Spedizione punitiva

Adriel, Charun

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  1. Charun
     
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    Everbad era un quartiere molto pericoloso, forse il più pericoloso fra quelli popolati e secondo solo alle estreme periferie. I luoghi più sicuri dove muoversi, specialmente per chi non aveva conoscenze, a Charun erano sembrati quelli a cavallo dei quartieri popolari più “tranquilli”. Zone di confine dove l'attività criminale, in realtà, era forse più forte e vivace, ma nelle quali la presenza dei clienti, spesso “forestieri”, assopiva gli animi. Zone di mercato dunque, dove i litigi certo non mancavano, ma che spesso venivano spostati o anticipati altrove per non spaventare le varie fonti di guadagno e non attirare la polizia. Proprio la scarsa presenza di quest'ultima, che all'interno del quartiere era praticamente assente, rassicurava i clienti a valicare di pochi passi quei pericolosi confini.
    Questa era la situazione beccata da Charun una volta a Dilagon, una cantilena che si ripeteva ogni santo giorno sotto al suo naso. Non che gli importasse qualcosa, ma muoversi là dentro metteva a rischio la sua incolumità e la possibilità di curarsi. Per fortuna una cosa buona c'era: il quartiere era così pieno di senzatetto assiderarti, disperati e tossici strafatti, che aggredirli senza che questi opponessero resistenza era vero un gioco da ragazzi. E poi tutti si facevano i fatti propri, specie quando vedevano un bestione come lui dare di matto.
    Scendendo le scale del suo rifugio, nel giro di pochi passi gli sguardi delle facce straniere si moltiplicavano, ma nessuna osava mai pronunciarsi per infastidirlo. Il suo cammino verso le meta scelta era spesso condito da situazioni simili, con la differenza che i membri delle gang, quando puntavano gli occhi su di lui -come facevano con chiunque altro di passaggio- non avevano quell'aura mista di paura e rispetto simile a quella dei suoi "coinquilini". L'indifferenza dei "padroni", comunque, era già un utilissimo traguardo che gli permetteva ancora di respirare.

    Anche in una delle prime notti di Febbraio la musica era stata la stessa; sotto i soliti sguardi diffidenti il Bestione si era spostato presso un pub a ovest, distante solo un paio di isolati dalla rampa del raccordo che si congiungeva con la Sunset Avenue. Il giro d'affari della zona era altissimo e ambito, ma proprio per il passaggio di una clientela mista, che comprendeva anche persone di quartieri bene, rendeva il posto abbastanza sicuro. Gli edifici erano palazzoni smorti non troppo alti, con il giusto numero di vicoli e sottoscala per agire in tranquillità. Il dedalo di nascondigli, però, favoriva anche creature con intenti diversi, che sfruttavano la notte per colpire chi si avventurava troppo oltre. Il giro criminale degli umani si trasformava nel contorno indiscusso per accompagnare ottime pietanze e che fossero ignare o meno non aveva importanza. Questo, alle volte, li portava a esporsi troppo.
    Ormai a notte inoltrata, recatosi in bagno e arrivato a lavarsi le mani, Charun si accorse dal riflesso dello specchio che un tizio, entrato poco dopo, si era fermato di fronte all'orinatoio rivolto verso di lui, guardandolo. Nemmeno fece in tempo a dirgli qualcosa che questo trasmutò la propria faccia in una ben meno umana e cercò di aggredirlo. Il mezzoumano, però, non si spaventò e rispose senza scomporsi. Allora il mostro capì che di fronte non aveva un omone qualunque, ma qualcuno consapevole della cruda realtà della Metropoli e quindi fuggì, riuscendo comunque a graffiarlo sulla zigomo durante la colluttazione.
    Quell'essere aveva appena messo il suo sangue sulle proprie unghie e non poteva permettere che lo assaggiasse. E anche se lo avesse già fatto, non doveva sopravvivere abbastanza a lungo per poterlo raccontare. L'ex demone non poteva permettere che qualcuno sapesse della sua vera natura.
    Charun allora uscì dal pub e lo rincorse per circa una centinaio di metri fino all'entrata di un piccolo edificio abbandonato, forse vecchia sede di qualche agenzia o tavola calda, che si trovava in mezzo a due casermoni residenziali quasi altrettanto fatiscenti.

