Homo homini lupus.

Jason O'Connor - Andy Stinson

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  1. Max Italiano
     
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    Homo homini lupus




    Il sole era calato da qualche ora, e dal primo momento di buio, puntuale come un orologio svizzero, Jason aveva iniziato i suoi sporchi affari nella speranza di guadagnare un po' di soldi, ma non tutto era andato come doveva andare, anzi, diciamo che nulla era andato per il verso giusto: al vampiro era stato affidato l'incarico di eliminare un certo Frank Stillman, un ciccione dall'aria poco sveglia che si aggirava per l'east side. Jason non aveva avuto problemi a freddarlo e nascondere il suo corpo fra la spazzatura ma i problemi dovevano ancora arrivare.
    Infatti quando Jason tornò da Paul, il tizio che gli aveva offerto il lavoro, per prendersi il suo sporco gruzzolo (poche centinaia di dollari) la situazione iniziò a complicarsi.
    Paul disse che in quel momento non aveva i soldi ma che l'avrebbe pagato presto ma Jason, già seccato di suo a causa della sete di sangue, alzò leggermente il tono di voce sbattendo un pugno sul tavolo.
    Paul lo liquidò ricordandogli che si sarebbe fatto sentire. Le solite storie già sentite.
    Jaosn uscì dal locale che era popolato solo da scarti della società e signorine dal bell'aspetto, ma subito dopo, colto nuovamente dall'ira rientrò e pensò bene di colpire in faccia il povero paul con un bel pugno.
    Alla vista del sangue però, il vampiro perse la ragione e piantò tre buchi nel petto del poveretto per poi nutrirsi rozzamente del suo sangue.
    Ovviamente nel locale si era creata un po' di agitazione.
    Le persone si erano ammassate verso l'uscita nell'intento di uscire ma la porta era troppo piccola per permettere la fuga a tutti quanti assieme.
    Jason, dopo essersi preso i suoi tempi, uscì dal locale lasciando Paul dissanguato e più freddo del normale, poi notò una grossa macchia di sangue sul suo abito.
    Era meglio sbarazzarsi di quei vestiti, quindi andò velocemente verso Housing.
    Arrivato, si guardò intorno.
    Edifici decadenti, abbandonati.
    Strade deserte o quasi. Il posto perfetto per far sparire un oggetto.
    Il vampiro entrò dentro una casa: mancava la porta e il tetto era caduto lasciando ai possibili abitanti una splendida vista del cielo notturno di Dilagon City, perennemente coperto da orribili nuvoloni.
    L'edificio era vuoto, spogliato anche dei mobili che conteneva.
    Jason si sfilò l'abito, si abbassò verso un angolo e lo appoggiò al suolo, poi prese un accendino dalla tasca sinistra dei pantaloni e accese la stoffa per poi alzarsi e osservare il vestito mentre bruciava.
    Il fumo sarebbe stato visibile anche all'esterno dell'edificio poichè il tetto, come ho già detto, mancava.
     
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    Continuavo a guardare lo schermo del cellulare mentre camminava tra le strade di Dilagon City per raggiungere il quartiere indicatomi da Chris. Non capivo il motivo di tanta segretezza. Perchè non rispondere ai messaggi o alle chiamate? Sbuffai mentre camminavo per le fredde strade della città.
    Molto probabilmente non si trattava affatto di segretezza o roba del genere. La cosa più probabile era che Chris fosse troppo impegnato per riuscire solo a sentire la suoneria del telefono. Infondo non ci voleva molto per distrarre quel ragazzo. Bastava una bella ragazza o un'insegna di un locale particolarmente elaborata. E subito si dileguava. Era fatto così, e ormai me ne ero fatto una ragione.
    L'unica cosa che mi dava da pensare era il luogo in cui mi aveva dato appuntamento: Housing. Era uno dei quartieri della zona vecchia. Era parecchio distante da Jerton, dove sia io che Chris abitavamo. Perchè farmi fare tanta strada? Sarebbe stato molto più comodo ritrovarci nel nostro quartiere. Ma cosa ci dovevo fare? Chris era un ragazzo molto particolare, non sarei mai riuscito a capirlo fino in fondo.
    Accelerai il passo. Avevo ancora molta strada da fare e avrei dovuto muovermi se volevo arrivare là in tempo.

    [...]


