Rooms by night

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  1. Lhou
     
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    Aveva seguito quei bastardi per diversi giorni. Non sempre seguito in senso letterale, ma li aveva sempre tenuti d'occhio in qualche modo ed aveva seguito i loro traffici.
    Non era ancora intervenuto, ma quando aveva saputo del nuovo "carico" non aveva più resistito. Aveva pedinato uno di loro fin li a Rooms da Sunset Boulevard. Un edificio abbandonato appena oltre l'incrocio con Jillgon sulla settima strada.
    Aveva chiamato Kate, non sapeva quanti fossero ed un aiuto gli avrebbe fatto comodo, visto che Iréne ed Alphard erano entrambe impegnate in un altro lavoro. Oltre al fatto che per ora preferiva evitare di incastrare le due ragazze in questioni di mafia.
    Angelus ora si trova sul tetto di un palazzo esattamente antistante all'edificio abbandonato, un palazzo basso, di soli tre piani abitato da gente povera e spesso usato da drogati e barboni. Un luogo ideale dove osservare l'ingresso dell'obbiettivo senza essere notati e li aveva dato appuntamento a Kate.
    Il ragazzo era vestito in modo semplice come al solito, con la sua lunga giacca di pelle, una maglia grigio scuro, jeans altrettanto scuri ed anfibi.
    Non aveva con se ne Kurohime, almeno apparentemente, ne tanto meno armi da fuoco, giusto il coltello tattico alla cintura dietro la schiena e i coltelli da lancio in un fodero nascosto due nello stivale destro ed uno nel sinistro e lo smarphone in tasca, l'auricolare bluetooth all'orecchio. Al collo portava la collana che gli era stata regalata, con la fialetta contenente la droga rinforzante che non aveva mai usato ne intendeva usare, infine nelle tasche interne del giaccone il mazzo di chiavi antiche. Il resto della sua roba era in un posto sicuro ed a lui facilmente accessibile.
    Era li, immobile e silenzioso da più di un ora, osservando la situazione e contando quelli che erano arrivati ed entrati nell'edificio bersaglio. Poi improvvisamente le urla di una ragazza ne attirano l'attenzione e volta lo sguardo, vedendo arrivare un altro di quegli uomini portandola con se. Probabilmente la poveretta aveva le mani legate dietro la schiena e lui la teneva per i lacci con una mano e per la testa con l'altra. Doveva averlo morso per essere riuscita ad urlare e doveva aver urlato con tutta la forza, urlo che probabilmente si era sentito fino a Jillgon ma dubitava che chiunque si sarebbe fatto attirare da quella richiesta di aiuto, pochi in quella città avevano il coraggio di accorrere quando qualcuno aveva bisogno, e lui non li biasimava.
    Rimase ad osservare, freddo ed in silenzio mentre la ragazza urlava ancora un paio di volte, poco più piano, prima di prendersi un pugno in faccia cadendo a terra, mentre l'altro la sollevava e le mostrava un coltello, sussurrandole qualcosa per poi quasi trascinarla all'interno dell'edificio.
     
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  2. Altea!
     
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    Era stata una giornata discretamente monotona per Altea e finalmente stava volgendo al termine. Come ogni sera da quando si era trasferita a casa dell'amico, o per meglio dire nello scantinato, la ragazza aveva l'abitudine di farsi un giretto dopo cena per il quartiere; l'aria fresca (o in questo caso, gelida) della notte l'aiutava a rilassarsi prima di andare a dormire, inoltre la movida notturna del quartiere di Jillgong le permetteva di camminare per le sue strade sentendosi al sicuro, vista la mole di persone che ogni sera si riversava per le sue vie e viuzze.
    "Solo un giro veloce" aveva pensato nel mentre si preparava ad uscire, quella sera indossava semplicemente un maglioncino nero, il solito paio di jeans slavati e gli altrettanto soliti anfibi neri, il tutto coperto da un giubbotto lungo verdastro che le arrivava fino alle ginocchia; ovviamente non poteva mancare la sua pistola, la Glock cal. 40, regalatale anni prima da Trystan e che era solita nascondere dietro la schiena, sopratutto d'inverno grazie al giubbotto che la rendeva invisibile ad occhi indiscreti.
    D'altronde sapeva bene quanto quella città fosse pericolosa, indipendentemente dal quartiere.
    Era appena uscita dal tabacchi, situato in una zona relativamente tranquilla del quartiere che si avvicinava a Rooms e che quindi la rendeva potenzialmente pericolosa a causa dei barboni e drogati che si aggiravano per quel quartiere, e stava per accendere la prima sigaretta della serata quando sentì una voce o per meglio dire: un grido.
    Le venne spontaneo buttare la sigaretta a terra e cercare di capire da dove arrivasse quel giro che apparteneva indiscutibilmente ad una donna, forse ad una ragazza; non poté fare a meno di sorprendersi quando i suoi piedi iniziarono a muoversi del tutto autonomamente nella direzione dalla quale proveniva quella disperata richiesta d'aiuto e tanto meno riuscì a non provare disgusto nel pensare che oltre a lei altre persone dovevano aver sentito quelle grida, magari anche uomini forti e armati, ma che nessuno se ne stava minimamente interessando.
    Un brivido le percorse violentemente la schiena e quasi le veniva voglia di voltarsi dall'altra parte e scappare di fronte alla scena che le si presentava davanti: una ragazza legata e trascinata nei pressi di un edificio abbandonato da un uomo che solo volendo avrebbe potuto spezzarle il collo a mani nude e che probabilmente, l'avrebbe fatto senza pensarci due volte. La ragazza urlava e scalciava fino a quando non venne colpita brutalmente in pieno volto, finendo per accasciarsi a terra su se stessa.
    Altea se ne stava nascosta dietro un ammasso di bidoni della spazzatura e di putridi sacchetti della spazzatura mezzi distrutti che emanavano un odore fetido; in quel momento non le importava dell'odore anzi, neanche lo percepiva assorta com'era nei suoi pensieri, sapeva che se fosse uscita di lì avrebbe rischiato la vita ma allo stesso tempo come poteva lasciare una donna nelle mani di un mostro del genere? E se fosse capitato a lei?
    Ancora incerta sul da farsi decise di rimanere per il momento nascosta tenendosi però pronta ad intervenire nel caso in cui quell'uomo, che adesso puntava il coltello verso la ragazza, avesse realmente tentato di colpirla.
     