    Era un quadrilatero dipinto di bianco, ormai ingrigito dallo smog e con delle crepe nelle vernice, con tetto pari e senza parapetto. Lassù un grosso tabellone di metallo arrugginito, con ancora qualche filo elettrico, lasciava intendere che una volta doveva esserci del neon e una scritta che lo identificasse.
    Composto da due piani (terra e primo), dovevano essere entrambi di circa 150 metri quadri; porta e finestre erano rimaste soltanto dei buchi senza infissi e vetri. Queste ultime erano addirittura troppo strette per una ragazza minuta.
    L'omone si bloccò di colpo di fronte all'entrata. All'interno non c'era luce, buio totale; aguzzando la vista notturna rimastagli riusciva a vedere solo il pavimento e forse delle scale in fondo, ma non era sicuro. Sforzandosi con l'udito, invece, gli parve di sentire ancora il rumore dei passi dell'altro che si allontanavano e rimbombavano a vuoto, ma i rumori urbani tutti attorno erano un sottofondo troppo potente.
    Dall'alto dei suoi quasi due metri il Gigante sospirò e si aprì la giacca, lasciando intravedere la lunga massa di capelli biondi e spettinati che copriva il petto. Afferrò con decisione il machete scuro e controllò col l'altra mano che il pugnale fosse al proprio posto.
    Se per qualsiasi motivo la creatura avesse assaggiato il sangue... no, non poteva lasciarla in vita per nessuna ragione al mondo. Meglio la morte, piuttosto.
    Il suo volto pallido, l'espressione ancora più indurita del solito, esprimevano un'estrema decisione in quei propositi. Prima di entrare sarebbe stato più saggio essere certi che quello fosse soltanto un riparo di fortuna e non un qualche “covo/nido/bisca/eccetera”, ma non c'era tempo.
    Fece due passi, si guardò attorno, poi ancora dentro. Sì, riusciva a vedere abbastanza per muoversi.
    Un secondo e sarebbe entrato da solo.
     
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  2. Black Scarecrow
     
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    Chiunque avesse dato un nome simile a quel quartiere di certo era privo dell'interesse di celarne la fama. Quel concentrato della peggiore feccia umana era mitigato solamente dal loro interesse nell'evitare di spaventare potenziali clienti, questo faceva si che nel quartiere aleggiasse costantemente un clima si teso, ma anche piuttosto calmo.
    Ad Adriel l'idea di doversi aggirare da quelle parti non piaceva affatto. Anche l'umanità stessa aveva bisogno di essere purgata dal male, ma per soggetti di quel genere non erano gli inquisitori a doversi muovere, poiché la via della redenzione era ancora percorribile. Il fatto che l'avessero mandata proprio li poteva significare che dietro a quella facciata già pessima si poteva nascondere qualcosa di molto peggio.
    Aggirarsi con la divisa da inquisitrice fra quelle vie la metteva a disagio. Sguardi ostili e vagamente curiosi continuavano a puntarsi su di lei, facendo si che fosse facilmente al centro dell'attenzione. Con ogni probabilità molti neppure avevano idea di cosa rappresentasse, ma la foggia era unica e il marchio della chiesa talmente evidente da risultare ovvio a chiunque. Inoltre lei non aveva di certo un aria minacciosa, gli unici sguardi privi di ostilità erano quelli che invece marchiati di lussuria lasciavano intendere ben altro tipo di intenzioni, ugualmente sgradevoli per l'inquisitrice.
    Neppure i poveracci e i senza tetto che a volte si affacciavano dai vicoli le risparmiavano occhiate, forse nella speranza di guadagnarsi qualcosa, magari tramite la sua carità oppure in modi più simili al resto del quartiere.
    Certo, la calma forzata a cui le necessità costringevano quel luogo costituivano una sottile barriera fra lei e i malintenzionati che la circondavano, ma era sicura che se avesse commesso l'errore di allontanarsi dalle zone più trafficate qualcuno ne avrebbe approfittato con immediatezza.
    Nella notte almeno il suo abito scuro la aiutava ad avvantaggiarsi delle tenebre, sebbene restassero i suoi capelli biondi e i bottoni d'argento a renderla visibile più di quanto avrebbe voluto.
    Ma nonostante tutto, lei non era li per loro e chi fra quei pochi conosceva anche solo vagamente l'inquisizione lo avrebbe certamente saputo. Affrontavano gli umani solo se questi erano ormai perduti in preda a qualche possessione o per autodifesa quando non ci fossero state alternative, per il resto gli inquisitori cacciavano solamente mostri e altre impurità.
    E sebbene le informazioni che erano state date ad Adriel fossero eufemisticamente sommarie, lei era certa che nessuno di coloro che la stavano scrutando fosse per lei motivo di interesse.
    Infatti il suo obbiettivo era un altro, doveva "semplicemente" esplorare un edificio apparentemente abbandonato. Già si aspettava che in realtà fosse ben di peggio o difficilmente sarebbero ricorsi persino ad un inquisitrice. O almeno doveva essercene il sospetto. Certo era che essere mandata alla cieca potenzialmente in qualcosa di fin troppo più grande di lei non le dava nessuna sicurezza, ma gli ordini erano ordini, che altro avrebbe dovuto fare se non rispettarli?
    L'eventualità di dover fuggire era già presente da un po' nella sua mente, sperava solo di non ritrovarsi troppo stanca per abbandonare quel maledetto quartiere.
    Finalmente arrivò in vista dell'edificio, un posto che puzzava di marcio già da quella distanza. Certo l'apparenza era di un casolare disabitato, forse era solamente pieno di clochard, per dirlo in modo elegante, ma sebbene fosse apparentemente in una zona abitata risultava isolato in se stesso lasciando crescere fin troppi dubbi.