    Finalmente ce l'avevo fatta. Ero entrato nel quartiere di Housing. A dire tutta la verità, ero arrivato un po' in ritardo visto che il sole era già calato da diversi minuti. Ora non mi restava che solo una cosa da fare: trovare Chris.
    Più camminavo e più mi addentravo nelle vie di quel posto, ma il paesaggio sembrava rimanere immobile ed immutato. Erano presenti una miriade di palazzi diroccati. A prima vista tutta quella zona sembrava abbandonata, ma ogni cittadino di Dilagon City sa che c'è molto di più dietro alle apparenze. Probabilmente gli abitanti di quel luogo preferivano solo non farsi vedere.
    Una casa attirò la mia attenzione più delle altre. Non per l'aspetto disastroso, visto che era una caratteristica comune anche alle altre, ma per un leggero strato di fumo che usciva dal tetto. La mia prima impressione fu che quello derivasse da un camino, ma poco a poco la spirale di fumo diventava sempre più intensa e nera.

    - Oh, cazzo!! Un incendio!! -

    Corsi immediatamente verso l'entrata della casa, ma l'entrata non c'era. Infatti sembrava che la porta fosse stata letteralmente sradicata. Quello poteva essere un indizio che quella casa fosse disabitata, ma forse qualche senza tetto o ragazzino erano lì dentro. Dovevo agire.

    - Ehi!! C'è qualcuno?? -

    Nessuna risposta, ma questo non frenò il mio istinto di entrare. Qualcosa mi diceva che c'era qualcuno lì dentro.
    Ispezionai la prima stanza, ma niente. Poi la seconda, ma anche questa fu un buco nell'acqua. Successivamente ne provai un'altra, ed eccolo. Un signore, molto più grande di me per età ma non per statura, rimaneva fermo davanti ad un piccolo fuocherello. Nonostante le fiamme fossero vive, non erano molto alte.
    Mi avvicinai al fuoco e presi a calpestarlo fino a che le fiamme non si fossero completamente dileguate. Ci volle un po', ma alla fine prevalsi su quell'elemento.
    Ero spossato e completamente ricoperto di sudore, un po' a causa del calore e un po' a causa del movimento. Nonostante il fiatone, mi rivolsi al signore ancora presente nella stanza.

    - Meno male che capitavo da questi parti -
     
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  3. Max Italiano
     
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    Ad un tratto una voce rimbombò nell'edificio spoglio di mobili.

    - Ehi!! C'è qualcuno?? -

    Istintivamente Jason portò una mano sui pantaloni, in corrispondenza della sua fedele Glock regalatagli dal padre. Possibile che la polizia fosse stata allertata e l'avesse rintracciato in così poco tempo? Improbabile.
    Subito si palesò una figura alle sue spalle, il vampiro si girò circa di 45 gradi verso di lui scrutandolo, pronto a estrarre l'arma.
    Era un ragazzo sulla ventina, piuttosto snello, non sembrava essere una minaccia, ma si sa, sempre meglio non fidarsi.
    Il ragazzo non sembravainteressato a Jason poichè si fiondò sull'abito in fiamme e iniziò a calpestarlo con vigore nell'intento di spegnerlo e in pochi istanti, infatti, ci riuscì.
    Jason stava immobile, accanto al ragazzo e osservava le sue mosse senza capire. Che voleva da lui?
    Poi lo strano tizio disse qualcosa rivolgendosi a Jason.
    - Meno male che capitavo da questi parti -

    L'anziano lo guardò negli occhi e si grattò il mento, restando calmo e freddo. Si era appena nutrito di buon sangue, non si sarebbe spazientito facilmente.
    Con la sua solita classe, ma senza perdere la sua caratteristica schiettezza che talvolta sfociava in un accenno di maleducazione si rivolse al ragazzo vicino a lui.

    <<senza offesa ragazzo ma... che cazzo ti salta in mente?>>

    Il vampiro rimase in silenzio, in attesa di una risposta.
     
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    L'uomo rimaneva immobile senza dire niente. Mentre riprendevo fiato, alzai leggermente lo sguardo verso il soffitto. Un grosso buco era presente sul tetto. Sicuramente era passato di lì il fumo di quel piccolo fuocherello.
    Improvvisamente l'anziano decise di aprire bocca.