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    Strano posto per darsi appuntamento, il tetto di un edificio. Non che Kate si aspettasse un romantico invito a cena in un ristorante con vista, quando aveva ricevuto la proposta di lavoro di Angelus. Non era neanche la prima volta che "lavorava" dal tetto di un edificio, anche se di solito preferiva piuttosto le stanze agli ultimi piani. Erano molto più riparate, anche se rendeva più difficile la via di fuga tramite elicottero. Era anche abbastanza sicura che Angelus non avesse un elicottero, ma su quello non ci avrebbe messo la mano sul fuoco.
    Anche lei era vestita in maniera piuttosto semplice. C'era la tuta sperimentale delle Krass Industries, ovviamente, che sarebbe stata piuttosto riconoscibile se non l'avesse coperta con i vestiti più anonimi che avesse, scelti accuratamente per l'occasione. Dei jeans infilati in un paio di scarponi militari ben stretti attorno alle caviglie e una felpa priva di disegni, con cappuccio e tascone davanti, tutto rigorosamente in tinta unita nera, la rendevano praticamente una ragazza qualsiasi, pur permettendole un certo grado di mimetizzazione nel buio e nella sporcizia della città. A complementare l'abbigliamento c'era un semplice giaccone di un grigio molto scuro, indossato sopra la felpa. Oltre a questo, portava una valigetta, sottile ma piuttosto lunga - poco più di un metro. Per l'occasione, aveva lasciato la fondina a casa. La sua fedele Beretta era in una tasca interna del giaccone insieme alle munizioni. Non aveva documenti con sé, né un cellulare. Sarebbero stati incriminanti in caso li avesse persi in giro. Non che avesse paura di perderli, era pur sempre una professionista, e l'esperienza di Angelus di certo non era una cosa da ignorare. Il resto del suo equipaggiamento - in pratica, solo il suo fucile - erano nella valigetta. Non si era portata dietro nient'altro, neanche le chiavi di casa.
    Nonostante lei fosse in perfetto orario, non si stupì di trovare Angelus già sul posto.
    «Un posticino romantico.» si annunciò, nonostante fosse sicura che Angelus avesse percepito la sua presenza da chissà quanto lontano. Nonostante le parole, il tono era più freddo del solito, segno che fosse in modalità lavoro. Si tolse il cappuccio mentre si avvicinava al mezzodemone, giusto mentre la ragazza presumibilmente rapita faceva sentire la sua richiesta d'aiuto. Kate fece per chiudere le distanze e chinarsi vicino ad Angelus. Posò la valigia sul pavimento e la aprì mostrando il suo contenuto. Era un bel fucile da cecchino, già assemblato, incastrato in un'imbottitura che lo avvolgeva perfettamente. Gli unici pezzi con dei solchi a parte erano un paio di caricatori extra oltre a quello già montato. In pratica era una valigia fatta apposta per avere il fucile sempre pronto, per quanto fosse relativamente ingombrante. Aveva imparato dai propri errori che, in quella città, il rischio di un colpo partito per sbaglio era molto più accettabile del rischio di trovarsi in una situazione scomoda con un'arma scarica.
    Estrasse il fucile e lo puntò verso l'ingresso dell'altro edificio. Angelus, a seconda della sua esperienza, aveva diversi segni per capire che non si stava preparando a sparare, primo tra tutti, il dito lontano dal grilletto. In più la sicura era ancora inserita, e andando più nel tecnico, quella in cui era Kate non era una posizione adatta a prendere la mira come si deve. Quindi in realtà stava solo usando il mirino a mo' di cannocchiale, per osservare la situazione.
    «Umph.» sbuffò, scocciata, mentre la ragazza veniva trascinata dentro l'edificio. «L'obiettivo immagino sia un recupero di ostaggio. Piano d'azione?» chiese, evidentemente rimandando i convenevoli a dopo. «Non mi sembra un nemico particolarmente preparato. Hai idea di chi ci sia dentro l'edificio?» aggiunse, continuando a tenere d'occhio l'ingresso dell'edificio.
     