    Adriel si trovava a poche centinaia di metri alla destinazione, quando scorse una figura da quella distanza indistinta infilarsi in tutta fretta all'interno della costruzione. Lei affrettò il passo, forse si sarebbe risparmiata una nottata da incubo se avesse raggiunto quell'ombra.
    Ma presto a seguire la prima arrivò una seconda figura. L'uomo era la definizione di armadio a quattro ante e non serviva particolare illuminazione o vicinanza per capirlo, la sagoma era più che sufficiente, soprattutto se paragonata a quella del primo individuo.
    Dalla stazza pareva qualcuno che di certo non era solito avere problemi con criminalucci qualsiasi, che di certo avrebbero preferito un bersaglio più indifeso, almeno in aspetto.
    L'uomo sembrava sul punto di entrare nell'edificio, perciò Adriel decise di sbrigarsi e colmare quegli ultimi metri che la separavano da lui a passo più svelto.
    Arrivata ad una decina di metri dal soggetto, distanza che le dava almeno la parvenza di una certa sicurezza, lo chiamò.
    Fermo, aspetta!
    Sperò che ciò bastasse ad evitare che entrasse e che per qualche motivo lui non decidesse di fuggire, anche se decisamente non sembrava fosse incline a quel tipo di reazione.
    Chi sei e cosa ti porta in questo posto?
    Sperò che la domanda vaga ma diretta la facesse apparire consapevole e mettesse lui sulla difensiva nel dover trovare una risposta che forse non era pronto a dare. Non che questo potesse dirsi un grande piano da intraprendere, ma aveva necessità di capirne subito di più. Ma non avrebbe esitato ad estrarre la pistola al minimo segno di pericolo.
     
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  3. Charun
     
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    Charun aveva appena fatto un passo quando una voce femminile lo interruppe dal continuare e s'irrigidì. Non si voltò e cercò di ascoltare altri suoni emessi da colei che aveva alle spalle, ma la sconosciuta era fuori portata e ne fu sicuro alla domanda successiva.
    Il Gigante rilassò i muscoli delle spalle, ma strinse la presa sul machete; poi iniziò a parlare, con una voce molto baritonale e profonda.
    - Immagino che tu lo conosca, allora. - sentenziò neutro, con un accento che ricordava vagamente un'idenfinita lingua germanica. Soltanto dopo quell'affermazione si voltò, mostrando un aspetto serio e sciupato -quasi malato- dalla bionda barba incolta non troppo folta e dalla pelle bianchissima, che accentuava il colore violaceo delle occhiaie.
    - Quindi, chi sares... uh!? - il Gigante non concluse, accigliandosi fortemente. Anzi, azzardò un passo in avanti e si curvò un poco, come se cercasse di guardare meglio qualcosa nella figura della Giovane.
    -Ah!- sbottò sorpreso tornando a schiena ben dritta e "militaresca", ma senza mostrare sarcasmo o falsa compiacenza. Anzi, continuava a mantenere il volto di una severità disarmante e con la stessa "allegria" riformulò la domanda. Diretto, deciso, con una punta di srezzante fastidio.
    - Clero? Forse possiamo... tsk... collaborare.-

    In effetti la sua pareva più una spiacevole constatazione, ma il suo atteggiamento a seguire non si mostrò particolarmente aggressivo, forse solo un po' pomposo e arrogante con quel busto dritto e il volto dal mento un poco alzato. Tutto ciò che fece, infatti, fu quello di spostarsi di lato rispetto alla porta, in modo da non dare le spalle al buio interno e alla Ragazza. Impettito e fisso con lo sguardo su di lei in attesa di una risposta, pareva più il buttafuori di qualche locale sgangherato in attesa di una mazzetta. Il machete era tenuto a lama rivolta verso il basso, rilassato sul fianco destro.
    La luce dei lampioni illuminava il piccolo spiazzo a sufficienza per definire bene l'enorme figura di Charun e i suoi movimenti, così come l'Inquisitrice e le persone che passeggiavano nei pressi della strada, non troppo lontana. Gli schiamazzi notturni e i murales colorati circondavano i due, ma nessun altro pareva essere troppo vicino. Non c'erano vicoli, visto che l'edificio era in mezzo a due palazzi, quindi, escluso l'interno, dall'esterno chiunque avesse voluto avvicinarsi sarebbe stato individuato presto.
     