    - senza offesa ragazzo ma... che cazzo ti salta in mente? -

    Rimasi letteralmente senza parole. Che cosa voleva dire? Ero un eroe! Avevo salvato una casa da un incendio certo e avevo salvato anche lui.
    Dopo pochi istanti un dubbio attraverso la mia mente. E se non fosse stato così? Abbassi gli occhi sui resti del fuoco. Ormai le fiamme avevano quasi completamente distrutto quell'oggetto, ma ancora si riusciva ad intuire cosa fosse: una maglietta, una camicia o forse una giacca.
    Nuove domande iniziarono a frullare nella mia testa. Chi era quel tipo? E cosa stava facendo qui? Forse affrontare la questione direttamente non sarebbe stata una buona idea. Era meglio girarci intorno.

    - Scusa, amico! Ho visto il fumo da fuori la casa e pensavo ci fosse un incendio... -

    Non ne capivo il motivo, ma non riuscivo a sostenere lo sguardo dell'uomo. C'era qualcosa di strano in lui, forse il suo sguardo o il tono della sua voce. Speravo solo di non essermi cacciato nei guai.

    - Veramente, non intendevo dar fastidio... -
     
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  5. Max Italiano
     
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    L'espressione fiera del ragazzo mutò velocemente, poi abbassò lo sguardo. Jason aveva intuito che non voleva mettersi nei guai e non era neanche sua intenzione prendersela con uno sconosciuto per così poco.
    Poi il ragazzo incuteva simpatia, non sarebbe stato carino essere scortese con lui.

    - Scusa, amico! Ho visto il fumo da fuori la casa e pensavo ci fosse un incendio... -

    Ecco la risposta che confermò l'ipotesi di Jason. Quel tizio si trovava lì solo per caso, era entraro solo per assicurarsi che nessuno si fosse fatto del male e per scongiurare un possibile incendio.
    Il vampiro accennò un piccolo sorriso mentre con il piede destro copriva i resti del suo abito con la cenere presente a terra.

    << Non preoccuparti ragazzo, il tuo comportamento è comprensibile, ma ricorda che impicciarsi in affari che non ci riguardano in prima persona può risultare pericoloso in questa città>>

    A questo punto Jason si voltò completamente verso il ragazzo, incrociando le braccia e scrutandolo dalla testa ai piedi come per fare im'analisi accurata dell'individuo che aveva difronte.
    Il vampiro si grattò la nuca stando in silenzio. <<mh..>>

    - Veramente, non intendevo dar fastidio... -

    << Oh, ora basta scusarsi, è acqua passata... piuttosto... che ci fai da queste parti da solo, per di più di notte?>>

    Jason ridacchiò guardandosi intorno. Il quartiere in cui bazzicavano i due non era per nulla affascinante o rassicurante.
    Le poche luci provenivano dalle poche case ancora abitare mentre il resto del quartiere era completamente al buio.
    Le rovine delle case ormai decadenti proiettavano a terra inquietanti ombre e il leggero vento che entrava dalle crepe nei muri creava fischi fastidiosi e costanti che non promettevano nulla di buono.
    Jason non aveva un impiego per la notte, avrebbe avuto piacere a conversare un po' con il ragazzo e la sua curiosità continuava a crescere lentamente dentro di lui.
    Il fumo si era dissolto ormai nel buio della notte lasciando all'interno della stanza ancora un leggero odore di bruciato.
    La temperatura era nuovamente calata tanto che dalla bocca dell'umano, quando respirava, si potevano notare delle nuvolette di vapore acqueo fuoriuscire.
    Il vampiro invece, essendo completamente freddo, non produceva alcuna nuvoletta.
    La notte era ancora lunga, chissà cosa aveva in serbo per i due la cara vecchia Dilagon City, città pericolosa ma ricca di opportunità.
     
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    I miei nervi erano tesi. Non sapevo chi era quell'uomo e non potevo ipotizzare quale poteva essere la sua reazione. Trattenni il respiro fino a quando l'anziano non aprì la bocca.

    - Non preoccuparti ragazzo, il tuo comportamento è comprensibile, ma ricorda che impicciarsi in affari che non ci riguardano in prima persona può risultare pericoloso in questa città -

    L'avevo scampata bella. Chissà quanti malati di mente c'erano in quel luogo. Fortunatamente avevo incontrato una persona normale. O almeno così speravo.
    Anche quando provai a prolungare le scuse, l'uomo cercò di rassicurarmi. Potevo essere sicuro che non voleva farmi del male, altrimenti lo avrebbe già fatto. Anzi sembrava incuriosito dal motivo per cui mi trovavo lì.

