerca del regalo di natale giusto.
    Per strada erano appesi volantini di ogni forma, nei pressi di Sunset Boulevard e nei Quartieri alti.

    24 Dicembre ore 21:00 Grande veglia Natalizia!
    Dilagon Square


    C'era l' immagine di un grande pino addobbato, contornato da luci multicolore. Presto, anche se era un robot, capì che non poteva perdersi un' occasione del genere: Era il suo primo Natale.
    L' unica cosa che gli mancava era la compagnia. Ma di quella poco gli importava. Non voleva disturbare Leonard, che aveva già un incontro in sospeso con il suo amico che non si presentò quella fatidica sera.
    Dato che non conosceva nessun' altro, decise che per le nove ci si sarebbe recato in solitudine.
    La curiosità, però, lo spinse a prendere un bus alle 7:30, per aspettare l' inizio della festa esattamente nel punto in cui si sarebbe svolta.
    Si mise a sedere su una panchina in un lato isolato della piazza, nonchè quello più lontano dal grande albero, per osservare con cura gli ultimi preparativi della festa imminente, gli uomini che sistemavano le bancarelle, e la sistemazione degli addobbi sull' enorme struttura nel centro della piazza.
    il meteo, che fino alla settimana prima era parecchio incerto, per quella sera pareva essere stato clemente , permettendo a tutti di godersi tranquillamente quella grande festa.
    L' aria però era tipicamente invernale: Fredda e pungente. A lui non importava più di tanto, dato che non sentiva il freddo, ma forse un giaccone sarebbe stato più consono.
    Purtroppo non gli rimanevano molti soldi, e la spesa di un giaccone avrebbe potuto compromettere il suo sostentamento futuro.
    E poi, bastava addurre la scusa di provenire da un paese a clima freddo per mettere a tacere i curiosi.
    Mano a mano che il tempo passava e i preparativi finivano, la piazza si riempiva sempre di più sotto il suo sguardo impassibile e quasi sognatore. Era affascinato da come una così grande moltitdine di gente si ritrovasse per partecipare a quella festa. Soprattutto lo affascinavano i colori delle luci intermittenti.
    Il suo primo Natale si prospettava un pò solitario, si, ma era anche il primo segno di qualcosa di umano che sbocciava all' interno dei suoi circuiti mecccanici.
    Mentre il suo cervello elettronico calcolava simulazioni di traiettorie e faceva rapide scansioni del volto dei presenti, sentiva una strana sensazione nel petto.
    O almeno, così pareva a lui. Quello che provava a vedere così tante persone che ridevano e scherzavano fra loro in un giorno come quello mentre lui se ne stava lì seduto da solo vestito da cameriere hipster era quell' insieme di sensazioni che poi avrebbe meglio definito come " solitudine " e " sconsolatezza "
    Quando il suo meccanismo di allarme denutrimento cominciò a mandare messaggi al suo calcolatore, per un attimo H.A.N.S. rimase fermo a fissare la moltitudine di persone che si muovevano di fronte a lui.
    Se ne accorse infatti in un secondo momento, e decise di recarsi alla più vicina bancarella di dolciumi, decidendo che avrebbe soprasseduto per una volta sull' ecccessivo apporto di lipidi e zuccheri che caratterizzavano quegli alimenti.
    Con fare meccanico e calmo si mise in piedi, e si immerse nella folla, diretto alla più vicina bancarella.
     
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    Idevil

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    Doveva ammetterlo, la chiamata di Scar era catalogabile tra le cose più inaspettate che gli erano mai capitate in quella città, peraltro gli aveva semplicemente chiesto di mostrargli i quartieri alti di Dilagon, per una chiamata da parte dell'uomo al massimo si aspettava che gli chiedesse di ammazzare qualche stronzo non umano.
    Ma dopotutto non gli dispiacque, quel giorno Trisha gli aveva detto che sarebbe tornata più tardi del solito, a quanto pare il carico di lavoro al Dangerous Beauty era colossale in una giornata come quella.
    La chiamata era arrivata piuttosto presto, così di tempo per prepararsi ne aveva anche troppo.
    Decise di portare con se il suo trench nero indossando sotto di esso un semplice dolcevita smanicato, anch'esso nero, pantaloni grigio chiaro e anfibi militari pesanti ma pratici infine non potevano mancare i suoi bizzarri occhiali da sole.
    La tecnica appresa a seguito dell'incontro con Jesper e Leonard al Dangerous, come al solito fu piuttosto utile, poteva girare con appresso una katana senza doversi preoccupare di destare sospetti, inoltre in questo modo dava l'impressione di essere disarmato.
    Comunque nascose all'interno del soprabito i tre coltelli da lancio più la glock, non si può mai essere troppo sicuri di cosa servirà in quale occasione.
    "Tendo ad essere preparato al peggio." Le parole del Nibbio risuonarono nella sua testa.
    Tsk... Immagino che l'incontro a Neolock ne sia la prova...

    I preparativi erano completati.
    Certo, la sua figura sarebbe risaltata un poco rispetto alla moltitudine delle persone che avrebbe trovato a Dilagon Square, ma dopotutto non si aspettava problemi, perlomeno non per quel motivo -anche se, da quando era a Dilagon, era sempre preparato ad incontrare qualche non umano, mezzo umano, umano sociopatico ecc.-, in una giornata come quella, in particolare nei quartieri alti. Tutt'al più avrebbero pensato che fosse un tipo eccentrico, tutto qua.