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  4. Black Scarecrow
     
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    L'uomo sembrava non sapere assolutamente cosa si celasse nell'edificio, addirittura al punto che nemmeno conosceva l'identità dall'uomo che fino a poco prima stava inseguendo. Ci mise però poco a riconoscere nei suoi abiti l'impronta del clero, poco male: Se non si era mostrato da subito minaccioso poteva davvero essere un incontro fortunato per Adriel. Oppure si trattava di una trappola. Anche lui volle sapere da lei chi fosse, ma la cosa che la rese restia dal pronunciarsi in merito fu il fatto che lui non aveva affatto risposto alle domande che lei per prima gli aveva posto.
    Lo squadrò un attimo, incerta se fidarsi o meno. Per come lei lo aveva approcciato era normale pensare che l'uomo si aspettasse dall'inquisitrice delle risposte, che lei ovviamente non aveva. Ma avere al proprio fianco un bestione del genere le avrebbe fatto decisamente comodo, considerando che stava andando verso un salto nel buio.
    Ma ancora non era il momento di sbilanciarsi troppo, lui forse aveva fretta di acciuffare il fuggiasco, ma per Adriel il modo migliore per approcciare quella situazione era con pazienza e calma, senza lasciarsi prendere dal momento per gettarsi in qualcosa di troppo pericoloso.
    Non hai risposto alle mie domande, ma credo tu abbia già capito abbastanza di me.
    L'uniforme parlava da sola, non serviva che fosse lei stessa a dichiarare più del necessario.
    Proponi di collaborare, quindi. Ti confesso che non sono restia all'accettare la proposta, ma ho bisogno di sapere di più. Su di te, su questo luogo e sull'uomo che stavi inseguendo.
    Si voltò un istante, gettando uno sguardo fugace verso l'oscurità all'interno della costruzione.
    Anche se mi pare di capire che nemmeno tu abbia molte risposte da darmi, quindi mi accontenterò di sapere cosa ti spinge in questo luogo. Anche se credo di avertelo già chiesto.
    Nessuno dei due si era armato o aveva mostrato il minimo segno di minaccia e almeno questo era motivo di buone speranze per la ragazza.
    Avrebbe davvero preferito avere quell'armadio come alleato piuttosto che doverlo affrontare.

    Yoh, pardon se ci ho messo molto e se il post è un po' scarno. Ma per queste due settimane sono presissimo. Non volevo farti aspettare tanto a lungo quindi mi sono sforzato di postare, ma trovare il tempo per qualcosa di migliore mi è alquanto difficile. :)
     
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  5. Charun
     
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    Tranquillo, non farti problemi. Quando vuoi, puoi, hai voglia. E se proprio lo vuoi sapere, in gioco preferisco la sintesi ai wall of text, quindi... :D :D Piuttosto, non sono stata specifica nelle informazioni del luogo che potesse avere il clero, per darti libertà di sapere/arrivarci come vuoi, ma te lo dovevo dire prima. Sorry. :ghign: :ghign:


    Charun rimase tutto impettito e immobile ad ascoltare la Ragazza, curandosi di lasciare penzolare il machete che teneva in pugno al fianco destro, in modo che fossero chiare le sue intenzioni non ostili. Anche se indirettamente, Lei aveva confermato di far parte del Clero e qualsiasi mossa sbagliata, o sospetto su di lui, avrebbero potuto metterlo nei guai.
    L'Omone l'aveva fissata per tutto il tempo senza muovere un muscolo, ma prima di risponderle si voltò un istante verso la porta dell'edificio, giusto per dare un'occhiata.
    - Mi chiamo Karl. - si presentò senza tanti fronzoli, col suo vocione baritonale, fiero e deciso.
    Con un cenno del capoccione indicò verso la porta.
    - Quel falso uomo mi ha aggredito, ma ha trovato la persona sbagliata. - spiegò con tono neutro mostrando la lama del machete, che portò un poco più avanti rispetto al fianco destro.
    - L'ho seguito fin qui, ma non conosco il luogo. - proseguì. Quella sua compostezza militare nei modi fu rotta, però, dal diniego evidente del testone. Guardò ancora una volta l'edificio. Ci volle un secondo di troppo prima che concludesse il discorso.
    - No, non saprei dirti se sia o meno un rifugio di fortuna. Maaaa, conoscendo Dilagon, credo che non sia troppo saggio entrare senza alleati. - concluse.
    - E senza una torcia. - aggiunse al volo, sperando che l'altra capisse la richiesta indiretta. La vista nottruna di Charun non era certo ancora quella di una volta, nonostante avesse molti meno problemi rispetto a un semplice umano. In ogni caso, non poteva destare sospetti.
    - Quindi, accetti la mia offerta? E quali informazioni hai, tu?-
    Charun sembrava davvero ben disposto. Adriel lo sarebbe stata altrettanto?
     