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  4. Lhou
     
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    Ed, effettivamente, Angelus aveva percepito la mercenaria prima che lei si annunciasse, anche se non così tanto prima, giusto un mezzo minuto, sentendone chiaramente l'odore.
    << Vero?>> Chiede retoricamente, con un sogghigno. << Il fetore dei quartieri più degradati, poi, rende tutto più eccitante, quasi magico. Ben arrivata comunque.>> Aggiunge pochi istanti dopo, senza distogliere lo sguardo dalla strada sotto di loro.
    L'uomo, imprecando e bestemmiando in russo tiene il coltello puntato alla gola della ragazza, che inizia decisamente malvolentieri a collaborare e rimane in silenzio, mentre quello la trascina verso l'ingresso del palazzo, bussando contro l'ingresso un paio di volte, finché non si apre uno spioncino, poi tutta l'apertore e lui viene fatto entrare chiudendo di nuovo il grosso portellone metallico dall'aria robusta.
    Angelus capisce subito che la ragazza non intende sparare ma osservare la situazione e gli scappa un sorriso triste. Kate gli ricorda terribilmente Wolf nel suo eccellente comportamento da cecchina. La sorella avrebbe fatto esattamente la stessa cosa in quella circostanza.
    << OstaggI.>> Chiarifica quindi il detective, che poi annuisce alla sua domanda. << Si.>> Inizia a rispondere. << E non penso che la risposta ti piacer...>> Ma si blocca, voltando lo sguardo a destra, verso l'inizio della strada.
    Solo ora, fra quello dei rifiuti, aveva sentito un odore inatteso, decisamente l'odore di una ragazza, con un vago sentore di olio per armi e polvere da sparo, quindi probabilmente armata.
    << C'è qualcuno.>> Commenta, stringendo lo sguardo e notando dove potrebbe essersi nascosta.
    << Ma si nascondeva dall'uomo appena entrato, non è con loro. Forse è qui per il nostro stesso motivo.>> Una breve pausa riflessiva. << Andiamo a scoprirlo? Poi ti aggiornerò su tutto.>> Dice a Kate e prima che quella abbia modo di rispondergli si muove, attraversando alla loro destra il tetto del palazzino, attraversando velocemente il camminamento del palazzo accanto e balzando letteralmente giù da esso, facendo tre piani in volo ed atterrando in piedi ad una ventina di metri davanti ad Altea. Kate potrà tranquillamente usufruire delle scale anti incendio sul lato del palazzo.>
     
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  5. Altea!
     
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    Si trovava ancora ben nascosta tra i rifiuti, assistendo immobile allo spettacolo disgustoso che in quel momento le si presentava di fronte agli occhi; la cattiveria dell'uomo in una delle sue massime forme, o almeno era quello che Altea pensava in quel momento, rabbrividendo per l'ennesima volta nel pensare a cosa avrebbero potuto ancora fare a quella povera ragazza. Ne aveva passate tanto fin da giovanissima e di gente malvagia e poco raccomandabile ne aveva incontrata a dozzine ma una cosa del genere, un simile simile trattamento ad un essere umano lo trovava inconcepibile, per fino per una bestia.
    Sussultò istintivamente nel vedere che adesso l'uomo trascinava la ragazza verso l'edificio che, nonostante l'apparenza, non doveva essere poi così abbandonato; ne ebbe infatti la conferma pochi istanti dopo quando l'uomo bussò alla porta, la quale, dopo pochi secondi si aprì e dopo che i due erano entrati si richiuse altrettanto velocemente.
    Impegnata com'era ad osservare la scena che le si presentava davanti, la ragazza non aveva percepito la presenza di altre persone in quel posto e tanto meno si era resa conto del ragazzo che nel frattempo si era buttato giù da un palazzo vicino; solo quando quest'ultimo le atterrò a pochi metri di distanza si rese conto di ciò che era appena successo ed istintivamente indietreggiò quasi immediatamente.
    Anche in questo caso però la curiosità la vinse e raccolse tutto il coraggio che aveva in quel momento per chiedergli: "Chi sei, o forse dovrei dire cose sei?" non era così difficile intuire che in quel ragazzo ci fosse qualcosa di strano era saltato da un'altezza troppo elevata per uscirne intatto, tutta via non gli diede neanche il tempo di rispondere, un'altra era infatti era la domanda che veramente le interessava in quel momento:"Cosa vuoi da me?"