    Uscì di casa per le sette in punto, chiudendo ben bene l'appartamento come era solito fare, decise di fare prima una capatina al Dangerous, con un po' di corsa vampirica ed un po' di metro arrivò in una ventina di minuti.
    Il locale come al solito era allestito secondo il tema della serata, che per una volta si conformò al resto del mondo, sfoggiando svariate decorazioni dall'aspetto natalzio, pur senza scadere nel banale, restando negli standard di eleganza e sensualità che un tempio della bellezza come il Dangerous Beauty era solito offrire.
    Avendo ancora più di un'ora a disposizione si rilassò osservando per una quarantina buona di minuti, gli spettacoli offerti dal locale.
    Dopodiché pensò a procacciarsi un bel collo umano.
    Non volle perdere troppo tempo così affascinò una ragazza che passava per strada con lo charme e la portò in una stradina secondaria, non troppo lontana dalla strada principale, era già buio, e la luminosità in quella zona non era eccellente, così il dissanguamento sarebbe potuto apparire come un atto tra amanti.
    Si fermò prima che la quantità presente nel corpo della ragazza risultasse critica per la sua saluta, cosa che comunque gli avrebbe consentito di passare la notte senza problemi.
    Uscendo dal vicolo indicò ad una coppia che passava di lì di aver trovato una ragazza svenuta sul ciglio della strada, dal colorito molto pallido, consigliando di portarla al pronto soccorso, svanì con velocità sovrumana prima che potessero porre domande. Non voleva fare tardi all'incontro.

    Corse fino a Dilagon Square, passando per vicoli scuri e per i tetti delle case, evitando incontri spiacevoli, era come un'ombra sfuggente, la sua figura appariva agli occhi altrui per pochi istanti, dopodiche una volta raggiunti i quartieri alti le luci erano divetate troppo presenti per consentire ancora quel metodo di spostamento così percorse l'ultimo tratto di strada facendosi portare da un taxi, convincendo poi l'autista -una volta giunti a destinazione- che non fosse tanto saggio chiedergli di pagare, cosa che funzionò anche se l'uomo mormorò qualche frase a bassa voce.
    Era finalmente arrivato, e con un paio di minuti di anticipo.

    Camminò tra quella moltitudine di persone per un po', ogni tanto era bello cambiare ambientazione, i quartieri vecchi, e le sue compagnie, si addicevano molto più alla sua persona, ma per un giorno poteva permettersi di svagarsi un poco.
    I suoi sensi sviluppati l'aiutarono non poco nella ricerca del Rosso, riuscì a udire la sua voce, subito dopo il suo odore -quell'intenso odore di gel non poteva che essere suo-, riuscendo così a localizzarlo anche con lo sguardo. Sorprendentemente Jesper era in sua compagnia, e parvero conoscersi.
    Finalmente ti ho trovato Scar, come va Jesper? Soprendente come quasi tutte le persone che conosco qua a dilagon si conoscono a vicenda.
     
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    Ops, non avevo detto com'era vestita Shadow, rimedio subito :P fra un pò arriva l'azione guys, non rammollitevi nel frattempo XD


    Shadow era lì, in piedi, e osservava il tutto con leggero distacco. Si sistemò la camicia e la giacca che aveva sopra, nera ed elegante. I pantaloni era lunghi e stretti, segnavano le sue gambe lunghe e le stavano niente male. Era un tuxedo taglio da uomo, aveva speso abbastanza per quel completo e l'aveva fatto su misura in un negozio a Londra, tanto tempo prima. La faceva apparire affabile, anche se il mantello che aveva indossato sopra di esso nascondeva la sua eleganza a prima vista. Aveva indossato quel completo molte volte ma mai a Dilagon,anzi, solo per i lavori che lo richiedevano esplicitamente un abbigliamento raffinato. Molti clienti volevano che il pilota fosse come un autista del cielo, e tale doveva apparire anche se non scendeva dall'elicottero o velivolo. Guardò l'ora, notando che oramai tutta Dilgon City era riversata in quella piazza, e poi si mosse in mezzo alla folla. Si mimetizzò ben presto, poi una capigliatura rossa inconfondibile gli passò a pochi metri -persone- di distanza. Era Scar, ma lo perse subito di vista in mezzo alla calca e rinunciò a cercarlo, non voleva disturbarlo, magari aveva un'accompagnatrice per la serata e sarebbe stato scortese da parte sua. Sorrise a quei pensieri e camminò ancora un pò senza meta, osservando alcuni banchetti pieni di dolci e uno che vendeva essenze di Lavanda. All'improvviso la folla smise di parlare in un colpo, e dal grande palco si levò una voce chiare e profonda amplificata da numerose casse acustiche posizionate ai lati della piazza.
    Buonasera a tutti, signore e signori. Siamo lieti di annunciare l'inizio della festa, che comincerà nel migliore dei modi con la musica classica suonata dall'orchestra più famosa al mondo, per gentile concessione della città di Dilagon City.
    dette queste parole con enfasi e pomposità, si levò subito una musica che pervase l'intero spazio.


