Uno sbarco inaspettato

Amira- Kayth

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  1. Kayth
     
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    La puzza di fumo e il rumore delle onde del mare, questi furono i primi elementi che riuscì a captare Kayth dopo esser rimasto a lungo incosciente. Non sapeva dove si trovava, il buio regnava sovrano e, nonostante il familiare senso di angoscia lo assalisse, decise di farsi coraggio e iniziare a camminare in quel luogo angusto cercando di capire dove si trovava. Dopo svariati minuti comprese che era nella stiva di una nave e, dopo qualche istante, vide una porta aprirsi e due figure avanzare verso di lui dopo aver illuminato a giorno la zona accendendo le luci
    < Ma cos...?>
    non ebbe il tempo di finire la frase, che il più forzuto dei due gli si avventò contro e, dopo averlo preso di peso, iniziò a trasportarlo a mo' di sacco di patate dirigendosi verso l'uscita. I due tizi non fiatarono per tutto il tragitto e Kayth, dal canto suo cercava inutilmente di liberarsi dalla presa, questo finché non fu trascinato all'esterno della nave che in quel momento stava attraccando ad un porto. L'aria non era delle più salubri, tuttavia per il ragazzo era un toccasana rispetto a quella viziata che aveva accompagnato il suo risveglio
    <Mi potet...woooooah>
    i due simpatici marinai non gli permisero nemmeno di formulare la domanda che subito lo lanciarono giù dalla nave facendogli fare un atterraggio tutt'altro che piacevole sul molo.
     
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  2. Amira Hendon
     
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    Quella sera Frank era più triste del solito. Quando lo aveva raggiunto, in quella catapecchia formata a metà tra scatoloni e metà tra scarti di vecchie casse, lo aveva trovato sonnecchiante, nel post-sbornia, immerso nel suo stesso tanfo. Non era stato un bello spettacolo. Oramai andava per i sessant'anni, e diventava difficile per Amira gestire una situazione del genere. Gli aveva portato delle coperte, qualche panino, e aveva perso almeno mezz'ora cercando di farlo alzare per provare a dare una sorta di ripulita al suo giaciglio. Povero Frank. Aveva davvero perso ogni stimolo, passava le giornate a bere e dormire, e non gli importava più di niente e nessuno. Eppure Amira sentiva che c'era ancora qualcosa di vivo in lui. Quando lo aiutava a sollevarsi da terra, percepiva nei suoi occhi la scintilla della vita, l'amore che il contatto con la ragazza gli trasmetteva e magari, sotto sotto, lentamente scavava nel suo cuore cercando di riportarlo alla luce.
    Era sulla via del ritorno adesso, ripensando a quella serata. Stava passando lungo una delle banchine del porto. Una delle navi aveva attraccato da poco, e alcuni uomini si accingevano ad iniziare le operazioni di carico e scarico, quando improvvisamente un rumore ed un grido attirarono l'attenzione della ragazza. Qualcosa era stato lanciato dalla nave, dalla parte opposta rispetto alla zona di carico. Un tonfo tra delle casse, e qualcosa che si muoveva.
    Amira si avvicinò d'istinto, notando verso l'alto come i figuri che avevano lanciato quel "qualcosa" sparivano dalla sua visuale, tornandosene sul ponte della nave. Dunque il suo sguardo fu di nuovo per l'individuo vicino a lei. Era un ragazzo, e nella fioca luce del porto a quell'ora della sera gli sembrò solo un individuo dalla carnagione molto chiara.


    Va... va tutto bene?

    Domandò con calma, cercando di non spaventare il ragazzo. Poteva sembrare una domanda stupida, era ovvio che avesse preso una bella botta, ma più che altro le interessava capire se riuscisse a rimettersi in piedi da solo, e soprattutto se capisse la sua lingua.
     