    - mh..Oh, ora basta scusarsi, è acqua passata... piuttosto... che ci fai da queste parti da solo, per di più di notte? -

    - Dovevo incontrarmi con un mio amico, ma sono arrivato in ritardo... -

    Anche se l'uomo aveva dimostrato di non avere brutte intenzioni, non riuscivo comunque a rilassarmi. Persisteva in me una strana sensazione, ma molto probabilmente era solo l'adrenalina dovuta al combattimento con il fuoco.
    Chiuso quell'episodio, ora dovevo riprendere in considerazione il motivo principale per cui ero lì: incontrare Chris. Tuttavia quel quartiere stava dando le sue sorprese. Forse un paio di occhi in più avrebbero fatto comodo in quell'occasione.
    Indicando con il dito la porta di uscita alle mie spalle, avanzai una proposta all'uomo.

    - Di sicuro è ancora là fuori. Mi aiuteresti a cercarlo?? -
     
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  7. Max Italiano
     
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    Il ragazzo proferì nuovamente parola mentre Jason lo ascoltava attentamente.

    - Dovevo incontrarmi con un mio amico, ma sono arrivato in ritardo... Di sicuro è ancora là fuori. Mi aiuteresti a cercarlo?? -

    Jason osservò il punto indicato dall'uomo che corrispondeva con l'uscita della stanza.
    Normalmente il vampiro evitava di impicciarsi negli affari altrui poichè il 90% delle volte portavano dei guai ma vista la situazione avrebbe accettato la sua proposta, un po' perchè non c'era nulla da fare, un po' perchè aveva appena eliminato quello stronzo che gli offriva qualche lavoretto sottopagato e ora Jason aveva bisogno di nuovi alleati, e poi, se il ragazzo si fosse dimostrato idoneo avrebbe anche potuto proporgli di unirsi a lui per riformare l'organizzazione fondata da suo padre e poi scomparsa a causa degli scontri con altre famiglie, ma ora il vampiro stava già divagando troppo.
    Tornò lucido dopo qualche secondo passato a riflettere. Inarcò un spracciglio guardando nuovamente il ragazzo in volto.
    << Perchè no... sempre meglio stare in compagnia in questi posti..>>
    Mentre stava già per avviarsi verso l'uscita della piccola stanza ancora avvolta dall'odore di fumo, Jason si ricordò una sbadatezza imperdonabile, decisamente non da lui, si era dimenticato di presentarsi.
    Si voltò un'ennesima volta verso il ragazzo porgendogli la gelida e leggermente rugosa mano, contornata da strane macchioline marroni tipiche delle persone di una certa età.
    << Dannazione, sto perdendo colpi! Perdonami, non mi sono presentato, io sono Jason>>
    Un sorriso sciupato si fece largo sul viso del vampiro che fissava coi suoi occhi azzurri l'individuo davanti a se, aspettando che gli stringesse la mano.
    Se gliel'avesse stretta, poi si sarebbe nuovamente voltato e si sarebbe diretto fuori dall'edificio che di tanto in tento faceva dei cupi rumori, forse di assestamento poichè ogni tanto cadevano a terra piccoli frammenti di cemento appartenenti agli ultimi rimasugli di tetto presenti nella palazzina.
    << Ci conviene affrettarci, o il tuo amico inizierà a preoccuparsi!>>
     
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    - Perchè no... sempre meglio stare in compagnia in questi posti.. -

    L'uomo aveva accettato la mia proposta e aveva deciso di unirsi a me nella ricerca del mio amico Chris.
    Ci incamminammo verso l'uscita di quella casa, o meglio ciò che ne restava. Il buco sul soffitto non era sufficiente ad arieggiare abbastanza quel luogo, tanto che il fumo ancora impregnava l'aria di quell'ambiente.
    Prima di raggiungere l'aria aperta, l'uomo si fermò, rivolgendosi verso di me.

    - Dannazione, sto perdendo colpi! Perdonami, non mi sono presentato, io sono Jason -

    Tese la mano verso di me e io non aspettai un secondo prima di afferrarla. Stranamente, la sua mano era congelata. Infondo fino a poco tempo prima si trovava al chiuso, davanti ad un fuocherello. Come faceva ad essere così freddo? Sembrava quasi di toccare un cadavere.
    Solo una cosa fece scacciare quei pensieri. Vedere i suoi occhi azzurri che mi fissavano. Non so perchè, ma ogni volta che ero a disagio parlavo troppo.