    A Shadow piacque l'inizio così calmo e la canzone era suonata e cantata benissimo. La gente ricominciò piano piano a distrarsi dal palco e il vocìo ricominciò come prima. All'improvviso Shadow sentì che qualcuno si era avvicinato al banchetto e ora era dietro di lui, così si face leggermente da parte per lasciar comprare a... chi era? Vide di sfuggita una capigliatura rossa e la scambiò nuovamente per Scar, ma si accorse tardi che era solo un ragazzino magro e allampanato, dopo che aveva detto un "Ciao" vago. Le ispirava quasi simpatia se lei fosse stata simpatica.
    Lo guardò sorridente.
    Oh, scusami, ti avevo scambiato per un altro.
    si scusò, poi lo lasciò fare quel che doveva, comprare o solo curiosare. Lo osservò un ultima volta, poi si voltò nuovamente per vedere lo svolgersi della festa: un grosso biplano rosso con uno striscione illuminato attaccato posteriormente sorvolava la città, e il pilota al suo interno fece un cenno di saluto beffardo alla folla sottostante.
    Shadow sorrise, anche se in realtà sapeva che era molto pericoloso: se si fosse distratto un attimo quel pilota avrebbe potuto centrare uno dei palazzi e sarebbe precipitato causando morte e distruzione. Di solito c'erano delle regole sulle fly-zones, ma forse era tutto organizzato impeccabilmente.
    Dio, so solo pensare a sciagure? rimuginò dopo che l'aereo fu andato via senza intoppi. Pensò che in effetti non aveva mai pilotato uno di quelli, un giorno avrebbe dovuto provare.
    Il ragazzo accanto a lei sembrava essere ancora lì, così tanto per parlare gli fece cenno al cielo e iniziò una conversazione nel più banale dei modi, soltanto per non rimanere sola con i suoi inutili pensieri. E poi sembrava simpatico con quel faccino affabile.
    Mi chiedo quanto abbiano speso per tutta questa baracca...eh?
    disse ironica, alludendo allo sfarzo intorno a loro. Non pareva un damerino ricco e pomposo, fosre avrebbe apprezzato la battuta se fosse stato uno che proveniva come lei dai bassifondi.
     
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  7. Jesper Hemming
     
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    Erano circa le nove quando Jesper si avvicinò alle bancarelle. Cominciò a dare un occhiata qua e la con curiosità vaga, tra piccoli oggettini di porcellana, bigiotteria, sfere di vetro raffiguranti paesaggi innevati e decine di dolci, torte e crostate per tutti gusti. In mezzo a quelle delizie, adocchiò i bastoncini di zucchero bianchi e rossi, quelli tipici che si appendono all' albero di natale e di cui era particolarmente goloso, ma una voce familiare lo distolse momentaneamente, salutandolo ed emergendo dalla folla.

    Scar! Oh, buonasera! Quasi non ti riconoscevo vestito così, tutto tirato.. Come mai da queste parti? Non sembri esattamente il tipo da feste di città..
    Parlò velocemente, col suo solito sorriso affabile e una punta di ironia.
    In effetti era un po sorpreso di averlo incontrato proprio la, in mezzo a centinaia di persone, forse aveva altro da fare.
    Pochi istanti dopo sopraggiunse pure Noctis a salutare i due.
    Ma... Anche tu qui? E vi conoscete?
    Disse con maggior stupore.
    Quante probabilità c'erano di incontrare due sue conoscenze, entrambi tipi poco inclini alla vita mondana, nella stessa piazza? Oltretutto il fatto che si conoscessero già, lo incuriosì.
    Cercò quindi di fare in fretta voltandosi, intento ad acquistare i dolci e potersi poi allontanare da quel flusso continuo di gente.
    Chi non muore si rivede?!
    Disse quasi a proseguimento della prima domanda, mentre afferrava una manciata di bastoncini e pagava.
    Il suo sguardo fu attratto per una frazione di secondo da un ragazzo giovane che squadrava la mercanzia a qualche metro di distanza con fare piuttosto rigido, quasi stesse imitando un robot. Chiaramente ignorava il fatto che H.a.n.s. lo fosse veramente.
    Ehm.. come ci si sente a vanificare una frase fatta?!
    Chiese un secondo dopo, accortosi che la frase appena pronunciata non avesse molto senso se detta a un vampiro.
    Finito l' acquisto si ritrasse un poco lasciando che il suo posto fosse occupato da altri passanti.
    Comunque buonasera anche a te Noctis! A qunto pare a fare tutti lo stesso mestiere nella stessa città, prima o poi è inevitabile conoscersi l' un l' altro, non trovi?
    Disse infine, concludendo la sua sequela di frasi sconnesse accennando a rispondere all' affermazione del notturno.
    Non gli era ben chiaro se i due fossero li per caso a gironzolare come lui oppure avevano proprio deciso di incontrarsi per chissà quale affare.
    Con un cenno li invitò ad allontanarsi dalla marmaglia in direzione di una delle panchine libere attorno al grande abete multicolori dove avrebbero potuto fare due chiacchiere senza dover alzare troppo la voce.
     
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  8. †Scar
     
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    Perché era lì? Non sapeva dirlo. Non sembrava un tipo da feste in città? Non lo era. Il fatto che nemmeno Jesper l'aveva notato era una nota positiva, sarebbe riuscito a mimetizzarsi nella calca per abbastanza tempo? Almeno aveva trovato compagnia. Finito di rollare la sigaretta la portò alla bocca e, prima di accenderla, diede la mano al ragazzo.
    Sai com'è, non mi capita spesso di girare in queste zone. Una buona scusa per fare una visita.
    Disse facendo l'occhiolino. Anche se la presenza di Jesper sotto un certo punto di vista lo rassicurava, continuava a guardarsi attorno nervosamente con gli occhi che correvano senza sosta da una parte all'altra della piazza.
    Tra l'altro sto aspettando una persona, se sei da solo potresti unirti a noi.
    Propose affabilmente quando si rese conto che Jesper sembrava sprovvisto di compagnia. Non gli sarebbe dispiaciuto per niente poter trascorrere quella serata anche con lui.