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  6. Black Scarecrow
     
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    Quindi quell'uomo era giunto fin qui per caso? Il fatto che uno degli abitanti dell'edificio lo aveva aggredito poteva rafforzare la teoria dei "senza tetto", magari un tentativo di furto andato male e il bestione era troppo irascibile per lasciar correre.
    Restare su una teoria simile però la avrebbe solo messa in difficoltà nel momento in cui la realtà si fosse mostrata diversa, ma soprattutto Karl si era riferito al fuggiasco chiamandolo "falso uomo". Che fosse solamente un epiteto dispregiativo? No, in un contesto del genere non poteva lasciare un dettaglio del genere inosservato.
    Non ho molte informazioni neppure io. Ho il compito di verificare ciò che si trova all'interno dell'edificio e dal poco che mi è stato riferito potrebbe anche essere popolato solamente da poveracci, ma non è un'ipotesi sulla quale intendo restare.
    Lui le aveva rivelato il suo nome, ma Adriel non era intenzionata a fare altrettanto. Un po' per precauzione, un po' per scaramanzia, lo tenne per se sperando che Karl non chiedesse.
    Piuttosto, mentre cominciamo ad entrare perchè non mi spieghi cosa intendi con "falso uomo"? Ho l'impressione che tu sappia più di quanto mi hai detto.
    Cominciò ad incamminarsi verso l'oscura entrata. Già a guardare da fuori sembrava divorare la luce esterna, all'interno sarebbe stato arduo vedere qualcosa senza illuminazione. Per qualche maledetto motivo però non aveva con se una torcia... A pensarci si sarebbe voluta picchiare.
    Tutto ciò che aveva per fare un po' di luce era la limitata lampadina del suo trasandato cellulare e si sarebbe sentita troppo ridicola a farsi strada con quello in mano. Decise di lasciarlo dov'era almeno per il momento e aspettare di essere entrata per rivalutare le sue opzioni. Odiava mancare di professionalità, soprattutto davanti ad estranei.

    Eh, a sto giro me la son presa un po' troppo comoda... Pardon. Da ora dovrei postare un po' più regolarmente!
     
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  7. Charun
     
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    Tranquillo, come vedi anche io, stavolta, ho un po' allungato. :P Non dovrebbe ricapitare, cmq.


    Charun l'ascoltò ancora senza muoversi dalla sua posizione e tenenendole lo sguardo fisso adosso. Ogni più piccolo gesto di Adriel faceva guizzare le pupille del Gigante a valutarne la minaccia, pericoli che al momento sembravano tenuti a bada. Soltanto quando la Ragazza iniziò a muoversi l'Omone assottigliò le palpebre con diffidenza, accennando di seguito un piccolo passo all'indietro col piede sinistro e saldando la presa sul machete. Fu solo il movimento dubbioso di un istante; non appena constatò l'intenzione della Clericale di procedere alla caccia e alla chiacchiera, l'ex demone dell'oltretomba si rilassò - per quanto i suoi modi impettiti gli permettessero - e fece ancora un paio di passi indietro, come a volerle lasciare più spazio vitale nei pressi della porta per rimarcare le sue buone intenzioni.
    - Credo fosse una qualche specie di mutaforma. - rispose col suo vocione, voltandosi poi a osservare l'edificio alzando lo sguardo al primo piano.
    Charun si battè la lama un paio di volte sulla gamba e riportò l'attenzione sulla sua interlocutrice.
    - Prima di aggredirmi ha cambiato il suo aspetto. - proseguì, alzando la manona sinistra che roteò di fronte al viso per enfatizzare il concetto.
    - Somigliava a un orco, più o meno, ma non saprei dire in specifico cosa fosse.- e poi mugugnò - Tu, idee? -

    Il Colosso attese l'arrivo alla porta dell'inaspettata compagna, sperando che tirasse fuori un po' di luce, ma così non fu. L'Armadio alzò un sopracciglio e si avvicino di nuovo, cauto, verso la porta. Non aveva un particolare odore o profumo.
    - Non hai proprio niente per illuminare? Nemmeno la tua Luce? - le chiese neutro. Per niente al mondo avrebbe dato anche solo l'impressione ad Adriel di poter vedere là dentro, da solo.
    Era davvero strano collaborare tanto con qualcuno che di solito cercava di uccidere i demoni come lui. Nemici naturali, o meglio, il Clero lo era più per i Traghettatori, visto che il loro compito, spesso, non aveva nulla a che fare coi vivi.
    Se la Portatrice si fosse affacciata, avrebbe visto una buona oscurità, smorzata soltanto all'ingresso - per circa un paio di metri - da un lieve cono di luce che filtrava dalle strette finistre e dalla porta. Con qualche secondo di occhio abituato, oltre il punto sarebbe stato difficile identificare chiaramente qualcosa e di sicuro, senza mezzi o sensi adeguati, sarebbe stato impossibile vedere la scalinata per il primo piano come aveva fatto Charun. L'impressione, però, era che il piano terra fosse piuttosto vuoto; il pavimento era ricoperto di giornali, sporcizia e pezzi di mobili rotti e anche verso le zone più scure, fin dove l'occhio umano poteva vedere, s'intravedevano sagome d'indefinita poltiglia a terra. Guardando ai lati, sarebbe stato abbastanza chiara la presenza di muri a circa 5 metri, o almeno qualcosa che non faceva apparire il luogo come un'unica grande stanza. Senza luce, però, difficile dire se fossero integri fino alla fine.
    Se Adriel non avesse voluto usare nessuna illuminazione, o non fosse voluta entrata per prima, allora si sarebbe fatto avanti il Bestione. Machete in guardia, gambe leggermente flesse pronte a scattare e un mantra bene in mente: " Fingere di non vedere un cazzo. "