    - Piacere, io mi chiamo Andy...
    In realtà il mio nome è Andrew, ma sai com'è, tutti mi chiamano così...
    Fin da piccolo ho questo soprannome...
    Infondo mi piace, ma non è il mio vero nome...perchè il mio nome è Andrew... -


    Ok, forse era giunto il momento di smetterla. Ed a giudicare anche dalle parole di Jason, sembrava anche lui la pensasse così.

    - Ci conviene affrettarci, o il tuo amico inizierà a preoccuparsi! -

    Uscimmo dalla palazzina, per ritrovarci ancora una volta per le strade di Housing. Una vampata di aria fresca diede finalmente sollievo ai miei polmoni, ma dovevo concentrarmi su altro. Chissà dove diavolo si era cacciato Chris?! Per lo meno adesso non ero solo a cercarlo, anche se non riuscivo a fidarmi totalmente dell'uomo. Probabilmente era solo una questione di feeling, se l'avessi conosciuto meglio tutto quelle strane sensazioni sarebbero cessate.

    - Jason, tu invece cosa ci facevi da queste parti?? -
     
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  9. Max Italiano
     
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    - Piacere, io mi chiamo Andy...
    In realtà il mio nome è Andrew, ma sai com'è, tutti mi chiamano così...
    Fin da piccolo ho questo soprannome...
    Infondo mi piace, ma non è il mio vero nome...perchè il mio nome è Andrew... -

    Jason si lasciò scappare una risatina ma poi ricordò al ragazzo che era meglio sbrigarsi.
    I due presto furono fuori da quell'edificio decadente. Il pungente fresco di dicembre si faceva sentire, non che fosse un problema per il vampiro che non sembrava subire alcuna alterazione corporea, infatti freddo era prima e freddo era rimasto.
    Una domanda inaspettata colse alla sprovvista Jason che non aveva idea di come rispondere.
    Insomma, mica poteva dirgli così su due piedi che aveva freddato un idiota perchè si era rifiutato di pagarlo! Gli umani sono fin troppo sensibili, probabilmente il ragazzo l'avrebbe evitato e in quel momento non sarebbe stato l'ideale.
    Si portò una mano al collo, grattandoselo appena mentre cercava le parole.
    <<ehm.. non sono sicuro che tu voglia saperlo sul serio Andy, o Andrew.. come preferisci..>>
    L'espressione del vampiro aveva preso una piega quasi buffa, con gli occhi rivolti verso l'alto e le sopracciglia inarcate al massimo.
    I suoi canini, piccoli ma ben appuntiti, riflettevano i raggi lunari e molto spesso non passavano inosservati. Chissà se il ragazzo prima d'ora avesse mai avuto a che fare con vampiri.
    L'anziano si sistemo la maglia, una maglia semplice, bianca, senza nessuna scritta o logo, a maniche corte che mostravano un fisico non appropriato a un uomo della sua età, ben definito e secco tanto che la maglia gli stava quasi aderente
     
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    L'uomo sembrò esitare a rispondere alla mia domanda. Si passò una mano sul collo, come se quel gesto potesse riempire il silenzio della conservazione. Era ovvio che stava cercando le parole più appropriate, ma la sua risposta risultò comunque strana.

    - ehm.. non sono sicuro che tu voglia saperlo sul serio Andy, o Andrew.. come preferisci.. -

    Tutto quello non fece che alimentare i miei sospetti. Ancora non ero riuscito ad inquadrare l'anziano signore. Era come se ci fosse qualcosa di insolito in lui, ma ancora non riuscivo a capire cosa.
    In quella città giravano una marea di tipi loschi, che anche Jason facesse parte di quel gruppo? No, non poteva essere. Era troppo in là con l'età per essere un rapinatore o un assassino. Per il momento potevo stare tranquillo.
    Tuttavia quella frase non lasciava presagire niente di buono. Avrei dovuto provare a capirci di più o far finta niente? In molti casi, prendere la decisione giusta ti poteva evitare grossi guai a Dilagon City. Sì, forse avrei fatto meglio a sorvolare e non fare altre domanda all'uomo su quell'argomento.
    Un piccolo soffio di vento gelido attraversò la strada, costringendo le mie mani a trovare riparo nelle tasche dei miei pantaloni. Era strano. Nonostante la temperatura non fosse proprio mite. Jason se ne andava in giro con una maglietta a maniche corte senza soffrire il freddo. Io, invece, era riparato dalla mia giacca. Addirittura all'interno presentava uno strato che non permetteva al gelo di penetrare in profondità.
    Tornai a rivolgermi all'uomo.