    Subito dopo aver proposto la cosa al ragazzo, riconobbe la voce di Noctis che lo salutava dalla folla. Quel succhiasangue non gli dispiaceva, e fu piacevolmente sorpreso dalla puntualità con cui si presentò all'appuntamento. Nell'abbigliamento del vampiro non c'erano molte differenze rispetto a quando lo incontrò non molto tempo prima in quel vicolo di Everbad, quella sera aveva semplicemente deciso di mascherare il suo arto mutato con un guanto e di indossare un paio di occhiali da sole per nascondere gli occhi... per quanto un ragazzo con gli occhiali da sole alle nove di sera potesse passare inosservato.
    Ciao Noctis. Oh, vi conoscete già?
    Chiese sorpreso lanciando uno sguardo a entrambi i ragazzi. Quella serata non si prospettava poi così sgradevole come aveva pensato appena uscito di casa, anche se persisteva l'angoscia portatagli dalla calca.
    Avevo... Avevo appena proposto a Jesper di unirsi a noi.
    Disse infine mentre continuava a guardarsi attorno con gli occhi sgranati. D'un tratto gli passò davanti un curioso ragazzo con i capelli rossi e un paio di grandi occhiali da moda Anni '70. Era vestito parecchio leggero per una notte come quella, e i suoi movimenti erano parecchio macchinosi e meccanici. Lo osservò per qualche attimo mentre quello si dirigeva verso la bancarella dei dolciumi per poi prendere un'altra boccata dalla sigaretta, dopodiché si rivolse ai due ragazzi.
    Che proponete di fare?
     
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  9. BeLiPu
     
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    Una volta arrivato alle bancarelle la sua scansione ottica non potè fare a meno di notare altri due individui dai capelli rossi, accompagnati da un altro ragazzo con un impermeabile nero e dal colorito non esattamente sano e con degli occhiali da sole.
    Una cosa decisamente strana da indossare alle nove di sera del 24 dicembre.
    Notò che i due individui dai capelli rossi parevano averlo notato, e subito il suo programma di camuffamento si avviò, facendogli assumere movimenti più fluidi, più normali. Non che prima si stesse muovendo rigidamente, ma era una precauzione necessaria da prendere.
    Chiese al signore della bancarella di dargli una decina di pasticcini natalizi da portar via. Scelse quelli che gli parevano più nutrienti, dato che non poteva sceglierli in base a quelli che gli pacevano di più.
    I suoi occhi erano caduti su dei piccoli dolcetti di pastafrolla fatti a forma di alberello con del cioccolato sopra.
    Analisi... Zuccheri e carboidrati.
    Pagò quello che doveva al bancarellaio, e si sorprese del fatto che stavola non gli venne chiesto un prezzo esorbitante.
    Solo cinque dollari.
    Non appena finì di pagare l' orchestra cominciò a suonare una canzone che, intuì, era tipicamente natalizia.
    Il ritmo sembrava cullarlo, mentre si gustava i suoi dolcetti. Sembrava un bambino. D' istinto, cominciò a ondeggiare lievemente seguendo il ritmo, mentre i suoi occhi erano fissi sull' orchestra che suonava sotto l' imponente struttura addobbata, mentre luci di vario colore investivano i luccicanti ottoni , che riflettevano i mille colori delle luci intermittenti.
    Tutte le sue analisi e le scansioni passarono per un momento in secondo piano.
    Fu la voce di una ragazza a distoglierlo da quello spettacolo di colori e suoni. Era vestita in tema con la festa, ossia in maniera elegante, ma era quel suo cappuccio e quel suo mantello che contribuivano a far capire che lei con tutta quella folla non aveva nulla a che fare. O almeno, pareva essere sola quasi quanto lui.
    Evidentemente lo aveva scambiato per un altro ragazzo dai capelli rossi visto che, nonostante il colore rosso dei capelli fosse un carattere determinato da un gene recessivo, in quella metropoli sembrava esserci una concentrazione abbondante di persone con tale caratteristica.
    Finì di deglutire il dolcetto che stava mangiando per poi rispondere con il suo accento spiccatamente nordeuropeo.
    Si figuri
    Sorrise a sua volta
    La ragazza in questione pareva avere una strana deformazione genetica a livello oculare, dato che i suoi occhi parevano mancare di pupilla, ed erano completamente grigi. I suoi capelli erano coperti dal cappuccio.
    L' androide tornò subito a prestare attenzione allo spettacolo che si stava svolgendo, ma la ragazza sembrò non fare lo stesso. Non subito, almeno.
    Si ricordò per un momento quello che gli aveva detto Alexandra sulle ragazze, per poi tornare con l' attenzione sulla musica.
    D' improvviso la ragazza gli rivolse di nuovo la parola, buttando lì un argomento a caso, come per voler rompere il ghiaccio.
    l' androide ci pensò un pò su, assumendo un' espressione pensierosa, con un dolcetto ancora in mano.
    Non saprei, non sono molto bravo con le cifre. Sicuramente molto, data la coreografia e la suddetta importanza dell' orchestra.
    Non ne aveva la minima idea, ma il ragionamento sembrava filare.
    Sitaccò un morso dal pasticcino che aveva in mano, cominciando a masticare con calma.
    Era buono.
     