    Edited by Charun - 5/9/2016, 13:24
     
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  8. Black Scarecrow
     
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    Buio pesto.
    Il cammino che li attendeva era tutt'altro che rassicurante. In quell'oscurità avrebbe potuto nascondersi qualunque creatura della notte. Un qualsiasi mostro avrebbe tratto vantaggio dalla mancanza di illuminazione, mentre lei sarebbe stata cieca all'eventuale imboscata che la attendeva. Almeno aveva qualcuno a coprirle le spalle, ma anche lui come lei sarebbe stato impotente se non avesse potuto veder arrivare il nemico. Se davvero Karl aveva ragione e si trovavano davanti ad un covo di mutaforma, non avrebbero potuto permettersi un simile svantaggio.
    Nessuna idea. Come ti ho detto per quanto ne so può benissimo essere abitato da senzatetto qualsiasi. Ma da quel che dici tu pare non essere affatto così.
    Parlò mentre estraeva dalla tasca il cellulare. Lo strinse in pugno per qualche attimo, ancora nervosa per non aver portato con se un'altra fonte di luce. Se non fosse stata la sua unica risorsa probabilmente lo avrebbe lanciato a terra per la stizza.
    Non che sia inaspettato, ma per una volta avrei preferito andare incontro ad una serata noiosa.
    E invece ancora una volta avrebbe dovuto scendere in prima linea, probabilmente le sarebbe toccato farsi strada a colpi di pistola. Almeno avrebbe levato un po' di feccia dal mondo. Forse a conti fatti era meglio così, buttare via una serata non era mai un bel modo di passare il tempo e di certo non l'avrebbe fatta sentire più utile, ne fatta brillare agli occhi dei superiori.
    Con qualche semplice pressione di un paio di bottoni accese la lampadina del telefonino che portava con se. L'oggetto cominciò a proiettare una luce bianca, sufficiente a vedere ciò che li aspettava nel corridoio, ma tutt'altro che in grado di svelare se vi fosse qualcuno nascosto pronto ad aggredirli a meno che questi non fosse stato proprio nel centro della stanza.
    Avanzò, facendo i primi timidi passi verso l'interno. A terra detriti di ogni sorta scricchiolavano sotto la suola degli stivali. Ci volle poco perchè abbandonasse l'idea di non fare rumore. Con ogni probabilità gli abitanti erano già pronti a ricevere i loro indesiderati ospiti.
    Aumentò il passo, proseguendo decisa in una parvenza di sicurezza. Almeno così voleva far sembrare, ma era tanto tesa che probabilmente avrebbe impugnato la pistola al minimo rumore inatteso. Forse però vedendola così determinata gli aggressori sarebbero stati più titubanti nell'agire. O almeno lei ci sperava.
    Senza contare che il suo nuovo alleato sarebbe stato più propenso a seguirla se invece che mostrare debolezza avesse dimostrato di sapere ciò che faceva. A tal proposito, si rese conto di aver dato fin troppo per scontate le intenzioni dell'uomo, gli aveva dato fiducia praticamente alla cieca, senza neppure mettere in questione che le sue parole potessero essere menzogne. Forse l'aveva portata in trappola. Forse i mutaforma erano un'idea qualunque per depistarla. Chissà, forse li dentro non avrebbe trovato altro che gli alleati di questo Karl, in attesa che lui portasse loro qualcosa con cui divertirsi.
    Seguimi ad almeno un metro e mezzo di distanza.
    Non gli diede spiegazioni. Lui avrebbe potuto leggere una nota di diffidenza nelle parole di lei, oppure prendere per assodato che quello fosse il modo migliore per proseguire evitando di restare entrambi coinvolti in un attacco a sorpresa.
    La verità comprendeva entrambe le cose, ma non c'era bisogno che Adriel lo spiegasse. Non in quel momento.
     