    - Allora cosa facevi là dentro tutto solo davanti a un fuoco acceso? -

    Un secondo dopo che finii quella frase mi fermai. Davvero lo avevo detto?! Il dettaglio del freddo e della sua maglietta a maniche corte mi aveva fatto distrarre. Nonostante avessi deciso il contrario, mi ero esposto direttamente nei confronti dell'uomo.
    Subito distaccai lo sguardo dall'anziano mentre le mie guance si coloravano, diventando paonazze. Quella non era proprio la mia giornata.
     
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  11. Max Italiano
     
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    - Allora cosa facevi là dentro tutto solo davanti a un fuoco acceso? -

    Lo sguardo del vampiro tornò a cercare quello del ragazzo che sembrava piuttosto curioso. Questa volta Jason non avrebbe esitato a rispondere, sarebbe stato sincero.
    << Dovevo liberarmi del mio abito, avrei corso dei rischi se non l'avessi fatto.>>
    La sua espressione seria poteva indicare al ragazzo che la situazione poteva essere più grave del previsto oppure Jason era solo un vecchio pazzo.
    Il vampiro si guardò intorno avanzando qualche passo in avanti, osservando ogni dettaglio della via, senza lasciarsi sfuggire nessun particolare.
    Dopo alcuni istante Jason giunse a una conclusione.
    << Ragazzo, questa via è completamente vuota, escludendo la palazzina a nord, dove mi sembra di vedere alcune persone nel buio>>
    Jason parlava senza voltarsi verso Andy e continuava a muovere vorticosamente gli occhi in cerca di altre persone o dettagli che potessero aiutare la ricerca dei due.
    Quando era ancora un umano, in queste situazione una sigaretta lo aiutava a ragionare con calma.
    << Parlami un po' di questo tuo amico>>
    Disse per poi tossire brevemente.
     
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    - Dovevo liberarmi del mio abito, avrei corso dei rischi se non l'avessi fatto. -

    La risposta dell'uomo non fu certo rassicurante. Era ovvio che era meglio chiudere qui l'argomento una volta per tutto. Questa volta non avrei commesso errori, non avrei più chiesto niente delle vicende legate a quella situazione.
    Con la coda dell'occhio cercavo di controllare Jason. La sua espressione sembrava essere diventato più seria rispetto a pochi secondi prima. Tuttavia stava cercando di rendersi utile, il suo sguardo continuava a girovagare tra le strade di quel quartiere. Ad un certo punto, tornò a parlarmi.

    - Ragazzo, questa via è completamente vuota, escludendo la palazzina a nord, dove mi sembra di vedere alcune persone nel buio -

    No, non poteva essere lui. Ero sicuro che Chris si trovasse da solo, sempre che fosse effettivamente in quel luogo. Scossi la testa e ripresi a camminare per quella strada.

    - Parlami un po' di questo tuo amico -

    - Si chiama Chris, è un ragazzo sulla ventina dai capelli scuri ed alto un po' meno di me...
    Appena lo vedi non puoi non riconoscerlo: indossa sempre una giacca di pelle come quelle dei motociclisti. -


    Speravo che la mia descrizione fosse stata abbastanza chiara. Tuttavia più il tempo passava e più le mie speranze di trovare Chris scemavano. Era molto probabile che in questo momento si trovasse dalla parte opposta della città, nonostante l'appuntamento da lui fissato. Sbuffai. Per lo meno dovevo fare un tentativo.
    Il silenzio fra me e Jason ormai durava da fin troppo. Dovevo cercare di riscaldare la conversazione.