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    Idevil

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    Non essendo particolarmente interessato alle bancarelle ed a ciò che avevano da offrire, quando il trio si spostò verso queste, il vampiro si limitò ad osservare nuovamente tutta quell'accozzaglia di persone, alla ricerca magari di qualche volto conosciuto ed inaspettato in un luogo del genere, continuando a dire ciò che i due conoscenti avevano da dire.

    Piuttosto bene ma d'altraparte, puoi sempre dire "chi non muore di nuovo si rivede", anche se immagino diventi un po' lunga da pronunciare come espressione. Oh beh, non si può aver tutto dall-
    Si fermò per un momento quando i suoi occhi catturarono per pochi istanti il viso di Shadow, ed il suo odore così singolare rispetto a quello degli altri esseri umani confermò la presenza della ragazza in quella piazza, ma era sparita poco dopo e non gli parve il caso di distaccarsi dai due compari solo per quello, la notte era giovane, ci sarebbe stata sicuramente occasione per incontrarla e farci due chiacchiere.
    Pardon, ho visto di sfuggita una conoscente mia e di Scar.
    Disse semplicemente, certo che l'altro avrebbe compreso che si riferisse a Shadow. In parte era curioso di sapere com'era andata alla fine la terapia per cancellare le crisi da "devo ammazzare assolutamente qualche povero cristo" della ragazza. Ma non erano affaracci suoi.
    Beh dai, stesso mestiere utilizzando una definizione piuttosto ampia. Ma si dai, in generale immagino siamo tutti catalogabili come mercenari. La concorrenza in questo senso è piuttosto ampia. Cooomunque... Non penso sia il caso di parlare di lavoro in questo luogo.
    Concluse simulando un paio di colpi di tosse. Per quanto bassa potesse essere la possibilità che qualcuno in quel caos di musica e chiacchericcio generale sentisse i loro discorsi, ed ancor più bassa fosse l'eventualità che quel qualcuno decidesse di intervenire in un qualche modo, non pensava fosse il caso di correre rischi.
    E poi era una festa, ci si doveva svagare, non pensare a lavoro e roba del genere!
    No problem, anzi tanto meglio, almeno c'è qualcun'altro che può ancora bere alcolici e sentirne il sapore, a me ormai o fa schifo o non sento niente... Forse mischiando sangue ed alcol...
    Mugugnò a bassa voce l'ultima parte quasi come se fosse sovrappensiero, in effetti era un pensiero concepito più volte dalla sua mente ma mai messo in pratica, troppo complicato visto che avrebbe voluto usare sangue umano piuttosto che animale, e non è che si trovino così facilmente le sacche di sangue umano, e sarebbe un po' arduo trasferirlo direttamente da una persona.

    Beh, direi di goderci la festa, divertirci, rilassarci un poco... E tenere la mente sempre aperta e pronta all'eventualità che le cose potrebbero effettivamente andare male, e degenerare nel giro di pochi minuti.
    Sorrise.
     
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    D'improvviso la folla si mosse unanime vero il grande albero, e dal campanile poco lontano l'orologio scoccò le dieci. Mancavano solo due ore al Natale, ma i festeggiamenti cominciarono. O meglio, tutti lo pensarono quando si voltarono verso la grande struttura metallica che si illuminò ancora di più nella notte. Emetteva più luce di prima, e alcune lampadine intermittenti (seppur pochissime) schizzarono via dall'albero per il sovraccarico.La corrente era troppa forse, oppure un guasto tecnico, che però dal basso non si poteva notare, era troppa la gente e il rumore, le distrazioni, questo piccolo particolare sarebbe passato inosservato a chiunque. La canzone finì, e lasciò il posto ad una un pò più "cantata" che animò un pò di più gli spettatori.