    CITAZIONE
    Sono resuscitata ahah
     
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    Fece un sorrisetto ad Angelus con un cenno per ricambiare al saluto, prima di dedicarsi completamente all'obiettivo. Osservò in silenzio l'uomo, storcendo apertamente il naso in una smorfia chiaramente disturbata dall'accento dell'uomo.
    «Tsk.» sbuffò, scocciata, alla menzione di più ostaggi. «Ce l'avevo. Avrei potuto beccarlo facilmente.» si lamentò, senza abbassare il fucile ma continuando ad osservare l'ingresso dell'edificio, anche se solo per poco. Passò rapidamente al resto dell'edificio, analizzandolo rapidamente. Fece per contare i piani e le finestre in ogni piano, oltre che cercare di sbirciare dentro, in caso ci fosse qualcosa di visibile, senza lasciarsi distrarre dalle parole di Angelus ma ascoltandolo. «Un civile?» chiese, mentre stava ancora contando. Quando abbassò il fucile, però, Angelus era già sparito, praticamente buttandosi dal palazzo. Con un sospiro leggermente esasperato, lo inquadrò nel mirino, seguendolo fino alla persona che aveva visto. Con tutta la calma del mondo, abbassò il fucile, scosse brevemente il capo, si mise il fucile in spalla e andò a prendere la valigia. Con quella nella mano sinistra e la mano destra sulla cinghia del fucile, scelse la strada delle persone normali, la scala antincendio appunto. Scese rapidamente i gradini, ma senza poi troppa fretta, salvo saltare giù dall'ultima rampa per evitare di doverla tirare giù. Tre piani da saltare erano troppi, ma uno solamente non era poi una grande tragedia, dopotutto era pur sempre un militare addestrato. Atterrò piegando parecchio le ginocchia e ci mise un po' a rialzarsi, ma ne uscì senza danni. Si chiese se la tuta che indossava sotto i vestiti aveva aiutato e si segnò mentalmente di chiederlo al suo contatto.
    Poi, sempre con tutta la calma del mondo, attraversò la strada per raggiungere Angelus e la ragazza, che non sembrava particolarmente contenta di essere stata individuata. Essendo arrivata dopo, si era persa il dialogo tra i due, quindi la salutò con un «Hey!», portando anche due dita alla fronte.
     
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  7. Lhou
     
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    Bentornata nel mondo dei vivi XD
    Posso chiedervi ad entrambi di generare un PNG ostile?
    Per altea:
    Vai in Profilo -> Accedi al tool -> Clicca "Quest" -> Clicca "Attuali" appena sotto -> Accanto al titolo della nostra giocata ci sarà il tasto "Genera incontro!", cliccalo -> Spunta "Forza antipatico/ostile" senza il quale potrebbe uscire amichevole, e poi clicca il tasto per generarlo^^

    Notò immediatamente come la ragazza era indietreggiata fino alla parete, senza tuttavia alzare e puntagli la pistola addosso. Questo poteva significare che non fosse una persona a cui piace puntare le armi addosso agli altri, o che non avesse un particolare addestramento ed esperienza. O forse entrambi. In ogni caso tutti elementi che la mettevano in miglior luce ai suoi occhi.
    Con molta calma e lentamente iniziò ad alzare le mani sopra la testa dopo essersi rimesso in piedi dalla posizione accovacciata dove era atterrato, per attutire la discesa almeno un minimo, un po' come si fa quando qualcuno ti punta addosso un arma.
    << Chiedere ad una persona "cosa" è lo trovo offensivo ed irrispettoso.>> Commenta con un ghigno. << Non ti voglio fare del male, se è quello che stai chiedendo.>> Aggiunge alla seguente domanda di Altea, senza abbassare le mani. << E scusa se ti ho spaventato. A volte sono più irruento di quanto dovrei, mi piacciono le entrate in scena spettacolari.>> Fa una leggera pausa, poi per qualche istante piega la testa e guarda in alto come riflettendo. << Beh, quasi sempre più che a volte.>> Conclude, sempre ghignando ed abbassando lentamente le mani, mentre Kate si avvicinava salutando, come al solito pacata e tranquilla. Una cosa che apprezzava in lei e che l'aveva portato a chiamarla per questo ed altri lavori.
    Attese in silenzio che Kate lo raggiungesse, per poi fare un cenno verso l'edificio dove la ragazza era appena stata portata davanti ai loro occhi. << Mi chiedevo semplicemente cosa ci facesse una ragazza di poco più di vent'anni, armata di pistola, qui a Rooms a tenere d'occhio quel posto.>> Esordisce, tenendo lo sguardo sulla ragazza davanti a loro e i sensi all'erta. Non tanto per Altea che non percepiva particolarmente come una minaccia, ma perché aveva il timore che arrivassero altri compagni di merende di quelli che si trovavano nell'edificio poco distante, e almeno per ora preferiva evitare di allertarli. Se c'era una cosa che voleva evitare questa sera era di trasformare quel posto in un bagno di sangue.
     