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  3. Kayth
     
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    Il ragazzo atterrò supino sul molo e questo gli causò un forte dolore alla schiena che, fortunatamente, pian piano si affievolì fino a diventare quasi sopportabile. A quel punto Kayth aprì gli occhi e fissò la nave da cui era stato scaraventato fuori non capendo come ci fosse arrivato lì dentro e, soprattutto, dove ora si trovava. La voce Amira lo distolse dai suoi pensieri così confusi e si mise a sedere con uno scatto mentre poneva lo sguardo verso la ragazza
    <...?>
    le lanciò un'occhiata diffidente e un po' spaventata nonostante ella non sembrasse avere cattive intenzioni; ciò era dovuto alle parole pronunciate da quest'ultima che avevano fatto luce su fatto: non si trovava più in Finlandia a quanto pare
    <D-dove... mi trovare...ehm...trovo?>
    le domandò infine titubante utilizzando la medesima lingua con una marcata cadenza finlandese mentre, aiutandosi con le braccia tremanti, si mise in piedi. Attese quindi una risposta da parte di Amira e intanto il suo sguardo analizzava lo scenario squallido e cupo che gli si presentava. No, di certo quel luogo non faceva parte dello stato dalle candide nevi e dall'aria estremamente pura e salubre.
     
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  4. Amira Hendon
     
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    Come aveva intuito, la voce dello sconosciuto le confermò che si trattava di uno straniero, probabilmente giovane quanto lei.

    Non sai dove ti trovi!?

    Chiese molto sorpresa, ma lasciando poi cadere lì la domanda quando si accorse che il ragazzo doveva aver accusato il colpo, a giudicare da come gli tremavano le braccia. Gli si avvicinò senza pensarci quando vide che si stava alzando, per aiutarlo, anche se dopotutto sembrava non ce ne fosse tanto bisogno.

    Questo è il porto di Dilagon City, mi pare di capire che ti abbiano buttato giù da quella nave... -alzò per un attimo lo sguardo, piegando il braccio attaccato al corpo e puntando solo l'indice verso l'alto- Eri salito clandestinamente?

    Domandò infine come se nulla fosse. Nel suo tono non vi era accusa, né una particolare curiosità, sembrava solo essere una domanda volta a confermare una constatazione. Ora che poteva osservarla, oltre al consueto abbigliamento, Kayth avrebbe notato una borsa a tracolla, molto larga, che le cadeva fin lungo le ginocchia. A giudicare dal rigonfiamento sembrava anche abbastanza piena, anche se non doveva pesare molto.
     
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  5. Kayth
     
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    L'atteggiamento sorpreso che l'altra palesò lo lasciò alquanto perplesso e, alla sua domanda, si limitare a scuote il capo in segno di diniego. Ora che era a pochi passi dalla ragazza ne poté studiare l'aspetto constatando che ella doveva essere all'incirca una sua coetanea
    <Dilagon City?... Mai sentita nominare...>
    mormorò quando l'altra gli rivelò la sua posizione mentre lui era intento a togliere la polvere dal suo cappotto grigio chiaro imbottito di pelliccia che gli arrivava fino alle ginocchia
    <Clandestino...>
    socchiuse gli occhi e sorrise amaramente a quella domanda per poi scuotere nuovamente il capo
    <No di certo...tuttavia non ricordo nulla...>
    sbuffò ostentando un'espressione cupa e pensierosa al tempo stesso e mise le mani nelle tasche laterali del cappotto
    <Grazie per le informazioni, ora se vuoi scusarmi...dovrei andare a parlare con il capitan...>
    si bloccò notando che i due tizi che l'avevano gettato via si erano messi a guardia della nave e lo fissavano con aria minacciosa
    <...>
     
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  6. Amira Hendon
     
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    Amira seguì lo sguardo del ragazzo, che andò ad individuare nuovamente le due figure che aveva intravisto anche lei poco prima. Si trovavano all'estremità superiore di una rampa che collegava la banchina con il ponte della nave. Erano a braccia conserte, e sembravano stare lì proprio con l'intento di non lasciar passare nessuno. Tra loro ed il ragazzo con cui stava parlando poi, sembrava proprio non correre buon sangue, tant'è che egli stesso aveva smesso improvvisamente di parlare notando le occhiatacce dei due.