    Intanto cominciava piano piano a fare freddo, una brezza pungente si insinuava fra i cappotti ella moltitudine; molti di quelli che avevano finito il giro delle bancherelle varie si erano oramai spostati in qualche locale o ristorante accanto, molti per ordinare qualcosa nonostante l'ora, altri solo per stare un pò al calduccio. Quindi la piazza si svuotò leggermente, così da favorire un pò di più il movimento.
    In un momento però, accadde una cosa improvvisa: una specie di fascio di luce si innalzò nel cielo, lasciando una scia colorata e scintille. I presenti lo interpretarono come l'inizio dei fuochi d'artificio, ma in effetti era troppo presto...
    poco dopo il cielo si riempì di fuochi d'artificio colorati, enormi, splendidi esempi di giochi di luce ed esplosivo, che deliziarono tutti quelli che si fermavano a guardare con il naso all'insù la volta celeste.
    La musica si interruppe, l'aria era tesa tra gli organizzatori. Cercavano di non darlo a vedere, ma ad un occhio allenato si poteva intuire che quella breve sceneggiata non era contemplata nella serata, non così presto almeno. Un uomo si mosse di corsa nella direzione in cui erano Jesper, Scar e Noctis, e passò a pochi centimetri dai tre tanto che urtò Scar con il braccio. Ma non si fermò per chiedere scusa, proseguì imperterrito verso un vicolo secondario. Parlava con voce leggermente allarmata in uno walkie-talkie.
    Qui squadra 2. Avviso-abbiamo individuato il punto d'inizio del razzo, andiamo a controllare, passo--
    disse, ma la sua voce si sarebbe persa fra il resto della folla e poi tra i vicoli bui.
    Trascorse così circa dieci minuti, poi un ultimo, rosso, grande botto illuminò il cielo e poi tutto tornò relativamente silenzioso. Alcuni uomini vicino al palco si guardarono, ma non dissero nulla. L'orchestra stava per rimettersi a suonare.
    Fu allora che accadde.
    Un enorme rombo squarciò l'aria, e un lampo inondò il cielo scuro, illuminando tutta la piazza come se fosse stato giorno.
    Oltre alcuni grattacieli si poté intravedere un alone infuocato, e del fumo cominciò a salire. L'aria cominciò a odorare di bruciato, e poi un'altro enorme botto seguì il precedente, ma stavolta era molto più vicino: il palazzo di fronte alla piazza saltò letteralmente in aria.
    I vetri perfettamente lucidati a specchio per l'occasione andarono in frantumi, mille schegge raggiunsero le persone che erano in piedi dalla parte destra dell'albero. Quelle a sinistra furono semplicemente sepolte vive dai detriti che caddero dal palazzo, oppure vennero sbalzati via dall'onda d'urto causata dall'esplosione. In pochi secondi il grattacielo crollò su sè stesso, un pò come quando bisogna demolire un edificio, dalla cima alle fondamenta; come in un film, solamente che lì era tutto vero: il panico si impadronì delle strade, le persone cominciarono a correre impazzite e a gridare. Alcune chiedevano aiuto, altre semplicemente erano impaurite dallo sconvolgente susseguirsi di quegli eventi spaventosi. Tutto era reale, l'aria ora non pareva più così fredda ma era piena di polveri che rendevano difficile la respirazione a quelli che erano vicini al luogo dell'esplosione.
    Il palco fu completamente schiacciato dalla mole del palazzo, che fortunatamente non causò altri crolli agli edifici adiacenti, ma si limitò a causare una cinquantina di morti e un centinaio di feriti. La piazza si stava inesorabilmente svuotando ma la calca spingeva su altre persone per mettersi in salvo, causando altri feriti e morti per schiacciamento. E' incredibile a pensarci cosa può fare la collettività quando teme per la propria vita o quella dei famigliari; un organizzatore cercò di ripristinare l'ordine prendendo il microfono e dicendo: Vi preghiamo di mantenere la calma, signori, è solo un incidente, non c'è nulla da temere... e questo causò ulteriore panico, le parole da usare non erano state scelte con molta cura dal tipo, che fuggì insieme alla gente comune.
    Alcune sirene della polizia si avvertirono in lontananza... ma stranamente nessuno giunse nella piazza entro venti minuti dall'accaduto. Parevano soli a tutti gli effetti. Ma forse era presto per dirlo?

    Shadow era stata tranquilla, cercando di capire chi fosse quello strano ragazzo, e aveva intravisto la faccia pallida di Noctis fra tutte le altre. Ma quando aveva alzato lo sguardo oltre le tste lui era già scomparso, probabilmente impegnato e lei non cercò di rintracciarlo. Quando era accaduto tutto questo, così inaspettatamente, se ne pentì un pò, in un millesimo di secondo pensò che sarebbe stato meglio seguirlo: si mosse velocemente a destra per evitare di venir schiacciata ma aveva perso di vista quel ragazzino, e aveva finito per infilarsi in uno dei vicoli adiacenti alla piazza dalla parte opposta al grattacielo che era crollato. Prese fiato e osservò quel terribile spettacolo, la nube densa di fumo che saliva nel cielo, il panico. Era sconvolta, aveva creduto di poter morire; però almeno per ora era in salvo, si poteva dire lo stesso di Scar? Noctis? Non era esattamente ansia, ma sentiva che il pericolo -e la situazione già catastrofica- non poteva che peggiorare. Perché nessuno si era fatto avanti, dalle autorità che circondavano la piazza e dai pompieri? era oltremodo sospetto in una situazione come quella, che somigliava tanto ad un attacco premeditato. Quel razzo non era un botto, era un segnale? Non aveva ancora risposta, che probabilmente sarebbe arrivata presto.
     
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  12. Jesper Hemming
     
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    Rispose generico alle varie affermazioni dei due, annuendo un paio di volte e dando ragione alle parole del vampiro.
    Ah ecco, ecco.. capito! Che facciamo dici?! Io vorrei restare qui ancora un po, vedere come festeggiano da queste parti.. E poi tra poco dovrebbero esserci i fuochi d'artificio!
    Disse con naturalezza, senza dare a vedere che ci tenesse o meno ma che fosse piu che altro una buona cosa da fare.
    In certi momenti il suo lato infantile veniva allo scoperto, seppur attenuato dalla scarsa capacità che aveva di entusiasmarsi per le cose.

    Meditò sul fatto che a quanto pare quei due avevano deciso di incontrarsi li, pur senza un fine preciso. Fu lieto di constatare di non essere il solo a volersi svagare quella sera e i due mercenari non gli dispiacevano affatto come compagnia.
    Quando Noctis affermò di aver visto un volto familiare, anche lui si girò nella stessa direzione cercando con lo sguardo e domandandosi chi potesse essere, ma non vide nessuno in particolare, ignorando la cosa e rispondendo invece alla sua ultima affermazione.
    Beh se si tratta di essere pronti al peggio, personalmente sono uscito preparato anche stasera, come faccio sempre.. Ma comunque penso che a parlare così porti sfiga un po a tutti, non credi? eheheh.
    Scherzò.