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  8. Altea!
     
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    Le parole, nonché i gesti, del ragazzo erano riusciti a tranquillizzarla, almeno in parte, senza però farle abbassare la guardia; in fondo chi le assicurava che quel tipo non le stesse tendendo una trappola? O che non fosse come l'uomo che aveva poco prima trascinato e picchiato senza ritegno una ragazza?
    <<non era mia intenzione offenderti, mi dispiace, però non è da tutti i giorni vedere un ragazzo saltare giù da un palazzo di 3 piani ed uscirne illeso. In ogni caso non preoccuparti, non mi hai spaventata.>> disse cercando di darsi un tono il più calmo possibile, non le piaceva farsi vedere spaventata o debole sopratutto nell'eventualità in cui si fosse rivelato veramente un nemico.
    Rimase perplessa nel vedere una nuova figura avvicinarsi ai due, questa volta si trattava di una ragazza il cui modo di fare placido e rilassato non faceva sentire Altea in pericolo, nonostante fosse armata. Dopo aver ricambiato il saluto della ragazza con un lieve cenno della testa tornò nuovamente a rivolgersi al ragazzo che nel frattempo le aveva posto una domanda affrettandosi a rispondere << Niente di particolare in realtà, mi trovavo qui vicino quando ho sentito una ragazza urlare, così mi sono ritrovata in questo posto>> nel dire ciò un misto di ansia e panico le salì dallo stomaco, il trambusto che si era creato quando si era accorta di non essere l'unica ad osservare la scena le aveva fatto dimenticare per un attimo il motivo per il quale si trovava lì <<e voi che ci fate qui? E la ragazza? L'avete vista, sapevate chi era? Cosa le è successo?>> non poter fare a meno di travolgere i due con mille domande nonostante si sentisse un po' sciocca, in fondo non aveva nessun tipo di rapporta con quella ragazza d'altra parte però ormai si sentiva coinvolta; l'aveva vista lì, su quel gelido asfalto a divincolarsi con tutta la sua forza fino a sparire in un edificio con solo Dio sa chi dentro. Come poteva ignorare una cosa del genere e tornare alla sua vita come se nulla fosse successo?
     
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    «Ah, una civile armata si corresse, dopo aver udito le parole di Angelus. Scelse di parlare a mezza voce, così da farsi sentire pur senza imporsi e interrompere gli altri due. Osservò la ragazza da capo a piedi, con una lunga occhiata anche piuttosto sfacciata, cercando di individuare l'arma citata da Angelus. Sorrise quasi divertita quando non riuscì a individuarla, e in silenzio ascoltò la risposta della ragazza, piuttosto vaga ma credibile e soddisfacente. Non aveva nessun motivo per non crederle, ma la sua intrinseca paranoica la spinse a tenerla d'occhio attentamente, pur continuando a sorriderle.
    «Una civile armata e particolarmente eroica.» si corresse ancora una volta, apparentemente ancora più divertita di prima. «Abbiamo intenzione di portarcela dietro?» chiese poi, girando appena appena il capo verso Angelus ma mantenendo lo sguardo sulla ragazza. Subito dopo, senza attendere una risposta né darne a sua volta - d'altronde era Angelus quello che sapeva in effetti come risponderle, dato che anche lei attendeva ulteriori informazioni - decise di fare qualche domanda a sua volta.
    «Sembri coraggiosa, e se vai in giro con una pistola potrei dare per scontato che sai usarla.» esitò, poi alzò lo sguardo come colta da un'idea improvvisa e si fece pensierosa per qualche istante. «No, in effetti è sbagliato darlo per scontato, in questa città. Sai quanta gente ho visto con dei fucili degni di questo nome che si credevano dei tiratori decenti?» chiese un po' a tutti e un po' a nessuno. «Ah, ma sto divagando. Il punto è... non mi sembra che tu abbia disciplina militare. Non prenderla come un'offesa, non è mica un insulto, eh. Ma sappiamo e sai anche tu che hanno almeno un ostaggio. Pensi di avere le capacità per poter gestire la situazione senza mettere in pericolo la sua vita?» chiese ad Altea, facendosi un po' più seria, ma mantenendo quel tono leggero che non lasciava trasparire il tono inquisitorio che la domanda avrebbe dovuto avere.
     