    Mi sembra evidente che c'è qualche problema. Non è buon segno il fatto di non ricordare nulla, potresti aver preso qualche brutta botta alla testa, sarebbe il caso di farla controllare, non credi?

    Il ragazzo aveva accennato poi ad un capitano, certo, il capitano della nave. Quindi forse non era un clandestino, ma solo qualcuno a cui era capitata la giornata storta, e quel tale capitano avrebbe potuto fornire qualche spiegazione.

    Beh allora andiamo, se vuoi ti accompagno... è tutto ok?

    Domandò notando l'improvvisa esitazione del coetaneo.
     
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  7. Kayth
     
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    Non rispose subito alla ragazza, l'occhiataccia dei due uomini gli aveva dato da pensare e, dopo alcuni secondi, ecco che una scintilla gli brillò negli occhi, nemmeno avesse avuto l'illuminazione del secolo
    <Non è necessario... credo di aver capito cos'è successo
    disse ponendo lo sguardo su Amira rimanendo del tutto impassibile all'apparenza. Si portò la mano sinistra ai capelli e con tono distratto iniziò a giocherellare con una ciocca
    <Grazie per l'offerta ma credo sia inutile...se son stato gettato via vuol dire che era stato loro ordinato così...>
    le rivolse un sorriso amaro per poi scuotere il capo
    <C'è qualche luogo sicuro dove potersi rifugiare in questa...Dilagon City?>
    le domandò mentre iniziava a fare qualche passo lento per sgranchirsi un po' le gambe che gli si erano irrigidite
    <Mi va bene...anche non so un ponte...non ho nessun avere di valore qui con cui pagare...>
    aggiunse volgendosi verso di lei ostentando uno sguardo neutro e quasi imperscrutabile continuando a giocherellare con i capelli con la mano sinistra e tenendo la destra in tasca.
     
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  8. Amira Hendon
     
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    Amira si sentì nel posto giusto al momento giusto. Non sapeva nulla di quel ragazzo, dall'aspetto innocente, soltanto che era stato letteralmente lanciato in quella città ed ora non aveva niente e nessuno. Nella sua mente non passò alcun tipo di sospetto, l'evidenza della situazione le era bastata.

    Mi dispiace, ma vedi, non è facile trovare un posto sicuro tra queste strade. Non posso nemmeno portarti a casa con me, perché a dir la verità, non ho una casa mia, solo un posto in cui sono benvoluta, ma che non mi appartiene.

    Abbassò lo sguardo, non tanto perché stesse pensando ad una qualche soluzione, quanto per l'imbarazzo nel non sapere come risolvere la situazione dello sconosciuto.

    Ma... non ti preoccupare, ti farò compagnia finché non troverai una sistemazione! Per tutto il tempo che ci vorrà! E comunque qui al porto non troverai nulla di buono, conviene girare un po' verso l'interno della città, ti va?

    La banchina era immersa nell'oscurità. L'umidità aveva creato una sorta di nebbiolina che di tanto in tanto si alzava fin quasi alle ginocchia. L'odore del mare era pungente, e dietro di loro i magazzini scuri creavano uno sfondo tetro ed inquietante. Per andare via di lì, avrebbero dovuto attraversare il molo e le strade interne del porto. Sarebbe stata una bella camminata fino all'arrivo alla città vera e propria.
     