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  9. Charun
     
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    Potresti creare un png ostile? Thanks. :D :D

    Charun sospirò sollevato quando vide la Claricale estrarre il telefono per usare la torcia. Il fascio di luce non era certo un granché, ma per l'occhio soprannaturale del Mezzo umano sarebbe stato un po' come una luminara a Natale. Fece spallucce all'affermazione sarcastica di Adriel, visto che l'attenzione di entrambi era già proiettata all'interno, guidata dal provvidenziale telefonino.
    Il cono della torcia illuminò nettamente il corridoio creato dalle pareti interne e, grazie alla penombra, anche l'Inquisitrice avrebbe potuto intravedere la stretta scalinata che portava al piano superiore. Il pavimento, che rumoreggiò sotto ai passi della Ragazza e del Gigante, era ricoperto di sporcizia e un odore acre di urina, stantio e polvere si sollevò attorno a loro non appena la porta si fece più lontana.

    Al monito diffidente di Adriel, Charun annuì col capo, rispondendo con un laconico:
    - Va bene.-
    Detto questo fece un piccolo stop per allungare le distanze con la "compagna", approfittandone anche per guardarsi meglio attorno.
    Le pareti del corridoio, divenute abbastanza definibili, avevano la vernice scrostata e, man mano che procedevano, sporcizia e murales di scarsa fattura le abbellivano malamente. Per ogni lato vi erano due entrate, prive di porta, che dovevano immettere in delle stanzette di cui non si poteva vedere l'interno, se non affacciandosi. Il corridoio terminava all'incirca tre metri e mezzo prima dei gradini e senza percorrerlo per intero -circa nove metri- non sarebbe stato possibile stabilire cosa li attendesse ai lati di quel passaggio; tuttavia, pareva come esserci un piccolo atrio a precedere la salita.

    Il Bestione cercò di aguzzare come meglio poteva vista e orecchie, in modo da non essere colto di sorpresa, ma gli unici rumori che sentiva erano solo quelli dei loro passi, il fruscio dei vestiti ed eventualmente anche battiti e respiro di Adriel, se ne avesse avuti.
    Sbuffò.
    - Aspetta. Meglio controllare bene là dentro, prima. - commentò un poco sottovoce, alzando l'arma a indicare l'entrata più vicina alla Giovane, che pareva piuttosto determinata ad avanzare. E non dovette sforzare molto la sua ugola baritonale per farsi sentire dall'Inquisitrice, vista la leggera eco prodotta.
    - Mh... buon segno.. - mormorò a denti strettissimi e molto più piano, compiaciuto dalla facilità con cui si disperdevano i rumori.
    Che la ragazza si fermasse o meno a fare i controlli non aveva importanza, lui non avrebbe mai oltrepassato quelle stanze senza prima affacciarsi.
     
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  10. Black Scarecrow
     
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    Per Adriel quel luogo era sgradevole alla meglio, lurido com'era e pieno di murales grotteschi e di pessimo gusto non faceva altro che rendere più difficile distinguere una parete da un potenziale aggressore. Per non parlare poi dell'aria, così pesante e polverosa da togliere il fiato.
    Farsi strada con la luce del telefono era difficile, troppo fioca per fare davvero qualcosa e la polvere nell'aria rendeva il tutto ancora più confuso, erano appena entrati e lei già avrebbe voluto poter uscire da li e farsi una doccia.
    Solitamente era una buona osservatrice, ma quel luogo così confuso le rendeva difficile distinguere ciò che aveva attorno e quasi non si accorse delle due entrate ai lati del corridoio.
    Fortunatamente ci pensò il suo compagno improvvisato a darle un aiutino. L'inquisitrice non replicò, in silenzio fece come detto dall'uomo e si avvicinò alla porta per allungare il fascio di luce all'interno della stanza, la voce di lui era talmente forte che anche quando parlava a bassa voce riecheggiava come un baritono per tutto il corridoio. Non che fosse un problema vero, con tutti quei detriti a terra chiunque li avrebbe sentiti arrivare.
    Adriel si affacciò nella stanza, illuminandola per quanto le fu possibile e cercando di ispezionarla per bene. Alcuni mobili ormai a pezzi giacevano ai lati, il centro era invece coperto da una serie di cocci frantumati che rendevano il tutto più confuso di quanto già fosse. Tuttavia non c'era alcuna traccia di vita, nessuno che potesse rispondere alle domande dell'inquisitrice su chi si nascondesse in quel luogo.
    Prese tempo per osservare bene, senza mettersi alcuna fretta o preoccuparsi di dover proseguire rapidamente. Dalla piccola stanza proveniva un pessimo odore, non solo tipico di un ambiente chiuso, ma anche condito dall'olezzo di escrementi probabilmente ammassati agli angoli delle pareti.
    Stava per voltarsi e proseguire quando sentì provenire un urlo rabbioso dalle sue spalle, voltandosi di riflesso si trovò di fronte una figura confusa dall'oscurità, di forma umana ma ammantata in lunghi abiti laceri che coprivano la buona parte del suo corpo. In mano stringeva qualcosa che emise un lieve riflesso quando la luce del telefono lo illuminò per un istante, forse un coltello o magari solamente un pezzo di vetro, poco importava perché la figura era ormai addosso ad Adriel e le sue intenzioni con l'arnese che aveva in pugno apparivano evidenti. Aveva atteso nella seconda stanza il momento propizio per tendere un'imboscata e il fatto che fossero due contro uno non pareva tangerlo.
    Le si gettò contro con foga, neppure preoccupandosi dell'enorme figura che stava pochi passi più lontana dell'inquisitrice e menò un fendente verso la gola della ragazza mentre con la mano libera cercava di afferrarla per impedirle di reagire.
    Lei si mosse senza neppure pensare, si gettò indietro, fuori dalla stanza e verso Karl senza preoccuparsi di restare in piedi ma solo di levarsi dall'impiccio.
    Si ritrovo sdraiata a terra faccia in su, persino con l'arma già pronta in mano e senza attendere altro detonò il primo proiettile della serata. Era presa dalla foga e dallo spavento e non si preoccupò del fatto che ciò avrebbe allertato chiunque, non solo nell'edificio ma anche chi si fosse trovato di passaggio all'esterno.
    L'oscurità però giocò a favore dell'assalitore ed Adriel non riuscì a mirare bene a sufficienza da colpirlo. Quando riuscì finalmente a riprendere il mano il telefono per illuminare il corridoio la figura era già scomparsa, probabilmente nascosta in una delle due stanza pronta a sferrare un secondo assalto.
    L'inquisitrice si aspettava un'accoglienza simile, ma la brutalità dimostrata dall'assalitore l'aveva comunque lasciata abbastanza scossa, non pensava che gli abitanti del luogo avrebbero cercato di ucciderla a sangue freddo già da subito.