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  10. Lhou
     
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    << No, immagino di no. Tante altre persone sarebbero scappate urlando.>> Dice ad Altea, osservandola con sguardo estremamente penetrante ed intenso, ma non invasivo, facendosi quindi serio ed annuendo alla precisazione di Kate. Tiene comunque lo sguardo sull'artigiana mentre questa rivolge loro le domande.
    << Siamo qui per mettere i bastoni fra le ruote a della brutta gente. La ragazza è stata rapita. Si, no, non penso le faranno del male.>> Dice, rispondendo alle domande che gli vengono rivolte, facendosi quindi riflessivo mentre Kate parla con Altea, rivolgendole quella mezza inquisizione, per poi sospirare e spostare lo sguardo verso l'edificio dove l'uomo e la ragazza erano spariti poco fa.
    << Concordo in parte con te.>> Dice alla mercenaria, interrompendo un po' la discussione. << Ma ne stiamo parlando in mezzo alla strada e non è una buona idea. Venite con me.>> Conclude quindi, voltandosi ed allontanandosi verso un vicolo largo nemmeno due metri, ad una trentina al massimo dall'ingresso dove rapitore e rapita erano spariti, dall'altra parte della strada rispetto all'edificio e leggermente spostato verso sud, molto vicino a dove i tre si erano incontrati e fermati a parlare.
    Angelus entra nel vicolo, fermandosi dopo pochi passi, dietro ad un cassonetto e rimanendo in attesa qualche istante di venir raggiunto dalle due ragazze. Li era sicuro che sarebbero stati lontani da occhi e orecchie indiscreti.
    << Non sembri addestrata, sono d'accordo con la mia amica.>> Inizia quindi a dire verso Altea, con un cenno verso Kate. << E sono curioso di sapere cosa le risponderai. Ma hai fegato e da quanto mi sembra di sentire, la tua pistola ha già sparato, anche se non poco tempo fa.>> Conclude, osservandola in silenzio per qualche istante. << Noi stiamo andando a fare qualcosa di molto pericoloso... Ma le persone abbastanza coraggiose, o abbastanza stupide, da seguire una ragazza in difficoltà a Dilagon City mi piacciono.>>
     
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  11. Altea!
     
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    Rimase in silenzio aspettando che Angelus finisse di parlare cercando nel frattempo di ignorare lo sguardo fisso della ragazza su di sé.
    Rimase tuttavia turbata dall'espressione da prima sorridente e poi sempre più divertita - che aveva notato quando si era girata per un secondo verso di ella nel mentre pronunciava un'ennesima affermazione - indecifrabile agli occhi di Altea; in quel momento avrebbe pagato qualsiasi cifra per sapere cosa stesse passando per la testa alla sconosciuta. Il turbamento iniziale fu tuttavia presto sostituito da un sensazione di sollievo nel sentire l'ultima frase del ragazzo; un "menomale" le stava per uscire di bocca ma rimase spiazzata dalla domanda di colei che poco prima sembrava la stesse passando ai raggi x.
    "Ma che sono un cane?" pensò tra se e se, alzando il sopracciglio destro in un'espressione più buffa che seria, non era offesa o che, ma se pensavano che se ne sarebbe tornata a casa con la coda tra le gambe solo perché glielo avevano detto loro si sbagliavano. Dopo aver raggiunto un luogo più sicuro dove poter parlare, finì di ascoltare ciò che i due avevano da dirle.
    << Avete entrambi ragione, non ho un'addestramento militare e non mi sono mai trovata in una situazione neanche lontanamente simile a questa, tuttavia so come usare una pistola, anche se la uso solo per difesa; in ogni caso penso di essere almeno in grado di difendermi >> fece una breve pausa, durante la quale rivolese la sua attenzione della ragazza al ragazzo << Hai un'ottimo olfatto sai? E comunque non hai a che fare né con una pazza né tanto mano con una coraggiosa ma - e forse è ancora peggio - con una persona testarda, quindi ormai non avete scelta, dovete portarmi con voi. >> dettò ciò allungò la mano indistintamente verso entrambi ed aggiunse sorridendo primo ad uno e poi all'altro <<beh, tanto vale procedere con le presentazioni a questo punto, no? Mi chiamo Altea, piacere di conoscervi! >>
     
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  12.  
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    Non poté fare a meno di notare il turbamento nell'espressione di Altea. Non ci voleva molto a capire che era il suo sguardo a metterla a disagio, o almeno così interpretò lei. Le rivolse un sorrisetto tranquillo - l'ennsimo - prima di specificare che «Non ho intenzioni strane nei tuoi confronti, se è quello che ti preoccupa.»
    Li seguì - per una volta - in silenzio all'interno del vicolo, sistemandosi meglio il fucile sulla spalla. Una volta dentro quel luogo sicuro, poggiò per terra la valigia vuota che usava per trasportare il fucile, unì le mani incrociando le dita e fece scrocchiare dolcemente le dita. Si stiracchiò la schiena, poi iniziò a massaggiarsi la spalla destra per far scaldare i muscoli. Mentre lo faceva, prese a guardarsi intorno per assicurarsi che il vicolo fosse effettivamente sicuro. Lo misurò con dei lunghi passi, anche se non ce n'era bisogno. Intanto, ovviamente, ascoltò le parole di Altea, avvicinandosi quando la ragazza tese la mano. La prese e la strinse brevemente. «Kate.» le disse intanto. «Se sai come usare la tua pistola davvero andremo molto d'accordo, probabilmente. Se non altro avremmo di che parlare ad un appuntamento.» scherzò, facendole anche un occhiolino complice. Era particolarmente allegra, quella sera. O almeno, così aveva deciso di mostrarsi. Quindi si allontanò di un mezzo passo all'indietro e incrociò le braccia sul petto.
    «Adesso credo che puoi anche parlare del compito, credo.» disse poi verso Angelus. «Stavo pensando che se non vogliamo passare dall'ingresso principale potremmo controllare se hanno anche loro una scala antincendio e passare dal tetto o da una delle finestre.» propose.
     