    - Sei di passaggio o vivi da queste parti? -
     
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  13. Max Italiano
     
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    - Si chiama Chris, è un ragazzo sulla ventina dai capelli scuri ed alto un po' meno di me...
    Appena lo vedi non puoi non riconoscerlo: indossa sempre una giacca di pelle come quelle dei motociclisti. -

    Dopo aver riflettuto a qualche istante Jason fu sicuro di non aver mai visto quel ragazzo, il che complicava ancor di più le cose.
    Quel tizio magari stava aspettando Andy in un'altra zona del quartiere oppure poteva non essersi presentato direttamente.
    Jason, che conosceva bene quel luogo però, iniziava a pensare a una terza possibilità: non era strano che i barboni che vivevano lì di tanto in tanto rapinassero le persone di passaggio.
    E se Chris si fosse cacciato in un brutto guaio?
    Le parole di Andrew misero fine al pensare del vampiro che si concentrò all'istante sulla sua voce.
    - Sei di passaggio o vivi da queste parti? -
    Jason ridacchiò prima di rispondere.
    << Oh, no, son capitato quì solo per far sparire l'abito senza attirare troppe attenzioni, anche se poi non è stato così a quanto pare!>>
    Mentre i due parlavano, le loro voci rimbombavano per tutta la via, rimbalzando sugli edifici vuoti e decadenti che caratterizzavano quel luogo così misterioso.
    In tutto quel tempo il vampiro non aveva notato il lieve senso di disagio del ragazzo, non che se ne sarebbe preoccupato se l'avesse scoperto...
     
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    Jason ed Andrew si erano allontanati di alcuni metri dall'ingresso dell'edificio fatiscente in cui si trovavano fino a pochi secondi prima. Dall'alto ancora si alzava una flebile colonnina di fumo nero, che rapidamente si confondeva con il buio della notte, anche se un olfatto acuto ne avrebbe potuto percepire l'odore fino ad una ventina di metri di distanza. Intorno a loro le strade erano silenziose, di tanto in tanto un rumore lontano e indistinguibile spezzava il silenzio, per poi svanire così come era giunto. I loro passi furono improvvisamente interrotti da una voce femminile.

    Ehi, voi.

    La voce giungeva dalle loro spalle, nei pressi dell'edificio. Uno sguardo era rivolto alla colonnina di fumo, poi di nuovo a loro due. Era una ragazza, sembrava adulta ma era difficile stabilirne l'esatta età con certezza, probabilmente di poco sotto la trentina. Indossava dei pantaloni scuri e una giaccia nera con delle borchie, sotto vi era una maglia scura. Aveva i capelli abbastanza corti, delle ciocche le arrivavano al massimo al collo. Erano castani, molto scuri. La distanza che li separava dalla casa diroccata li separava anche da lei. Se Jason e Andrew le avessero rivolto attenzione, lei avrebbe domandato in seguito, senza però avvicinarsi.

    Sapete cosa sia? Quel fumo?

    Un braccio era mezzo alzato, con l'indice rivolto pigramente verso il fumo, in alto, mentre il suo sguardo rimaneva sui due interlocutori.
     
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    - Oh, no, son capitato quì solo per far sparire l'abito senza attirare troppe attenzioni, anche se poi non è stato così a quanto pare! -

    Anche se involontariamente avevo raccolto una nuova informazione su quella strana situazione. Tuttavia meno sapevo di quella storia e meglio ero. Per questo decisi di non proseguire oltre con quella conversazione.
    Mi guardai nuovamente attorno, sperando di scorgere qualche sagoma familiare. Ancora mi volevo illudere che Chris non mi avesse fatto fare tutta quella strada per niente. Doveva essere qui da qualche parte.
    La nostra ricerca fu, però, interrotta da un evento inaspettato.

    - Ehi, voi. -

    Subito mi voltai. Una ragazza, anzi una donna, era ferma a qualche metro da noi. I suoi capelli erano corti e castani, ma di un colore molto scuro. Così come scuro erano i suoi abiti, adornati da una giacca nera di pelle con delle borchie che risplendevano nella notte.

    - Dici a noi? -

    - Sapete cosa sia? Quel fumo? -

    La donna non rispose alla mia domanda, ma poco importava visto che era palese che si stesse rivolgendo a noi. Infondo non si vedeva nessun altro in quelle strade.
    La sconosciuta, con un braccio alzato, indicava proprio la colonna di fumo che era stata provocata da Jason, nel suo tentativo di distruggere l'abito. In tutto quello io non centravo niente per questo decisi di lasciare la patata bollente a lui. Mi rivolsi all'uomo con un tono di voce basso, in modo da non rendere udibili alla donna le mie parole.

    - Forse è meglio che te la vedi tu...Non vorrei dire qualcosa a sproposito... -
     
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