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Lhou.
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Tutto quello che ricordava, era l'inizio della tremenda crisi che aveva avuto durante la cena con Alphard, Iréne e Kate. Ricordava che tutto era sembrato fermarsi e con un minimo movimento aveva compiuto uno scatto incredibile, finendo per schiantarsi dall'altra parte della stanza. Poi un altra devastante fitta alla testa, la chiara sensazione di star perdendo il controllo, la sensazione della mutazione forzata che non gli capitava da parecchio tempo, da quando sotto l'addestramento e la guida di Al'Azif non aveva sviluppato gli ultimi poteri.
Aveva trattenuto quanto possibile l'uscire in superficie della sua parte demoniaca, giusto il tempo per caracollare al piano di sotto ed incatenarsi alla parete, maledicendosi fra i denti per aver deciso di non creare una panic room a prova di demone.
Da li qualche flash. Alphard ed Iréne che tentavano di capire cosa avesse e, forse, di farlo stare meglio ed in parte ci erano probabilmente riuscite. La crisi si era parecchio affievolita e per un paio d'ore era stato abbastanza lucido dopo quasi un giorno intero di follia.
Poi un altra crisi. Ricordava poco, solo qualche flash. Dolore ai polsi, smarrimento totale, la via principale di Sunset Boulevard di notte, il tentativo di imporsi di non correre fra la gente in un istante di quasi lucidità, l'ingresso ad Everbad e poi più niente.
Respirava affannosamente, ripresa quasi totale coscienza di se. Si guardò attorno per capire dove si trovasse e constatò i trovarsi in un sudicio vicolo di Everbad. Tentò di uscire nella via principale ma la luce di un lampione gli ferì gli occhi e scattò di nuovo all'interno del vicolo a fondo chiuso dove si era ritrovato, caracollando e finendo contro dei bidoni dell'immondizia, rovesciandoli con un gran fracasso e ruzzolando a terra per poi trascinarsi un un angolo ancora ansante.
A giudicare dai graffi sui polsi e sul dorso delle mani, ormai già quasi del tutto rimarginati, doveva essere riuscito a sfilarsi le manette. Probabilmente nella poca lucidità non le aveva chiuse sufficientemente strette.
Inspirò ed espirò profondamente qualche volta, tentando di calmarsi e fare chiarezza nei suoi pensieri. Doveva riprendere il controllo di se e provare a ricordarsi cos'era successo durante quest'ultima crisi. Sperando di non aver combinato niente di irreparabile.. -
Elisabeth Fairchild.
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DATI DI GIOCO
Livello: 0
Vita: 70/70
Difesa: 35/35
Bonus ai punti difesa per schivare: 2
Recupero punti vita ogni ora: 1
Riduzione del danno: 0
Armi- Artigli
Danno: 6
Abilità attive- Maestria a mani nude:
Danno: 7
Punti difesa necessari a schivare: 5- Maestria con armi bianche:
Danno: 0
Punti difesa necessari a schivare: 5- Maestria con armi da fuoco:
Danno: 0
Punti difesa necessari a schivare: 5
Isabelle “Izzy” - Compagno animale gatta
Vita: 7
Difesa: 3
Attacchi per turno: 1
Danno: 0
Punti difesa necessari a schivare: 0
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Lhou.
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Inspirare ed espirare profondamente sembrava servire a calmarlo, almeno in parte. Il ragazzo, che era vestito solo con una sudicia maglia grigia stropicciata ed una giacca di pelle lunga appena sotto la cintura ed un paio di jeans, anche essi sudici e stropicciati, alzò improvvisamente il capo. Aveva sentito un odore, qualcuno che si avvicinava. Dei passi, sembrava una ragazza a giudicare da come si muoveva e dall'odore che aveva, anche se percepiva qualcosa di strano. Fece per alzarsi e nascondersi ma una nuova fitta gli trafisse il cranio facendogli perdere l'equilibrio e facendolo cadere indietro, andando a sbattere contro un paio di bidoni dell'immondizia che caddero a terra con un gran fracasso mentre lui ruzzolava a terra con le mani al capo.
<< Maledizione...>>
Sussurrò fra se e se, poggiando una mano a terra per rimettersi almeno in ginocchio e tentare di rialzarsi, per ora ancora inutile come tentativo.. -
Elisabeth Fairchild.
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-GdrOff-CITAZIONEIo ho osato “vederti” XD ho anche creato un npc nel caso tu voglia utilizzarli in trama ^^
-GdrOn-
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Lhou.
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SPOILER (clicca per visualizzare)Hai fatto benissimo il png^^
E che osato, ho fatto apposta a fargli fare casino per farlo notare XD
Non percepiva più il tempo rallentare per ora, ed era un bene. Significava che stava riuscendo a controllare quel nuovo, strano ed assurdo potere.
Tuttavia sentì i passi della ragazza avvicinarsi, il suo odore gli diceva che era entrata nel suo stesso vicolo e che con lei c'era un animale, probabilmente un gatto. Si sentì poi chiamare, chiedere se stava bene.