    I tre si allontanarono dalle bancarelle per andare a sedersi sulla panchina indicata da Jesper poco prima proprio di fronte all' albero centrale, ne troppo a destra ne troppo a sinistra.
    E quindi? Com'è che vi conoscete voi due? Io e Noctis.. diciamo che ci siamo conosciuti al Dangerous Beauty, un localino di burlesque a Lullaby davvero niente male!
    Parlò con molta leggerezza, rivolgendosi piu che altro a Scar, non appena si sedettero.
    Nel frattempo ripose in tasca la dozzina di bastoncini di zucchero acquistati, avendo cura di offrirne prima agli altri e poi scartandone e addentandone una.

    La musica si diffondeva allegramente dal palco posto dall' altra parte della piazza e la loro chiacchierata amichevole proseguì per diversi minuti. Di tanto in tanto Jesper veniva colto dalla nostalgia, evocata dalle note familiari diffuse per tutto l' ambiente, rabbuiandosi e sorridendo mentre il flusso di ricordi lo rapiva per brevi istanti. Numerose emozioni che sorgevano, si mescolavano, si confondevano e poi svanivano come nulla fosse, abbastanza vivide da distrarlo, ma non tanto da impedirgli di non darlo a vedere.

    All' improvviso il grande orologio rintoccò le ore dieci e un fastoso spettacolo pirotecnico prese il via.
    Si lasciò incantare dalle luci diffuse nell' esteso sprazzo di cielo nero che li sovrastava, ammirandone le forme e i colori a bocca aperta. Un tizio sospetto passò vicino a loro, urtando Scar e correndo verso un vicolo, ma Jesper non gli prestò molta attenzione, non riuscendo a comprenderne bene le parole per via dei rumori dei botti e del mormorio tutt' intorno, ritornando ad ammirare il cielo.
    Quel momento però durò poco, perchè un incredibile esplosione colse tutti quanti di sorpresa e un altra la seguì, stavolta vicinissima e tanto potente da demolire un intero palazzo. Crollando scatenò il panico schiacciando numerose persone coi detriti.
    A quegli eventi Jesper balzò in piedi e prese a correre verso sinistra, il piu lontano possibile dalle macerie in caduta libera.
    Oh cavolo!...
    Pronunciò solamente, osservando sconcertato lo spettacolo davanti a se una volta che si fossero messi al riparo entro un vicoletto.
    ...Noctis del Malaugurio.. Ma che è successo?!
     
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  13. †Scar
     
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    Nemmeno Shadow sembrava una persona dedita a certi eventi ma Scar era certo che i sensi di Noctis non si sbagliassero. Una capigliatura di un colore tanto insolito, tra l'altro, sarebbe stata parecchio difficile da non notare se si fosse guardato attorno, ma andare a salutare la ragazza era l'ultimo dei suoi pensieri in quel momento. Immerso in quella marea di gente si sentiva sempre più soffocare e non vedeva l'ora di potersi allontanare per prendere un po' d'aria e, magari, allentare la cravatta.
    Io non sono...
    Cominciò ad alta voce, voltandosi di scatto verso il vampiro quando quello osservò che tutti e tre potevano essere definiti dei mercenari, ma si interruppe. Non era il caso di dirlo ad alta voce, come lo stesso Noctis suggerì, quindi velocemente si accostò alla sua spalla e riprese la frase con un sussurro leggermente ringhiato.
    Io non sono un mercenario.
    Lo disse con voce estremamente decisa, il tipico tono di qualcuno che non ammette repliche. Lui non vendeva la sua abilità a nessuno, non l'aveva mai fatto se non in caso di estrema necessità, e il vampiro aveva evidentemente frainteso il senso della sua collaborazione con Vincent nella passata notte trascorsa tra Everbad e Rooms.

    Dopo aver terminato la frase passò dietro le spalle del ragazzo e si andò a posizionare tra lui e Jesper.
    Avanti, Noctis, non così negativo.
    Disse poi sorridendo alla malaugurante frase pronunciata dal vampiro.
    Almeno qui alla vigilia di Natale possiamo sperare in una tregua!
    E ci sperava davvero. Quale creatura avrebbe mai pensato di seminare il panico a Dilagon Square, soprattutto in una notte come quella? Tutto era possibile in quella città, ma anche lì dovevano esserci dei limiti. Seguì i due alla panchina indicata da Jesper e finalmente ebbe un attimo per respirare. La piazza cominciava a svuotarsi, la gente si dirigeva verso i locali per mangiare qualcosa prima di continuare a festeggiare, e i tre avrebbero potuto parlare senza alzare troppo la voce per un po' di tempo... anche se in Scar rimaneva la speranza di potersi allontanare alla volta di un luogo meno affollato.
    Ma davvero? Non vi facevo per niente tipi da locali. Noi ci siamo conosciuti a Everbad, le circostanze non erano troppo piacevoli ma non è stata una brutta serata.
    Disse poi a bassa voce per rispondere alla domanda di Jesper. Già il fatto che si fossero conosciuti a Everbad, se qualcuno l'avesse sentito, avrebbe procurato ai ragazzi diverse occhiatacce, e di certo Jesper avrebbe compreso il perché della risposta vaga di Scar.

    D'un tratto un uomo con una trasmittente in mano passò velocemente davanti a loro e urtò una gamba di Scar, senza nemmeno guardarlo o fare un accenno di scuse.
    Guarda dove diavolo vai!
    Disse lui chiaramente irritato, ma l'uomo si era già dileguato e molto difficilmente l'avrebbe sentito a causa della lontananza e del rumore dei fuochi d'artificio che cominciavano a illuminare il cielo della città. L'aria però fu scossa da un'esplosione ben diversa da quella dei fuochi d'artificio, che richiamò l'attenzione di Scar e lo mise in allarme. A quella, seguì quasi subito un'altro scoppio decisamente più vicino, che demolì un intero palazzo e lo fece crollare sulla piazza.
    Oh cazzo!
    Esclamò scattando in piedi e cominciando a guardarsi velocemente attorno per cercare una via d'uscita dalla piazza che non fosse troppo affollata dai passanti in fuga. Dilagon City era davvero una città senza alcun limite.
    Togliamoci di qui!