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  13. Lhou
     
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    Angelus rimane in silenzio mentre Altea parla, ascoltandola mentre un ampio sogghigno gli si apre sul volto.
    << Mi piace, teniamola.>> Dice verso Kate quando la ragazza ha finito e si presenta. Quindi anche lui allunga la mano, dopo Kate, per stringere quella di Altea. << Angelus.>> Si presenta a lei, con una stretta decisa ma non a stritolarle la mano. Quindi annuisce verso Kate. << Potrebbe funzionare.>> Le risponde, per poi passarsi una mano a strofinarsi il volto e gli occhi. << Va bene, allora...>> Comincia. << Cominciamo col dire che quelli li dentro sono tutti membri della Bratva, la mafia russa.>> Specifica, più per Altea. Sospettava che Kate avesse quantomeno un infarinatura generale della malavita mondiale. Getta un occhiata ad entrambe, più per sondarne le espressioni, prima di riprendere. << E' un po' che tengo d'occhio alcuni dei membri del loro distaccamento di Dilagon City. Hanno diversi sedi in diversi quartieri e gestiscono diversi traffici illeciti a cui voglio porre fine.>> Fa un altra breve pausa. << Questa sera è arrivato un "carico" dal porto. Una mezza dozzina di ragazze, provenienti da chissà dove. Le hanno portate tutte in quell'edificio, probabilmente intendono accumularne altre per poi venderle per il traffico di schiavi o per la prostituzione. Le hanno portate tutte qui dal porto con un furgoncino, solo una era riuscita a scappare ed è quella che abbiamo visto che uno di loro riportava dentro. Il mio obbiettivo di questa sera è liberarle e mandare in ospedale quanti più di loro possibile, per mandare un messaggio a tutta l'organizzazione.>> Fa un altra pausa, questa volta un po' più lunga. C'era un argomento che voleva affrontare e non sapeva quanto sarebbe piaciuto a Kate, tanto meno ad Altea visto che la conosceva da pochi minuti. << C'è solo una regola: non si uccide.>> Passa lo sguardo su entrambe le ragazze. << Se non tutti, quasi tutti li dentro sono umani e io non voglio morti, a meno che non siano palesemente creature non umane.>> Conclude, soffermando lo sguardo su Kate. Non si aspettava che quell'assalto sarebbe stato difficile, ma la presenza di Altea forse cambiava le carte in tavola. Non sapeva cosa pensasse la ragazza, ma non avrebbe lasciato che qualcuno morisse durante quella spedizione. E per quanto fosse sicuro che Kate sapesse badare a se stessa, non ne era certo per l'altra. Anche se forse la stava solo sottovalutando. Sperava di si. Quantomeno non aveva l'aria di una sbarbatella, o non del tutto.
     
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  14. Altea!
     
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    Kate fu la prima dei due a stringere la mano ad Altea. <<possiamo parlare di quello che vuoi finché offri te>> disse accennando una risata, stando al gioco iniziato poco prima dalla ragazza; successivamente strinse anche la mano ad Angelus, soddisfatta dalle parole che aveva proferito poco prima.
    Ascoltò in silenzio l'accurata descrizione di quest'ultimo che, almeno a prima vista, sembrava essere molto informato sulla criminalità organizzata di Dilagon City; inoltre, l'essere riuscito a pedinare dei soggetti così pericolosi ed a recuperare informazioni importanti come l'arrivo di un gruppo di clandestine rendevano chiaro alla ragazza che Angelus doveva essere veramente bravo nel suo lavoro. Ammesso che di lavoro si tratte, visto che in realtà non sapeva cosa esattamente spingesse quei due a mettere la loro vita a repentaglio in quel modo.
    Quando poi il ragazzo spostò il discorso sull'argomento "uccisioni" non poté fare a meno di dargli ragione, non era un'assassina e tanto meno voleva diventarlo.
    Il suo scopo principale era entrare in quell'edificio e liberare quelle ragazze, non voleva fare del male a nessuno; tuttavia, in caso di pericolo non si sarebbe fatta problemi a tirare fuori la pistola e, ovviamente, ad usarla anche se per scopi non letali.
    << Per quanto riguarda me non devi preoccuparti, non ho nessuna intenzione di avere sulla coscienza una persona, anche se è una delle peggiori. Ovviamente in caso di pericolo non mi farò problemi a difendermi.>> dice dopo che Angelus aveva finito di parlare e, dopo una breve paura, aggiunge <<quindi qual è il piano? Avete già un'idea di come entrare ed agire?>> chiede spostando lo sguardo su entrambi i ragazzi in attesa di un risposta.
     