Tentò di rispondere ma venne fuori solo un leggero ringhio sommesso mentre lui alzava lo sguardo. I segni neri della risonanza si erano ritirati del tutto ma gli occhi rimanevano gialli e dalla pupilla verticale, tutt'altro che occhi umani.
<< Stai... Non ti avvicinare...>>
Biascicò fra i ringhi, spingendosi con forza indietro, ma non riuscendo a reggersi collassò ancora addosso a dei bidoni cadendo a terra sul lato.
Gli stavano lentamente tornando le forze, ma avrebbe ancora avuto bisogno di un paio di minuti per riuscire ad alzarsi e camminare da solo. Quello strano nuovo sviluppo l'aveva davvero spossato.. -
Elisabeth Fairchild.
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Lhou.
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Angelus in una situazione normale si sarebbe opposto, non voleva rischiare di mettere in pericolo quella ragazzina, ma opporsi quando si faticava a stare in piedi da soli era difficile.
Lei si avvicinò e mettendogli una mano sulla spalla l'avrebbe sentito particolarmente caldo, anche attraverso il tessuto strappato e stropicciato della giacca che indossava, nonostante il freddo dell'inverno.
<< Sei molto coraggiosa. Perché mi stai aiutando...?>>
Riuscì a dire, deglitendo un paio di volte e risultando in una voce roca e abbastanza distante dalla sua solita, ma riuscendo a rimettersi in piedi con l'aiuto della ragazza, sostenendosi in buona parte su di lei.
Gli occhi, intanto, tornavano rapidamente normali , mentre tutti i segni della risonanza del sangue demoniaco andavano scemando dal suo corpo iniziando a dargli l'aspetto di un ragazzo normale.
Lo sguardo intanto gli cadde sulla coda della ragazza, aveva precedentemente notato gli artigli retrattili ed ora vide anche la gatta che la seguiva.
<< Oh ottimo... Sono stato salvato da Catwoman...>>
Commentò con un sogghigno e tono dolorante.
<< Spero tu non voglia derubarmi, credo che l'unica cosa di valore che ho addosso sia l'inchiostro rituale del mio tatuaggio.>>
Aggiunse, sempre con un sogghigno amaro.. -
Elisabeth Fairchild.
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Lhou.
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Ormai più sicuro tenuto su dalla ragazza e la risonanza del suo sangue demoniaco che sembrava essere scemata, il ragazzo poteva finalmente iniziare a recuperare le energie e tirò un lungo sospiro di sollievo. Anche la sua temperatura corporea sembrò pian piano abbassarsi, anche se probabilmente ci sarebbe voluto un po' per accorgersene alla ragazza, almeno qualche minuto.
<< Lascia stare, è un personaggio di un fumetto.>>
Le dice sospirando quando lei non capisce la sua coltissima citazione.
Ed accenna un sorriso alle sue parole successive.
<< Tuo padre sembra un brav'uomo... Ed una persona saggia.>> Comincia, con un leggero sorriso. << Ma purtroppo tante brave persone muoiono sole. Anzi da tempo mi sono convinto che sia una cosa che capita estremamente spesso a quelli considerabili eroi. Sono abbastanza sicuro che succederà anche a me prima o poi, di crepare solo in un vicolo o in una fogna. Non che io sia una brava persona, figuriamoci un eroe.>>
Conclude con un sogghigno, per poi riflettere un attimo alla sua domanda. Non poteva tornare all'agenzia. Non subito, doveva prima recuperare le forze e capire se aveva combinato qualcosa di problematico... E poi aveva pure un po' paura di cosa gli avrebbero fatto quelle due, quindi un po' voleva anche procrastinare quel momento.
<< Io... Scotto? Non ho la febbre... Credo sia possibile che mi ammali... Anche se non mi è mai successo...>>
Commenta riflessivo, spezzando comunque subito il silenzio.
<< Comunque iniziamo ad uscire da questo vicolo... La puzza che c'è qui mi stordisce...>>
Commenta in tono schifato, rendendosene conto di colpo, o quasi, solo ora. Fino a poco prima era stato troppo concentrato su cosa diavolo gli fosse successo e sul fatto che qualcuno si stava avvicinando per rendersene conto probabilmente.. -
Elisabeth Fairchild.
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Alle parole riguardo al padre, il ragazzo le gettò uno sguardo furtivo, scrutando in silenzio la sua espressione, percependo quasi a pelle la sua tristezza. Oltretutto l'uso del passato. Tutto ciò gli rese chiaro molto, ma evitò di parlarne, non gli sembrava il caso di scavare ulteriormente, soprattutto con una ragazza di cui non sapeva niente.
Per come conosceva quella città, quella donna gatto poteva anche davvero essere una ladra e stava solo aspettando il momento per piantargli un coltello fra le costole e poi rubargli qualsiasi cosa potesse avere.