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  9. Kayth
     
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    Smise di giocherellare con i capelli non appena ella si apprestò a risponderle e, come si aspettava, non gli sarebbe stato tanto facile vivere una vita, se non pacifica, almeno in parte tranquilla in quella così scura città
    <N...non c'è bisogno che trovi giustificazioni, me la caverò>
    le disse scrollando le spalle e, vedendola abbassare lo sguardo sospirò appena le lanciò un'occhiata dubbiosa che, si trasformò in pura perplessità, quando ella propose di stargli accanto finché non si fosse sistemato. Kayth rimase immobile per un paio di secondi prima di incominciare a mormorare tra sé e sé
    <No...di certo...non...avrò capito mal...>
    arrestò quel flusso così confuso di borbottii quando si ricordo che l'altra gli era vicino e sicuramente l'aveva sentito
    <Ehm...come hai detto? Interno?...
    si morse il labbro assumendo un'espressione vagamente ansiosa e irrequieta
    <E'... molto caotica questa Dilagon City?... >
    le domandò con voce lievemente incrinata e con sguardo un po' tremante che non nascondeva di certo il suo stato d'animo a quella prospettiva proposta da Amira.
     
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  10. Amira Hendon
     
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    Amira colse le preoccupazioni che trasparivano dallo sguardo e dai gesti di Kayth, nonché dalla sua voce.

    Non temere, magari non sarà così difficile. Conosco tante persone che hanno avuto delle difficoltà all'inizio, ma adesso se la cavano alla grande, tranquillo!

    Gli si avvicinò, toccandogli lievemente il braccio con una mano. Ai suoi occhi Kayth sembrava preda dello sconforto, e lei non ci vedeva nulla di pericoloso nel cercare di tirarlo su e dargli una mano.

    Il mio nome è Amira.

    Aggiunse, mentre iniziava ad incamminarsi verso la strada del porto, per lasciarsi alle spalle la banchina e quella nave da cui Kayth era sceso. Anche se all'inizio aveva detto di non ricordare nulla, poi aveva aggiunto che forse aveva capito cosa era successo. Forse la botta presa nella caduta lo aveva stordito per qualche secondo, ed ora stava ricominciando a ritrovare lucidità. Man mano che camminavano l'oscurità avrebbe svelato pezzo per pezzo la strada da percorrere. Amira si augurò soltanto di non fare brutti incontri.
     
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  11. Kayth
     
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    Si rese subito conto che l'altra aveva colto la sua agitazione, visto che ella si era affrettata nuovamente a rassicurarlo. Anche se ciò, di certo, non bastava a farlo rimanere calmo, si sforzò di apparire almeno un po' più calmo così da rassicurare a sua volta la ragazza
    <Ottimo allora...>
    si limitò a dire all'affermazione si Amira, giusto per farle capire che aveva ascoltato le sue parole. Quando lei gli toccò il braccio sobbalzò sorpreso da quel semplice gesto che implicava il contatto fisico che non fosse un pugno o un calcio. Un po' in imbarazzo per la sua reazione improvvisa si affrettò a sorridere lievemente
    <Piacere, Kayth>
    Effettuate le presentazioni e, vedendo che Amira si stava incamminando, si apprestò a seguirla rimanendo qualche passo dietro, completamente in silenzio mentre lo sguardo era fisso sulla strada onde evitare di inciampare come un completo idiota
    <Cosa si fa per vivere qui?>
    le chiese infine spezzando quel silenzio imbarazzante che si stava via via creando sempre più e che lo metteva estremamente a disagio. Ciò risultava esser per lui alquanto di strano visto che di solito adorava il silenzio ma, di certo, ciò era dovuto alla situazione in cui si ritrovava.
     
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  12. Amira Hendon
     
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    Amira si era ritrovata a camminare davanti senza nemmeno accorgersene. In quel momento la sua attenzione era troppo presa dal cammino che si apprestavano a percorrere. Era buio, si trovavano al porto, che di certo non era un ambiente affollato, ed i brutti ceffi potevano trovarsi dietro ogni angolo. La voce di Kayth le fece rendere conto che forse aveva affrettato troppo il passo. Rallentò leggermente, voltandosi a guardarlo mentre parlava.