    Edit per errori di sintassi.


    Edited by †Scar - 8/10/2013, 19:13
     
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  14. BeLiPu
     
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    La folla continuava a vorticare attorno a lui, mentre era così immerso dalla musica suonata dall' orchestra da non accorgersi neppure che nella piazza stava cominciando a muoversi qualcosa, forse indotto da quello strano fuoco artificale che era stato lanciato nel bel mezzo della canzone.
    Di nuovo il suo sguardo fu catturato da luci multicolori che si espandevano nel cieloo, mente si apprestava a mangiare il suo terzo dolcetto.
    Tutto a un tratto, dopo l' ultimo fuoco d' artificio, un palazzo esplose, e le sue macerie caddero su gran parte dei visitatori.
    Tutto ad un tratto fu molto più chiaro al calcolatore elettronico di H.A.N.S.
    Le varie simulazioni di traiettoria dei pesanti detriti gli permisero di evitare accuratamente di essere colpito dallo scheletro di quel gigante di cmento, e di mettersi al sicuro nel più vicino vicolo. Il tutto tenendo ben saldo il suo sacchetto con i dolci, sua unica fonte di sostentamento per quella sera.
    Vide anche, mentre correva e balzava ora a destra ora a sinistra per evitare folla e macerie che nello stesso vicolo in cui era stata fissata la sua destinazione dal navigatore vi era anche una figura consciuta, ossia la ragazza con la quale prima aveva parlato. Sembrava essere molto agile, almeno quanto H.A.N.S.
    Non sapeva spiegare altrimenti il fatto che si trovasse in quel vicolo prima di lui.
    Probabile altro umanoide alterato. Routine di combattimento in background...
    Una volta arrivato al riparo, avrebbe preso visione del raccapricciante spettacolo che quella vigilia di Natale offriva. La masnada di gente adesso si muoveva convulsamente verso le uscite della piazza, e un grido di terrore si stava riversando per le strade.
    Per rompere l' iniziale silenzio che c' era, H.A.N.S. disse
    Sarà anche il mio primo natale all' estero, ma so per certo che non si festeggia così
     
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    Idevil

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    Il vampiro osservò curioso la risposta di Scar alla sua affermazione, a cui non diede particolare peso.
    L'enigmatico Rosso invece parve infastidito, quasi l'essere catalogato come mercenario fosse un grave affronto alla sua persona.
    Noctis non aveva frainteso più di tanto ciò che era successo quella volta a Everbad, dopotutto anche lui non era propriamente un mercenario, fin'ora nessuno lo aveva mai pagato per tagliare la testa ai suoi parirazza o per strappare il cuore ad un licantropo,
    Ed anche Jesper non era proprio il tipo da "per soldi faccio di tutto".
    Tutti e tre avevano i loro obbiettivi, le loro idee.
    Semplicemente il notturno utilizzava quella parola per indicare i "guerrieri" di Dilagon, combattenti molto diversi tra loro, che si innalzavano dalla massa.
    Tra tutte le persone degne di nota che aveva conosciuto in quella città, il Nibbio era l'unico vero mercenario che aveva incontrato. Il cacciatore tra i cacciatori, la cui pistola era disponibile al miglior offerente.
    Dopotutto da quel poco che aveva potuto comprendere della sua persona, dubitava possedesse legami affettivi, ed anche se li avesse, probabilmente per la giusta somma non si sarebbe fatto scrupoli ad ammazzare amici o parenti.
    Te l'ho detto usando una definizione molto ampia. Per ora fare il cacciatore di mostri non mi ha fruttato molto. Faccio più soldi con il gioco d'azzardo eheh.
    Rise lasciando cadere il discorso se l'altro non avesse risposto.
    Chiedo scusa, è che ho questo pensiero che mi ronza in testa da un po' di giorni ogni volta che esco di casa... Comunque sta sera non è certo la notte giusta per certi pensieri, ogni tanto bisogna svagarsi un poco, giusto?

    E pochi minuti dopo tutto andò a puttane.
    In modo rapido, fulmineo si passò dall'essere ad una spensierata festa di Natale ad
    Ok... Ricordatemi di non fare più previsioni pessimistiche. Mai più.
    Fortunatamente i suoi riflessi gli facilitarono molto il seguire i compagni, cercando una via sicura e pulita per andarsene, pur stando attento allo stesso tempo a evitare i passanti e a schivare, o deviare con la telecinesi, i vari detriti del palazzo appena crollato che stavano piombando sulla piazza.
    Considerato che hanno appena fatto saltare in aria un grattacielo stile 11 Settembre, immagino si tratti di un attacco terroristico di qualche tipo.
    Avrebbe detto non appena si fossero fermati in una qualche area relativamente sicura e calma, in cui decidere il da farsi.
    Che dite, restiamo in zona o cerchiamo di fuggire dal quartiere? Mi vanno bene entrambe, ma personalmente mi piacerebbe vedere come si evolve il tutto, inoltre magari hanno già fatto in modo da impedire l'uscita dal quartiere.
     
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31 replies since 4/10/2013, 21:36   598 views
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