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    «Stai attenta, potrei prenderla come una proposta.» ghignò in direzione di Altea, facendo un cenno col capo in direzione di Angelus. «Piace anche a me.» confermò, prima che Angelus si mettesse a fare lo spiegone chiesto e richiesto da entrambe le ragazze. Non appena il mezzodemone iniziò a parlare, Kate si zittì immediatamente, facendosi molto più seria. Una battuta o due per stemperare la tensione poteva farla sempre, ma era una professionista e non aveva intenzione di interrompere il briefing pre-missione.
    Quasi inutile dire che non appena fu menzionata la mafia russa Kate si lasciò andare ad una smorfia disgustata e infastidita. Che non fosse un'ammiratrice della malavita organizzata sovietica non era di certo una novità, o almeno, lei non lo aveva mai nascosto anche se tendeva a non rivelarne i motivi. Si calmò rapidamente quando si spostò verso le ragazze, che per quanto riguardava lei erano la priorità assoluta. Civili molto probabilmente innocenti e attirate con l'inganno se non direttamente con la forza, di certo non per loro volontà. Ma di nuovo cambiò espressione alla particolare richiesta di Angelus, quella sul non uccidere. Sollevò entrambe le sopracciglia, quasi sconvolta, di certo sorpresa.
    «Cos'è questo razzismo verso i non umani?» chiese, con uno sbuffo sarcastico. Poi si fece più seria e iniziò a parlare in modo più pacato.
    «Stai chiedendo a me e a una civile inesperta di entrare nella sede di una delle associazioni famose per essere particolarmente vendicative, disturbare un loro racket, "mandare un messaggio a tutta l'organizzazione"... e lasciare in vita quelli che potrebbero vederci in faccia o comunque riconoscerci? D'accordo, probabilmente farti riconoscere e fare in modo che si vendichino su di te è quello che vuoi, così li stani senza fatica. Di certo sei in grado di difenderti e difendere...» fece una piccola pausa, esitando e lanciando un'occhiata verso Altea, prima di continuare. «... le tue colleghe. Ma noi? Io ho una coinquilina da difendere, e non è l'unica che potrebbero sfruttare per arrivare a me. E Altea è solo una civile. Non puoi difendere tutti.»
    Fece un'altra pausa, stavolta un po' più lunga. Qualcuno l'avrebbe definita paranoica, e avrebbe avuto ragione. Era chiaro come il sole che la paranoia fosse parte integrante del suo carattere. Alla luce di questo, non era difficile capire che non stava sottovalutando né Altea né Angelus, ma forse stava sopravvalutando il loro nemico. Alla fine della pausa di riflessione, storse il naso con un verso scocciato.
    «Posso provarci.» decise infine. «... ma non prometto niente. Ho un'arma pesante. E se qualcuno vede in faccia me o lei, non posso lasciarlo vivo. Chiedermi il contrario sarebbe semplicemente egoista. Potete vederlo come un incentivo a non fare nulla di stupido.» specificò seccamente. «E non capisco perché contattare me per questo lavoro se le regole sono queste.» Aggiunse, voltando le spalle ad Angelus. Prese a cercare un posto dove lasciare la valigia con cui aveva trasportato il fucile. L'aveva svuotata di qualsiasi cosa utile, quindi non serviva portarsela dietro, sarebbe stato solo un intralcio. Decise di nasconderla all'interno di uno dei cassonetti. Poteva sempre recuperarla dopo - e lavarla e disinfettarla. Se anche gliel'avessero rubata, beh, era solo una valigia che non valeva praticamente nulla.
    «Se il problema è solo la coscienza, potete lasciar fare a me.» aggiunse con uno sbuffo. Si fece più tranquilla dopo quel breve sfogo, anche se non era comunque particolarmente felice.
    «Entriamo dal tetto. Se vedete telecamere di sorveglianza, indicatemele e le faccio fuori. Penso di far fuori anche più luci possibili. Lascerò intatte giusto quelle sopra i nemici, solo perché non credo tu abbia un visore notturno.» rispose ad Altea, cercando con lo sguardo una conferma da parte di Angelus. «Anzi, se l'edificio ha una centralina esterna disattivare la corrente potrebbe essere una buona idea. Cosa ne facciamo delle ragazze? Hai già un'idea? Perché potrei suggerire di portarle all'Insomnia, eventualmente.»
     
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