    Oh, di tutto. Molte persone sono disposte a scendere a qualsiasi compromesso pur di soddisfare i propri desideri, altri invece riescono a mantenere un po' di amor proprio.... ma forse tu ti riferivi a qualcosa di un po' più concreto e meno filosofico!

    Fece una breve risata, anche abbastanza spontanea. In quei giorni si era abituata così tanto a dei sorrisi di circostanza dinanzi ad individui dalla mente contorta e dai modi sicuramente poco educati, che raramente se ne concedeva di sinceri.

    Qualche lavoretto qua e là sarà pur possibile trovarlo, hai mai lavorato nel posto da cui vieni? A proposito, da dove vieni?

    Avevano oramai abbandonato la banchina e vagavano per le strade del porto. Ogni tanto un lampione aiutava a tenere d'occhio la strada. Ancora una cinquantina di metri, poi avrebbero dovuto svoltare su una vita più grande che puntava a nord, verso la città.

    Fammi sapere se vuoi movimentare la role o possiamo continuare a chiacchierare;)
     
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  13. Kayth
     
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    La risposta della ragazza non gli piacque per nulla e, ciò sarebbe visibile sul suo volto se non fosse per il buio celava il tutto oltre, ovviamente, l'esser dietro Amira
    <Ehm...si precisamen...precis...
    si morse il labbro irritato
    <... Precisamente>
    riuscì a dire infine, ostentando una certa soddisfazione e sollievo per esser riuscito a pronunciare quella dannata parola. Intanto nella sua mente incominciava a delinearsi un quadro alquanto spiacevole di Dilagon City, come una delle grandi città da sempre malviste nel paesino in cui viveva fino a pochi giorni fa
    <Lavoretti....mh capisco... No, non ho mai lavorato nel vero senso della parola ma so, almeno...sapevo come sopravvivere...ma qui mi sarà impossibile andare a caccia o cose del genere...>
    constatò lanciando un'occhiata all'ombra della grande metropoli che via via incominciava ad incutergli un certo senso di disagio e timore
    <Finlandia... un paesino al nord... Tu invece? Originaria del posto?>
    le domandò anche se solo per cortesia, visto che tutte le domande stavano vertendo su di lui, ad eccezione di quelle che riguardavano la città.
    Per me è indifferente, forse conviene movimentare un po' perché Kayth è uno che ha pochi argomenti nel repertorio ^^'
     
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  14. Amira Hendon
     
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    Ho generato un incontro... non l'ho nemmeno forzato ostile, ma è uscito comunque antipatico ed è molto forte.... XD


    Amira era concentrata a tenere gli occhi sulla strada, ma intuì di nuovo una certa agitazione nella voce di Kayth.

    Finlandia?! Non lo definirei semplicemente un paesino al nord... è dall'altra parte del mondo!