Oh bel, nel caso sarebbe rimasta delusa nel constatare che un coltello nelle costole, anche se fosse riuscito a penetrare la sua pelle, gli avrebbe solo causato dolore ma nient'altro.
Scosse il capo, sogghignando. Diavolo stava diventando cinico, gli sembrò quasi di sentir parlare Mitsuhide.
Alla frase successiva, il ghigno divenne più visibile anche alla ragazza.
<< Beh si, ho due coinquiline.>>
Le dice, annuendo e trascinandosi, aiutato da lei.
<< Una penso mi detesti, l'altra è con me per controllare che non combini guai... Saranno poco contente di constatare che non sono più incasinato nel seminterrato.>>
Commenta, tentando di ridere ma una fitta al petto gli spezza di netto la risata, costringendolo a zittirsi per quasi un minuto, finché finalmente non escono da quel vicolo puzzolente, raggiungendo la strada quasi altrettanto puzzolente.
Certo quel quasi era però fondamentale, inoltre la zona più ampia gli permise di respirare un po' meglio e sentirsi un poco meglio, il colore ritornò visibilmente sul suo volto e la temperatura si stava lentamente abbassando.
<< No... No... Ho bisogno di qualcosa da bere. Del whiskey magari. Quindi un bar. O un negozio dove comprarne una bottiglia prima di andare al parcheggio, fa lo stesso.>>
Le dice, lasciandosi però accompagnare nella direzione da lei indicata.. -
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Tentò di scrollare le spalle il mezzo demone, ma senza successo, preso solo da altre fitte, anche se stavano andando via via affievolendosi. Forse perché semplicemente si stava riprendendo ed adattando al cambiamento del suo corpo, forse solo grazie alla sua rapida rigenerazione, dirlo era impossibile, ma poco gli importava. Appena fosse stato meglio intendeva ri-tentare ad utilizzare quella nuova e strana capacità, a quel punto avrebbe svelato l'arcano.
<< Beh...>> Iniziò << Non che siano con me da tanto... E io devo ammettere di non essere stato il più facile dei coinquilini, tendo ad essere un idiota.>>
Le disse, con un leggero ghigno, per poi tirarsi un po' meglio dritto e guardarsi attorno con fare riflessivo. Non riconosceva il vicolo, non aveva idea in che quartiere si trovassero.
<< Si volentieri ma... Dove siamo?>>
Le chiese, alzando una mano per strofinarsi il volto e i capelli, ma vedendola sporca com'era decise di desistere. Aveva decisamente bisogno di un bagno dove sciacquarsi... E magari anche una doccia.
Si limitò ad annuire qualche volte rapidamente poi, alla sua domanda sull'alcool.
<< Sisi... Tranquilla, io funziono in modo diverso da...>> Si bloccò. Stava per dire "da voi", ma era palese che la ragazza non potesse essere annoverata nel "voi"... <<... Diciamo che si, mi è sufficiente.>>. -
Elisabeth Fairchild.
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<< Non mi conosci, non puoi dirlo.>> E' la risposta di Angelus, forse detta in modo più secco e diretto di quanto avrebbe voluto. << Ma sembra tu voglia molto bene ai tuoi fratelli da come ne parli. Anche se forse io non avrei lasciato la mia sorellina girare da sola di notte per la città.>> Conclude, lasciando che lei lo aiuti a proseguire, sentendosi pian piano sempre più in forze, la vista sempre più a fuoco, l'udito che pian piano tornava alla sua naturale finezza e così anche l'olfatto. Ed ormai i suoni, l'odore e la desolazione che aveva attorno gli rese chiaro che si trovavano ad Everbad. Ipotesi immediatamente confermata dall'insegna che la ragazza gli indicava. << Da Josie.>> Legge in un sospiro quasi rassegnato. << Si va bene. Conosco quel posto, forse il meno schifoso del quartiere.>> Le dice e, assieme a lei, comincia ad andarci lentamente, ancora strisciando un po' i piedi ed arrancando ed ancora stupito che quella ragazza sembrasse davvero intenzionata ad aiutarlo e non a derubarlo o ucciderlo per divertimento, cose entrambe che si sarebbe ben aspettato in quella città.
Avrebbero raggiunto in fretta la bettola poco distante, di cui Angelus apre l'ingresso con un leggero movimento della mano, per poi inspirare una moltitudine di odori e percepirne una altrettanta quantità di suoni e stimoli visivi.
Una decina di persone in tutto il pub, che aveva decisamente visto giorni migliori e più puliti. Ogni avventore sembrava essere armato, e la corpulenta proprietaria dai connotati ispanici aveva ancora la sua grossa doppietta nascosta sotto il bancone, che dall'odore non funzionava da un bel po'. Angelus non era nemmeno tanto sicuro che funzionasse ancora.
<< Scegli tu se al bancone o ad un tavolo. Per me è uguale.>> Dice quindi a Elisabeth, lasciando che sia lei a scegliere dove trascinarlo..