    CITAZIONE
    Combattente Umano/Mezzo Umano Antipatico
    Punti Vita: 28 - Punti Difesa: 33-4=29
    Maestria a Mani Nude
    Danno: 9
    Punti difesa necessari a schivare: 11 Maestria con Armi Bianche
    Danno: arma+5
    Punti difesa necessari a schivare: 8 Maestria con Armi da Fuoco
    Danno: arma+4
    Punti difesa necessari a schivare: 8 Bonus ai punti difesa per schivare: +3
    Riduzione del danno: +3


    Adriel
    Punti vita: 38
    Punti difesa: 26-11=15

    Ce l'ho circa fatta! yee!
    Non so bene come vanno gestiti gli scontri in questo tipo di role, ma questo mi sembra un buon primo tentativo, credo.
     
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  11. Charun
     
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    User deleted


    Dimenticavo. Ti volevo avvisare che da oggi fino quasi per tutto Dicembre non ci sono, non posso rispondere nemmeno a mp. Te cmq manda se hai bisogno, poi appena posso ricollegarmi mi rimetto in pari. :D


    Adriel seguì il consgilio di Charun e si apprestò a ispezionare la prima stanza, mentre Lui proseguì soltanto di un paio di passi in modo da fornirle copertura alle spalle. Le precauzioni del Bestione, però, furono del tutto inutili. Bastò un rumore proveniente dall'esterno per farlo voltare verso l'uscita, minuscolo frangente necessario al nemico per sgusciare nella stanza dove si trovava l'Inquisitrice. Allertato dal suono del suo passaggio, Charun si girò nuovamente, ma l'altro era stato veloce a sufficienza.
    - Mmmm...- mormorò, iniziando a spostarsi del tutto insospettito.
    Non fece nemmeno in tempo ad alzare il piede che la confusione della lotta si propagò per la stanza, seguito dal tonfo improvviso del corpo di Adriel in mezzo al corridoio e un inutile colpo di pistola che finì nell'oscurità esattamente come il velocissimo assalitore.
    A Charun bastarono pochissime falcate per colmare le distanze fra lui e la Clericale. La vista semi-notturna e l'udito soprannaturale non gli avrebbero impedito a lungo di scovare il nemico in quel luogo angusto, ma doveva contenersi se non voleva insospettire la Ragazza e così si limitò a chiederle se andasse tutto bene e poi gridò, con un vocione che pareva arrivare proprio dai luoghi più profondi dell'oltretomba:
    - FATTI VEDERE! VIGLIACCO! -
    Serrò poi le labbra increspandole con ferocia, fissando con sguardo incattivito di fronte a sé e le pupille che guizzavano attente in ogni angolo visibile. Si mise in guardia in direzione della scalinata, con il machete pronto all'attacco.
    Sottovoce disse alla Compagna:
    - Fammi luce e coprimi. Vado avanti io.-
    E detto questo, se Adriel non avesse avuto nulla in contrario, avrebbe iniziato ad avanzare piano in posizione di guardia destra, a passettini laterali e pronto alla lotta. Il fatto che quall'aggressione, nonostante i sensi, gli fosse passata così facilmente alle spalle non prometteva bene.
    Affatto bene.

    Edited by Charun - 30/11/2016, 20:16
     
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