    Esclamò divertita, forse Kayth non aveva avuto modo di rendersene conto, ma evidentemente o non sapeva o non gli importava poi molto, che il posto in cui si trovava adesso fosse a sud dell'Australia, quindi realmente dall'altro capo del mondo. Doveva essere rimasto su quella nave per settimane, se era giunto dalla Finlandia solo tramite mare. Non si preoccupò però di mettersi a spiegare dove si trovassero di preciso, il ragazzo lo avrebbe imparato da solo, o al massimo, se desiderava maggiori specifiche, avrebbe aspettato che fosse stato lui a chiederle.
    I loro passi li portarono sulla strada che conduceva a nord. Amira avrebbe giurato di trovarsi da un'altra parte, su uno stradone ben più trafficato e che portava su una via che lei conosceva. Invece si erano ritrovati in un'altra via poco illuminata, con una grande strada ma praticamente deserta. Ai lati vi erano dei marciapiedi e vari magazzini scuri, chiusi e recintati, a susseguirsi uno dopo l'altro. Adesso, davanti a loro ma praticamente all'orizzonte, era possibile scorgere le luci dei grandi grattacieli del centro più ricco di Dilagon City. Troppo lontani per loro, ma quantomeno utili, visto che indicavano la direzione giusta per raggiungere la città. Anche se la via era sconosciuta, la direzione dunque era giusta, e tanto valeva proseguire invece di perdere tempo a cercare l'altra strada. I due quindi continuarono a camminare, Kayth seguiva Amira, che ora gli si era definitivamente affiancata. Stavano camminando da qualche minuto, quando qualche piccolo rumore, simile ad un crepitio, attirò la loro attenzione. Sembrava provenire da tutt'intorno a loro. Amira inizialmente aveva pensato a qualche topo, ma quando il rumore iniziò a farsi più frequente, e soprattutto quando divenne così omogeneo da tutte le direzioni, la ragazza si fermò, toccando per il braccio anche Kayth. Si guardò attorno, e dopo una prima occhiata in cui non vide nessuno, improvvisamente, alla loro destra, un individuo era appoggiato ad una delle recinzioni metalliche di un magazzino. Era vestito con un lungo impermeabile, con un cappuccio a coprirgli il volto. Le ombre della strada contribuivano a celare il suo aspetto, anche se sembrava di sesso maschile, alto quasi due metri. Era stato strano, perché sembrava praticamente comparso dal nulla, un attimo prima non c'era. Una voce giunse dallo sconosciuto.


    Salve ragazzini, vi siete persi?

    La sua voce era cavernosa, come se provenisse dalle profondità della terra. Era a braccia conserte, e non si era mosso di un millimetro, ma Amira e Kayth avrebbero potuto percepire il suo sguardo su di loro.

    I dati del PNG li trovi sia nel riepilogo delle quest nella tabella in alto sia nella tua pagina delle role del tool.

    Immondo Inumano Antipatico

    Punti Vita: 48
    Punti Difesa: 15

    Maestria a Mani Nude
    Danno: 10
    Punti difesa necessari a schivare: 8

    Maestria con Armi Bianche
    Danno: arma+4
    Punti difesa necessari a schivare: 6

    Maestria con Armi da Fuoco
    Danno: arma+2
    Punti difesa necessari a schivare: 7

    Potere Psionico
    Danno: 19
    Punti difesa necessari a schivare: 7

    Bonus ai punti difesa per schivare: +4
    Riduzione del danno: +5
     
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  15. Kayth
     
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    Viva la mia fortuna XD

    Pian piano si erano, quindi, lasciati alle spalle il porto e quella maledettissima nave che aveva svolto la funzione di traghetto verso quel luogo dove bisogna lasciare ogni speranza, ma questo Kayth ancora non lo sapeva
    <..Addirittura? Fantastico>
    borbottò con tono amaro in risposta al commento divertito dell'altra, non trovandoci nulla da ridere su ciò che era successo. Affidandosi a lei, giunsero presso uno strada deserta e poco illuminata che subito lo fece rabbrividire e gli causò un marcato stato di angoscia. I loro passi quasi riecheggiavano mentre pian piano avanzavano e, ognuno di essi, sembravano essere un tonfo al cuore per il ragazzo. Non si sarebbe mai abituato ad un luogo del genere e sperava con tutto il cuore che, dove vi erano le luci di edifici mai visti, ci fosse un posto adatto a lui. Tutto ad un tratto gli giunse la voce dell'inumano che lo fece sobbalzare per lo spavento. Era certo che non ci fosse nessuno oltre a loro in quella strada. Non gli rispose, non sapendo bene come gestire la gente del luogo e quindi rimase in silenzio sperando che Amira se la cavasse meglio di lui nei rapporti interpersonali.
     
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20 replies since 20/7/2014, 13:32   437 views
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